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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Talmente lussureggiante e ricco nella messa in scena, sospeso nei tempi e nelle musiche, da far notare subito per contrasto la volgarità esplicita di alcuni passaggi nella prima parte, quando ancora il sesso e le parole sembrano avere un ruolo importante nello svolgimento della vicenda. Ma sono solo impressioni. Lanthimos quasi segue nell'approccio quello della regina Anna (Colman) nei confronti della vita: guarda ciò che dovrebbe realmente contare con la sufficienza di chi pensa ad altro, distoglie l'attenzione dalla guerra con la Francia e dalle tasse da far pagare ai sudditi inglesi per concentrarsi invece sulla frivolezza del confronto di chi punta a diventare la “favorita” della regina, sulle...Leggi tutto battaglie psicologiche di due donne infide che sfruttano l'ingenuità della stessa per guadagnarsene le grazie. Inizialmente c'è solo lei, lady Sarah (Weisz), a occuparsi di ciò a cui la regina non ha voglia di pensare (cioè tutto, per quanto riguarda politica e società); da quest'ultima amata, adorata, sa come trattare la regnante per assorbirne ogni potere e dedicarle le attenzioni minime utili a ottenere da lei il rispetto e a volte il timore. Ma sbaglia nello scegliere la propria domestica, perché la bella Abigail (Stone), di umile estrazione ma volitiva e scaltra, sfrutta il buon rapporto con Sarah per arrivare anch'essa alla Regina e sostituire la padrona nel ruolo di favorita. Non s'immaginino tuttavia chissà quali macchinazioni: i piani sono semplici, l'interesse di Lanthimos è volto allo studio psicologico dei personaggi, coi pochi maschili (del tutto ininfluenti nell'economia della vicenda) disegnati con tratti grotteschi, al limite del caricaturale. Agghindati con parrucche dai fluenti ricci e trucco sul viso, si fanno tramite delle volontà della regina o vittime delle trame ordite dalle due "favorite" confondendosi sui meravigliosi sfondi in cui scenografie di rara magnificenza (fotografate al meglio) diventano gli strumenti prediletti dal regista per riprese che utilizzano tecniche insolite (grandangoli, improvvise rotazioni della mdp, deformazioni) per evidenziare un tocco personale altrimenti assai meno distinguibile rispetto al passato. Lo strazio di 17 figli mai nati o morti quasi subito e sostituiti da altrettanti conigli si fa testimonianza di un'affettività inespressa riversata in una sessualità futile e nella coltivazione di sofferenze conseguenti a uno stato di salute precario. Delle tre donne, dai caratteri molto ben definiti, è Olivia Colman a offrire di gran lunga la performance migliore portandosi a casa l'Oscar grazie a una recitazione di genuina impulsività, originale nel far emergere distrazione e indecisione, vittima inconsapevole di chi ne sfrutta le debolezze per promuoversi in prima persona ("Io faccio solo gli interessi miei", dice sfacciatamente Abigail in sua assenza, sottolineando due volte il "miei"). THE FAVOURITE perde di efficacia nell'ultima parte più per scelta registica che di sceneggiatura, concludendosi senza colpi di scena né frasi roboanti, apologo morale sulla decadenza ambientato in un XVIII secolo ricco di colori e magia ma che fa da sfondo a un'opera per molti versi sterile e scarsamente coinvolgente.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/01/19 DAL BENEMERITO BUBOBUBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/07/19
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Nancy 3/02/19 10:44 - 774 commenti

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Il film "atipico" di Lanthimos è in realtà intriso della sua cinica visione del mondo, distorto dai rapporti di potere e tuttavia mai algido, anzi ben colorito di sfumature umoristiche e sarcastiche. L'intento era forse dissimulare un Settecento molto più simile ai giorni nostri, togliendo le patine che spesso vengono associate ai parrucconi nobili: in questo riesce benissimo e diverte molto. A parte la bravura di tre attrici protagoniste, che da sola varrebbe tutto il film; in più ci sono le scenografie, i costumi, le musiche, la regia.

Rambo90 22/02/19 16:25 - 7659 commenti

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Giochi psicologici orchestrati da Lanthimos con un certo gusto per il cinismo e una regia che spesso sfida l'occhio dello spettatore. Per quanto la trama risulti prevedibile e oltremodo lenta, è innegabile la cura della messa in scena e l'ottima performance delle tre attrici protagoniste, che fanno quasi a gara nel risultare personaggi sgradevoli. Impennate qui e là, cadute di tono altrettanto frequenti. Nel complesso un buon film.

