Note: Aka "L'inferno dei morti viventi", "Night of the zombies", "Zombie creeping flesh", "Zombie inferno", "Apocalipsis Cannibal", "Hell of the lving dead".
Se ci si accontenta di un "clone" di Zombi(dal quale ricicla pure la soundtrack dei Goblin) ancora più cinico dell'originale (ma privato dei suoi "valori" etici e morali), allora Virus fa la sua bella figura. C'è il nudo (integrale) di Margit Evelyn Newton, ci sono sequenze (che nulla c'entrano con il plot) estrapolate da un documentario sulla Nuova Guinea, un topo infetto e premonitore (in seguito il regista dirigerà Rats - Notte di Terrore) e tanta violenza gratuita.
"Capolavoro" di Mattei.
Forse l'unico bel film di Mattei, iconograficamente e musicalmente forse troppo debitore anche rispetto ai suoi compagni "riciclanti", ma carico di una naturalezza e di una violenza visiva che lo rendono interessante da più punti di vista. Il tocco ambientalista, giusto perché in auge nel periodo, ha un che di apocalittico che lo rende un vero film dell'orrore. Si può sorvolare su caratteristiche trash parecchio incisive e metterlo sul ripiano dei film da conservare e rivedere.
Da appassionato di film "zombeschi" posso solo dire che questa pellicola di Mattei non raggiunge neanche lontanamente i capolavori di Romero e di Fulci. Purtroppo il paragone viene subito alla mente perché in questo genere altamente sfruttato esistono pellicole di riferimento che sono autentici capolavori. L'inizio non è malvagio, con la centrale chimica, poi però subentra una confusione tale che non si capisce più nulla (per non parlare poi delle pessime interpretazioni degli attori).
Come nella più tipica tradizione italiana in voga fino a qualche tempo fa, Vincent Dawn, (alias Bruno Mattei) dirige un clone di un successo internazionale, nel nostro caso il capolavoro Zombi, e ci propone un film che del progenitore mantiene solo le caratteristiche esteriori mancando totalmente sia dei messaggi politici che della sua maestria tecnica nella realizzazione. "Virus" è quasi un plagio del film di Romero arrivando persino ad usare le stesse musiche. Se si sta al gioco si può vedere.
Bruttissimo horror. Noia e squallore a volontà, con una sceneggiatura lenta e confusionaria, mediocre fotografia, regia raffazzonata, inserti vari e attori cani. Si salvano solo le scene splatter e le musiche, rubate dai Goblin (Zombi, Buio omega, Contamination) e da Bacalov (Diamanti sporchi di sangue). Da evitare come la peste.
A causa di un virus prodotto dall'uomo la popolazione infettata si trasforma in zombi. Un pugno di agenti speciali vestiti da metalmeccanici devono compiere una missione nella Nuova Guinea e si uniscono a due giornalisti. Franco Garofalo dà il meglio di sè in performance e dialoghi da psicopatico, la giornalista si spoglia per "mimetizzarsi" con gli indigeni, immagini di repertorio di documentari montate a caso, deliranti incursioni dei rappresentati ONU per la risoluzione del problema; c'è il tocco di Claudio Fragasso e si vede.
MEMORABILE: Immagini di indigeni danzanti vengono definiti dalla voce fuoricampo di un rappresentante Onu "folle di sbandati terrorizzati e incattiviti..."
Con questo film il compianto Mattei, regista specializzato in film di serie B, entra nell'Olimpo del suddetto genere. Divertente orrore italico, dalla trama delirante (il virus serve a evitare la fame in africa.. dato che i i contaminati..), dalle battute e dagli attori incredibili. Delirio totale: diverte dq quanto è brutto. Negli Stati Uniti film come questo vengono definiti "so bad it's so good".
MEMORABILE: "Vuoi l'ala o preferisci il petto?" "Santoro, che cazzo fai?"
Mattei si appropria dei luoghi esotici e della visceralità di Fulci, materializzando la propria idea di zombi sotto forma di estremo, apocalittico atto di ribellione del Terzo Mondo contro i paesi industrializzati e sfruttatori. Questa tensione alla denuncia sociale e il suo portato umanitario si sfaldano in una messa in scena rozza e confusionaria, finalizzata unicamente all’effetto truculento; altro punto debole è l’anonimità degli attori, da cui però si sottrae Garofalo, scatenato cacciatore di zombi in piena crisi psicotica.
