Orfani della star Sean Connery, i produttori della saga di James Bond decidono di rimpiazzarlo con uno sconosciuto attore australiano di bella presenza, alto e prestante. George Lazenby non ha il fascino canagliesco del suo predecessore (però è divertente quando nel prologo, piantato in asso da una ragazza, guarda in macchina e dice: “Non era mai successo a quello di prima!”), è molto più anonimo e ha lo sguardo intelligente ma troppo riflessivo. Non può essere un successore degno, per il pubblico e non lo sarà. Dopo il flop clamoroso di ON HER MAJESTY’S SECRET SERVICE il rientro di Connery sarà infatti inevitabile e il vero erede diventerà poi Roger Moore. Per questo sesto capitolo la...Leggi tutto storia prevede che Blofeld (un Terry Savalas eccellente che rileva il poco visto Donald Pleasence di SI VIVE SOLO DUE VOLTE) sia rifugiato sulla vetta delle Alpi svizzere, pronto a ricattare il mondo con armi batteriologiche. Bond si spaccia per uno specialista in araldica giunto lì per verificare le presunte origini nobili dell'uomo col gatto della SPECTRE (a cui questi tiene molto), ma verrà scoperto (non dopo essersi ripassato un paio di belle ragazzette collaboratrici inconsce di Blofeld, naturalmente). L'ambientazione montana, sulle nevi svizzere, è di rara suggestione e le allora non ancora inflazionatissime fughe pazze sugli sci hanno il loro bell’effetto (anche perché ben montate e girate dall'abile Peter Hunt), per non parlare del vertiginoso finale sui bob, ancora più spettacolare. La trama è semplice e piuttosto risaputa, priva di spunti interessanti (checché ne dicano i bondologi, che la indicano tra le migliori), anche se vedere 007 sull'altare è un notevole colpo di scena. Lazenby in effetti appare più portato al sentimentalismo del cinico Connery e il drammatico epilogo spiazzerà gli appassionati. Un episodio curioso, isolato, interminabile (2h20’!), con un protagonista non così inadeguato come si dice in giro.
Un bel film con un interprete sbagliato. È infatti uno dei Bond migliori. La sceneggiatura è avvincente, le sequenze d'azione spettacolari e ben girate (e senza esagerazioni di sorta), le location suggestive con le solite scenografie spettacolari di Ken Adam (si veda il rifugio sulla neve del cattivo, ben interpretato da Savalas). Purtroppo le sorti del film sono rette da un inteprete palesemente inadatto, assolutamente privo del carisma di Connery. Con lui sarebbe stato tutto un altro film.
La saga di Bond non ha fatto bene ad alcuno dei protagonisti, rimasti imprigionati nel ruolo (pure Connery ne uscì dopo anni). Lazenby ne ebbe la carriera stroncata; e non per colpa sua, dacché a parte una certa legnosità del tratto, personalmente trovo questo Bond impersonato assai bene. Al confronto con Savalas non stona e pure le scene piccanti sono affrontate con la giusta misura. Il film è obiettivamente noioso; non tanto per la sceneggiatura quanto per la regia, che ha imperdonabilmente piazzato 45 minuti buoni di girato di troppo.
MEMORABILE: Lazenby, in gonnellino, che spiega l'araldica alle squinziette.
Non sono un Bond fan (cioè per me Bond è la mortificazione del maschio), quindi questo per me è il migliore dei Bond. Indubbio che Connery è perfetto e che Lazenby è un provolone, ma tutta la storia, le location, le scene d'azione (vedi quella dell'orologio o il finale sulle nevi), le musiche magnifiche (e senza una canzone nei titoli ma con Armstrong nella parentesi d'amore) sono ai massimi della serie. Magnifica la Rigg sexy e sveglia. Un must la cena con le bellone. Savalas è il Blofeld migliore.
MEMORABILE: La partita di curling; le scappatelle notturne a Piz Gloria; "Caviale Beluga, mar Caspio del Volga" mangiando un crostino dopo aver menato un sicario.
Diciamolo subito: un ottimo film rovinato dalla scelta dell'attore principale. George Lazenby, che non me ne voglia, come James Bond sfigura un po'. Poi il cattivo di turno è lo stupendo Telly Savalas, la donna di Bond una bellissima Diana Rigg, ci sono la Maxwell e il nostro Ferzetti. Ottimo il finale, amarissimo, il più tragico della saga, un vero e proprio pugno nello stomaco. Bello, ma interprete principale molto sciapo.