Daniela 8/02/19 09:05 - 12606 commenti

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Dopo aver diretto alcuni dei film più bizzarri e disturbanti degli ultimi anni, Lanthimos spiazza decidendo di raccontare, ispirandosi a fatti storici, la rivalità di due dame nella corte della regina Anna d'Inghilterra: il timore di una sua "normalizzazione" svanisce però già dalle prime sequenze. Certo si tratta di un dramma di ambientazione settecentesca raccontato con grande eleganza formale, ma la "cattiveria" è rimasta, come pure il gusto per lo sberleffo grottesco. Spettacolo di gran classe a cui danno un contributo fondamentale tre attrici in stato di grazia in gara di bravura.
MEMORABILE: L'arrivo di Abigail a corte; La gara delle papere; Il tiro al piattello/volatile; Il tacco che schiaccia il coniglio/figlio

Bubobubo 13/01/19 16:48 - 1847 commenti

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Alle critiche di monotonia, l'astuto Lanthimos applica la tecnica-Cronenberg: un soggetto apparentemente agli antipodi dei suoi classici, la cui sostanza è tuttavia fedelissima alla tradizione. Dietro il pretesto delle macchinazioni storiche di palazzo e di una campagna militare buzzatiana c'è un incredibile triangolo di odi et amo tra regina viziata (Colman), amante calcolatrice (Weisz) e cugina in disgrazia più cinica di lei (Stone): come se Barry Lyndon avesse ingoiato il codice etico e linguistico degli slum. Avvolgente, ironico, micidiale.
MEMORABILE: La gara di corsa delle anatre; Il sangue del piccione sul volto di Lady Sarah-Weisz; Il lancio dei melograni; Il tacco di Abigail-Stone sul coniglio.

Noncha17 24/01/19 22:22 - 87 commenti

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Alla corte della prima regina del Regno di Gran Bretagna arriva un'infangata Emma Stone, ed è subito competizione! Abigail (apparentemente fragile) sa di avere fascino e già da subito lo usa per migliorare la propria esistenza, a discapito della cugina agiata Sarah (chi comanda a palazzo). L'opera - divisa in capitoli con titoli di frasi dette dalle protagoniste - è una sorta di Barry Lyndon "concentrato" al femminile in salsa Greenaway. E il tono musicale è così "assillante" che, assieme alle riprese a lume di candela, trasmette la sensazione di trovarcisi, in quegli stessi intrighi!
MEMORABILE: I 17 figli; In fuga dalla biblioteca; La musica "stoppata"; Trascinata dal cavallo; Il matrimonio istantaneo; Lo stile dei titoli di testa & coda.

Lou 27/01/19 09:13 - 1119 commenti

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Inizio Settecento: l’Inghilterra è in guerra con la Francia e la regina Anna, viziata, malata e inadeguata a governare, trova sostegno nella spregiudicata lady Sarah, finché non arriva la giovane e avvenente Abigail. Relazioni pericolose tutte al femminile in un quadro desolante dell’ambiente di corte, tutto dedito ai piaceri della carne e alla lotta per il potere, che Lanthimos ritrae con impietosa ironia. Grande la cura delle scene e delle immagini, ottimo il tris di attrici. Ma nell’ultimo quarto d’ora inizia a subentrare la noia.

Capannelle 27/01/19 20:08 - 4394 commenti

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Lanthimos esalta le sue tre brave muse e confeziona una ricostruzione dissacrante e impertinente degli intrighi di corte. Volendo strafare la condisce con inutili vezzi autoriali: il grandangolo continuo, la divisione in capitoli, gli incomprensibili titoli di coda. Ma è perdonato visto che le due ore scorrono bene e regalano dialoghi e alcune scene di grande effetto senza ricorrere a espedienti ricattatori o violenze gratuite. Un restyling del periodo classico che omaggia Greenaway e Kubrick e che pone il maschilismo fuori moda.

Xamini 30/01/19 23:58 - 1244 commenti

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Lanthimos è fastidioso, a iniziare dalle distorsioni della lente della camera, qualcosa che mette costantemente, a volte esplicitamente altre no, lo spettatore a disagio. Il racconto è storico, non edulcorato, talora spietato, ma sempre velato di un'ironia nera, meglio, sporca, in cui i personaggi si calpestano a vicenda, si divorano (qualcuno ci prova fisicamente), cercano di soggiogare, raggirano, mirano a uno stato di felicità che rimane indefinito e dolorosamente non raggiunto (impossibile?). Non arriviamo alla forza di certe scene e concetti delle ultime due opere, ma indubbiamente il tono resta cupo.
MEMORABILE: La locandina; l'inquadratura finale con i volti sovrapposti

Cotola 2/02/19 14:14 - 8998 commenti

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Apparentemente lontano dagli altri film del regista greco, è in realtà una pellicola molto lanthimosiana. Raramente la corte è stata così priva di dignità: su tutto si pensi alla corsa delle anatre ed al lancio dei melograni con bersaglio umano. Alla fine vincono prepotentemente dolore e solitudine umana. Il tutto incorniciato in una confezione di grande splendore e bellezza visiva (la fotografia ricorda quella di Barry Lyndon) cui si perdona qualche vezzo registico (l'uso del grandangolo), secondo i più evitabile. Il tris di protagoniste è eccezionale. Un grande e bellissimo esempio di cinema.
MEMORABILE: Gli spruzzi di sangue sul volto della Weisz; Il piede di Abigail sul coniglio; Il lancio dei melograni; La corsa delle anatre.

