Padrenostro - Film (2020)

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Tutti i commenti e le recensioni di Padrenostro

TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/10/20 DAL BENEMERITO RAMBO90
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Piero68 15/01/21 10:59 - 2994 commenti

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Questa volta la presenza di Favino nel cast  non è sinonimo di qualità. Anche perché la sua "fisicità" non è proprio centrale, nella storia. Ne viene fuori un film quasi ineccepibile da un punto di vista tecnico-registico ma troppo autoreferenziale in alcune circostanze e con una sceneggiatura che oscilla ostinatamente tra l'onirico e il reale. Ottima la ricostruzione del periodo, ma rimane comunque insoddisfatto il nodo centrale del film e cioè l'amicizia tra i due bambini. L'intenzione di dare corpo e voce alle vittime "di riflesso" degli anni di piombo non è suffragata dai fatti.

Rambo90 1/10/20 00:57 - 7994 commenti

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Uno di quei film in cui l'autore cerca di affidarsi alle inquadrature e ai movimenti di macchina per comunicare le sensazioni e lo stato d'animo del protagonista (il piccolo Garaci, che ricorda Cestiè per pettinatura e antipatia). Il risultato è nella prima parte un gran mal di testa, tra movimenti inconcepibili e sfocature a caso. Poi la trama decolla un po' e piuttosto che il rapporto col padre si racconta di un'amicizia, non senza momenti indovinati, ma troppo banale e già vista per coprire due ore. Inspiegabile Coppa Volpi a Favino, in una delle sue performance più "finte".

Gabrius79 2/10/20 01:12 - 1506 commenti

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Un film con buone ambientazioni anni ‘70 ma che risulta piuttosto confusionario nelle sue due ore (eccessive) di durata. Le prove attoriali migliori si hanno dai due giovani Garaci e Gheghi, mentre Favino fa il suo dovere senza brillare come invece d'abitudine. Il resto del cast non è messo bene a fuoco. Ritmo talvolta latente ma che trova giovamento in alcuni momenti riusciti, specie nella seconda parte, che però viene penalizzata da un finale francamente deludente.

Fabbiu 8/10/20 00:47 - 2195 commenti

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Interessante il racconto del regista Noce che, nella rappresentazione cinematografica, narra di se stesso usando un nome diverso e con svariate licenze romanzesche. La sua regia è efficace, la fotografia nella rappresentazione degli anni 70 impeccabile, ma la sceneggiatura arranca e punta tutto sui momenti in cui cerca di ingannare lo spettatore, di fatto senza veri grandi sorprese e con uno  svolgimento che non giustifica la durata eccessiva della storia. Il finale, poi, lascia un po' a desiderare.

Fromell 12/10/20 09:34 - 78 commenti

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Film strano, questo terzo lungometraggio di Claudio Noce che non sembra aver chiaro cosa voler raccontare. Il film dura due ore ma la storia si esaurisce nella prima mezz’ora. Dopo la narrazione dell’attentato, infatti, il film si sgonfia. La storia non si concentra sul rapporto padre/figlio ma su quello tra il personaggio di Valerio e il suo amico immaginario che lo aiuta a superare il difficile momento che sta attraversando. In questo modo Favino non è mai davvero presente nella storia e l'assegnazione a lui della Coppa Volpi a Venezia risulta alquanto esagerata.

Lou 19/01/21 18:35 - 1143 commenti

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Le ansie del figlio di un magistrato negli anni di piombo, raccontate direttamente attraverso lo sguardo e le fantasie del bambino (il bravo Garaci) e con ampio ricorso ad immagini sospese e oniriche. Ispirato alla vera storia familiare del regista, un film anomalo, lento, difficile da catalogare, certamente suggestivo ed efficacemente evocativo di un periodo storico segnato dalla paura del terrorismo.

Galbo 21/01/21 15:26 - 12640 commenti

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Un viaggio nella memoria, tra i ricordi infantili del regista, segnati dall’attentato terroristico al padre magistrato. Più criptico nella prima parte, il film diventa più godibile nella seconda che assume i caratteri del racconto di formazione con due bravi giovani protagonisti. La figura del padre è più evocata che mostrata, assumendo un valore simbolico di riferimento che Favino valorizza con una fisicità prorompente ma priva di sfumature, mentre è più interessante il personaggio della madre. Di ottimo livello la ricostruzione ambientale e la fotografia. 

Thedude94 5/02/21 20:53 - 1174 commenti

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L'anima in questo film il regista Claudio Noce ce la mette tutta e si vede in molte scene, ma a onor del vero c'è anche da dire che esiste più di un difetto non trascurabile; a partire da alcuni movimenti di macchina che fanno perdere l'attenzione, zoom improvvisi e fuori fuoco inspiegabili che distolgono l'attenzione. Da salvare sicuramente l'interpretazione del giovane ragazzino e quella del solito Favino, molto intenso nel suo ruolo. Insomma, poteva uscire qualcosa di meglio da questa sceneggiatura un po' ambigua e a metà tra il surreale e la realtà.

