il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

PROFESSIONE VACANZE
episodi e curiosità
ENTRA
361691 commenti | 68691 titoli | 27055 Location | 14279 Volti

Streaming: pagine dedicate

Location Zone

  • Film: Fontana di Trevi (1960)
  • Luogo del film: La villa del finto zio di Roberto (Rojo), dove questi porta (solamente fino all'ingresso) Dolores (V
  • Luogo reale: Via Appia Antica 219, Roma, Roma
VEDI
  • Film: Blackout love (2021)
  • Luogo del film: La strada dove Valeria (Foglietta) si ferma a vomitare dopo aver salutato la coppia di amici
  • Luogo reale: Via Carlo Emanuele I, Roma, Roma
VEDI
  CINEPROSPETTIVE

ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Olga Gorgoni

    Olga Gorgoni

  • Enzo Saponara

    Enzo Saponara

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Rocchiola
I fratelli Logan, emarginati e afflitti da sfiga congenita, decidono di riscattarsi rapinando il caveau di un celebre autodromo. Ma l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Soderbergh torna sul grande schermo e in una sorta di ribaltamento dei rapinatori cool della serie Ocean, racconta la rivincita del proletariato contro la prepotenza dei potenti. Commedia dai toni amari, malgrado un lieto fine un po' scontato, che getta uno sguardo sull'America di Trump riuscendo a intrattenere con gusto e intelligenza. Buon ritmo, ottime caratterizzazioni (Craig biondo ossigenato su tutti).
Commento di: Diamond
Thriller d'indagine (in parte insolito) a firma di un Nolan che sfrutta bene la bellissima ambientazione e due grandi (e bravissimi) attori. Purtroppo però la storia non decolla e la narrazione è priva di mordente, avanza in maniera spesso scontata e si conclude con un finale canonico che poco convince. L'ottima fotografia, la valida confezione e i due eccellenti protagonisti non bastano per elevare la pellicola.
Commento di: Gold cult
Situazione semplice ma tra le più efficaci ed esilaranti, per il duo: Tra le mura domestiche, il tronfio padrone di casa Ollio, succube di una moglie autoritaria in barba al patriarcato, chiama in aiuto il compare Stanlio, scapolo e bonaccione, per mettere un po' d'ordine dopo una notte di bagordi, col risultato di demolire poco a poco la casa, man mano che procedono nell'intento. Una comica dal ritmo vorticoso, che in venti minuti propone una valanga di gag senza soluzione di continuità, per nostro sommo gaudio. Per una volta riuscito il finale iperbolicamente surreale. Eccezionale.
Commento di: Teddy
Piccolo e scombiccherato tv-movie, si accende quando si inerpica dentro le paure interiorizzate e si spenge - come un vecchio interruttore - di fronte ai facili cliché e all’orrore materico. Bava procede a gamba tesa sul binario del nonsense più innocuo e delirante, ma le atmosfere da fiaba nera, l’incipit fulminante e la putrescente seduzione della location sono assi nella manica. C’è in giro di peggio.
Commento di: Enzus79
Il ritorno di Joker sul grande schermo. L'incontro con Harley Quinn nell'ospedale psichiatrico sarà fonte di disavventure. Versione musical, ed è questo che delude un po'. Molto introspettivo, spesso rasenta la tristezza. Joaquin Phoenix offre (ancora una volta) una grandissima interpretazione. Buon film, ma ci si aspettava molto di più. Finale discutibile, mediocri le canzoni.
Commento di: Daniela
Nella speranza di poter "guarire" dai propri impulsi omicidi, un serial killer sequestra il proprio psicanalista... Quasi interamente ambientata in una stanza e basata su dialoghi, una serie tv dalla trama originale con un grande Carell nei panni di un uomo empatico che cerca nonostante tutto di fare il proprio mestiere e nello stesso tempo si interroga sulla propria vita e sui propri errori. Convincente Gleeson nel ruolo più stereotipato dello psicopatico. Qualche perplessità circa la definizione degli altri personaggi, riscattata dall'epilogo, bello e inaspettatamente commovente.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Quando il cinema affronta la Borsa e le relative stratificazioni d'investimento che si generano nell'ombra, il rischio è sempre quello di realizzare un film assai poco comprensibile alla massa, se non si adotta una sceneggiatura capace di individuare un filtro che traduca un mondo di cifre e numeri in frasi e concetti comprensibili anche ai non addetti i lavori. DUMB MONEY in questo senso non fa un grande sforzo, confinando il risultato in un mondo fitto di tecnicismi che possono attrarre piccoli e grandi risparmiatori, broker e trader, rischiando di alienarsi tuttavia le simpatie...Leggi tutto dell'uomo comune, che del grande disegno può cogliere solo qualche sagoma muoversi nella nebbia.