Ira72 6/02/19 14:19 - 1305 commenti

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Non è l'ennesimo anonimo film in costume. E nemmeno un inverosimile biopic. O meglio: è entrambe le cose, ma gli accadimenti sono piuttosto fedeli alle ricostruzioni storiche e lo stile è assolutamente personale (creativo, innovativo, bizzarro, a tratti grottesco). Ed è grazie alla propria abilità (artistica e registica) che Lanthimos ben rende questa sconfinata e desolante gabbia dorata in cui la malconcia Regina incespica e si perde. A tenerle compagnia diciassette conigli, surrogati di bambini mai nati, due intime amiche (forse) e tanti avidi leccapiedi.

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Il ferrini 27/02/19 00:13 - 2337 commenti

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Equilibrio pressoché perfetto fra forma e sostanza, tre attrici grandiose (Oscar indiscutibile alla Colman) per un film dalla bellezza estetica eccezionale. Colpisce l'uso frequente di fisheye, ma anche i ricercati flare in macchina o le composizioni d'immagine che paiono sfidare le simmetrie di Yeoman e Anderson. Scene di forte impatto emotivo che prescindono dalle parole (la regina che guarda gli altri ballare e da raggiante passa alla disperazione perché lei non può farlo), un linguaggio sovente spiazzante eppure mai inopportuno. Notevole.

Deepred89 2/03/19 13:53 - 3701 commenti

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Bella sfida al femminile tra seduzioni saffiche e tradimenti, ambientato in un Settecento raffinato ma dal forte retrogusto rancido. Lanthimos esagera coi grandangoli ma modera le provocazioni, giostrando con notevole abilità un climax che ascende fino a mezz'ora dalla fine per poi stabilizzarsi un po' troppo, fino a un finale decisamente non appagante. Emma Stone, pur rimanendo l'elemento più debole del (notevole) cast, funziona meglio del solito. Colonna sonora con qualche soluzione interessante.

Caesars 4/03/19 10:35 - 3772 commenti

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Va bene, le tre attrici sono bravissime e fanno a gara a chi fornisce la performance più convincente, la cura formale e tecnica è notevole (fors'anche eccessiva). Però il film è di una noia mortale, ed è difficile appassionarsi a quanto avviene sullo schermo. Uomini descritti come inutili accessori, dediti a trastulli idioti, mentre i giochi seri li fanno le donne. Boh. Tra l'altro la scelta di usare il linguaggio del giorno d'oggi e inserire sketch come quello del ballo, assolutamente moderno, non si capiscono. Irritante.

Jandileida 10/03/19 10:59 - 1558 commenti

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Da far veder a tutti quelli che ammorbano figli e figle chimandoli "principini e principesse": Lanthimos tira fuori infatti tutto il putrido della corte inglese di fine 700. I temi di fondo sono quelli più cari al greco: crudeltà emotiva e sessualità usata come strumento di potere e ricatto. E come al solito si soffre un po' per un approccio troppo programmatico che scivola a volte nel costruito (anche dietro la mdp) e nell'autocompiacimento intellettuale. Il terzetto di protagoniste nobilita il film forse oltre i suoi effettivi meriti.

Giùan 11/04/19 09:55 - 4528 commenti

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"Concedendosi", con elegante intelligenza non priva di perdonabile compiacimento, alle ragioni "commerciali" della narrazione, Lanthimos non rinuncia alle prerogative del suo cinema. Cinismo raggelato e dolente fatidicità si piegan però ne "La favorita" a una spietatezza finalmente divertita in cui l'ironia ha modo di dispiegarsi con disincanto bunueliano (almeno nelle aspirazioni). Se il rischio è sempre quello dell'effetto acquario, il discorso "femminista" è ambiguamente "simbolico", nel mare magnum del conformismo attuale. Stone, Colman e Weisz ardono.

