Seguito delle Comiche a tratti più divertente del primo; ovviamente la qualità delle gag non è sempre di primissimo livello, Villaggio fa Villaggio, Pozzetto è più spalla e meno perfido rispetto alla prova precedente, ma molte scene si ricordano con piacere (in special modo l'odissea dell'avvocato, che proprio grazie a loro troverà la sua vera strada)...
MEMORABILE: la sequenza natalizia nella villa, lasamba finale in ospedale
Degno seguito de Le Comiche, con un cast molto variegato, Pozzetto e Villaggio ancora in forma e ottimi episodi. Citiamo quello in cui interpretano due guardie giurate che devono fuggire da un forzuto criminale, l'episodio nel deserto con la partecipazione di Paul Muller nel ruolo del generale che non riesce mai ad andare al bagno a causa dei due, il gran finale travestiti da babbo natale nella villa di un riccone (che ricorda Agnelli), con mega-incendio finale. Molto buono, ottime musiche.
MEMORABILE: Il povero avvocato, che a causa dei due diventerà una donna, la scena finale dell'episodio ospedaliero.
Il successo del pubblico riscontrato da Le Comiche (pur se di pessimo film si tratta) spinge gli autori a mettere in cantiere un sequel, che è strutturato (come il precedente) a mò di frenetica (ed arcaica) summa di situazioni grottesche. Pur essendo altrove l'originalità, e dovendo constatare come l'accoppiata Villaggio/Pozzetto non sia felicemente riuscita, il film ha un ritmo più sostenuto del primo capitolo e si lascia seguire, almeno una volta.
Dopo il successo popolare de Le comiche ecco pronto un buon sequel, ancora sostenuto da belle trovate e da due protagonisti non incontenibili ma comunque più che efficaci (cosa che non averrà nell'inutile terzo capitolo). Non di rado ci si scompiscia letteralmente dal ridere come alla Standa, nell'aerotaxi o durante la notte di Natale.
Scoppiettante sequito. Buon ritmo, diverse gag da incorniciare, due ottime prestazioni da parte dei due protagonisti, sempre più affiatati, circondati da un valido comparto di caratteristi su cui spiccano Romano Puppo nei panni del ladro manesco, Roberto Della Casa in quelli di uno sventurato caduto preda dei due improbabili infermieri e il redivivo Paul Muller nei panni del Generale della legione straniera. Buono.
Non nego che visto al tempo dell'uscita, vuoi per la mia giovane età vuoi per non so quali misteri della mente, il film mi piacque, ma rivedendolo l'ho trovato d'uno squallore disarmante. Pozzetto ancora ancora (principalmente per una mia innata simpatia verso il comico), ma Villaggio è assolutamente insostenibile! Gli sketch sono o plateali plagi o boiate immani. Peccato. Lo sconsiglio caldamente.
Di questo film sono sempre rimasto molto soddisfatto... La parte che preferisco è quella dei metronotte girata alla Standa, dove Pozzetto e Villaggio danno il loro meglio come impacciati e fifoni metronotte. Anche la parte in aereo e ambulanza sono buone, mentre quelle finali (deserto e babbi natali) meno. Buone gag, anche se già usate in film precedenti.
MEMORABILE: Alla Standa e il Papa che vince la Parigi-Dakar.
Inevitabile seguito che ripropone la "strana coppia" Pozzetto/Villaggio in una serie di gag più o meno riuscite. All'epoca, forse per la giovane età, mi sembravano più divertenti, viste oggi infondono una certa tristezza, specialmente all'inizio del film. Per fortuna col passare degli episodi la qualità migliora, qualche scena o battuta strappa la risata, anche se la verde età della commediaccia all'italiana è inesorabilmente passata. Gag viste e straviste, una certa stanchezza, ma tutt'oggi c'è di peggio in Italia. Guardabile ma nulla più.
Meglio del primo. Se l'episodio ospedaliero poggia su gag puerili e abbastanza prevedibili, il resto funziona quasi tutto. Si tratta comunque di comicità senza pretese, vicina ad altri lavori simili di Villaggio dello stesso periodo (la serie "Scuola di ladri" su tutti). La parte migliore a mio avviso è quella della Legione straniera, che termina con l'ottima gag del Papa campione della Parigi-Dakar (molto dissacrante, in stile fantozziano). Si lascia vedere...