Come film non è male perché la scenografia si presenta più fluida rispetto allo standard bondiano, c'è un tono sentimentale meno finto del solito e un finale consistente. Come Bond invece non funziona, perché Lazenby non aveva lo charme adatto (e fu anche supponente sul set presentandosi più volte in ritardo o, diciamo, allegrotto). Da notare Savalas come cattivo e buone figure femminili, a cominciare dalla brava Diana Rigg.
George Lazenby ha avuto la sfortuna d'impersonare 007 negli anni in cui solo Sean Connery poteva farlo, eppure il film che ha interpretato è fra i migliori di sempre. La storia è molto buona, i colpi di scena non mancano, Telly Savalas è un ottimo Blofeld e Diana Rigg come Bond girl non rinnega i suoi trascorsi da Emma Peel (vedi la scena dove mette fuori combattimento due soldati del cattivo a colpi di karate). Peccato che Sean Connery non l'abbia interpretato, perché un Bond così fragile ed umano recitato da lui sarebbe stato da oscar.
MEMORABILE: Lazenby che si fa scappare Diana Rigg (Emma Peel in Agente Speciale) nel prologo sulla spiaggia e che dice: Non era mai successo a quello di prima.
Davvero un bel film, ingiustamente sottovalutato, tratto da uno dei migliori libri di Fleming (forse addirittura il migliore). Lazenby non regge il confronto con Connery ma è più che passabile, la trama e la caratterizzazione di Bond sono tra le più aderenti a quelle dei romanzi (ironico e donnaiolo sì, ma anche sensibile). Splendida la colonna sonora, con il famoso pezzo di Armstrong in bell'evidenza, tanto per sottolineare la svolta 'sentimentale' di Bond. Da vedere.
MEMORABILE: "Non era mai successo a quello di prima".
Non è vero che sia un brutto film, anzi probabilmente è uno dei Bond migliori della vecchia serie, tratto da uno dei romanzi più riusciti di Fleming. Semmai è l'interprete a non essere a suo agio e a pagare lo scotto del confronto con Connery. Ormai da antologia le sequenze ambientate sul Piz Gloria e le spericolate scene d'inseguimento sugli sci (le migliori mai filmate sino ad allora, orchestrate dal campione Willie Bogner). Gli interpreti inizialmente previsti erano Connery, Julie Christie e Yul Brynner: chissà cosa ne sarebbe venuto fuori!
Uno dei migliori Bond. Sicuramente il miglior romanzo di Fleming. La storia è la più avvincente, il cattivo interpretato da Savalas è memorabile, Diana Rigg è bellissima e tiene testa con grande eleganza al protagonista interpretato da un legnoso ma efficace Lazenby molto vicino al Bond dei romanzi. Connery avrebbe dato spessore ben diverso al suo ruolo ma tutto il resto funziona, dagli stupendi titoli di testa alla colonna sonora passando per scene d'azione incredibili per gli anni in cui sono state girate.
Uno dei miei preferiti 007 nonchè uno dei migliori della serie, se si escludono alcuni di quelli interpretati da Sean Connery e gli ultimi due con Daniel Craig. Avventura, scene spettacolari mozzafiato sulla neve, modelle bellissime e uno script travolgente. Gli anni sessanta imperano e i settanta sono all'orizzonte. Unico neo: un'interprete anonimo.
Il più sottostimato Bond della serie. Eppure non è così malvagio, anzi. Trovo ottime le ambientazioni, la storia e le luccicanti fanciulle. Con una Diana Rigg che dopo Avengers mantiene intatto tutto il suo fascino. Lazenby è stato accusato forse ingiustamente di essere impersonale: non è certo il massimo del fascino ma non è poi così inadeguato. Da riscoprire.
Nella sua unica volta da 007 Lazenby riesce a dare al suo personaggio un'apprezzabile interpretazione non sfigurando con il suo predecessore e regalandoci un Bond pure dedito ai sentimenti. Per il resto l'avventura che culmina sulle nevi svizzere è congegnata come al solito con ridondanza di azione e scene spettacolari. Piacciono Savalas cattivo di turno e Ferzetti pragmatico.
Non sono certo un bondofilo, ma questo film non mi è per nulla dispiaciuto. Pur nella sua fantasia, è molto più credibile, e di conseguenza cartesianamente accettabile, di altre opere della saga. Il problema fu, lo si sa, l'interprete principale, chiamato ad assolvere un compito probabilmente impossibile per chiunque. Spettacolarmente bella la Rigg e divertentissimo il peregrinare di Bond nelle vesti di esperto di araldica. Debole il finale, non solo perché scontato. Vanto tricolore la presenza di Ferzetti.
