Insolito spaghetti western di successo dominato dall’accoppiata Giuliano Gemma/Lee Van Cleef. Quando il secondo arriva in paese, il primo non è nessuno: si arrangia con lavori umili e viene deriso da tutti. Preso in simpatia dal superpistolero, ne diventerà l'allievo trasformandosi in breve in Scott Mary, una delle pistole più veloci del West. La prima parte, in cui il regista Tonino Valerii segue senza troppa fantasia la strada tracciata da altri, offre poco o nulla: Van Cleef/Talby fa il buono e cattivo tempo e mentre impartisce lezioni di vita a Gemma dimostra quanto la “legittima difesa” possa bastare a ottenere i risultati desiderati. Il paese comincia a indovinare i piani di Talby, che...Leggi tutto lentamente ne sta diventando il padrone spalleggiato dal giovane amico Scott Mary, ora da tutti rispettato. I problemi veri, di genere psicologico innanzitutto, nasceranno quando ad avvertire Gemma del pericolo rappresentato dalla sua amicizia con lo straniero “losco” sarà il suo vecchio amico, il “saggio” del paese. Inizialmente Gemma non ci vuol credere, ma l'abilità di Valerii sta nel rendere vivo il tormento del protagonista “minore”, che si trova ad avere due punti di riferimento antitetici: da una parte colui che l'ha trasformato in un uomo di rispetto, dall'altra chi già prima sapeva comprenderne il lato umano. E’ la chiave di volta del film e la particolarità che rende il film interessante, al di là di una messa in scena corretta e di una regia comunque di buona fattura. La seconda parte è avvincente, ottimamente sceneggiata e meno futile del consueto, con un finale intelligente che chiude una pellicola un po' troppo lunga e penalizzata da una colonna sonora (Riz Ortolani) non all'altezza.
Bravi interpreti per una storia che sa di già visto ma che sicuramente non annoia in quanto girata benissimo. Lee Van Cleef è sempre maestoso: qualsiasi parte debba girare non ha problemi e qui lo troviamo in un ruolo a metà tra il benefattore e il villain (anche se propende nettamente per il secondo). Giuliano Gemma, dopo una partenza un po' tentennante, si rifà alla grande e torna a sfoderare il suo grande talento recitativo. Ottima la regia di Tonino Valerii.
Capolavoro di Valerii, uno dei migliori western all'italiana del periodo aureo. Tutto fila come deve, dal cast alle scene, con particolare menzione per il duello "medioevale" fra Van Cleef e Stefanelli. Il tema "edipico" non è nuovissimo, ma qui è svolto perfettamente, grazie anche a un Gemma servito da un personaggio con più sfumature del solito. Trascinante la musica di Ortolani, riciclatissima nei western turchi.
La cornice western ospita una vicenda psicologica e drammatica, un complesso legame tra maestro e discepolo in un paese dove non esistono buoni e tutti sono servi della corruzione e dell’ipocrisia. Bravissimo e intenso Giuliano Gemma, cinico e machiavellico Lee Van Cleef con la sua (quasi) infallibile pistola. Finale straziante e tutt’altro che catartico. Uno dei migliori e più interessanti western italiani, consigliato anche a chi non ama particolarmente il genere.
MEMORABILE: Le lezioni impartite da Lee Van Cleef a Giuliano Gemma.
Davvero sorprendente questo western di Valerii. Tutto funziona alla grande. La storia, pur non essendo originalissima, è appassionante e riesce a creare personaggi e situazioni memorabili. La regia di Valerii si dimostra una delle più abili nel settore e riesce a dirigere il tutto con una classe eccezionale. Il film dura abbastanza (quasi due ore) ma per tutta la durata non ci si annoia un secondo. Inoltre la coppia Gemma-Van Cleef (entrambi straordinari) risulta una delle più azzeccate di tutto lo spaghetti western. Belle le musiche di Ortolani.
Eccolo qui il miglior Valerii; un film solido, dove si percepisce l'influenza di Leone nello stile, nel colore e nei paesaggi ma che si fa rivedere senza sembrare legnoso, come gli altri western del regista fino a Il mio nome è nessuno che va oltre ma in quanto a pretese. Van Cleef è un Mortimer al negativo che insegna a vivere al merdaiolo Scott Mary, che nessuno ama. Storia di iniziazione avvincente, abbastanza classica nel nostro cinema spaghetti, che all'epoca riempì le sale.
MEMORABILE: L'ingresso del saloon di Talby, con delle Colt di legno gigantesche.