MEMORABILE: Il Papa vincitore della Parigi-Dakar con tanto di sponsor!
A me il film è piaciuto, l'ho trovato pieno di trovate molto divertenti (Pozzetto e Villaggio vestiti con i costumi da carnevale che escono dal reparto malattie tropicali, il divertentissimo "tiro della Madonna" in ospedale). Interessanti anche gli extra del dvd. La colonna sonora iniziale è senza dubbio la migliore dei tre film
MEMORABILE: Pozzetto a Villaggio: "Mettigli la maschera e dagli una botta di ossigeno".
Film comico molto simpatico che si rifà alle commedie Anni 20/30 per l'umorismo prevalentemente slapstick. Gli episodi migliori sono il primo e quello sull'aereo, mentre gli altri, seppur sempre molto comici, risultano un tantino mediocri. Lo schema seguito è sempre quello della coppia combinaguai (Villaggio e Pozzetto, perfetti ed affiatati) che non riesce a portare a termine l'incarico affidatole senza far danni, ma per fortuna il meccanismo ripetitivo non annoia (il ritmo è velocissimo) e la fine del film dispiace! **!.
MEMORABILE: La scena all'orologio con carillon della torre (1° episodio), dove la coppia di metronotte prenderà posto per tentare di nascondersi dal criminale.
Ancora episodi comici per lo strano duo Paolo Villaggio e Renato Pozzetto, con la formula già avviata nel prototipo dell'anno prima. Infermieri, metronotte, piloti di aeoreotaxi, hostess "sexy", legionari e Babbi Natale dei Grandi Magazzini (con tanto di renna fasulla), per un altro cocktail esplosivo di risate. Divertente, ma con volti noti minori (Paul Muller, Antonio Allocca e Roberto della Casa) rispetto al primo film. Forse quslche vestito strappato di troppo (sopratutto a belle donnine) e troppe "punture anali" (tre/quattro), però si ride.
MEMORABILE: La gag dell'autocivetta della polizia, con tanto di sirena che va dappertutto, presa da Una pallottola spuntata. Roberto della casa "odalisca".
Inevitabile seguito dovuto al grande successo del primo. I risultati sono ancora peggiori: ripetitivo e privo di un qualsiasi straccio di idea. Ciononostante, non si sa perché, il pubblico ha ancora una volta riempito il cinema dando il là, purtroppo, ad un ulteriore seguito(che almeno io mi sono risparmiato).
Tristanzuolo seguito del precedente, la coppia milano-genovese si presenta con il solito cliche ripetitivo fatto di gag viste e riviste. Le idee latitano e si cerca di strappare la risata con trovate veramente carenti. Sono questi i film che fanno scadere il nostro già vituperato cinema.
Triste seguito del già poco divertente originale, questa stanca pellicola del solito Neri Parenti mostra tutti i limiti di una sceneggiatura inesistente e di gag riciclate fino alla nausea. Villaggio è ormai una penosa caricatura di se stesso, Pozzetto ha qualche slancio della sua pungente e surreale ironia ma è davvero troppo poco per non provare fastidio di fronte ad un'operazione così penosamente commerciale. Tecnicamente vola davvero basso.
All'altezza del precedente, forse addirittura con un po' di velocità in più. Pozzetto e Villaggio sono affiatati e strappano risate in continuazione, pur attraverso gag già viste (l'intera scena in aereo ricorda quella di Pappa e Ciccia). Parenti sa come girare un film comico fra lo slapstick e il demenziale ed evita le volgarità gratuite. Colonna sonora frizzante e gran finale con i due nei panni di Babbi Natale.
MEMORABILE: L'avvocato perseguitato; Gli episodi dei metronotte e dei Babbi Natale.
