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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Sulla scia del sopravvalutato AMERICA OGGI (che Altman aveva concepito quasi come aggiornamento del suo NASHVILLE) persino nel metraggio (3 ore nette!), il film di Paul Thomas Anderson (l’autore di BOOGIE NIGHTS) è l'ennesimo spaccato di vita americana, che vira sul drammatico opprimente inserendo due casi di tumore in stadio avanzato (più un terzo evocato nel racconto di uno dei protagonisti), una cocainomane, un’isterica con cento rimorsi (Julian Moore) e altre amenità. Lo stile delle riprese è virtuosistico,...Leggi tutto con piani-sequenza a volte interminabili (ancora l'ombra di Altman), ingegnosi movimenti di macchina, montaggio “intelligente”, attori spesso sopra le righe e un finale surreale che ovviamente riunisce idealmente tutti i protagonisti degli “short cuts”, vittime dello stesso strano fenomeno (piovono rane dal cielo...). Anderson vuole portare a riflettere cercando di alternare personaggi e storie più “commercialmente appetibili” (vedi l'episodio di Tom Cruise trascinatore di folle ipermaschiliste) ad altre più intimiste (vedi Jason Roberts malato terminale) riuscendo ad essere piuttosto convincente nelle prime (comunque inconcludenti) e manierista quanto deludente nella resa artistica delle seconde, ipocritamente melense. Se MAGNOLIA fosse durato la metà sarebbe stato probabilmente meglio perché, soprattutto nell'ora conclusiva, il film arranca terribilmente mettendo a nudo una regia che, al di là del dinamismo formale, si fa statica e inutilmente prolissa. Attori bravi (ma Julian Moore esagera nel suo forsennato istrionismo rasentando il ridicolo), musiche appropriate e confezione di lusso, però per condurre in porto al meglio operazioni così ambiziose bisognerebbe poter contare su sceneggiature pressoché perfette.

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Galbo 1/08/07 20:27 - 12514 commenti

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Film che deve molto all'Altman di America Oggi e I protagonisti, ma che tuttavia riesce ad introdurre "cifre" molto personali, grazie all'abilità del regista di intersecare i vari episodi, introducendo una vena di amarezza e scoramento non presenti nel film di Altman. Significativo, a questo proposito, l'avvento della piaga biblica della pioggia delle rane. Ottima performance degli attori protagonisti (tra i quali spicca un inedito Tom Cruise).

Renato 6/11/07 12:28 - 1648 commenti

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Appassionante. Nonostante la durata considerevole e la presenza di molti personaggi, il film riesce ad avvincere... Anderson dimostra di avere un talento tutto particolare per il racconto, mentre forse in fase di scrittura qualcosa deve ancora migliorare, perché i passaggi non propriamente a fuoco non mancano. Cast di grande rilievo (peccato solo per un Tom Cruise eccessivo e fuori parte) e l'onnipresente musica di Aimee Mann. Non un capolavoro, ma un film da vedere, in ultima analisi.

B. Legnani 16/02/08 00:46 - 5605 commenti

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Può un film per certi versi affascinare, ma per certi altri, e contemporaneamente, sconcertare negativamente? Certamente sì. Per chi non ci credesse, questa pellicola pare fatta apposta. Impossibile riassumerla, ma qui il protagonista è il male di vivere, insieme al male di (e da) morire. Difficile un giudizio esauriente. Diciamo discreto...
MEMORABILE: La parte finale del telequiz.

Supercruel 31/07/08 01:08 - 498 commenti

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Capolavoro. Anderson disegna un affresco che oseremmo definire "epico", in grado di trattare l'amore e l'affettività interpersonale in maniera intelligente e mai banale, dosando una regia e uno stile personalissimi, pur tenendo presente noti modelli narrativi. Grandissimi gli interpreti, tra i quali spicca un Tom Cruise strepitoso che, oltre a consegnare un vivido lascito del proprio talento, è alle prese con il personaggio più interessante ed esplosivo dell'intero film. La Moore è divina. Per ora è il miglior Anderson, Petroliere incluso.

Matalo! 2/08/08 00:21 - 1378 commenti

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Volenteroso, colossale, sincero, ma confuso affresco a 360° sull'America per l'Altman cristiano, che cita anche la pioggia di rane (che succede veramente) come diluvio universale sulle anime di questo film altmanianamente corale. A sorpresa, Cruise è efficace e non stona il siparietto canoro. Solo che a parte una certa retorica e una non così sagace capacità di graffiare, c'è troppa carne al fuoco e non tutti i fili son retti a dovere. A tratti però davvero appassionante; Anderson non ha certo un'idea mediocre di cinema, per fortuna.