Interessantissimo western di Valerii, che dirige uno spaghetti che tocca tematiche ben più alte del solito, con ottimi attori (e con un doppiaggio favoloso: De Angelis è indimenticabile ancor più del solito) ed un Gemma particolarmente espressivo. Senz’altro da vedere, anche per la ricchezza di mezzi. Curiosamente i suoi difetti discendono dai suoi pregi: il meccanismo di disconoscimento del ”padre” si evolve sbrigativamente e l’ampio arco temporale della vicenda comporta ellissi un po’ forti, cui si affiancano momenti di stanca.
Rivisto oggi, uno degli spaghetti preferiti dal sottoscritto. Valerii confeziona una pellicola di grande impatto, che dimostrò che si poteva prescindere dal modello "leoniano" (anche se il duello di Talby con Wild sembra spuntare fuori dalla trilogia del dollaro). Memorabile il duello a cavallo con "colpo in canna". Titoli di testa puramente sixities e pop in maniera irrestibile.
Un vertice dello spaghetti-western. Epico e violento come si conveniva all'epoca: polvere, sudore, sangue e pallottole. Non ci viene risparmiato niente del campionario tipico di quel cinema che trovò la sua apoteosi nella trilogia del dollaro di Leone. Lee Van Cleef convincente e granitico, Giuliano Gemma nervoso e vitale come non mai nel ruolo del bastardo vilipeso da un paese intero che diventa un pistolero assetato di vendetta. Tutto funziona alla perfezione, colonna sonora inclusa.
Un tormentato rapporto fra l'anziano "padre"/maestro e il giovane "figlio"/allievo, le devastanti conseguenze dell'umiliazione inflitta, le notazioni psicologiche e sociologiche... Molta carne che poteva essere cucinata a puntino, ma Valerii, ennesimo emulo di Leone, privilegia visibilmente i colpi di pistola e di fucile come già suggeriscono i titoli di testa. Non sfugge la sensazione di una certa ripetitività. Comunque uno dei maggiori successi dello spaghetti western grazie alle qualità ginniche di Gemma e al fascino ambiguo di Van Cleef.
È un groviglio di vendette incrociate questa storia che trasforma il West in un coacervo di pura violenza e sopraffazione. Valerii racconta, con ottimo senso della narrazione e del ritmo, l’emancipazione dell’emarginato a fianco del bandito-maestro: irrompono così ulteriori tematiche, dalla lotta “di classe” (ma in nome di una giustizia più etica che economica) al rapporto paterno-filiale. Le musiche di Ortolani e i volti di Gemma e Van Cleef sono il sale di questo film, che appaga il desiderio di assistere a una saga tutta nervi e tensione.
Una storia di iniziazione non particolarmente originale, in questa produzione western italiana, diretta da Tonino Valerii. Il regista mostra però una notevole padronanza del mezzo e una grande capacità di narrazione, derivandone un'opera tesa, asciutta e con pochissimi fronzoli, immersa in un clima di cupo pessimismo e in un alone tragico. Ottima la prova dei protagonisti, con Giuliano Gemma in una delle sue interpretazioni migliori.
Spaghetti western decisamente superiore alla media (non molto elevata in verità) grazie a una notevole qualità della messa in scena, al buon apporto attoriale e a una trama non banale. Purtroppo però è troppo sbrigativo l'evolversi della parte finale che meritava sicuramente di essere sviluppata maggiormente, cosa che abbassa il giudizio finale sulla pellicola. Anche la colonna sonora, curata da Ortolani, non mi ha particolarmente convinto. Ottimo invece il doppiaggio. **!
Non è il genere che preferisco e dunque fatico a tesserne le lodi. Trovo che i tempi siano troppo lunghi, che la dinamica con la quale si sviluppa la trama sia da moviola e personalmente ho così rischiato spesso di perdere interesse nella pellicola. Il film è però girato con cura da Valerii, rimanda allo stile classico di Leone e i due protagonisti sono validi.
Senza ombra di dubbio uno dei titoli più gloriosi del filone spaghetti western. Partendo da una stupenda fotografia, supportata da una sceneggiatura di ottimo livello, tutto il resto sembra funzionare. Gemma è bravo e fornisce una delle sue migliori interpretazioni, ma finisce con l'essere oscurato dalla certezza Van Cleef, vero e proprio mostro sacro del western all'italiana. Da segnalare anche una bellissima colonna sonora in grado di dare a ogni singola scena quel tocco di classe in più che rende il film un vero e proprio cult del genere.
MEMORABILE: Scott Mary capovolge il suo bicchiere nel quale Talby era pronto a versare da bere.