Belfagor 28/04/19 13:39 - 2689 commenti

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Lanthimos parla nuovamente di degradazione morale in un dramma storico dal gusto kubrickiano. Al netto di qualche vezzo superfluo (in alcuni momenti il grandangolo stona), il risultato è affascinante e lontano dal mero esercizio di stile e crudeltà, grazie soprattutto alle superbe interpretazioni del trio protagonista, tre donne di corte dalle infinite sfumature ed espressioni. A far da contraltare vi sono uomini avventati e sopra le righe, ma il film mostra come entrambi i sessi si lascino ugualmente corrompere. Perfido ma onesto.
MEMORABILE: La corsa delle anatre; "Temo la confusione e gli incidenti"; L'espressione cangiante della regina durante il ballo.

Alf62 7/05/19 01:41 - 64 commenti

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Affresco sul potere e le trame per conquistarlo, per una volta interamente al femminile. L'uso disinvolto del sesso, fino alla speculazione amorosa come competizione per entrare nei favori del potente di turno (attualissimo). Nel film non si salva nessuno e si comprende come a volte i rapporti personali di poche figure influenzino la vita di milioni di individui. Il grandangolo rende visivamente la dimensione umana minuscola dei protagonisti. Un mix riuscito di Kubrick e Tarantino.

Didda23 1/06/19 11:51 - 2424 commenti

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Un'opera che conferma pregi e difetti del regista greco: se da un lato la regia con evidenti richiami kubrickiani (specialmente nelle inquadrature grandangolari) è una pura estasi estetica, dall'altro la sceneggiatura - nel pieno della cifra stilistica di Lanthimos - risulta essese oltremodo algida e poco appassionante, nonostante una prova attoriale di livello (pazzesca la Colman). Figure maschili di mero contorno e con poca funzionalità, colonna sonora straniante ma non entusiasmante. Qualità che descresce con il passare dei minuti, con un finale alquanto modesto.
MEMORABILE: La Stone si presenta a corte ricoperta di fango; Il the avvelenato; I conigli.

Paulaster 17/06/19 11:49 - 4373 commenti

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Una serva cercherà di entrare nelle grazie della Regina Anna. Ambiente di corte dai coltelli affilati, dagli appetiti saffici in cui regnano opportunismo e solitudine. Confezione di gran classe per un film in cui Lanthimos dimostra doti d'autore, eccedendo talvolta con una resa visiva fine a se stessa. La Weisz è nettamente la migliore; brava la Colman, mentre la Stone rende eccessivamente leggero un ruolo diabolico. Ultima parte in cui l'apice è la resa dei conti, che arriva col fiato corto.
MEMORABILE: Il grassoccio bersagliato di frutta; L'amoreggiamento nel bosco; La Weisz tirata dal cavallo.

Galbo 22/06/19 18:33 - 12372 commenti

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Il regista lascia la vicenda fuori dalla porta, concentrandosi sulla psicologia dei personaggi principali, sui duelli verbali, le sottigliezze e le cattiverie pubbliche e private di due dame alla corte della regina Anna. Il tutto in un contesto di grande eleganza formale, con ambienti sontuosamente ricostruiti e una fotografia vivida, che utilizza con grande sapienza le luci naturali. Grandi interpretazioni delle tre attrici protagoniste, in un film in cui le figure maschili restano ai margini.

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Pinhead80 30/06/19 23:54 - 4715 commenti

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La parte storica viene messa in secondo piano rispetto al triangolo (de)generato tra la regina Anna, la sua migliore amica e la cugina di questa. In uno stile tutto particolare (e così non poteva che essere) il regista mette a fuoco le tre personalità delle protagoniste e lascia in disparte gli uomini, che sembrano impotenti burattini al servizio di sua maestà. Davvero bella la scenografia e splendidi i costumi. Anche in questo film, come in tutte le opere del regista, le emozioni vengono congelate in un sorta di autismo.

Nando 31/03/20 02:33 - 3806 commenti

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Un'emblematica lotta, senza esclusione di colpi, tra la regina Anna e due sue damigelle. Il regno femminile "regna" sovrano con una pellicola perfida, malvagia ma totalmente veritiera in cui il dialogo e la menzogna viaggiano paralleli. Il risultato è un film di livello che deve il tutto a tre grandi interpreti che mostrano il loro lato attoriale "cattivo" con ottimi risultati.

Thedude94 30/03/20 23:53 - 1084 commenti

I gusti di Thedude94

Film eccezionale, diretto da un grande Lanthimos in maniera originale e fresca per il genere e interpretato da tre attrici giganti nelle loro performance: Colman, Weisz e Stone rappresentato infatti il fulcro dell'opera e sono semplicemente perfette nei loro ruoli di donne forti, indipendenti e folli. I dialoghi sono ottimi e la sceneggiatura scorre fluida in un turbinio di scenografie d'epoca perfettamente riprese. Un grande esempio di cinema moderno, nonostante le regali ambientazioni ottocentesche.
MEMORABILE: I conigli.