Il Gobbo 3/08/08 21:54 - 3015 commenti

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Ambizioso ma pasticciato, di vasto sforzo corale, con interpreti certamente di alto livello - sebbene non tutti perfettamente a fuoco. Ma in ultima analisi un pretenzioso mattone schiacciato sotto il peso delle sue velleità, e che si inserisce con sinistra baldanza nel filone "cinema del dolore", anche detto "Scongiuro-movie", alla 21 grammi e consimili istigazioni al toccamento. Squilibrato.

Ciavazzaro 30/09/08 15:51 - 4765 commenti

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Un po' troppo sopravvalutato a mio avviso. Già Tom Cruise che esordisce in mutande bianche non è il massimo della vita (tanto meno lo sono dialoghi che gli vengon messi in bocca)... Qua e là qualche buon attore migliora le cose, ma la pellicola nel complesso manca di spessore. Davvero evitabile, a mio avviso, e decisamente troppo apprezzato rispetto ai suoi meriti.

G.enriquez 16/10/08 18:45 - 121 commenti

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America Oggi era uno spietato ritratto della società di oggi, perlopiù disumana e superficiale. Questo film è l'esatto opposto, vale a dire che è un ritratto superficiale e pretestuoso della società attuale. Non basta infatti mettere insieme alcuni episodi ed inventarsi improbabili (ma in questo caso è meglio dire inesistenti) intrecci per fare un film d'autore. Anderson è giovane e può migliorare, ma l'umiltà in questo campo è importante per evitare spiacevoli incontri con la banalità e i luoghi comuni.

Pigro 14/12/08 10:21 - 9891 commenti

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Diverse storie si intrecciano a Los Angeles, tra miti tv e droga, brama di successo e morte. Un film dalla struttura altmaniana e dallo splendido ritmo incalzante. Un potente affresco delle miserie umane governate dal caso (come racconta un surreale prologo, apparentemente arbitrario, in realtà anticipatore del folgorante finale). L'incombere della morte, la solitudine e l'individualismo, così come il rifiuto della famiglia, sono al centro di un'opera che conduce i suoi protagonisti a strepitose interpretazioni (pure Cruise, incredibile!).

Brainiac 29/01/09 15:48 - 1083 commenti

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Questo film mi fa lo stesso effetto di American beauty: un brutto effetto. Mi sembra che sia un concentrato di pretenziose ovvietà, il cui successo mi lascia basito. Non è tanto l'egocentrico Tom Cruise, quanto tutto l'impianto fatto di musiche rarefatte, personaggi depressi e la solita tiritera sulla malattia. Nouvelle vague all'americana, patinata, vuota, modaiola. Insieme al già citato American beauty, a 21 grammi e Crash (Contatto fisico) ne farei un pacco e li rispedirei al mittente. Di Altman ce n'è uno solo. Anderson si farà perdonare con Il petroliere.

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Cotola 10/02/09 22:33 - 9274 commenti

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Ancora un volta Anderson dirige una storia corale riuscendo a tenere sotto controllo quasi tutti i personaggi e le storie che pian piano arrivano ad intrecciarsi tra loro. Qualche eccesso (specie nella durata) ma un grande spettacolo che avvince ed emoziona come se ne vedono raramente. Straordinari tutti gli attori con una citazione particolare per Tom Cruise, che probabilmente si produce nella migliore interpretazione della sua carriera. Colonna sonora molto pregnante. Assolutamente da vedere e da non perdere.
MEMORABILE: Le esibizioni di Tom Cruise Guru degli sfigati. Tom Cruise dinanzi al padre morente. La pioggia di rane.

Capannelle 10/03/09 16:48 - 4481 commenti

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Ottimo dipinto corale delle nevrosi americane. A parte il personaggio gay (troppo macchietta) tutti gli altri convincono: in pole position Cruise, la Moore, il poliziotto e il bambino prodigio. Prima ora e mezzo andante con brio, Anderson dispiega le storie con una certa padronanza. Poi 30 minuti di fuoco dove tutti i nodi vengono al pettine: quello è grande cinema, con grandi musiche da scrivere negli annali. Troppo diluita e meno originale la fase di ricomposizione dei traumi che occupa l'ultima ora di proiezione. ****
MEMORABILE: La disfida tra Tom Cruise e la giornalista. Il bambino prodigio che manda tutti al diavolo.

Enricottta 8/09/09 16:57 - 506 commenti

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Bisogna entrare nei meccanismi dei film e lasciarsi andare, altrimenti risulterà lungo e stucchevole. La prova del regista è colossale, impegnativa, pesante, ecco spiegato il suo altalenante gradimento. Chi lo critica avrebbe voluto girarlo, si capisce andando a cercare i riferimenti e le citazioni, sempre azzeccati. Chi lo ama non cerca niente di più di un film tecnicamente perfetto.