Nando 30/01/21 01:25 - 3899 commenti

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Una pellicola controversa in cui tra l'onirico e il reale si cerca un qualcosa che, purtroppo, con lo sviluppo narrativo non si verifica. il regista vaga nella ricerca di colpevoli forse, talvolta difendendo gli indifendibili. Il risultato è intricato perché Favino, notevole attore, vince il suo premio più immeritato; conseguentemente si assiste a una favoletta che lascia il tempo che trova. Ci si aspettava di meglio.

Paulaster 4/02/21 10:02 - 4870 commenti

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Gli anni di piombo narrati con gli occhi di un bambino. Questo sembra il tema, o almeno all'inizio, di una storia vera. Sembra, perché poco dopo l'attenzione torna sull’adulto che ha subìto la violenza e vira successivamente su una relazione amicale discutibile (da parte dei genitori che ospitano il quattordicenne stile Lucignolo). Sceneggiatura che mischia eccessivamente le carte e conclude senza chiarire bene. Regia che parte con abuso di ralenti e mdp mossa ma nel seguito si calma; l'attentato è girato bene. Favino dà il suo contributo con un'interpretazione... emotiva.
MEMORABILE: La radio che magicamente riceve in galleria; Gli spari nella schiena; I ritagli di giornale.

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Victorvega 6/02/21 16:06 - 502 commenti

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Nel suo primo sviluppo, per inquadramento storico e avvenimenti, pare un film compiutamente sugli anni di piombo, preannunciando azione. Invece pian piano prende una sua via, prettamente psicologica: non male come attitudine, per di più resa efficacemente. Bella la figura dell'amico, sospesa (e qui sta la trovata) tra realtà e irrealtà. Alla fine il film avrebbe però beneficiato di alcuni tagli, perché le due ore complessive sono difficilmente giustificabili. Belli i personaggi di Favino e moglie.

Mentolom 24/02/21 23:34 - 59 commenti

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Film di ottima fattura tecnica e dalle ambizioni altissime, penalizzato da un montaggio molto timido. Alleggerito di mezz'ora poteva essere un grande film. Ottima la fotografia, così come le scenografie, che riportano davvero agli anni '70. Discreto Favino, ma lontano dalle sue interpretazioni migliori. Ottimo uso delle canzoni nella colonna sonora, in particolare di "Impressioni di settembre" della PFM.

Myvincent 25/07/21 07:13 - 3985 commenti

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Gli anni di piombo visti con gli occhi di un bambino che è stato testimone preciso di un attentato e salda il debito con la sua solitudine, affidandosi a un "amico fantasma" per non affogare nell'angoscia. Il regista sembra più preoccuparsi della ricostruzione scenografica degli anni '70 (che alla fine risulta artificiosa) e meno della resa filmica degli stati d'animo, risolvendo in una descrizione convenzionale dei posti dell'infanzia del protagonista: una Calabria coi soliti luoghi comuni di posti e di legami familiari. Favino mai così forzato nell'espressione dei suoi sentimenti.

Katullo 20/06/22 08:43 - 413 commenti

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La violenza degli anni di piombo impatta negli occhi di un bambino, figlio del "bersaglio" Favino, imbolsito magistrato nella periferia romana. Prova di forza del regista-protagonista con inquadrature verticali, insistenti, dialoghi rarefatti, ambientazioni curate e ben calate nel contesto storico. Il peso della sceneggiatura schiaccia però la storia e qualche fase, come quella del ricorso all'immaginazione già prima del fattaccio; segno d'una "pratica" non sempre così grave e isolata? Già, anche se poi ci si sente spinti a rispettare il fin troppo dilungato esercizio introspettivo.

Reeves 19/04/23 08:06 - 2946 commenti

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Complesso film nel quale si mettono insieme elementi autobiografici (l'attentato terroristico che causò la ferita al padre del regista e la morte di un terrorista) e una vicenda onirica (l'amico del protagonista esiste o no?). Nel complesso un film che si fa vedere, anche se qualche punto rimane irrisolto. Ben girate le scene d'azione, ottimo come sempre Pierfrancesco Favino (qui anche produttore).

Furetto60 1/02/24 18:45 - 1384 commenti

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Questo bel film narra del periodo successivo all’attentato del 1976 al vicequestore Noce - episodio cui si ispira - visto attraverso gli occhi del figlioletto di Noce, Valerio. La prova di Favino (nella parte del vicequestore Noce) è superba, ma la scena gli viene “rubata” dai due ragazzini, Valerio appunto e il suo amico Christian, proposto ora come amico immaginario, ora reale, in un equilibrio tanto delicato quanto dall’esito felice.
MEMORABILE: Valerio disegna sull'asfalto le fasi dell'attentato.
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