Quasi ottimo, non fosse per un unico, inevitabile neo: l'assenza di Connery, qui sostituito da un Lazenby non proprio esaltante. E se la prima parte è abbastanza convenzionale, il film ingrana pienamente da quando si passa in Svizzera dove è possibile gustarsi anche delle splendide scenografie firmate da Ken Adam. Combattimenti "secchi", più sobri e meno pagliacceschi del solito. Finale amaro come il fiele e pur se prevedibile, pienamente riuscito. Notevole l'harem di belle ragazze: la mia preferenza va alla Rigg.
MEMORABILE: All'inizio Lazenby afferma: "All'altro non era mai successo". Le scenografie di Ken Adam.
Connery viene rimpiazzato da un Lazenby che non è male ma non può competere col suo predecessore. Novità anche per la regia, alla quale vediamo un Hunt esordiente – finora era stato un tecnico della saga –, che non fa un'impeccabile lavoro ma neanche terribile (terribili, invece, sono le scene di azione). La sceneggiatura non è delle più avvincenti e la durata della pellicola è eccessiva. Tuttavia la sufficienza è conquistata grazie a spettacolari sequenze sulla neve, una Bond girl con personalità e uno strabiliante colpo di scena finale.
MEMORABILE: Il modo in cui James Bond fuoriesce dalla stanza degli ingranaggi della funivia; Le sequenze con Bond sugli sci.
Uno dei Bond migliori mai scritti: ricco d'azione, con personaggi ben strutturati e un protagonista molto più umano del solito. Peccato che sia affidato a Lazenby, non male per la parte ma sfortunato a essere capitato dopo Connery. Savalas è probabilmente uno dei cinque migliori villain della saga e la Rigg una Bond girl molto più reale e meno frivola delle altre. Ci si diverte molto; buona la regia e ritmo forsennato.
Meno inadatto di quel che ho letto, questo Lazenby. Hippie sfrontato che ottiene la parte in modo rocambolesco (ma diventa ingestibile e non si può tenere oltre questo film), imprime a Bond il suo carattere raccogliendo una pesantissima eredità. Non è spigliato come Connery, ma viene sostenuto da un'ottima comprimaria (la bellissima Diana Rigg) e da una buona sceneggiatura che lo rende il più romantico dei primi 007. Di grande impatto anche le scene d'azione e le riprese pericolose in elicottero sugli inseguimenti con gli sci.
MEMORABILE: Il lancio del cappello a miss Moneypenny
Un Bond interpretato con difficoltà, con l'impressione che si sia voluto fare di tutto per farlo somigliare a Connery: l'attore è identico o quasi preso di spalle e di profilo parziale, stessi movimenti, pettinatura e doppiatore italiano, presentato nei primi minuti del film con cautela per non turbare troppo il pubblico. Meno tecnologico dei precedenti, ha una scenografia a tratti interessante, ma non troppo e per le location si è visto di meglio. Ottime alcune sequenze che ravvivano un film in generale piuttosto lento. Savalas ottimo.
MEMORABILE: Le pazienti del dott. Blofeld; Il volo alla Will Coyote nel precipizio; L'omino fatto a frattaglie dallo spazzaneve; La valanga.
I puristi di Bond ovviamente hanno storto il naso innanzi a Lazenby, meteora del cinema e incerto James Bond eppure, appurato che la sceneggiatura è una delle migliori di tutta la serie, è innegabile che per riavere la fisicità donata da Lazenby a 007, soprattutto negli scontri corpo a corpo che qui abbondano, bisognerà aspettare Craig per oltre 40 anni. Né Connery né tantomeno Brosnan, Dalton o Moore riusciranno a essere così efficaci nelle scene di lotta. Eppoi c'è il finale fuori dai canoni e va apprezzato per il coraggio della scelta.
Il film di per sé non è malaccio, ma dopo Sean Connery ritrovarci con il "tale" Lazenby fu una catinellata d'acqua in faccia. Che ne avrebbe detto il vecchio Ian Fleming, che paragonava Connery a un operaio? che Lazenby aveva la faccia da minatore vestito da festa? Naturalmente il film è stato rivalutato da noi italiani di buon cuore.
E' incontestabile, Lazerby non ha il carisma di Connery e neppure l'eleganza autoironica di Moore, però ci sono altri elementi che elevano il film sopra la media: l'ambientazione molto affascinante sulle alpi svizzere, scene d'azione ben girate, una trama non troppo lambiccata, un cattivo convincenti come Savalas e soprattutto la meravigliosa Diana Rigg - donna e non bond girl intercambiabile - alla cui presenza è legato l'epilogo forse più bello di tutta la saga pur nella sua fatale "necessità" narrativa, ben diverso da quelli gaudenti e scopaioli abituali.