Puppigallo 4/04/20 14:14 - 5250 commenti

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Il contenitore (l’ambientazione, la ricostruzione del periodo) è notevole; e lo è anche la gara di bravura delle tre protagoniste, vinta di un’incollatura dalla Colman sulla Weisz (brava, seppur terza, anche la Stone). La lotta fra cortigiane riserverà parecchie sorprese, soprattutto da colei che, solo all’apparenza più indifesa, rivelerà artigli avvelenati e un’innata capacità di infierire. E persino la regina, con notevoli problemi di salute, che le due donne si litigano come i cani un osso, mostrerà tutta la sua fragilità, affamata di attenzioni, anche particolari. Da vedere.
MEMORABILE: All’uscita dalla carrozza, mano sul sedere e volo di faccia nel fango misto a letame; Svolta in biblioteca; La scarpa preme sul coniglio della regina.

Taxius 20/04/20 17:31 - 1656 commenti

I gusti di Taxius

Lanthimos, dopo aver girato opere assai bizzarre cambia direzione e si avventura nel mondo dei film storici, narrando la vera storia (ovviamente romanzata) di due donne che si sono fatte la guerra per diventare la favorita della regina. Film tutto al femminile in cui i pochi personaggi maschili non sono altro che macchiette. Bravissima la Colman, la Stone e la Weisz nelle reciproche cattiverie. Musica, fotografia, costumi e regia eccezionali. Stupendo.

Fedeerra 10/02/21 01:58 - 770 commenti

I gusti di Fedeerra

Lanthimos abbandona per la prima volta le pretenziose fantasticherie del suo cinema per partorie un film lucido, spietato ma non privo di ironia. Arredato in modo sfarzoso, fotografato con estrema naturalezza e accompagnato da una soundtrack laconica, “La favorita” è, senza dubbio, uno dei migliori biografici degli ultimi anni. La Colman, con maschera tragicomica grottesca, sovrasta la scena e si mangia l’intero gineceo.

Pigro 17/09/21 15:00 - 9623 commenti

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Anna d’Inghilterra e le due favorite in competizione: tre donne al vertice di un regno, in un tesissimo intreccio di interessi e ambizioni, condotto sul filo dell’inganno e del sesso. Notevole e cupa è la descrizione delle stanze del potere, in una sontuosa claustrofobia, che poi è quella esistenziale della debole regina lesbica e quella della cieca avidità dei suoi due amati-odiati angeli neri. Lanthimos ci fa addentrare nel torbido e deformato (anche fotograficamente) backstage della Storia, avvincendo e perturbando.

Buiomega71 20/11/21 01:48 - 2899 commenti

I gusti di Buiomega71

Per certi versi non poco imparentato con i giardini greenawayani. Lanthimos spiazza e rende godurioso uno splendente film in costume sporcandolo di vomito, letame, sperma, onanismi, amplessi lesbo, soave volgarità nei dialoghi ("Mi piace come mi mette la lingua dentro"), bordelli e la regina che gira impazzita come la Adjani di Possession tra i maestosi corridoi. Lanthimos non risparmia crudeltà, cattiverie, bassezze e meschinità e chiude con un  immagine stordente e piena di rabbia che mette i brividi. Gran trio gineceo attoriale e ricostruzione storica da mozzare il fiato.
MEMORABILE: Abigail spettatrice del regale amplesso lesbo; La bistecca sulla gotta, La regina con la bocca sporca di vomito; Sarah col volto sfregiato; I conigli.

Noodles 15/04/22 09:21 - 2196 commenti

I gusti di Noodles

Spettacolare la ricostruzione storica, bravo Yorgos Lanthimos nel tracciare tre ritratti psicologici al limite della perfezione. Tutto questo rende il film sufficiente. Sopravvalutato però, perché accanto alla questione psicologica l'azione è lasciata troppo ai margini, e non convincono i dialoghi. La prima parte è infarcita di volgarità in maniera quasi forzata, nella seconda parte di colpo il turpiloquio scompare. Cast e scenografia straordinari dunque, ma a livello di sostanza manca qualcosa. Poteva essere splendido. Peccato.

Anthonyvm 16/08/22 23:53 - 5612 commenti

I gusti di Anthonyvm

Il dramma storico secondo Lanthimos è una barocca allegoria sull'antico binomio di sesso e potere e sulle patetiche, subdole vie con cui esso manipola la politica segnando il destino di interi paesi. L'autore greco si serve del suo usuale umorismo tragico e di azzardati virtuosismi nelle tecniche di ripresa (gli esuberanti grandangoli) per tratteggiare i complessi rapporti che si instaurano in un angoscioso triangolo al femminile, reso estasiante dalle interpretazioni delle protagoniste (perfetta la Colman). Scenografie e costumi pazzeschi. Un po' algido a tratti, ma ragguardevole.
MEMORABILE: La corsa delle anatre al ralenti; Il primo piano della regina Anna durante il ballo; La Stone spia le due amanti; La prima notte di nozze della Stone.