Herrkinski 23/04/10 21:44 - 8390 commenti

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Accomunabile ai lavori di Inarritu o ad American Beauty, questo film unisce diverse storie di vita in un turbine emozionale dove convivono depressione, aspettative mancate, fallimenti personali, morte e amori impossibili; le varie vicende naturalmente finiranno per intrecciarsi, con esiti e morali talvolta prevedibili. Se si riesce a superare la confezione patinata e qualche eccesso di melassa, il film riserva anche qualche discreto pugno nello stomaco e una buona riflessione sul mondo moderno. Cruise finalmente strepitoso. Mainstream, ma ok.

Undying 17/04/10 03:16 - 3807 commenti

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Mattone didascalico diluito in una lunghezza (quasi) esasperante e reso ancor più sconfortante dal ridondante senso di patetico evocato dai vari episodi e dalla depressione di cui gli attori (bravissimi) sono costretti a farsi espressione. La colonna sonora non aiuta - né in fatto di ritmo, tantomeno in fatto di pathos - e la lungaggine di scene piagnucolanti e frasi deprimenti ne fanno un plus ultra di opera (s)corale, dove sconforto e tristezza la fanno da padrone. D'altra parte la pretenziosità artistica dell'aspirante Autore (P. T. Anderson) è preannunciata da un titolo ambizioso/ermetico.

Mdmaster 23/10/10 16:47 - 802 commenti

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Esperimento fin troppo ambizioso di Anderson, fortemente voluto dal regista: tre ore di film corale, di storie che s'intrecciano, di drammi e sorrisi immersi nella società americana. Il risultato è, naturalmente, zoppicante e a volte davvero stancante nell'andamento. Per quanto alcune storie sembrino interessanti, si rivelano poi abbastanza deludenti come risultato, anche se fortunatamente supportate da attori più che capaci. Ci vuole davvero coraggio per rivederlo e giudicarlo razionalmente, la prima visione è di solito "definitiva".
MEMORABILE: Le grandissime prove di Macy e Hoffmann e, perché no, anche Cruise.

Tyus23 13/01/11 14:01 - 220 commenti

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Sebbene forse un po' furbetto nella sua reiterata rappresentazione del lutto, Magnolia ha l'indubbio e non indifferente merito di interessare lo spettatore per tutti i 180 minuti di durata. Nonostante le numerose vicende ed un numero considerevole di personaggi infatti ci si appassiona in egual misura ad ogni episodio grazie anche ad attori in stato di grazia (in particolare un insolito Tom Cruise) e ad una regia curatissima. D'impatto il riferimento biblico finale.

Mickes2 25/02/11 09:21 - 1672 commenti

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Un film che secondo me va oltre ogni schema canonico intrecciando ben 9 storie diverse tra loro e usando come filo conduttore il dolore, la tristezza, gli sbagli che ognuno di noi ha e compie nella vita comune. Altro grandissimo film di Anderson, che scrive e dirige la storia di questi personaggi, le cui vite si incrociano quasi senza toccarsi. Bellissima sequenza finale, sceneggiatura eccezionale, regia superba, attori eccelsi (su tutti Cruise e Hoffman), musica che fa da accompagnatrice a tutto il film e agli stili delle nove vicende.

.luke. 7/02/12 22:40 - 89 commenti

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Indubbiamente debitore di America oggi di Robert Altman, questo film è un affascinante ritratto delle paure e delle nevrosi umane e di come la nostra vita venga in qualche modo regolata dal caso, come viene spiegato nel prologo. Tre ore di film che tengono incollato lo spettatore, grazie anche ad un cast di ottimo livello nel quale spicca Tom Cruise, alla sua migliore interpretazione.
MEMORABILE: Noi possiamo chiudere col passato ma il passato non chiude con noi.

Fabbiu 15/07/12 14:49 - 2166 commenti

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Si annuncia con una introduzione praticamente perfetta, poi parte la raffica di storie alternate molto bene; interessanti, coinvolgenti e soprattutto interpretate benissimo da un cast splendido. L'avanzare verso un punto comune però non è troppo fluido e il peso della durata si sente troppo (in particolare nella seconda parte le lungaggini "riflessive" diventano quasi indigeribili). Peccato per questa scelta di "estremizzare la riflessione": la cosa migliore era proprio la raffica di storie alternate velocemente. Però merita senza dubbio la visione.
MEMORABILE: Pioggia di rane.