Scemenza galattica alla Mattei. Un indigesto mix di zombi-movie e cannibal-movie con un pizzico di poliziottesco e una nota stonata di fantascienza da quattro soldi. Involontariamente comico, con musica che mi pare rubata da altri film, attori terribili, trama inesistente, dialoghi ridicoli. Trash allo stato puro.
Prendendo in egual misura ispirazione dallo Zombi romeriano nonchè da Zombi 2 di Fulci, il duo Mattei/Fragasso confeziona il miglior horror della propria carriera, derivativo quanto si vuole (pure nelle musiche "riciclate" dei Goblin) ma pur sempre efficace. Gli inserti presi dal documentario sulla Nuova Guinea sono montati un po' alla carlona, ma per il resto abbondano i banchetti antropofagi, le sparatorie e i dialoghi deliranti, per la gioia dei fans dello splatter e del cinemabis. In parte Garofalo, accettabili gli altri attori. Promosso.
MEMORABILE: Il finale ultra-splatter; l'incredibile frase: "Aiuto! Siamo inseguiti da degli strani COSI!"
Nonostante la presenza di attori convincenti come carciofi, godibile. Il sangue e lo splatter scorrono a fiumi, c'è l'apprezzabile cameo del mitico Victor Israel in una parte zombesca. Di cose deliranti c'è ne sono pure e a palate, ma anche grazie all'ottima soundtrack (riciclata) dei Goblin, il finale nella fabbrica risulta un pochino inquietante. Se non vi aspettate troppo, vi divertirete di sicuro.
Terribile ed estenuante horror che sembra non finire mai. A Mattei, infatti, non riesce l'operazione riciclo (a parte le musiche già usate per Zombi di Romero) e ne viene fuori una pellicola molto noiosa e quindi interminabile che non riesce mai, a mio avviso, a divertire ed appassionare lo spettatore. Abbondanti gli
effetti splatter.
Ecco a voi l'apoteosi del riciclo (idee, documentari, colonna sonora), che si avvale anche di attori di rara pochezza, di un doppiaggio quasi sempre miserrimo, dovuto anche a dialoghi pietosi e che qua e là ha persino velleità di denuncia (ecologico-politica). E’ così mal fatto da meritare un’occhiata; e bisogna ammettere che se era lo schifo l’obiettivo principale, il regista ha fatto centro (budella varie, ferite con vermi, animale scuoiato, carne lacerata e putrefatta…). La protagonista è così insopportabile da far gridare: "Vi prego, mangiatela!". 2 ore e 16 di zomboiate africane.
MEMORABILE: Alcune "frasone" "Me che Cristo succede?"; Agli zombi: "Siete solo un esercito di stronzi!": "Sembrano dei mostri". Risposta: "Forse sono ubriachi..."
Forse il miglior film zombesco di Mattei, o sarebbe meglio dire il "meno peggio"? Certo, il Maestro è capace di sprecare la soundtrack dei Goblin (infilando pezzi ritmati in momenti smorti e così via), di buttare alle ortiche un buon inizio e dei discreti effetti e infilare pezzi di documentario alla carlona... ma d'altronde non lo amiamo per questo? Perfino certe inquadrature sembrano rubate da Romero, ma qualcosa di apprezzabile c'è in Virus: il ritmo è discreto e mezz'ora di pellicola è quasi discreta. Evviva Vincenzo Alba.
MEMORABILE: La bruttissima fine della protagonista (beh pure il topless era memorabile)!
Il proficuo genere zombesco nei film di genere è stato sempre mal sfruttato, forse per via del fatto che per essere minimamente credibile deve per forza di cose avere un budget un po’ più consistente, se non altro per i trucchi e gli effetti speciali. In questo caso devo affermare che complessivamente Mattei (qui al suo capolavoro!) ha compiuto un’operazione dignitosa, pur essendo puro cinema clone di serie b. Ritmo un po’ lento, ma buona dose di horror e vicenda divertente. Il balletto tra gli zombi di un militare è storia del cinema!