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Minitina80 22/01/24 16:54 - 2976 commenti

I gusti di Minitina80

Cronaca di due donne che si combattono per ottenere le grazie della regina, ricorrendo a scorrettezze, sotterfugi e maldicenze. Lo sfondo è una corte lasciva, sospesa nei vizi e nella vacuità morale da cui traspare una reggenza approssimata e scriteriata. Il soggetto sembra promettere bene, ma non riesce a tenere il passo delle ambiziose riprese che regalano uno spaccato ottocentesco ben ricreato. Paesaggi, costumi e interpretazioni raggiungono un livello importante che permette allo spettatore di immergersi e sentirsi parte integrante. In definitiva, manca un epilogo convincente.

Enzus79 1/02/24 22:02 - 2863 commenti

I gusti di Enzus79

La regina Anna, la sua amica Sarah e la serva Abigail sono il soggetto di questo film in costume del regista greco Lanthimos. Eccentrico, estremo e cinico, si ispira a personaggi realmente esistiti e in un certo qual modo affronta tematiche ancora attuali. Ovviamente è anche una sorta di provocazione nei confronti dei benpensanti. Le tre attrici, Stone, Weisz e Colman, sono da applausi. Ottima la fotografia.

Teddy 11/03/24 23:33 - 808 commenti

I gusti di Teddy

Mescolando giochi di ruolo e di potere, Lanthimos dà vita a un film ironico, grottesco e decadente, minuziosamente strutturato da sghembi grandangoli e colori sgargianti, pieno di sadici balletti fra prime donne eseguiti da un trio di attrici in stato di grazia. La meravigliosa dissolvenza finale è un logoro requiem di tormenti; Olivia Colman si ritaglia un posto fra le nuove divinità del grande schermo. Icastico.
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  • Discussione Bubobubo • 25/01/19 11:42
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Inauguro la discussione, approfittandone anche per spiegare perché ho deciso di inserire il film con qualche giorno di anticipo sull'uscita nelle sale italiane.
    Non so come sia stato reso il doppiaggio, ma questo, anche più degli altri, è un Lanthimos che va rigorosamente visto (almeno una volta) in lingua originale. Non è una questione di mero apprezzamento estetico (anche se ascoltare la Weisz e la Colman con le loro voci è sempre fantastico): v'è dietro una ragione più sottile e simbolica che sta alla base della costruzione stessa dei dialoghi, di quello che vogliono significare oltre la tessitura verbale.
    Il linguaggio è da sempre tema centrale nell'esplorazione artistica di Lanthimos, e qui viene indagato giocando sul filo dell'ucronia: in bocca alla regina e ai membri della corte viene messo uno slang dialettale crudo e volgare che sembra uscito da qualche periferia londinese degli anni '70. È un effetto dissociativo assoluto, a livello cronologico prima ancora che di mancata corrispondenza personaggio-funzione: certe cose questi personaggi non avrebbero storicamente potuto dirle (per quanto ne sappiamo la lingua del tempo non aveva ancora sviluppato certi fraseologismi, specie quelli che si riferiscono alla sfera sessuale).
    Ripeto, non so come i doppiatori abbiano reso questo livello (se mai l'hanno reso), ma la v.o. è particolarmente preziosa anche per questo aspetto.
  • Discussione Noncha17 • 25/01/19 12:00
    Magazziniere - 1068 interventi
    Quindi non l'hai visto in sala?! :)

    Oppure sì..?


    La penso anch'io così: sul linguaggio "moderno".

    Il "cazzo, cazzo, cazzo" ripetuto più volte da Emma Stone è proprio attuale! E, anche alcune espressioni come "scopare" (dette in quel modo) non penso provengano proprio dal periodo..

    C'è anche da dire, però, che è meglio così..altrimenti sarebbe stato il solito film "aristocratico" in costume!



    Io, però, come Note avrei messo che il film narra della regina Anna..oppure ci possono stare anche i premi?


    Ah, il titolo originale > The Favourite
  • Discussione Bubobubo • 25/01/19 12:38
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Noncha17 ebbe a dire:
    Quindi non l'hai visto in sala?! :)

    Oppure sì..?


    La penso anch'io così: sul linguaggio "moderno".