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Disorder 12/09/12 15:30 - 1416 commenti

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Chi troppo vuole nulla stringe. Anderson ha la grossa ambizione di raccontare tutte quelle influenze, quelle coincidenze e quegli incontri spesso casuali che finiscono per cambiarci la vita e di come l'esistenza di un singolo sia sempre legata a doppio filo (spesso inconsapevolmente) con quella di molti altri. La prima metà è quasi insostenibile, una vera sfilata di nevrotici urlanti da far saltare i nervi; nettamente meglio la seconda, che regala anche qualche bel momento di puro cinema. Non male, ma ha il sapore dell'opera incompiuta.
MEMORABILE: La scena in cui i protagonisti cantano tutti, contemporaneamente ma in posti diversi, davanti alla tv.

Nancy 12/03/13 00:03 - 778 commenti

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Un film che riesce veramente ad affondare il colpo e lo affonda in maniera violenta: si parla di morte e di vita con una sceneggiatura ispiratissima e una direzione fantastica degli attori (Moore e Cruise, ma anche Hoffmann). Per molti versi analogo al contemporaneo American beauty, ma ha l'anima molto più profonda, dal respiro più vasto. Anderson gira con un senso spaziale innato già a trent'anni e rende il film un viaggio mistico... biblico. Sarebbe un capolavoro, se tutto quel sottofondo musicale della prima parte non mi generasse un'ansia paurosa.
MEMORABILE: L'incipit e il pre-finale...

Lucius 15/07/13 21:50 - 3029 commenti

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Un regista talentuoso firma l'ennesima tappa della sua carriera cinematografica sperimentando nuovi linguaggi. Il risultato: una pellicola sconcertante e appassionante. L'estrema durata e il filo narrativo altalenante, mettono a dura prova gli spettatori, ma le prove recitative di Tom Cruise (una volta tanto non monotematico) e della splendida e talentuosa Julianne Moore sapranno compensare chi ha la pazienza di seguirlo fino in fondo. Eccessivo il Golden Globe Award. Un film che come le magnoliaceae cresce d'intensità molto lentamente.

Daniela 7/10/14 16:44 - 12916 commenti

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Prologo stranito e straniante, con Dio che gioca con l'universo usando dadi truccati; epilogo da flagello biblico, paradossalmente salvifico almeno per alcuni. Nel mezzo, un intrecciarsi di storie e personaggi che non può non ricordare Altman, soprattutto per la sapienza compositiva ma anche per l'abilità di consentire ad ogni attore di dare il meglio di sé, tanto da rendere difficile indicare il migliore in campo. Rispetto ad Altman, manca però quell'ironia che fa da schermo e nello stesso tempo da ciambella di salvataggio rispetto alla sofferenza e all'assurdità della vita.

Paulaster 13/07/15 15:46 - 4626 commenti

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Un rivolo di storie le une collegate alle altre, come lo sbrogliare una matassa che sembra non avere fine. L’idea che siamo circondati da coincidenze regge fino a un certo punto e un appesantimento di sceneggiatura si avverte. Il pregio sta nel distribuire pari peso a ognuna, di cambiare situazione con ritmo, di far recitare Cruise nel ruolo della vita e di portare la pioggia di rane nell’immortalità. Canzoni stupende di Aimee Mann anche funzionali alla vicenda.

Saintgifts 28/07/15 09:53 - 4098 commenti

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Incipit furbetto e necessario. Ho provato a immaginare il film senza di esso: poteva funzionare ugualmente, ma avrebbe reso più difficile sopportare la lunga durata. Ad ogni modo fa parte del film, lo spiegare una cosa di cui non c'era bisogno: come siano intrecciate le nostre vite. Il finale è salvifico per il film stesso, che dà l'impressione di non sapere più dove andare a parare e distrae le domande che ogni spettatore presumo si stesse facendo. Niente da dire sulle interpretazioni, facilitate da personaggi intensi.

Belfagor 28/07/15 18:20 - 2697 commenti

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Puzzle dal sapore altmaniano di vite ordinariamente disperate, unite fra loro da legami impalpabili e da un bizzarro evento che, forse, le cambierà. I limiti principali di questo incastro di storie sono la pretenziosità di fondo (chiaramente percepibile nel prologo e nelle voci fuori campo) e la durata eccessiva che diluisce il dramma. Il cast (soprattutto Cruise e Reilly) svolge un lavoro eccellente, nobilitando trame piuttosto banali. Noiose le parti dedicate ai geni dei quiz passati e presenti.
MEMORABILE: L'intervista; La pioggia di rane.

