Caccia selvaggia - Film (1981)

Una lunga caccia all’uomo (Bronson), accusato ingiustamente di omicidio. I suoi inseguitori (un gruppo di Giubbe Rosse, ma non solo) vogliono tutti fargli la pelle e riscuotere la taglia, tranne il capo (Lee Marvin), un uomo vinto, che però trova in questa caccia una ragione di vita. Pellicola piuttosto dura (non risparmia botte e fucilate a tradimento), che scorre bene grazie anche agli attori (tutti convincenti) e a un Bronson (Rambo delle montagne e delle distese innevate canadesi) decisamente in parte. Buono.

Discreto action movie che ha anticipato di qualche anno film dall'impianto simile come Il fuggitivo con Harrison Ford. La spettacolarità del contesto naturale (il grande nord americano dello Yukon, splendidamente fotografato) aiuta la riuscita del film così come la presenza di due interpreti carismatici e molto adatti ai loro ruoli come Bronson e Lee Marvin che si fronteggiano degnamente in uno scontro leale e molto virile. Buone le sequenze d'azione per un film che non è un capolavoro ma appare molto godibile.

Secondo me uno dei Bronson migliori e meno fissati sul deprimente concetto della pura e semplice vendetta personale, girato in bellissimi scenari naturali e con suggestioni quasi londoniane (si veda l'inizio, quando Bronson salva il cane maltrattato). Azzeccati quasi tutti gli interpreti di contorno. Granitico ed efficace Lee Marvin, immagine speculare del protagonista Bronson (come in certe pellicole di guerra, con i comandanti dei due sommergibili nemici, che però si rispettano...). Un'ottimo film d'azione e avventura, da vedere.

Teso e avvincente film d'azione che mette in campo due superstar come Marvin e Bronson nel classico ruolo di inseguitore (il primo) e inseguito (il secondo). Bellissimi i paesaggi, ottime le interpretazioni loro e del resto del cast (c'è anche Apollo Creed) ed efficaci le scene d'azione. Ovviamente Marvin arriverà alla conclusione che Bronson non è colpevole di quello che gli viene imputato e la caccia all'uomo prenderà una piega diversa.

Altro western delle nevi tipo Zanna bianca o il Giubbe rosse di D'Amato che si fa ricordare solo per due motivi: la soluzione finale della vicenda e una certa anticipazione della struttura di Rambo, con una caccia all'uomo (parecchio monòtona e noiosa) tra una natura ostile. Per il resto funziona più come documentario con interminabili e alla lunga stancanti panoramiche di foreste e montagne imbiancate. Bronson fa il suo solito personaggio con meno voglia del solito, le sue battute si contano sulle dita di una mano. Gli altri non è che facciano meglio.

La frenetica caccia all'uomo in una natura splendida, ma che bisogna saper affrontare, può quasi passare in secondo piano, o comunque è solo la vicenda che chiama in campo due uomini (veri uomini) l'uno demotivato dopo molti anni di servizio ma leale e sempre capace di capire gli animi, al quale la conoscenza di una donna apre nuovi spiragli, l'altro duro, solitario, capace, al quale, forse proprio per la sua diversità, viene data una caccia ingiusta e spronata da una stampa in cerca di scoop. Scelta felice dei due protagonisti, al loro meglio.

Fra le montagne innevate del Canada, un cacciatore solitario è oggetto di una caccia all'uomo da parte di una posse di paesani guidata da alcune giubbe rosse... Pregevole pre-Rambo ghiacciato, vagamente ispirato ad una vicenda di cronaca, che trova la sua ragion d'essere nella splendida ambientazione e nel duello a distanza fra Marvin, poliziotto granitico dotato di un innato senso di giustizia, e Bronson, uomo innocente braccato che fa uso della violenza solo per autodifesa e perché costretto dalle circostanze. Un bel ruolo che lo riscatta da tanti altri giustizionalisti/forcaioli.

Ottima caccia all'uomo (sembra quasi un pre-Rambo) con gli straordinari Bronson e Marvin nuovamente insieme a sedici anni dal cult Quella sporca dozzina. Hunt, che veniva dal montaggio dei film di Bond, confeziona un prodotto ricco di azione e tensione, dal grande ritmo e sfruttando al meglio i bellissimi paesaggi del freddo nord. Un piccolo gioiellino da riscoprire.

Sorta di proto-Rambo in salsa western montana, è un lavoro solido che può contare su location altamente suggestive, oltre naturalmente alle prove di giganti del calibro di Bronson e Marvin; anche Weather, Lauter e la Dickinson comunque non deludono nemmeno stavolta. Certo, lo script è abbastanza minimale; la caccia del titolo dura praticamente l'intero film, con momenti più spettacolari e altri più atmosferici, e si segnala una certa violenza negli scontri. Resta un bel lavoro d'avventura che si fa seguire senza problemi, duro quanto basta e dalla buona ricostruzione d'epoca.

Avventuroso vecchio stampo in cui una certa ripetitività di fondo viene riscattata dalla grintosa regia di Hunt, bravo sia nel valorizzare gli splendidi scenari naturali canadesi che nell'innestare nel racconto buone dosi di una violenza realistica eppure mai fastidiosamente gratuita. Ottime prove di un laconico Bronson, che in mezzo a tanti ruoli di giustiziere stavolta è lui stesso il bersaglio della giustizia sommaria e di Marvin, poliziotto stanco e disilluso ma nient'affatto disposto ad assecondare gli istinti forcaioli dei suoi compaesani; sprecata invece la Dickinson.

Nemmen da richiamato dalla foresta, Bronson trova pace. Se mai un canis belli (Wick non ha brevettato alcunché) che gli garantisce distrettualità in solitaria, per poi fare armigero quadrato attorno ai suoi predatori da abominevole uomo delle nevi hunter-litteram o ante-deatheram. Ceppo del Rambo a venire, Hunt cabla il proprio cognome a titolo e plot di un film corposo e sanguigno ma dall'intermittente voltaggio, che cianciando troppo lesina sul tendere a dovere la fionda, facendosi tuttavia benvolere e ricordare per la maestosità di location e riprese aeree coniugate a meraviglia.