La cosa positiva è che questo seguito non ha un livello inferiore rispetto al primo, ma uguale. La cosa negativa che il primo film era brutto mica poco. Anche qui non si sorride molto ("ridere" sarebbe eccessivo). Anche stavolta chi ogni tanto funziona è Pozzetto, mentre Villaggio ripete stancamente e inutilmente situazioni e smorfie personali. Làtita l'originalità, visto che si copia un po' tutto, partendo da Stanlio e Ollio e dai fratelli Marx.
Un vecchio adagio recita che la squadra che vince non si deve cambiare, e a questo si è ispirato di certo Neri Parenti, riproponendo il duo Villaggio-Pozzetto alle prese con brevi sketch altalenanti in fatto di divertimento. La prima scena, con un bell'incipit "da manifesto", pur nella sua prevedibilità strappa qualche sorriso, ma tutto puzza di già visto e stravisto e le forzature sono dietro l'angolo. Dopo ci si deve affidare alle prodezze dei bravi comici per non schiacciare un sonnellino... Passare oltre.
La squallida sostanza non si ferma al primo film ma prosegue. In questo come nei successivi. Gag fatte e rifatte si alternano negli episodi che non hanno un briciolo di originalità: da quelle catastrofiste in perfetto stile Fantozzi a quelle pecorecce con tanto di "linguetta libidinosa". E allora si passa dall'immancabile oggetto nel sedere alle volgarissime palpate alla bonona di turno. Il tutto in una cornice che non fa altro che irritare lo spettatore. Che Villaggio possa partecipare ad una boiata del genere ci sta. Mi meraviglio di Pozzetto.
L'inevitabile sequel si dimostra grossomodo all'altezza del primo, con i suoi alti e bassi; la coppia protagonista è ancora capace di qualche slancio genuinamente divertente (come l'episodio dei metronotte o quello dell'ambulanza) ma anche di cadute di stile (l'episodio natalizio), e pesca un po' troppo qua e là (la citazione di Una pallottola spuntata era francamente evitabile). Dei protagonisti il migliore resta Pozzetto, con i suoi frequenti nonsense.
Secondo film della trilogia sulle comiche e già la formula inizia a logorarsi, con gli attori costretti a ripetere le solite macchiette già viste in altri film. Peccato non riuscire a fare un prodotto con qualche nuova gag e ci si debba sempre basare sulle disgrazie fantozziane. Resta piacevole l'episodio dei metronotte, mentre quello alla legione straniera è assai noioso.
Non sono un amante dei "secondi", ma questo sequel è buono e all'altezza del primo film. Pozzetto e Villaggio sono sempre gli stessi, in forma e in grado di far ridere in tutti gli sketch. Troviamo pochi punti deboli e se è piaciuto il precedente piacerà sicuramente anche questo. Bravo pure Roberto Della Casa, preso di mira dai due in ogni dove.
MEMORABILE: La scena delle guardie notturne; I babbi natale.
Molto meglio del primo capitolo. Le comiche 2, nonostante mantenga lo stesso stile narrativo, risulta essere molto più divertente. La coppia Villaggio/Pozzetto funziona alla grande e alcuni momenti sono da farsela letteralmente sotto dalle risate. L'apice si tocca quando i due sono ingaggiati come Babbi Natale da una famiglia benestante.
Classico film a episodi che segue le orme di tutti i suoi predecessori e, di conseguenza, anche poco originale in quanto molte delle gag sono riciclate (Paolo Villaggio fa il Paolo Villaggio riproponendo le movenze e le espressioni del suo personaggio più famoso, cioè Fantozzi, anche se risulta ancora molto divertente). Nonostante questo il film diverte, grazie a una buona regia e forse anche alla nostalgia che si prova guardando queste vecchie commedie prive delle volgarità tanto di moda in Italia negli ultimi vent'anni.
Come nel precedente episodio si prende spunto dalle gag slapstick dei vari Laurel e Hardy, fratelli Marx o dal demenziale targato Zucker-Abrahams-Zucker. Villaggio e Pozzetto sono sempre in forma e ottimi anche i caratteristi di contorno come Della Casa, Müller e Allocca e anche la conturbante Loredana Romito nell'episodio dei Babbi Natale. Risate assicurate, soprattutto negli episodi della Standa e in quello della legione straniera.