Valerii non punta solo sull'azione (che pure non manca) ma decide di sfruttare molto il lato psicologico del personaggio di Gemma, combattuto fra i suoi mentori, quello dei tempi da accattone e quello che gli insegnerà a farsi rispettare. Gemma se la cava molto bene nel ruolo, ma la scena è comunque rubata dal magnetico sguardo di Van Cleef, attore come sempre di gran classe. Efficace la colonna sonora.
Forse il miglior film diretto da Valerii. Una sofisticata storia di formazione di un giovane “netturbino”, figlio di nessuno, alla ricerca di un padre e di una identità in un West dominato dalla violenza e dall'avidità dove nessuno è innocente. Un’efficace ma pessimista riflessione sul conflitto tra sopraffazione e ricerca della giustizia. Valerii trova una forma personale di racconto che alterna l'approfondimento psicologico a vigorose e spettacolari scene d’azione. Attori principali e caratteristi al loro meglio. Accattivanti le musiche di Ortolani.
MEMORABILE: Eccezionali i primi venti minuti del film duranti i quali lo spettatore accumula, in modo inesorabile, attese, domande e tensioni.
La pellicola in sè non ha spunti registici particolari, o una sceneggiatura avvincente. Ma qui contano soprattutto le interpretazioni dei protagonisti; e bisogna dire che, sia il freddo pistolero solitario (Cleef), che il giovane sguattero sacco da botte (Gemma) se la cavano piuttosto bene. Il secondo poi, subirà una metamorfosi quasi fantascientifica, ma che consentirà alla storia di arricchirsi di rivincite e cadaveri sparsi qua e là (uno ha dei conti in sospeso, mentre l'altro ha molto da dimostrare). Non male, come anche il finale, un po' scontato ma giusto.
MEMORABILE: Le lezioni del pistolero; Il duello a cavallo, con caricamento dell'arma durante il galoppo; Dice di Gemma: "Ha gli occhi di un lupo idrofobo".
I giorni dell'ira, ovvero della rabbia che accumula un povero ragazzo a causa di anni di soprusi e offese in una cittadina sperduta nel Far West: Valerii aggiunge così alle solite sparatorie tipiche del genere – qui spettacolari come non mai – un'impostazione sociale che agisce bene come tema centrale dell'intera vicenda. Gli altri aspetti, dalle lezioni di Talby all'intera trama, non fanno che avvincere lo spettatore compiaciuto della visione. Se fosse stato realizzato con più precisione sarebbe un capolavoro. Grande Van Cleef!
Solido western all'italiana ben condotto da Tonino Valeri. La trama è abbastanza scontata, ma vi sono spunti decisamente interessanti (vedasi il "decalogo" del pistolero nonché il finale) che rendono la narrazione coinvolgente e per certi aspetti inconsueta. Lee Van Cleef dimostra di essere forse la maschera più importante di tutto il genere western, Gemma è bravo anche se un po' troppo azzimato, per il personaggio che rappresenta. Buona la colonna sonora di Ortolani.
Che il film volesse riproporre le logiche leoniane era chiaro fin dallo score iniziale e dai titoli di testa. Valerii mette bene in pratica la lezione del maestro, complici una coppia di protagonsti di tutto rispetto e una storia valida. Ma per il resto manca tutto, compreso il respiro epico che rendeva il cinema di Leone sublime. Resta un buon film, con pochi cali di ritmo e con sparatorie e scazzottate non banali e di livello elevato. Vale a passare una buona serata di cinema. Chi sta cercando il capolavoro proceda oltre...
Ha l'occasione di riscattare una vita di umiliazioni, ma il suo maestro di vita è molto meno limpido di quanto gli appaia... Uno spaghetti western tra i più interessanti, anche se non tra i più rappresentativi, impreziosito da una coppia protagonista in gran spolvero, capace di conferire il giusto spessore a due personaggi complessi e sfaccettati. Valerii non è sempre impeccabile nel ritmo narrativo, ma dirige le sparatorie con bravura e può contare su una messa in scena più elegante del consueto e su una bella colonna sonora di Ortolani.
MEMORABILE: Le sparatorie; Il duello a cavallo; Il finale.
Nella vastità di titoli assimilabili al western italico, questo merita sicuramente un posto di tutto rispetto. Si distingue per una narrazione svelta, priva di epicità o pathos di alcun tipo, ma senza che questo rappresenti un difetto. Non è dozzinale né approssimato anche perché il susseguirsi degli eventi cambia rapidamente direzione senza fossilizzarsi su un unico binario. Si avvale, inoltre, della vecchia scuola di doppiaggio che gli conferisce uno spessore non indifferente.
MEMORABILE: Il duello a cavallo tra Van Cleef e Stefanelli.