    Il "cazzo, cazzo, cazzo" ripetuto più volte da Emma Stone è proprio attuale! E, anche alcune espressioni come "scopare" (dette in quel modo) non penso provengano proprio dal periodo..

    C'è anche da dire, però, che è meglio così..altrimenti sarebbe stato il solito film "aristocratico" in costume!



    Io, però, come Note avrei messo che il film narra della regina Anna..oppure ci possono stare anche i premi?


    Ah, il titolo originale > The Favourite


    No, non l'ho visto in sala.
    Oltre alle interiezioni, un esempio concreto di quello che intendevo dire è rappresentato da questa battuta di Sarah-Weisz a colloquio con Godolphin e Harley (citando le parole della regina): "That Harley is a fop and a prat and smells like a ninety six year old French whore’s vajuju".
    Quando l'ho sentito non credevo alle mie orecchie :D
  • Discussione Noncha17 • 25/01/19 14:00
    Magazziniere - 1068 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    Noncha17 ebbe a dire:
    Quindi non l'hai visto in sala?! :)

    Oppure sì..?


    No, non l'ho visto in sala.



    Eh, ti sei perso la sensazione di stare nei corridoi con quei "rumori". ;)



    Bubobubo ebbe a dire:
    Oltre alle interiezioni, un esempio concreto di quello che intendevo dire è rappresentato da questa battuta di Sarah-Weisz a colloquio con Godolphin e Harley (citando le parole della regina): "That Harley is a fop and a prat and smells like a ninety six year old French whore’s vajuju".
    Quando l'ho sentito non credevo alle mie orecchie :D


    Anch'io in alcuni momenti mi guardavo attorno (il pubblico in questione aveva una certa età!) per vedere le reazioni.. :)


    Ho sentito dire, però, che questo è il primo film "non suo" (di Lanthimos). Nel senso che, la sceneggiatura è opera di altri!



    P.S.: Ma come mai hai messo un cast così nutrito?
  • Discussione Bubobubo • 25/01/19 15:21
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Noncha17 ebbe a dire:
    Bubobubo ebbe a dire:
    Noncha17 ebbe a dire:
    Quindi non l'hai visto in sala?! :)

    Oppure sì..?


    No, non l'ho visto in sala.



    Eh, ti sei perso la sensazione di stare nei corridoi con quei "rumori". ;)



    Bubobubo ebbe a dire:
    Oltre alle interiezioni, un esempio concreto di quello che intendevo dire è rappresentato da questa battuta di Sarah-Weisz a colloquio con Godolphin e Harley (citando le parole della regina): "That Harley is a fop and a prat and smells like a ninety six year old French whore’s vajuju".
    Quando l'ho sentito non credevo alle mie orecchie :D


    Anch'io in alcuni momenti mi guardavo attorno (il pubblico in questione aveva una certa età!) per vedere le reazioni.. :)


    Ho sentito dire, però, che questo è il primo film "non suo" (di Lanthimos). Nel senso che, la sceneggiatura è opera di altri!



    P.S.: Ma come mai hai messo un cast così nutrito?


    IMDB segnava questi. Molti non sono accreditati.
  • Discussione Noncha17 • 28/01/19 16:00
    Magazziniere - 1068 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    Noncha17 ebbe a dire:

    P.S.: Ma come mai hai messo un cast così nutrito?


    IMDB segnava questi. Molti non sono accreditati.


    Eh, lo so..ma lì son stati messi in ordine di apparizione! :)

    In più, oltre alle tre protagoniste, io ho contato solo 4 comprimari. E, solo il doppio del totale avranno "proferito" parola!


    Poi sarebbe un film biografico sulla regina Anna. Ma, questo è un altro discorso ancora.. ;)
  • Curiosità Zender • 25/02/19 16:40
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Premio Oscar 2019 per:

    Miglior attrice protagonista (Olivia Colman)
  • Discussione Raremirko • 5/01/21 20:45
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Sorta di "svecchiamento", di ammodernamento, del dramma in costume ambientato nel passato, con dialoghi vivaci ed il solito sesso gratuito alla Lanthimos.

    Ottime attrici, ottimo aspetto tecnico; bene la Colman, anche se un pò esagerato darle l'Oscar.

    Il solito grande film di Lanthimos, qui perlopiù al femminile.
  • Discussione Buiomega71 • 20/11/21 10:27
    Consigliere - 25892 interventi
    La soavità della volgarità che lorda la sontuosa messa in scena kubrickiana è celestiale musica profanatoria, che fa del gioiello lanthimosiano un grottesco e perfido "relazioni pericolose" in salsa muliebre, di cui, almeno nei dialoghi, il Divin Marchese si sarebbe crogiolato.