Uno dei rari casi in cui il sequel funziona meglio del modello; qui i mini episodi si fanno più avvincenti e divertenti. Come non dimenticare le vicissitudini dei due maldestri protagonisti con l'Avvocato interpretato dal buon Della Casa?!? Godibili anche gli episodi della festa Natalizia e dela Legione Straniera, che strappano facili risate. Uno degli ultimi baluardi di una certa comicità che nel 1991 era ormai arrivata al crepuscolo, ma che nonostante tutto resta superiore ai vari film "comici" odierni. Evergreen che non stanca mai.
MEMORABILE: L'Avvocato in barella con la maschera di Minnie; La casa devastata; I balli all'interno dell'ospedale;
Il mio preferito dei tre. Questo secondo capitolo presenta storielle a sé stanti, infantili ma per questo molto divertenti. In fin dei conti il titolo la dice tutta, inutile aspettarsi un capolavoro. Pozzetto e Villaggio interagiscono bene, sono entrambi vivaci e non ancora appesantiti dall'età, anche per questo il ritmo della comicità si mantiene sempre sostenuto. Alcune scene sono esilaranti e l'allegria fa da sfondo a tutto il film. Fa ridere, com'è giusto che facciano le comiche.
Neri Parenti ripropone, senza variazioni sostanziali, una formula lanciata con successo l’anno precedente, ma il ribasso qualitativo è evidente, per la mancanza dell’effetto novità che fa risaltare impietosamente la pochezza degli sketch proposti (a tratti addirittura noiosi) e l’incapacità di Villaggio a liberarsi da gag proposte in troppi film. Pozzetto, a tratti, risolleva la situazione, ma è lontanissimo dai suoi tempi migliori. Squadra vincente al botteghino, ma gioco scadente.
Neri Parenti copia tutto, incluso se stesso e consegna alla storia l'ennesimo film di cui nessuno sentiva il bisogno, con un Villaggio spentissimo (quell'anno aveva dato tutto a Fellini?) e un Pozzetto leggermente più in forma ma comunque lontano dai suoi giorni migliori. Fra uomini che si ritrovano con protesi mammarie o vaginoplastiche e soldati appesi per i testicoli, non c'è battuta o situazione che non riguardi un qualche apparato riproduttivo. Piuttosto triste, come il primo e come sarà pure il terzo, preannunciato nel finale.
Il successo del primo capitolo ha ovviamente dato vita a questo sequel, che bene o male si muove sulle stesse identiche coordinate. Il livello è quello che è e i due protagonisti hanno fatto molto di meglio nella loro carriera, anche in film meno blasonati e riconosciuti. Pozzetto prova a dare qualcosa, Villaggio invece ripete alcune delle gag e delle smorfie dei vecchi Fantozzi e stop. Paradossalmente il ritmo è meno statico rispetto al predecessore.
Un passo avanti, anche se piccolo, rispetto al primo capitolo. Per fortuna, verrebbe da dire visto il livello non eccelso del copione e il tipo di comicità proposto, abbastanza spartiacque per il gradimento. Migliora la qualità delle scenette, per quanto rimangano sempre nell’ambito del banale sgangherato, seppure qualche timida risata una volta appena la strappano. Non tutti i singoli siparietti sono esattamente riusciti, qualcuno non funziona, mentre altri se la cavano prendendo spunto per le idee in altri contesti di usato sicuro (o quasi).
Fare peggio del primo capitolo forse non si poteva: situazioni stantie - forse scartate nel capostipite - che vorrebbero fare il verso al cinema comico muto. Si sorride a denti stretti in questa carrellata d'episodi grossolanamente girati per strappare l'agognata risata dell'infreddolito spettatore del Natale '91. Per dare un po' di dignità all'opera c'è la professionalità del duo Pozzetto/Villaggio. Inaspettatamente ci si rifarà con Le nuove comiche (1994). Ultimo film per il caratterista Romano Puppo.