Di scalcinati zombie movie all'italiana ne ho visti diversi, ma ben pochi mi sono parsi inaccettabilmente fatti con i piedi come questo Virus. Basterebbero le scene palesemente prese da documentari che nulla hanno a che fare col film e infilate di forza nel montaggio senza nessun tentativo di rendere le luci similari; oppure scelte di sceneggiatura deliranti (la scena nel villaggio indigeno) che "fanno molto exploitation" ma che hanno l'unico scopo di allungare a 96 minuti il brodo di un film che sarebbe potuto finire in mezz'ora. Inqualificabile.
MEMORABILE: Gli stralci di documentari: elefanti nella Savana (in Nuova Guinea?)... una civetta plana in notturna mentre nel film è giorno.
Mattei confeziona un horror zombesco utilizzando per quasi un terzo del film materiale da repertorio in salsa National Geographic (tra l'altro si nota benissimo che location e immagini di repertorio trattano di ambienti completamente differenti...). Detto questo però il film nella sua totalità non è così male. Alcune scene paiono riuscite bene e, anche se il ritmo non è sempre alto, alla fin fine ho visto decisamente di peggio. Visti i pochi mezzi a disposizione non si poteva chiedere molto di più. Buoni i dialoghi e alcune battute.
MEMORABILE: "Ci sarà qualcosa da mangiare in questo merdaio?"
Fulci copia da Romero, Girolami da Fulci e Deodato, Mattei da tutti quanti: era la gloriosa catena alimentare del cinema bis, con l'ovvia conseguenza che più l'originale si allontanava, più la copia sbiadiva. Nel caso di Virus è rimasta solo qualche ombra, mentre il ridicolo spunta inarrestabile ad ogni angolo, proprio come i patetici morti viventi che si aggirano per la periferia di Barcellona spacciata per le foreste della Nuova Guinea. Ciò detto e soprattutto se Mattei avesse allungato meno il brodo, qualche risata poteva anche scapparci.
MEMORABILE: La citazione da Psyco, con la vecchia zombi inquadrata di spalle sulla sedia a dondolo.
Questo lavoro di Bruno Mattei è terribilmente sconclusionato, inutilmente prolungato da allucinanti immagini di repertorio che annoverano un po' troppe specie di animali per essere credibili (in più alterna maldestramente il giorno e la notte). C'è da dire però che, superata un'interminabile sequenza di un ballo in un villaggio, i passaggi trucidi non mancano, con tanto di gattino che esce dall'intestino di una vecchia. Attori da crocefissione e momenti ilari (tra gli sceneggiatori c'è l'inossidabile Claudione Fragasso). In definitiva uno spasso.
Solita imitazione trash dell'ineffabile Bruno Mattei. In questo caso il saccheggiato principale è Romero ma non mancano furtarelli più patriottici ai danni di Fulci, Deodato e Lenzi. Di suo e non è poco, Mattei aggiunge una forte dose di "cretinismo" (il gatto che esce dalla pancia della vecchia, il soldato che fa il bullo sfidando gli zombi) e di totale grauità ma anche elementi buffi (la camminata di certi zombi è irresistibile) e tanta sana violenza (le scene splatter non sono niente male).
Mattei deve essere un ecologista sostenitore della cultura del riciclo e questo film ne è la prova: prende parte del film Nuova Guinea l'isola dei cannibali e lo integra con del nuovo girato ispirato alla trilogia romeriana. Il risultato è raffazzonato e quasi mai soddisfacente, la trama è al limite del nonsense e la noia compagna inseparabile per larghi tratti della visione. Si salvano giusto qualche scena gore e poco altro; il resto e ampiamente sotto la soglia della sufficenza. Inspiegabile il culto di cui gode la pellicola.
Coproduzione italo-spagnola di scarso interesse ma con effetti splatter in alcuni casi ben riusciti. La trama è quella trita e ritrita degli zombi dalle movenze lentissime che sembra facciano di tutto per non uccidere. Gli attori sono tutti sconosciuti e molto scarsi, come anche il soggetto che non apporta nulla di nuovo al genere e ha l'aggravante di dialoghi veramente assurdi. In pratica un mix tra Cannibal holocaust e gli zombi di Romero ma riuscito malissimo. Ci stanno male anche le musiche dei Goblin.