Western molto curato, con bellissimi scorci spagnoli fotografati come si deve e una cittadina di frontiera ricostruita credibilmente. Sfondo per un interessante spaghetti che si eleva molto al di sopra della media del genere. La buona regia è visibile anche nelle interpretazioni, con un Lee van Cleef che non si discute e un Gemma che, quando ben condotto, dà il meglio di sé. Crudo e risoluto nelle sparatorie, che non hanno bisogno di pretesti e non rispettano nessun grado; legge della pistola e del dollaro, ai massimi livelli. Buono lo score.
Western solido e di buona fattura. Valerii va sul sicuro: il tema del rapporto fra maestro e allievo che diviene conflittuale è svolto con diligenza seppur senza guizzi di particolare originalità. Proprio la pulizia della regia e la fedeltà a un solido copione di genere (la vendetta, la disillusione) costituiscono i pregi del film. Van Cleef è, al solito, convincente come veterano duro e ambiguo; Gemma si limita a fare da comprimario, ma non sfigura.
Film che tramite una storia abbastanza semplice sviluppa in maniera unica il lato psicologico dei protagonisti e della vita dell'epoca, mettendo molta carne al fuoco. Il pregiudizio e l'ipocrisia di un mondo dove l'uomo è praticamente un cavernicolo vengono spiattellati senza filtri e ne risulta un film intenso e di spessore soprattutto nella prima parte, con un Van Cleef che sovrasta anche Gemma, un po' macchietta nel suo ruolo da reietto. Il finale tende a calare virando su situazioni classiche in maniera troppo netta.
MEMORABILE: Van Cleef fantastico: potrebbe recitare anche senza battute, grazie al suo sguardo.
È certamente uno dei migliori esempi di spaghetti-western. Manca l'epicità di altri esempi del genere e anche la violenza è tutto sommato centellinata; ma il film è sorretto da un'ottima sceneggiatura (pur con una lieve flessione nel finale), un buon livello recitativo, un ottimo ritmo (anch'esso calante nel finale) e una grande colonna sonora di Riz Ortolani. Qua e là qualche momento filosofico che non guasta. Giuliano Gemma accanto a Lee Van Cleef sfigura un po'.
Un ragazzo vessato da tutti nel suo villaggio viene incoraggiato a ribellarsi da uno spietato pistolero pronto a riprendersi un grande bottino. La coppia Gemma-Cleef (soprattutto il secondo) fa faville in questo spaghetti western i cui dialoghi sono vere e proprie sentenze. La trasformazione caratteriale dei protagonisti è resa molto bene, così come impeccabili sono i personaggi secondari. Valerii dimostra di saperci fare alla grande confezionando un'opera che ha fatto la storia del cinema di genere degli anni '60.
MEMORABILE: Il duello a cavallo e le "lezioni" impartite da Lee van Cleef a Gemma.
Derivativo rispetto agli stilemi dello spaghetti western (già dai titoli di testa) ma capace di innestare sul rapporto Van Cleef - Gemma una trama interessante e ben articolata, in cui mutano continuamente i rapporti di forza. Certo, Gemma pare imparare tutto troppo in fretta e infatti la prima ora di proiezione risulta più credibile e spassosa. Ortolani indovina il main theme ma poco gli altri motivi. Le location sono curate e c'è anche un saloon dall'esterno molto kitsch, con le pistole a mo' di colonna che richiamano le statuette hollywoodiane..
MEMORABILE: Le disquisizioni tecniche sulle pistole.
Tutti in piedi per questo stupendo spaghetti, con una eccezionale fotografia, l'incalzante commento sonoro del maestro Ortolani e le due magnifiche interpretazioni del mostro sacro Lee Van Cleef e del commovente Giuliano Gemma. Lo spessore psicologico nell'analisi della vendetta del reietto e la maschera enigmatica del pistolero dal passato ingombrante sono il sale della pellicola del buon Valerii, vero cult del genere, che rivista oggi ha il sapore di una bottiglia di Porto invecchiata bene.
Tipico spaghetti western il cui limite principale è la risaputezza della storia: un giovane deriso da tutti incontra il maturo pistolero che gli farà da maestro. Va da sé che seguono iniziazione, maturazione, presa di coscienza e scontro finale tra vecchio e nuovo. Difficile quindi appassionarsi a una vicenda che sa ampiamente di già visto in ogni suo risvolto. Per fortuna la regia non sbaglia un colpo e le facce sono quelle giuste, con attori diretti con mestiere. Musiche funzionali. Non indimenticabile, ma ben costruito.