Secondo film di quella che diventerà poi una trilogia. Il film, a episodi, altalena buone scene ad altre, quanto meno, rivedibili. Villaggio sembra un po' affaticato e si capisce che non è più quello dei tempi di Fantozzi; meglio Pozzetto, che strappa qualche risata. La regia, di un Neri Parenti alle prime battute, non è delle migliori ma qualcosa da salvare c'è. Si poteva fare decisamente meglio.
MEMORABILE: Il papa vincitore della Parigi-Dakar; Il colonnello nel bagno; Il serpente che viene incantato.
Film a episodi, molto probabilmente comprende le scene scartate dal primo (non memorabile) film. Pozzetto prova a fare qualcosa, Villaggio invece è ancora schiavo di stilemi fantozziani. La regia di Neri Parenti è passabile. Il vero problema sono le gag, alcune trite e ritrite (si vedano gli oggetti appuntiti infilati nel sedere altrui) altre talmente nonsense (il papa che vince la Parigi-Dakar) che non ridi nemmeno per la loro assurdità. Nel complesso alcuni episodi sono passabili, altri orrendi. Poteva funzionare nel 1921, non di certo nel 1991. Banale e/o assurdo.
Canonico filmetto comico che arruola Pozzetto e Villaggio, interpreti del successo dell'anno prima, i quali si calano in una serie di episodi cui si cerca di dare una continuità logica e narrativa. Il duo è complessivamente affiatato e pertanto in alcune situazioni si ride anche abbastanza, quando il film si spinge verso il limite dell'assurdità. Più frequentemente, però, la storia non riesce a coinvolgere, specie nella seconda parte, e la sua evoluzione è fin troppo scontata. Deludenti fotografia e musiche.
Con la stessa formula che aveva contraddistinto il primo film, questo secondo capitolo si mantiene su livelli accettabili, forte di molte sketch ben costruiti anche se parzialmente incapaci di ricreare il mordente del capostipite. Pozzetto e Villaggio ancora in gran forma, come pure gli splendidi caratteristi (Della Casa, Allocca, Puppo) che permettono alla pellicola di raggiungere un buon risultato.
Il successo al botteghino dà vita all'inevitabile sequel e concede un budget più generoso che permette una cura maggiore nella confezione. Parenti si cita e cita a piene mani i classici, da Lloyd a Landis, ma lo fa con più gusto e maggiore personalità motivando i due protagonisti, entrambi molto piú in forma che nel primo capitolo. La sceneggiatura alterna momenti inguardabili ad altri irresistibili, soprattutto nella seconda parte, e ci sono scene in cui si ride di gusto. Migliore anche la scelta dei caratteristi (Della Casa, Puppo, Donnini) che fa la differenza. Merita un'occhiata.
MEMORABILE: "Senta, dia retta a Babbo Natale, si faccia i cazzi suoi!" (Pozzetto).
Sequel realizzato in fretta e furia dopo l'incredibile successo del primo ma il livello si abbassa ulteriormente: i tempi comici sono inesistenti e quando non si sorride mette quasi a disagio per il cattivo gusto di alcune trovate. Tra i due mattatori un po' meglio Pozzetto di uno spento Villaggio, che non fa altro che fare la linguaccia tipo maniaco. Solite gag e battute riciclate (l'aereo di Pappa e ciccia, "Si fidi ciecamente") per una spompata raccolta di sketch senza idee se non quella di riempire il film di gag slapstick secondo il Parenti-style.
MEMORABILE: L'incredibile avversione verso alcune vittime dei disastri dei due protagonisti (Della Casa, Donnini, Muller, Testori); La torre di controllo.
Forse è il migliore della trilogia. In almeno tre episodi su cinque ci sono davvero ottime trovate e gag che rispecchiano i canoni delle vecchie comiche in bianco e nero. Funziona alla grande la scelta di alcuni caratteristi, in particolare il martoriato Roberto Della Casa, quasi un coprotagonista, e Romano Puppo nei panni dello scassinatore. Un plauso per il lavoro svolto nelle riprese della scena dello specchio, tra le più difficili da realizzare data la necessità del millimetrico sincronismo dei movimenti. L'episodio dei metronotte il migliore.
