Requiem per un gringo - Film (1968)

Western interessante ed insolito, con atmosfere gotiche e spettrali che ricordano quelle di Sentenza di morte: il bizzarro protagonista (Lang Jeffries) che sembra quasi ultraterreno. Originale anche l'idea di presentare le uccisioni in un resoconto in flashback. Tra i cattivi eccellono Gaddi e Sambrell. Buone le tenebrose musiche di Lavagnino.

Spaghetti western tanto strano quanto affascinante, presenta sicuramente delle ingenuità ma ha dalla sua molta originalità. A tratti verte anche sul mistico col protagonista che pare avere il dono dello sdoppiamento, un po' come succedeva in Django il bastardo. Notevole il poncho leopardato di Lang Jeffries. Frase da ricordare (rigorosamente in italiano su dei cadaveri impiccati: "Avviso: se allunghi troppo le orecchie ti si può allungare il collo"). Molto belle le caratterizzazioni dei personaggi, soprattutto i tre pistoleri di Porfirio.

Terribile western a predominanza ispanica, con l'ultimo quarto d'ora all'insegna del "se non lo vedi non ci credi". Acme del tutto il momento in cui si vede il personaggio di Gaddi, definito come assai intelligente, andare a cercare l'amata (che abita accanto a lui!) nel posto pìù assurdo, in mezzo ad una sorta di fumata vulcanica. Poi lascia basiti una serie di tremolanti zoom e controzoom, preludio ad un "deus ex machina" astronomico da fumetto per bimbi, le cui conseguenze di massa sono ancora più deliranti.

Non male, anche se con qualche riserva, questo western italo-spagnolo. Ha una sua connotazione che lo distingue dalla grande quantità di film analoghi dell'epoca. Nella scneggiatura c'è un po' di tutto, a volte anche troppo (non ultimo Jeffries che prevede uragani ed eclissi). Fernando Sancho è doppiato dal grande Carlo Romano, voce storica dei film western. Femi Benussi è sempre quella (c'è ma non si vede). In ogni caso l'ho rivisto volentieri.

Tentativo non proprio riusciuscito di western metafisico. La messa in scena è quasi rozza e gli errori anche grossolani di regia sono numerosi. Il protagonista sembra (è?) imbambolato oltremisura. Tuttavia l'ho seguito sino alla fine senza noia e anzi con una certa curiosità. Insomma, non è un cult ma nemmeno è da buttare e almeno risulta diverso da certa massa di b-western del periodo, tutti uguali e con trame inesistenti o, peggio, fatti solo di risse e sparatorie.