MEMORABILE: Franco Garofalo che parla con gli zombi, il bambino zombi.
La radioattività un brivido ci dà: a tutto vapore, Bruno saccheggia tutto quel che trova per strada, più cannibale dei suoi stessi zombi e non pago di xeroxgrafare Romero usa come controcampo Ide e come nastro isolante dei già editi Goblin. Se l’eco-zombeange può gonfiare i bicipiti, è solo in virtù di un make up che, ex equo con Fulci, regala gli zombi più trucidi a memoria di revenant, e di f/x da mattatoio assicuranti i gauss di un’efferatezza spinta oltre l’orlo del crepaccio, unica efficacia di una confezione e di uno script-colabrodo facenti, alla meglio, sghignazzare.
"Zombi-trash" ibridato con qualche elemento "cannibal-mondo", per sublimare il vero cinema italiano di serie zeta. Momenti "splatter" e altri "pazzi" tipici del genere. Garofalo è il non-plus-ultra della situazione, quando affronta a spintoni i resuscitati: il suo sguardo folle è infatti la sintesi perfetta della "prospettiva" del prodotto del povero Mattei. Un film altresì truce e "volgare" che soddisfa un poco (ma molto poco) anche i "vogliosi" del nudo in primo piano (in versione gratuitissima, naturalmente).
MEMORABILE: "...C'è un solo modo" (e si toglia la camicia, col seno in primissimo piano...).
Forse il miglior horror di Mattei e uno dei migliori cloni trash del cult di Romero. Il buon Vincent Dawn non si fa scrupoli quando c'è da confezionare un film e il budget è quello che è. La colonna sonora? Quella dei Goblin usata in Zombi andrà benone; poi basta aggiungere qualche effetto gore d'impatto, un paio di bizzarrie per adornare il plot (il topo zombi, il gatto che esce da un ventre umano), diluire infine con alcune sequenze di un vecchio mondo-movie e il gioco è fatto. C'è qualche momento di stanca, ma nel complesso è divertente.
MEMORABILE: "Santoro! Che cazzo stai facendo?"; Tutte le scene con Santoro che fa il matto meritano di essere viste e godute fino all'ultimo fotogramma.
Un fallimento come zombie movie (a causa dello sfacciato riciclaggio di temi, musiche e caratteri da altri e più blasonati predecessori), il filmino cerca di mischiare le carte grazie a certi afrori terzomondisti (che celano, però, un superficiale sensazionalismo da cannibal deteriore): un nuovo fallimento. Anche le comparse che zombeggiano sono molto mal rese. Esilarante il moccioso antropofago. Alla fine l'unica cosa che si ricordi è la Newton pittata col davanzale al vento.
Bisogna essere quantomeno accomodanti per premiare una pellicola che: primo, saccheggia indiscriminatamente Romero; secondo, trafuga sequenze da una pellicola giapponese diretta da Ide; e terzo, ricicla tranquillamente musiche dei Goblin da film sul medesimo tema. Accantonate per un attimo le oggettive ladrerie perpetrate da Mattei, il film non gode né di un buon ritmo né dell'adeguato minutaggio al cospetto di uno script risicatissimo; risultano invece apprezzabili la componente gore e la soluzione narrativa di chiusura.
MEMORABILE: Garofalo, unico attore palesemente divertito durante l'interpretazione; Il petto della Newton; Il "rimedio" del mondo occidentale.
Pur partendo da una posizione chiaramente defilata, molto sotto ai coevi classici di Romero (ma anche alle trasposizioni fulciane), si difende piuttosto bene, specialmente nell'attualità e nella pervasività della denuncia eco-politica (forse, se si vuole trovare un difetto, un po' troppo urlata). Mattei non nasce come regista horror e il suo immaginario vive pertanto di una certa crudezza primitiva, che in questo contesto tuttavia funziona bene (ottimo il bagno di sangue del pre-finale). Newton viso incantevole, ma la scena la ruba Garofalo.