    Prima di lui solo il Greenaway dei giardini di Compton House (svecchiando la muffa sui parrucconi) era arrivato a contanta grazia scellerata.

    Lanthimos si autocita (la mosca cieca iniziale che coinvolge Sarah davanti al plastico shininghiano, la masturbazione fatta controvoglia e "forzata" vengono dal Sacrificio del cervo sacro, così come "l'intruso" che entra subdolo e in punta di piedi, mellifluo e falsamente accomodante, in realtà angelo della morte che scardina e distrugge gli equilibri e la serenità, portando il caos), e riempie la pazzia della regina Anna (che, in fase di crisi isterica, delira e impazza, urlando e disperandosi, come la Adjiani di Possession) non solo degli intrighi di corte, ma soprattutto di letame, vomito, sperma, grassocci sgadevolmente nudi, ravananate e amplessi lesbo, piccioni fatti esplodere a fucilate, sangue che schizza sui volti, volti sfregiati e nascosti sotto una benda, volti sporchi di letame, bocche impiastricciate di vomito, bordelli sozzi e puttane tanto salvatrici quanto ricattatorie, fornicazioni nel bosco, bistecche sulla gotta, la mano di Abigail ustionata dalla soda caustica, onanismi sfacciati sulla carrozza, ictus, coniglietti pressati sotto il tacco e una chiusa finale emblematica che lascia sgomenti per la rabbia e l'umiliazione che infonde (la testa pressata, lo sguardo di disprezzo della regina, la torma di conigli).

    Al di là della ricostruzione storica che mozza il fiato, della cura maniacale dedicata a costumi e scenografie, dell'apparato tecnico che sfiora la perfezione, dei grandangoli "franchiani" che Lanthimos sperimenta per dare la dimensione di un incubo, delle rivalità e delle pianificazioni uterine per aggraziarsi i favori della regina (anche a letto), quello che centra il bersaglio e la cattiveria, la malignità, la meschinità, la spietatezza e la crudeltà con cui Abigail cerca, in tutti i modi, di prendere il posto di Sarah (anche lei pervasa dalla luce fosca dei propri interessi, ma decisamente più sincera e con un codice d'onore comunque rispettabile), arrivando a autoinfliggersi lesioni (il libro sbatutto più volte sulla testa tanto da farsi uscire il sangue dal naso) e adulando falsamente la regina (quando Sarah, più schietta, non ha problemi a definirla un "tasso").

    Il turpiloquio infonde ludibrio, di meno le vergate in cucina, Abigail arriva a corte non prima che un cafone villano se lo meni davanti a lei e cada nel letame (portandosi la puzza addosso), l'unguento che cura la gotta come la pozione delle streghe (di fatto Abigail un pò strega lo è), la pantomima del ballo a corte e il lungo primo piano sul volto corrucciato della regina, le esplosioni di passioni saffiche (scopami) con Abigail spettatrice a sopresa che userà le tendenze della regina a suo favore, il tè avvelenato, la rovinosa caduta da cavallo, il ritorno di Sarah a palazzo come L'avventuriera perversa vendicatrice

    Gli uomini ridotti a cicisbei smidollati e pettegoli (tra un ruffiano che assomiglia a Tom Cruise e un imbecille preso per il naso-e per le palle- da Abigail con le fattezze di Heath Ledger) o a valletti costantemente maltrattati, tutti agghindati con ridicole e faraoniche parrucche e chili di trucco che li rendono più pagliacci di quello che effettivamente sono.

    Lanthimos e il suo cinema rigoroso, tagliente come una lama di rasoio, pervaso da stoccate di rara malignità, che non ha perso un grammo della sua poetica stordente e feroce (anche se La favorita, rispetto al cervo sacro, pare, in superficie, più "lineare" e classico) che salta fuori nelle pianificazioni dell' "angelo sterminatore" di Abigail e in quel finale con dissolvenza incrociata (nell'odio negli occhi della regia, nella rassegnazione in quelli di Abigail, in quella mano che preme sulla testa ) che difficilmente si potrà scordare.

    Lanthimos è forse l'unico che si è accostato ai Misteri del giardino di Compton House, sfrondando tutto il vecchiume, le regole scritte e la prolissità di questo genere di film (si provi a confrontarlo con il lezioso La pazzia di Re Giorgio, per dire) sfiorando il quasi capolavoro.

    Le tre straordinarie attrici , poi , fanno il resto.

    E grazie a dio (visto il tipo di opera) una durata cristiana e abbordabile (1h, 59m e 27s), che non sbraca nelle temute e poco incoraggianti 2 ore e 48 minuti e tempistica strabordante in generale.

    Mi piace come mi mette la lingua dentro 


    Ultima modifica: 20/11/21 19:13 da Buiomega71