MEMORABILE: La ''corsa'' della barella; La ripresa in fast motion dei rintocchi dell' orologio; Il lavavetri; ''Sono un avvocato!''; Lo specchio rotto.
Tutto sommato, rivedendolo dà un'impressione meno peggiore di quanto ci si possa ricordare: il film è vedibile, a tratti molto divertente (fa sempre sbellicare dalle risate vedere il Papa andare sugli sci con le guardie intorno; qui poi gli fan vincere anche una gara...) e Villaggio e Pozzetto qui sono ancora in forma. Non originalissimo, ma decorosamente sufficiente.
Ancora una volta la coppia Pozzetto-Villaggio ci regala un'ora e mezza di totale divertimento. Non sarà grande cinema, non sarà tutto originale (le citazioni si sprecano, bella quella dello specchio di Groucho Marx) ma se il suo obiettivo era far ridere, ci riesce benissimo. Non esaltante l'episodio dei legionari, forse troppo lungo, il migliore è nettamente quello dei metronotte. Oltre alla coppia protagonista è possibile apprezzare vari caratteristi del nostro cinema passato, tra cui spicca Paul Muller. Preso per quello che è, è un buonissimo film.
Da un manifesto pubblicitario fuoriescono Paolo e Renato: ne combineranno di tutti i colori. Purtroppo il film delude ed è fiacco. Le gag riuscite sono poche (funziona ad esempio quella sull'aereo) e le restanti fanno nascere a stento un sorriso. Paradossalmente la coppia comunque risulta simpatica (più Renato Pozzetto di Villaggio). Si può benissimo evitare.
Ottimo sequel, all'altezza del precedente. Il ritmo forse è ancora più frenetico, le gag si ripetono a gran velocità e anche gli omaggi ai mostri sacri Laurel & Hardy si moltiplicano (vedasi il segmento nella legione straniera e la scena del secchio nel grande magazzino). Musiche allegre, coppia di mostri sacri della nostra commedia. Ci si diverte all'insegna del disimpegno e della comicità slapstick tipica del genere, anche se non manca qualche trovata surreale degna di nota. Cast di contorno buono ma inferiore a quello del capostipite. Nel complesso un secondo capitolo notevole.
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CuriositàZender • 20/06/10 12:35 Capo scrivano - 48878 interventi
Dice Giuseppe 88 nel commento, ma lo sposto qui:
Nell'intervista del dvd Neri Parenti spiega che il film è stato distribuito anche in America per volere della coppia Cecchi Gori/Berlusconi, ma nonostante si trattasse di un film dalla comicità fisica ed espressiva e non linguistica ebbe scarso successo.
Giuseppe 88ebbe a dire: Nell'intervista del dvd Neri Parenti spiega che il film è stato distribuito anche in America per volere della coppia Cecchi Gori/Berlusconi, ma nonostante si trattasse di un film dalla comicità fisica ed espressiva e non linguistica ebbe scarso successo. Le comiche 2 al cinema in Usa? Questa davvero non la sapevo...
Episodio dell'aerotaxi. Quando uno dei due operai dell'aeroporto chiama l'altro collega (quello che sta sull'aereo) per la prova turbina utilizza il vero cognome dell'attore (Giulio Massimini).
HomevideoXtron • 7/05/12 18:01 Servizio caffè - 2232 interventi
Al minuto 01:04:44 si può sentire il motivetto "You are the champion, you are the champion, you are the champion... the champion you are" già sentito in Sogni mostruosamente proibiti al termine della sfida di tennis.
Verso la fine, al minuto 01:23:42, quando la macchina della polizia rubata entra dentro la piscina è possibile sentire una musichetta simile a quella dello Squalo, la stessa musichetta è possibile sentirla in Scuola di ladri parte seconda, quando viene inquadrato nel finale lo "squalo da guardia" dello zio.
DiscussioneRaremirko • 17/01/23 22:03 Call center Davinotti - 3863 interventi
Per una volta non concordo con Legnani: come penso, e come detto nel commento, il film ha resistito abbastanza bene alla prova del tempo, risultando ancor oggi vedibile e, a tratti, divertente.