Lee van Cleef prende il sopravvento sull’ottimo Gemma per l’interpretazione eccelsa di un pistolero estremamente controverso ma di sicura concretezza nel suo agire. L’altro è un ex “Cenerentolo” che diventa cattivo, salvo poi rientrare nei ranghi, forse in maniera un po’ irrazionale. Film lungo, ben diretto e dotato dei mezzi necessari e con gli attori giusti, per le loro parti. Violento ma non eccessivo, elabora bene i personaggi e meno la vicenda, complessivamente elementare e senza colpi di scena particolari. Finale prevedibile, ma nel quale sarà la morte la vera vincitrice.
MEMORABILE: L'espediente nel duello a cavallo; Il camion dei vigili del fuoco; La pistola "diversa".
Western con tante sfaccettatre psicologiche ma soprattutto una grande intetrpretazione da parte di Giuliano Gemma, prima timido oggetto di scherno e poi pistolero che fa i conti con chi gli ha cambiato la vita, credibile in entrambi i ruoli. Ottimi anche i personaggi di contorno, tra i quali Andrea Bosic razzista padrone del saloon e Romano Puppo con la sua solita aria da cattivo.
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Pubblicato in Italia da Medusa, vantava già un'edizione giapponese. Noi consigliamo tuttavia l'americana Wild East, la cui collezione western è ricchissima e assai curata, ma (purtroppo) senza mai l'audio italiano. Con una sola eccezione, appunto il film di Valerii (titolo USA Day of anger), ottima copia in italiano, con intervista a Gemma e una bella documentazione sui set d'Almeria ieri e oggi
In alcune fonti il nome di battesimo di Gazzolo, fratellastro di Nando e figlio di Lauro, noti attori-doppiatori, viene riportato Virgilio, in altre Virginio!
Nota Bene: singolarissimo doppiaggio, con doppiatori C.D.C. e S.A.S. insieme! Un po' come accadrà, ma in maniera molto più evidente, nel bellico Tora! Tora! Tora! (dove i giapponesi sono doppiati dalla S.A.S. e gli americani dalla C.D. !).
Ma questo significa che hanno prima hanno doppiato parte del film da una parte o poi l'altra parte in altro luogo?
No, no, per carità! Vuol dire semplicemente che hanno doppiato in uno studio unico (che sò, Fono Roma, Cinefonico Palatino, C.D.S. o altrove) utilizzando doppiatori di entrambe le cooperative.
Diverso il caso di Il prigioniero della montagna di Trenker, ma se vuoi ne riparleremo altrove. A proposito: dato che me lo hai fatto venire in mente, magari lo inserisco, questo melodramma montano, lacuna davinottica, e magari qualche altra cosa di Trenker. Ho visto che tu hai inserito La grande conquista...
R.f.e. ebbe a dire: Diverso il caso di Il prigioniero della montagna di Trenker, ma se vuoi ne riparleremo altrove. A proposito: dato che me lo hai fatto venire in mente, magari lo inserisco, questo melodramma montano, lacuna davinottica, e magari qualche altra cosa di Trenker. Ho visto che tu hai inserito La grande conquista...
L'avevo visto da bimbo e mi aveva molto impressionato, così ho voluto riguardarlo.
+++
Grazie per l'immformazione.
RIZ ORTOLANI - "I GIORNI DELL'IRA" OST 45rpm RCA ITALIANA PM45 3433 (1967)
I GIORNI DELL'IRA / FINO ALL 'ULTIMO COLPO ...7-inch, 45rpm OST singolo di RIZ ORTOLANI. Stampa originale italiana su etichetta RCA ITALIANA (PM45 3433) del 1967. Due fenomenali temi musicali spaghetti western da parte del nostrano arrangiatore di culto, presenti in una delle più rare e costose registrazioni di colonne sonore italiane. Entrambi i lati sono superbi esempi del genere con chitarra mod alla Mario Molino su orchestrazioni che si distinguono per la grande aggressività. Due temi assolutamente moderni e psichedelici, con sonorità influenzate distintamente dal jazz and beat. L'indimenticabile tema I GIORNI DELL'IRA è stato riusato da Tarantino in Kill Bill e in Django unchained. Il lato con FINO ALL'ULTIMO COLPO è un po' più downtempo e groovy.
Dal 4 Giugno 2013 in DVD per Mustang Entertainment.
HomevideoPol • 20/05/17 17:01 Servizio caffè - 185 interventi
Visionato il blu ray Arrow Video, video ottimo ma audio italiano molto intubato, bisogna sforzarsi assai per riuscire a capire i dialoghi... probabilmente c'è di meglio in giro.
CuriositàZender • 3/07/20 14:23 Capo scrivano - 48569 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: