Criminali di mezza tacca, freschi di galera, si imbarcano in un colpo che dovrebbe essere facile, ma tutto quel che potrebbe andare storto va ancora peggio... Lasciando perdere il confronto con la fonte letteraria, a sorpresa Schrader, grande sceneggiatore prima ancora che regista, gira un film il cui punto debole è proprio la sceneggiatura troppo sincopata ed ellittica, per cui l'impressione è quella di un'opera incompiuta, in cui ci sono i personaggi ma manca la storia. Cage di routine, ma notevoli interpretazioni dello schizzatissimo Dafoe e di Cook, un concentrato di forza trattenuta.
MEMORABILE: La mattanza nell'appartamento rosa confetto; I discorsi di Mad Dog nella "discarica" di cadaveri
La lenta decadenza del regista Paul Schrader prosegue inarrestabile; della capacità narrativa di American gigolo e di Hardcore non resta più nulla. Questo è solo la stanca replica di un Tarantino già di suo sopravvalutato non poco e appassito precocemente. "Cane mangia cane" è sostanzialmente un film di irritante inutilità, e i manierismi autoriali che lo costellano non riescono a occultare la sterilità dell'intera operazione. Meglio evitare.
Titolo e locandina sono elementi che non invogliano molto la visione ed è un peccsto perché l'ultima fatica di Schrader (qui non scrive, ma dirige e interpreta) è un buon prodotto pulp (più vicino al Lynch di Cuore selvaggio che a Tarantino) e poggia su esplosioni di inaudita violenza. La regia si riserva vezzi formali che nel genere ci stanno, ma non è sempre abile nel raccordare le varie situazioni. La sceneggiatura è il punto debole, per colpa di un tessuto narrativo non sempre avvincente con pause inattese che spezzano il ritmo. Rimarchevole Dafoe.
MEMORABILE: Mad dog in casa dell'amica con la figlia; Il sequestro; L'occultamento del cadavere.
Accostarsi a Edward Bunker senza bruciarsi è assai difficile e Schrader non vi riesce. Il nostro abbozza virtuosismi simil Boyliani ma senza il coraggio di crederci appieno contrapponendoli a un asciutto nichilismo nel resto del racconto, finendo per cadere nel peggior Ritchie immaginabile. A un simile epilogo concorre un piatto Cage che annacqua anche l'ottimo Mad Dog Dafoe e il valido Cook. Restiamo delusi, ma forse possiamo salvarci se non abbiamo mai letto il geniale scrittore.
Si inizia con un duplice omicidio molto politically uncorrect, non solo per le vittime ma per la cameretta rosa piena di unicorni. Poi la storia prende forma non senza incertezze e lungaggini. Tra momenti pulp, battute grottesche e confronti verbali (non sempre riusciti per la verità) riesce a intrattenere e a far gustare i popcorn. Va anche detto che Schrader non appare del tutto in forma, le musiche pure e che il budget pare raccolto grazie a una pesca di beneficenza. Epilogo da dimenticare.
MEMORABILE: Dafoe e i suoi problemi relazionali con le ex mogli, le prostitute e i bambini che piangono.
Alla fine anche un regista sui generis come Schrader è stato infetto dalla sindrome pulp-tarantiniana che ha fatto danni tra la vecchia guardia hollywoodiana. Schrader riesce perlomeno a trasmette l'atmosfera di dolente sconfitta che è alla base del romanzo di Bunker e a dipingere gli americani per quello che sono, obesi e schiavi dei mass-media sullo sfondo di una Cleveland grigia e piovosa. In questo contesto anche l'imbolsito Cage e gli eccessi pulp come il prologo rosa confetto degno di Twin Peaks risultano accettabili. Finale raggelante.
MEMORABILE: Cage malinconico fan di Bogart che vuole portare una prostituta a Nizza; Il dialogo tra Diesel e Zoe sulla morte di Elliott Smith; Il rapimento.
Certi scrittori forse è meglio provare a non filmarli, come Bunker. Certi registi forse è meglio provare a non copiarli, come il Tarantino dell'epoca d'oro. Il vecchio Schrader fa tutte e due le cose e i risultati sono, prevedibilmente, alquanto funesti: fatto salvo il mattocchio di Dafoe, che qui e là qualche colpo lo piazza, per il resto si naviga controvento nello stravisto, compresa la faccia bolsa di Cage e una regia che usa senza pudore espedienti del genere pulp/noir/gangster che apparivano logori già alla fine del millennio scorso. Da buttare.
Tutto ciò che di buono si legge nel romanzo omonimo di Edward Bunker purtroppo non viene riproposto in egual misura in questo film. Tranne il personaggio di Mad Dog, splendidamente interpretato da Willem Dafoe, che viene rappresentato nella giusta maniera (per citare due scene: l'incipit in casa della "fidanzata" e la confessione a Diesel). Il resto non rende merito all'agghiacciante capolavoro di uno dei più grandi autori del genere letterario crime. Rimane la crudezza delle scene e il senso di iperviolenza che si respira nell'aria.
MEMORABILE: Mad Dog e il viso deformato allo specchio.
Regista costituzionalmente tetragono al banale, Schrader capita spesso s'incarti quando va in fissa col pallino di confrontarsi coi generi (il caso di Dominion) o col metacinema (The Canyons). Il film si muove appunto in maniera fastidiosamente sinusoidale su queste due linee di riflessione linguistica. In particolare il sarcasmo nei confronti della deriva del nuovo cinema "gangsteristico" (da Ritchie a Tarantino) è piuttosto di grana grossa, minando l'acido grottesco di fondo. Il copione è però ben servito da tre protagonisti decisamente ben coinvolti.
MEMORABILE: Il piagnisteo di Dafoe; Matthew Cook in camera con la ragazza incontrata al bar; La faccia di Nic Cage.
Costantemente sopra le righe (si vedano le sequenze iniziali, cromaticamente ipersature), non sempre nella migliore accezione (l'overacting di Dafoe a tratti stride con il contesto), la trasposizione schraderiana del romanzo di Bunker vive di sporadiche fiammate, in particolare quando l'acceleratore narrativo viene calcato in direzione del dark humour (esilarante la scena del tentato rapimento, annegata goffamente nel sangue). La direzione attoriale è però altalenante e il finale non brilla per efficacia realizzativa. Schrader di recente ha fatto molto meglio.
Schrader mangia Bunker e divora anche se stesso: non solo si deschraderizza sin da rendersi irriconoscibile prostrandosi a un fodero nippo-pop e killbilloide, ma debunkerizza fino all'ultimo paragrafo anche il disperatissimo e tetrissimo libro, cui è pur pedissequamente aderente per macronuclei ma trilioni d'anni luce distante per fusionalità umoral-atmosferica, tra violenza da graphic novel, esagitazioni iperpulp, grossolane sovraestetizzazioni strakitsch e overacting in scultorama. Dall'apocalisse dell'anima all'apocalisse del noir: di mezzo, un “ma perché?” urlato a 180 decibel.
MEMORABILE: La vie en rose, poi in red; Mad Dog.
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DiscussioneDaniela • 8/08/17 03:00 Gran Burattinaio - 5903 interventi
Nel cast compare anche il regista nel ruolo chiave del criminale chiamato "El Greco".
Si tratta finora della sua unica esperienza come attore.
Non lesina invece con le prestazioni attoriali Nicolas Cage: 5 film nel 2016 compreso questo Cane mangia cane, mentre nel 2017, considerati anche i titoli in post e pre-produzione si arriva a ben 9 titoli.
Non gli è da meno Willem Dafoe: anche per lui nel 2017 sono 9 i titoli usciti o in lavorazione.
il libro è S T R E P I T O S O, come del pari lo è ogni paragrafo fuoriuscito dalle mani di bunker. ho spesso sentito dire che schrader ne ha ottenuto il peggior adattamento praticabile. ora, non ho visto il film ma già a giudicare dal cast (per quanto dafoe dove lo metti fa faville) evinco che effettivamente l'ha fatta un bel po' lontana dal vaso. non credo lo guarderò.
HomevideoRocchiola • 8/01/18 09:50 Call center Davinotti - 1224 interventi
Disponibile a tempo record in home video probabilmente per lo scarso successo cinematografico del film. Edito da Cecchi Gori il bluray appare di ottima qualità, unico neo il prezzo di circa 20 € altissimo per un film nuovo ma di scarso richiamo soprattutto se confrontato con i prezzi delle analoghe pubblicazioni a cura Warner, Sony, etc...
DiscussioneRaremirko • 25/05/21 21:45 Capo call center Davinotti - 3858 interventi
Non merita certe stroncature, ma è anche vero che lo Schrader dei bei tempi andati è lontano; bene il cast (Dafoe soprattutto), sgradevoli certe sequenze, atmosfera schizzata, ma al film manca quel certo non so che.
Non sviluppa appieno le potenzialtà, risultando anche a volte lento, ma la qualità c'è.