Didda23 7/08/17 14:26 - 2439 commenti

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La genialità e l'originalità del prologo ci fanno subito capire di stare dinnanzi a un'opera incredibile, curata eccezionalmente sia dal punto di vista formale (piani sequenza da mozzare il fiato e non solo), sia da quello narrativo, con una chiara matrice altmaniana nell'intreccio dei personaggi. Dialoghi di una pregnanza che ti rimane addosso e che fanno riflettere sulle conseguenze devastanti delle azioni dei padri sui figli. Un film che ti entra dentro e che non vorresti finisse mai; poi arriva la pioggia e l'esaltazione raggiunge lo zenith.
MEMORABILE: Il bambino prodigio che deve andare in bagno; Cruise nel miglior ruolo della carriera; La pioggia.

Minitina80 30/04/18 17:11 - 3094 commenti

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Anderson intreccia tante piccole storie legate da un denominatore comune in cui ognuno dei protagonisti si trova per motivi diversi a fare il resoconto della propria vita. Gli apologhi sono tanti e questo giustifica soltanto in parte un minutaggio esagerato che poteva essere limitato senza sminuire il significato generale dell’opera. Tuttavia, una volta armatisi di pazienza non si resterà delusi perché Anderson dirige bene e riesce a gestire la mole di lavoro senza far perdere il filo a chi guarda. Impresa ardua, ma il crescendo è garantito.
MEMORABILE: La pioggia di rane.

Bubobubo 25/09/18 00:34 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

L'epopea andersoniana per eccellenza, difficile da sintetizzare in poche battute. Un film così lungo presenta fisiologicamente al suo interno alti e bassi. Tra i primi: uno psicologismo crudele ma dettagliatissimo, almeno tre grandi personaggi (Cruise, Hoffman, Hall) e un'intelligente scelta diegetica per prologo ed epilogo. Nei secondi: ultima ora troppo prolissa (poteva durare 40 minuti in meno), scarsa incisività di alcuni attori (la Moore, Macy) e alcuni snodi narrativi sopra le righe (la canzone cantata da tutti i personaggi). Media: ***!.
MEMORABILE: I confronti-scontri tra padri e figli: acido cloridrico e nessuna speranza di redenzione, nemmeno di fronte alla malattia.

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Buiomega71 16/02/19 00:45 - 3007 commenti

I gusti di Buiomega71

Grandissimo cinema quello di Anderson, che già dall'incipit prende le viscere in una narrazione al fulmicotone come non si vedeva da tempo (suicidi che manco Macchie solari o E venne il giorno, surreali, grottesche e crudeli beffe del destino: il sub sull'albero, il giocatore che si fa saltare il cervello, le liti isteriche tra marito e moglie a suon di schioppettate) e in tre ore intensissime si scoperchia il vaso del dolore, della solitudine, della malattia, della morte e dell'amore fino al finale apocalittico. Opera lancinante di fulminante potenza emotiva.
MEMORABILE: La crisi isterica di Julianne Moore in farmacia; Il sorriso di Melora Walters che chiude il film; La dolorosa confessione di Jimmy Gator alla moglie.

Rigoletto 23/03/19 21:27 - 1805 commenti

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Un film paradossale, ascrivibile alla categoria "si ama o si odia" come tanti più o meno illustri predecessori. Concepito intelligentemente e debitore di Altman, ha in sé qualcosa di irritante che, già nel semplice prologo, spiazza anche lo spettatore più scafato. Innegabile però la grandezza delle interpretazioni, in cui spicca un Cruise in stato di grazia; non gli riesce però il miracolo di salvare il pubblico da una condizione di depressione permanente.

Deepred89 8/01/22 03:32 - 3784 commenti

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Pur al netto di un certo compiacimento (qualche tumore e qualche virtuosismo di troppo) e di talune ingenuità a livello psicologico (una su tutte: il cinico e maschilistica re della dialettica che va in crisi quando la giornalista gli chiede della sua infanzia), un film corale potente, cupissimo, dissacrante, sapientemente privo alleggerimenti ironici, con un crescente senso di apocalisse imminente, tipico del periodo d'uscita, che prosciuga possibili rigurgiti melodrammatici. A sorpresa, Cruise svetta sull'ottimo cast, con Hoffman a seguire. Tre ore che passano in un soffio.
MEMORABILE: Il prologo e a seguire e i titoli con la cover della splendida One di Nilsson; Il discorso, non banale, sui rimpianti; Il diluvio.

Xamini 5/05/22 20:35 - 1269 commenti

I gusti di Xamini

I piani di lettura di quest'opera sono molteplici e i suoi frammenti riescono a incastonarsi l'un con l'altro in un montaggio serrato che fa assolutamente dimenticare le oltre 3 ore di durata. Siamo dalle parti delle riflessioni sull'esistenza, i riferimenti biblici sono numerosi e i diversi personaggi ben cesellati, ciascuno con il proprio profondo dramma, messo a nudo dal teatro dell'assurdo. Rimane anche qualche elemento insoluto, scartato dalla sceneggiatura per eccessiva lunghezza (Dixon), ma nel complesso è un'opera che, anche rivista a distanza di anni, non perde di efficacia.
MEMORABILE: L'incipit con i racconti dell'assurdo; Le rane; Tom Cruise; Il discorso di Stanley.

Pinhead80 3/06/22 23:47 - 5106 commenti

I gusti di Pinhead80

Imponente film corale di Paul Thomas Anderson che intreccia sapientamente una serie di storie che hanno come comune denominatore la sofferenza, la morte e il senso di abbandono. Tutti i personaggi hanno qualcosa da rimproverare a se stessi e al destino che li ha messi di fronte a grandi paradossi esistenziali. Il quadro che emerge è desolante e sconvolge a tal punto da chiedersi se l'umanità abbia un filo di speranza. Gigantesca prova di tutto il cast, che sembra a proprio agio con una sceneggiatura delirante e straziante. Magnifici gli intrecci durante la pioggia di rane.
MEMORABILE: Le interpretazioni di Tom Cruise e di Macy; La terribile confessione del presentatore.

Thedude94 12/06/22 19:58 - 1125 commenti

I gusti di Thedude94

Anderson riesce a fare il suo film esistenzialista mettendo in scena varie storie, intrecciate in un montaggio fluido e alternato che coglie gli aspetti di una giornata vissuta intensamente nella stessa città da un numero elevato di protagonisti. Ed è proprio grazie al suo eccellente cast che il film spicca, perché da un punto di vista della sceneggiatura forse abbiamo molte situazioni inutili e dialoghi che allungano il brodo (tre ore si sentono tutte); a compensare qualche difetto ci pensano una regia eccelsa, piani sequenza sensazionali e una colonna sonora che emoziona. Notevole.

Noodles 17/08/22 14:49 - 2435 commenti

I gusti di Noodles

Splendido affresco umano, queste vicende di un gruppo di personaggi per la maggior parte disgustosi con poche eccezioni, tutte unite dal filo del destino, del rimpianto e dell'amore. Tutte storie interessanti, con personaggi le cui caratteristiche e i cui drammi sono ben sviscerati in tre ore di film che, al netto di qualche momento di stanca, tutto sommato scorrono veloci. Un film particolare, girato con uno stile abbastanza asciutto, di quelli che fanno riflettere e non sono per pochi. Buono il cast. Tom Cruise, nell'ennesimo ruolo esaltato, tutto sommato funziona. Da vedere.

Luluke 16/04/24 05:41 - 352 commenti

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Sprazzi di grande cinema, perché Anderson come scrittore e regista non si discute, ma il film accusa troppe false partenze per coinvolgere pienamente lo spettatore. Magari però è un effetto voluto per dare sfogo a un carosello di interpretazioni, che va però a inevitabile scapito della coralità. In questo senso le migliori sono di Macy e Reilly, che recitano come fossero su un set dei Coen; così così Baker Hall, anonimo Seymour Hoffmann. Troppo adrenalinici invece Cruise e Lewis. Non convince la soluzione narrativa della pioggia di rane come sintesi delle vite parallele.
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  • Homevideo Gestarsh99 • 6/11/11 17:36
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
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    DATI TECNICI

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  • Discussione Nancy • 4/03/13 00:47
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    l'ansia che suscita questo film.
    stasera rivedendolo su iris con più attenzione dalla prima volta mi stava per venire un attacco di panico.
    però ricordavo bene, è bello, bellissimo. presto commento ma avevo bisogno di frenare quantomeno la paura di morire...
  • Discussione Buiomega71 • 15/02/19 11:47
    Consigliere - 26557 interventi
    24 ORE DI FOLLIA A LOS ANGELES

    ANDERSON OGGI

    Prima parte

    Grandissimo cinema quello di Anderson (dopo lo straordinario exploit di Boogie Nights e la delusione di Ubriaco d'amore-film del regista visti da me in ordine cronologico) che già dall'incipit (nel flashback in bianco e nero sul pestaggio del negoziante, credevo di avere sbagliato film) prende le viscere in una narrazione al fulmicotone come non ne vedevo da tempo (suicidi che manco Macchie solari o E venne il giorno, atroci , grottesche e crudeli beffe del destino: il sub sull'albero, il giocatore che si fa saltare il cervello, le liti isteriche tra marito e moglie a suon di schioppettate)

