Per leggerezza, humor e senso dell'assurdo, "Agente speciale" resta la chicca della fiction televisiva britannica e, tout court, il mio telefilm preferito. L'humor e l'eleganza ammantata da Pierre Cardin di Macnee e la bellezza soave e sorridente di Diana Rigg restano intatte in anni e anni e visioni su visioni. Neanche spero che in Italia possa mai esistere un prodotto tv almeno simile, specie per i nostri attori.
MEMORABILE: La sigla di testa, semplicissima e sofisticatissima.
Serie televisiva inglese di culto, che da noi conta dalla quarta stagione in poi, cioè dall'ingresso di Diana Rigg, la signora Emma Peel. L'agente John Steed, in bombetta, ombrello truccato e doppiopetto, affronta i peggiori criminali e le spie più stravaganti affiancato da belle donne, che nell'arte dell'auto-difesa sanno il fatto loro. Quel che mi piaceva è che Steed dava spazio alle sue partner, riservandosi quasi sempre un ruolo marginale ed intervendo soprattutto alla fine. Indimenticabile Diana Rigg, in tutine aderenti e colorate. Mito.
MEMORABILE: Emma Peel, vestita come un'odalisca araba, affronta un killer che sta cercando d'uccidere un principe, dopo aver eseguito la danza dei sette veli.
Serie tv stracult. Visionario, lisergico, surreale, ironico, divertente e stramaledettamente "english". Da segnalare (anche perché non c'è traccia delle prime) la quarta stagione ancora in bianco e nero e la quinta. Al nostro impeccabile John Steed, mai senza bombetta e ombrello, si affianca la bellissima Emma Peel che, coi suoi costumini attillati spesso in pelle, fece moda negli anni '60. Complicità che raggiunge il top nella quinta serie. La sesta ancora buona, con Tara King, ma inferiore alle precedenti. Imperdibile.
Come non apprezzare una serie in cui, contrariamente a quanto avviene solitamente, la coprotagonista femminile non ha un ruolo subordinato e/o ancillare ma mena di brutto?
Certo, talvolta l'intervento di Steed (o del suo ombrello) si rivela decisivo, ma buona parte del lavoro sporco lo fa lei, Emma Peel, splendida con le movenze eleganti e sinuose di Diana Rigg, meno in quelle di Tara King, mentre è purtroppo impossibile il confronto con Honor Blackman). Serie raffinata, imbevuta di ironia, ricca di trovate surreali, con scenografie che spesso sembrano opere d'arte pop: intramontabile cult.
Leggendaria serie tv molto camp, che a distanza di decenni ha conservato uno smalto splendido. Ignorando nobilmente la verosimiglianza, i telefilm ci portano tra gotico e fantascienza; siamo in ansia per la sorte della signora Peel, ma sappiamo che un attimo prima della catastrofe Steed giungerà, senza fretta apparente e con il sorriso sulle labbra. Garbo e ironia a profusione, offerti dagli straordinari protagonisti (e da ottime guest stars) assai ben doppiati, e accompagnati da bellissime musiche. Un cult.
MEMORABILE: L'abbigliamento dei protagonisti, accessori inclusi e le loro auto.
Supercult e supercool per gli anglofili e gli amanti dello spy-fi. Serie che rivoluzionò il genere grazie alle storie permeate di una levità surrealista e di tocchi glamour ancora inarrivati. Steed-Macnee, nelle sue divise Cardin, rimane l’uomo meglio vestito della storia (una spanna sopra tutti i Bond) e la Peel-Rigg non è da meno come icona di simpatia e stile. Dispiace solo non aver visto in Italia le prime stagioni con Honor Blackman.
MEMORABILE: La sigla; Il capo del servizio segreto "Mamma".
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esiste un sito in italiano dedicato ad Agente speciale, con molti riferimenti anche ad un sito britannico
http://www.avengers.it/ saluti
Discussione124c • 26/06/15 17:39 Contatti col mondo - 5193 interventi
EW' morto Patrick MacNee, indimenticabile ed impeccabile agente inglese in bombetta, amante del buon vino e delle belle donne.
DiscussioneZender • 26/06/15 17:52 Capo scrivano - 48839 interventi
124c, va sempre scritto nella discussione del più recente titolo inserito sul davinotti in cui l'attore compare. E infatti è già stato scritto ampiamente, della morte.
La sigla iniziale della quarta e quinta stagione, facilmente reperibile su internet (in inglese il titolo era "The Avengers", cercare John Steed per evitare confuzioni con la Marvel), proponeva una gustosa parodia della famosa camminata di James Bond con l'inquadratura dal punto di vista della canna della pistola (sequenza ch'era protetta da copyright). Nella parodia, l'Agente Speciale Steed cammina lentamente da sinistra verso destra, coperto da due bicchieri di cristallo... si vede una pistola e si sente uno sparo, ma in realtà è stata stappata una bottiglia di spumante dalla sempre inarrestabile Emma Peel... purtroppo poi si prosegue con alcuni movimenti da silhouette di 007, che teoricamente dovrebbero esemplificare alcune mosse di lotta con le braccia o con l'ombrello ma che sembrano solo buffe (e semmai dimostrano quanto fossero importanti gli stuntman per le scene di lotta). Le musiche erano di Laurie Johnson (IMDB)