MEMORABILE: Gli attacchi deliranti di Zantoro-Garofalo contro le orde di zombi; Il pre-finale.
Ci vuole pelo sullo stomaco, qualche pinta di birra in circolazione e un cuore trash grande così per farsela passare. C'è un bimbo zombi crivellato di proiettili, Margie Newton messaggera di pace che corre tette al vento in un posticcio villaggio di cannibali. Quando le cavano lingua e bulbi oculari, l'effetto è vagamente liberatorio: la brutta notizia è che non è ancora finita. Avanzano 90 minuti di pellicola indigeribile che assembla mondo-movie, evoluzioni animali al ralenti e qualche quarto di bue spatasciato in faccia agli attori.
La poco premiata ditta Mattei/Fragasso ci regala il solito sottoprodotto horror. La sceneggiatura mescola insieme complotti ecologisti, film sugli zombi, siparietti comici e inserti documentaristici, ma nonostante tutto il ritmo a tratti è lento. Peccato, perché in alcuni momenti si vede anche una certa abilità registica (la parte al villaggio col bambino malato non è niente male). L'elevatissimo tasso di trash conquisterà un certo tipo di pubblico, perché alcuni momenti sono veramente esilaranti e, per fortuna, il film non si prende sul serio nemmeno un secondo. Buono il finale.
MEMORABILE: La Newton a seno nudo; Garofalo che fronteggia gli zombi; Fonoll che muore in tutù mentre canta.
Il miglior film della coppia Mattei/Fragasso. Zombie movie a basso budget che molto deve sia a Romero che a Fulci, con un Mattei però padrone della situazione. "Virus", malgrado qualche dialogo pessimo o situazione mal gestita, funziona e intrattiene degnamente. Buono lo splatter, derivativo ma azzeccato il finale. Tra le altre cose non manca una riflessione sul terzo mondo e una sottointesa denuncia a come i paese sviluppati cerchino di approfittare della loro situazione.
MEMORABILE: Il finale; Il personaggio di Santoro/Garofali.
Un film che è (im)possibile non amare! Si concede swat in tutona blu da meccanico, musiche riciclate, impennate splatter iperrealistiche e un personaggio, il Santoro di Franco Garofalo, esagitato ed esaltato in mezzo a zombi carnivori un po' stupiti da cotanto ardire! E finisce pure per essere una denuncia all'avidità e al cinismo dei bianchi nel terzo mondo.
MEMORABILE: L'incidente nell'avveniristica centrale Hope sublimato dalla musica elettronica dei Goblin.
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HomevideoXtron • 31/05/12 20:03 Servizio caffè - 2215 interventi
certamente visto o rivisto oggi strappa sghignazzate, risatacce e lascia allibiti per balordaggine senza un verso estetico che sia uno e sfacciato plagio eretto quasi a misura registica, ma posso garantire che visto allora in età pre-puberale senza filtri critici o storiografici faceva il suo effetto e una qual certa inquietudine la incuteva, e restava anche dopo la visione.
Schramm ebbe a dire: certamente visto o rivisto oggi strappa sghignazzate, risatacce e lascia allibiti per balordaggine senza un verso estetico che sia uno e sfacciato plagio eretto quasi a misura registica, ma posso garantire che visto allora in età pre-puberale senza filtri critici o storiografici faceva il suo effetto e una qual certa inquietudine la incuteva, e restava anche dopo la visione.
Convengo in toto sulle tue osservazioni, in quei tempi l'effettaccio prevaricava su qualsivoglia riflessione formale e ci si appropriava di quell'esprit fou (e spesso kitsch) che noi italiani avevamo come punto di forza!
Blue Underground ha annunicato, sulla propria pagina FB l'uscita, prevista nel 2014, del Blu Ray.
CuriositàZender • 4/05/16 17:58 Capo scrivano - 48503 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
HomevideoZender • 25/10/17 17:35 Capo scrivano - 48503 interventi
E' disponibile il bluray della 88films con titolo Zombie creeping flesh, la traccia italiana e i sottotitoli removibili (quindi perfetto per noi). Chi vuol verificarne la qualità può andare qui.