    Dopo un'inizio frenetico e delirante e che ti lascia a bocca aperta per la mistura tra dramma e commedia nerissima che colpisce come una fucilata, Anderson ci presenta i suoi personaggi

    Un coacervo di umanità altmaniana che non lascia spazio per tirare il fiato, nemmeno per un microsecondo

    Le vicissitudini quotidiane di un poliziotto un pò sfigato (da antologia le pantomime con l'assassina di colore che sbraita tonnellate di parolacce e cadaveri occultati nell'armadio), una specie di guru del machismo più ostentato e tamarro, simbolo di virilità misogina e concentrato di volgarità in un fiume di discorsi deliranti sul potere del maschio (Tom Cruise sugli scudi), figlie che vomitano tutto il loro rancore verso padri ormai prossimi alla morte (dolorosissimo e intenso duetto tra Melora Walters megacocainomane e Philip Baker Hall, una sorta di Mike Bongiorno), uomini divorati dal cancro sul talamo di morte, che desiderano rivedere il proprio figlio, con Philip Seymour Hoffman infermiere dal cuore grande così (ormai cultissima la telefonata al numero trovato sulla rivista Hustler, le pasticche che cadono a terra mangiate dai cani di casa, il continuo beccarsi del succhiacazzi dal suo assistito (un immenso Jason Robards), la crisi di nervi in farmacia di Julianne Moore contro i due farmacisti, che gran pezzo di cinema infinito, il piccolo genio Stanley che risponde a tutte le domande ma deve andare per forza in bagno, la bellissima e malinconica sofferenza d'amore gaya di William M. Hacy al bar con l'oggetto del suo desiderio (un manzone che serve al banco), dove disquisisce con un gelido e cinico Henry Gibson, il tenero e , al tempo stesso, imbarazzante incontro tra il polizotto di John C. Reilly e Melora Walters (il caffè fa schifo, la musica è a palla, lei si fa le striscie sul tavolino, ma l'amore pare cieco e il destino, spesso, prende strane scorciatoie), il santone del sesso macho messo alle corde da una giornalista che sa il fatto suo, la pioggia che comincia a scrosciare, l'umidità che inizia a salire...

    Immenso Anderson, che , ancora una volta, torna sui luoghi di Boogie nights , dove l'amore per la golden age del porno e la sua family, si muta in storie quotidiane di tenera e crudele febbriccitante follia ordinaria, di miserie umane, di sentimenti che nascono o tornaro, mai sopiti, dal passato, di solitudini, di avidità, di malessere, di amore e di morte.

    Come un perfido entomologo, Anderson scruta il suo microcosmo umano, afferrando per i visceri e inchiodandoti allo schermo (per la lunga durata o dovuto stoppare a 92', e non è stato facile)

    Uno dei più grandi registi viventi si muove nella sua città come un Dio impazzito tra quiz televisivi, psicofarmaci, telefonate, poliziotti in servizio, santoni che idolatrano il potere del pene, figli perduti, bambini prodigio, omosessuali con la fissa dell'apparecchio per i denti e innamorati dell'amore nella loro triste solitudine, disastrosi rapporti padre/figlia, infermieri pronti a esaudire l'ultimo desiderio in punto di morte, in un purgatorio metropolitano di rara forza narrativa e immane intensità (suggellato da pezzi musicali da brividi)

    Ficcante l'omaggio a 2001 nella stanza da letto con Roberts morente, con sottofondo Così parlò Zarathustra di Strauss

    Di questo passo i **** pallini non glieli toglie nessuno (a 29 anni Anderson è già ad un passo dal film della vita)

    Stasera la seconda e ultima parte

    Per il momento grande, grandissimo cinema
    Ultima modifica: 16/02/19 13:43 da Buiomega71
  • Discussione Poppo • 15/02/19 12:51
    Galoppino - 466 interventi
    Cinque pallini perché il gran finale è una delle cose più belle della storia del cinema.
  • Discussione Raremirko • 15/02/19 22:38
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Poppo ebbe a dire:
    Cinque pallini perché il gran finale è una delle cose più belle della storia del cinema.


    Già, già, una sequenza che ti rimane impressa.
  • Discussione B. Legnani • 15/02/19 23:53
    Pianificazione e progetti - 15064 interventi
    Poppo ebbe a dire:
    Cinque pallini perché il gran finale è una delle cose più belle della storia del cinema.