James Bond tenta di sventare il piano di Blofeld di condizionare il mondo diffondendo virus. Primo 007 senza Sean Connery, sostituito da un Lazenby atletico ma poco sicuro di sé. Convincente invece Savalas nel ruolo di Blofeld. Il film è prolisso, con diverse sequenze superflue. La vera consistenza adrenalinica da 007 emerge nel finale (nelle belle scene tra le montagne svizzere) ma è tardi per togliere l'etichetta di noioso. La tecnologia è assente ma c’è un elemento atipico per la serie: il sentimento, con Diana Rigg prima Bond-woman.
Uno dei migliori della saga, nonostante l'assenza di Connery. Lazenby fu prontamente sostituito perché poco piacque, eppure per me aveva classe, eleganza, stile e sobrietà. La trama è avvincente e più romantica, rispetto agli altri. In un certo senso ho trovato diverse analogie con Skyfall, perché il film è più incentrato sul lato umano di James anziché sull'intrepido agente segreto che usa astrusi congegni. Molte bellissime donne, ognuna con una propria caratteristica fisica e caratteriale e un'ambientazione ricercata e originale.
Con diverse citazioni dagli 007 precedenti si tenta di facilitare l'inserimento di un nuovo attore al posto dell'insostituibile capostipite Sean Connery. Che ci fosse stato di meglio di Lazenby forse è vero, ma non funziona poi tanto male questo nuovo agente con licenza di uccidere, che sostituisce l'eccessiva ironia con più umanità. Per contro il film è molto godibile: un buon romanzo all'origine, una buona sceneggiatura, ottimi comprimari ed efficaci scenografie. Le scene sulla neve si possono considerare vicine alla perfezione. Apprezzabile il finale.
Per la prima volta senza Sean Connery e purtroppo Lazenby non riesce a eguagliare il fascino del suo predecessore, come non riuscirà a eguagliare quello del suo successore Moore; risulta infatti essere poco a suo agio nel personaggio, troppo marmoreo e 9nespressivo. Il film poi è un po' troppo lento, si rialza solo nella parte finale ma è tardi. Atipico episodio della serie con un finale piuttosto strano per un film di 007. Assolutamente non brutto, ma tra i meno memorabili della saga.
Romanticismo tragico per James Bond. Se si prova a fare l'esperimento mentale di immaginarlo con Sean Connery o Roger Moore il film è superbo; ma attenzione, è bello anche così: George Lazenby non sfigura del tutto, il suo compito è arduo ma la faccia tipicamente britannica gli fa gioco. Solida tecnica registica (che nella seconda parte ha la sua apoteosi spettacolare); ambientazione preziosa; sceneggiatura scorrevole, irrobustita da personaggi ben disegnati (ottimo Savalas; stupenda e insolitamente polarizzata la Bond girl Diana Rigg).
Tra gli 007 senza Connery né Moore è senza dubbio uno dei migliori. La prima parte non è granché: lenta, con poco mordente. Entrato in scena l'ottimo Telly Savalas, che come sempre fa la parte dell'antagonista e la fa bene, il film cambia registro: molta azione, ottime scene acrobatiche su sci, auto e via dicendo. Ottime le ambientazioni; in sintesi: difetti pochi e pregi tanti.
MEMORABILE: 007 entra non invitato a una gara di automobili.
L'Aston Martin, lo smoking, il portasigarette: nel prologo il volto di Lazenby ci viene sapientemente svelato poco a poco, introdotto dai suoi paraphernalia; il problema è che anche dopo si continua a guardarlo senza vederlo, o meglio vedendo qualcun altro al posto suo. Essere il primo 007 dopo Sean Connery sarebbe stata una maledizione per chiunque e tanto basta ad accordare un applauso di incoraggiamento a chi è costretto ad esordire con la frase "a quello di prima non sarebbe mai successo!". Eccezionali Savalas, Ferzetti e - come sempre - le musiche di Barry: nonmaledopotutto, no?
Sostituire Connery sarebbe stato un banco di prova impegnativo per chiunque, a maggior ragione lo fu per lo sconosciuto Lazenby. Eppure, nonostante una certa lentezza accentuata dalla durata eccessiva, il film non è male: vanta un bel cast di contorno (la Rigg rimarrà la Bond girl di maggior spessore), sequenze d'azione ben girate, un pizzico di realismo in più, e soprattutto quel finale che all'epoca deve aver lasciato tutti a bocca aperta. Per qualcuno il più debole della saga, per altri un capolavoro incompreso; probabilmente né l'uno né l'altro, ma sicuramente un unicum.