    Beh… basta una scena per dare il voto massimo? Tutto il resto non conta?
  • Discussione Capannelle • 16/02/19 00:57
    Scrivano - 3694 interventi
    Beh la forza di una scena finale si deve ricollegare al vissuto del film e quel vissuto deve esserti entrato sottopelle nella giusta maniera, come in questo caso la relazione tra il poliziotto e la donna.
    Per me Magnolia ha diversi momenti trascinanti, se non c'erano la pioggia delle rane e i tormenti di Macy poteva arrivare a 5 palle.
    Ultima modifica: 16/02/19 00:58 da Capannelle
  • Discussione Buiomega71 • 16/02/19 09:59
    Consigliere - 26557 interventi
    E si chiude il cerchio del dolorosissimo e intensissimo affresco andersoniano, il vaso di Pandora si scoperchia, e non solo piovono rane (create da sua maestà Steve Johnson) come se fosse una piaga d'Egitto o la versione surreale e allucinata degli Uccelli hitchcockiani (sequenza di una potenza visiva quasi devastante, con milioni di anure che impattano sui parabrezza e i tetti delle auto, delle case, in un tonfo sordo, rimpiendo le strade, le piscine, in uno dei momenti più assurdi e visivamenti folli degli ultimi vent'anni, con ambulanze che si capottano-straordinaria la ripresa dell'interno del veicolo con la Moore sulla barella e gli infermieri-e vetri sfondati)

    Si mette a nudo il dolore , la morte, la solitudine, il senso di colpa, l'abbandono, l'amore forse (ri)trovato, noi che chiudiamo con il passato ma è il passato che non vuole chiudere con noi

    Così il poliziotto "imbranato" di Reilly riesce a trovare (forse) la sua anima gemella in Melora Walters, ma perde, in una missione di servizio, la sua pistola sotto la pioggia battente. I loro dialoghi al ristorante sono a dir poco straordinari (sincerità, la paura di non essere all'altezza), mentre lei corre in bagno a farsi di coca, per poi tornare al tavolo tirando sù con il naso

    Il bambino prodigio dei telequiz si piscia sotto e si ribella al suo status di "bel bambolotto", scatenando le ire del padre

    Il guru del sesso al motto di "rispetta il cazzo" si troverà di fronte ad un padre morente a cui vomiterà addosso tutto il suo rancore, ma la sua disperazione si muta in qualcosa di struggente

    Così come è struggente e lancinante la confessione che il re delle trasmissioni a Quiz (Philip Baker Hall) fa a sua moglie Melinda Dillon, per poi tentare di suicidarsi con la pistola puntata alla tempia in una delle sequenze più folgoranti del film

    Julianne Moore vomita insulti verso l'avvocato di suo marito, si impasticca, e rigira il suo isterismo incontrollato verso l'infermiere che accudisce il suo uomo ormai morente, uomo che non ha mai amato e ha sempre tradito, che solo ora si accorge di amare, tentando di espiare le sue colpe suicidandosi a base di pasticche e alcol nell'abitacolo della sua Mercedes

    Eppoi, come per magia, sulle note della canzone Wise up di Aimee Mann , tutti i protagonisti coinvolti intonano , sommessi, il brano musicale, che muta il corale (mai come in questo caso) opus andersoniano in una specie di sofferto "musical" che colpisce al cuore e di cui non puoi trattenere le lacrime

    Il personaggio che ho trovato più insulso (insieme al bambino rapper) è quello di William H. Macy, che mi è parso inutile ai fini del racconto, così come erano ben poco interessanti le sue pene d'amore gaye e il furto nel negozio di elettronica da cui era stato licenziato

    Una piccola macchiolina in un bel pezzo di cinema che sa toccare le corde più dolorose con rara intensità

    Insieme a Boogie nights (per quello che fino ad ora ho visto di suo) la punta di diamante del cinema andersoniano, il suo mondo, il suo microcosmo umano, le sue passioni e la sua dolce follia in tre ore che sembrano passino in un lampo, e ne vorresti ancora.

    E il sorriso di Melora Walters (come quello di Mariel Hemingway in Star 80) che chiude il film prima dei titoli di coda, spezza davvero il cuore.


    Grande, grandissimo esempio di cinema, con o senza rane.
    Ultima modifica: 16/02/19 10:18 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 16/02/19 10:14
    Consigliere - 26557 interventi
    Paul Thomas Anderson ha scritto il ruolo di Frank Mackey su misura per Tom Cruise che, dopo aver visto Boogie nights, gli aveva espresso il desiderio di lavorare con lui al suo prossimo film. Cruise rinunciò pure ai suoi cachet esorbitanti, per avere la parte. Duecento pagine di sceneggiatura, tre mesi di riprese e oltre tre ore di durata: cifre da record per un regista di soli 29 anni.

    Fonte : Scheda di Ciak del film
  • Discussione Raremirko • 20/02/19 00:08
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Secondo te è il miglior Anderson, Buio?