Inspiegabilmente il "Bond" meno fortunato, meno pubblicizzato e meno conosciuto. Realmente un gioiellino, con location di rara bellezza e tutti i topoi dei film di Bond: avventura, intrighi, belle donne, belle auto, azione. Lazenby (che bondisticamente parlando fa la figura del signor nessuno agli occhi dei piu giovani e dei meno attenti) offre una prestazione del tutto soddisfacente, per nulla banale. Memorabile.
Uno dei migliori 007 grazie a una trama (pur non eccelsa) abbastanza equilibrata, che riesce a mischiare azione (mai eccessiva, però) ad umorismo. Il prezzo che ha da pagare la pellicola è il cambio di attore protagonista: Lazenby non è certo Connery; e dato che è la prima volta che Bond non viene impersonato dal celebre attore scozzese, lo spettatore non può che rimanere spiacevolmente spiazzato dalla cosa. Bisogna però dare a Lazenby ciò che è di Lazenby, il quale non è affatto malaccio. Anche la sceneggiatura gli dona tocchi umani, distanti da quelli dei film precedenti.
MEMORABILE: "A quello precedente non era mai successo".
Non sarà l’iconico Connery ma Lazenby supplisce egregiamente, dopo un inevitabile incipit autoironico, prima di lanciarsi contro la Spectre e la sua nuova roboante minaccia batteriologica (la sceneggiatura spy-story sembra qui più compatta e precisa del solito), a suon di scazzottate in una nuova location esotica: le Alpi innevate, notevolmente fotografate e sfruttate narrativamente, con buon ritmo action. Inevitabile anche il coté sentimental-erotico (le allusioni sessuali si sprecano) con evoluzioni inattese. Gradevole.
La spettacolarità delle sequenze d’azione non manca, ma questa volta almeno non esagera e il beneficio è subito evidente. La sceneggiatura, per quanto non brilli per originalità, appare più quadrata e subisce soltanto le tappe obbligate a cui il personaggio non sembra possa fare a meno. Il dazio più pesante, invece, coincide con un minutaggio eccessivo che soffoca e opprime le idee buone di cui si fregia. Sembra non finire mai e la conseguenza immediata è una sconnessione con quanto sta accadendo sullo schermo. L’assenza di Connery smuove poco perché Lazenby se la cava bene.
Poteva essere un interessante rinnovamento dopo due episodi non molto soddisfacenti, mentre ci si limita purtroppo all'ordinaria amministrazione. Lazenby risulta non del tutto inadeguato ma troppo anonimo e inespressivo, rispetto sl carismatico Connery. La regia di Peter Hunt è tutto sommato discreta e la trama piuttosto credibile, se confrontata a quella di altri episodi, ma di una semplicità incredibile. Inoltre il film è tirato avanti con una lentezza disarmante e penalizzato da una durata decisamente eccessiva. A conti fatti un episodio nella media ma per niente memorabile.
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HomevideoXtron • 4/03/12 10:04 Servizio caffè - 2200 interventi
L'edizione MGM The best edition 2 DVD ha una durata di 2h16m21s
Visto ora. Niente male.
Due cose.
1) Ferzetti, in elicottero, parla di alluvione a ROVIGO. Qualcuno mi può dire se parla di Rovigo anche nell'edizione originale?
2) Segnalo che Savalas, qando parla con la Rigg, ha un certo punto cambia doppiatore, perchè non ha per qualche secondo la voce di Turi.
Vidi parecchi anni fa tutti i Bond di Connery e Roger Moore, oltre che a questo. Premettendo che non ricordo quasi nulla, mi parve in effetti un film molto valido (il protagonista lo conoscevo già grazie al film di Lado e sapevo cosa aspettarmi). Insieme a Thunderball, Goldfinger, La spia che mi amava e Solo per i tuoi occhi fu il capitolo che mi colpì di più. Al contrario grande delusione per Dalla Russia con amore e L'uomo con la pistola d'oro.
Io li ho visti tutti, anche per me è il migliore, (se si escludono i recenti Casino Royale e Skyfall con Craig), seguito pari passo da Moonraker e Thunderball.
B. Legnani ebbe a dire: Visto ora. Niente male.
Due cose.
1) Ferzetti, in elicottero, parla di alluvione a ROVIGO. Qualcuno mi può dire se parla di Rovigo anche nell'edizione originale?
2) Segnalo che Savalas, qando parla con la Rigg, ha un certo punto cambia doppiatore, perchè non ha per qualche secondo la voce di Turi.
Ferzetti doppiato tra l'altro da Alessandro Sperli.