La storia da cui si parte è autentica, e racconta di una vera rivoluzione avvenuta in un campo dominato dai grandi investitori e gli hedge fund (i fondi speculativi), rappresentati in parte da un Seth Rogen misuratissimo nei panni di un colletto bianco capace di perdere fino a 6,8 miliardi di dollari senza troppo scomporsi. All'altro capo un "nerd" fin dall'apparenza, YouTuber per passione col nome di Roaring Kitty (il gatto che ruggisce). Si chiama Keith Gill (Dano), è sposato con un figlio e si è messo in testa una grande idea: rilanciare le azioni di un'azienda sull'orlo del fallimento, la GameStop. Cominciando a comprarne azioni su azioni rivitalizza il titolo grazie soprattutto ai piccoli risparmiatori che, seguendo le sue direttive e credendo in lui, fanno lo stesso portando il titolo a impennarsi. Ovviamente, intorno a questo, ruota un universo di personaggi provenienti dalle più disparate aree della finanza che tangenzialmente incrociano il fenomeno causato dall'imprevedibile crescere delle azioni GameStop, senza che si dimentichi di lasciare un po' di spazio all'uomo comune, il quale semplicemente compra immaginando che ciò possa portarlo a guadagnare.

Il film ci immerge in un gioco continuo di rimandi tra reale e virtuale dominato da collegamenti di ogni tipo, rimbalzi tra telefonini, social, trasmissioni, interviste a ritmi velocissimi, il tutto sostenuto da una colonna sonora incalzante. Ci si aggiunge anche un po' di quella volgarità che contraddistingue la nuova commedia americana e che al mondo della finanza si sposa bene da sempre, abbinabile facilmente al cinismo feroce dei "lupi di Wall Street". Il tempo, per i non addetti ai lavori, trascorre faticosamente tra l'instabilità dello short squeeze (il veritiginoso aumento di prezzo di un'azione), i movimenti per pararne l'esplosione (ma nemmeno troppi), qualche breve momento in famiglia e - dal momento che siamo in piena era Covid - un po' di mascherine e riferimenti vari a uno dei momenti più bui della nostra storia recente.

Nel complesso, in ogni caso, la godibilità del tutto è scarsa, ravvisabile solo a tratti, e il cast non è dei più memorabili, per cui anche il coinvolgimento nell'avventura è limitato, apprezzabile infinitamente di più da parte di chi questo tipo di ambiente lo frequenta abitualmente o lo bazzica per passione. Paul Dano è il protagonista, gli altri gli ruotano intorno occupando spazi minori (Seth Rogen si vede decisamente poco) senza mai troppo incidere, per quanto si intuisca la professionalità dell'operazione.

Chiudi
Il comune di Poggiostorto (siamo nel crotonese in realtà, tra Isola di Capo Rizzuto e Le Castella) si avvicina alle elezioni amministrative e il sindaco uscente, l'avvocato Spadafora (Calabretta), non ha ancora un candidato da sfidare. Pasquale (Salvi), un semplice cittadino, ne parla col figlio a tavola mentre seguono il telegiornale e questi, scherzando, sostiene che per cambiare qualcosa in paese ci vorrebbe qualcuno di diverso; qualcuno come... Rocco Loria (Marra). Papà ride: Rocco lo conoscono tutti, in paese; è un contadino un po' tardo che pensa alle sue pecore...Leggi tutto e non è certo dotato di eloquio forbito (tutt'altro!). Ma come si può anche solo pensare...

Pasquale però alla fine ci ripensa. Va a trovare Rocco e gliela butta lì: càndidati, sono sicuro che ce la puoi fare! Lui sorride divertito, ma la notte già sogna il bagno di pubblico mentre saluta con la fascia tricolore al petto i suoi elettori. Il giorno dopo, assistito da Pasquale e dal suo amico Saverio (Magurno), comincia a pensare alla proposta seriamente. Si fa per dire, ovvio, dal momento che il film è una di quelle commedie regionali che di serio non hanno nulla, giocate sull'atmosfera strapaesana di una location insolita ripresa in pieno sole, con il mare e lo splendido castello di fronte. Un clima conviviale, un protagonista (Marra) dall'aria simpatica e genuinamente allegra, buffo quando sbaglia le parole ed espone concetti semplici riconducibili al suo lavoro.

In città la candidatura di Rocco accoglie tiepidi entusiasmi, a dire il vero, ma con lui si schiera intanto la prorompente Carmela (Rettondini), che Pasquale da sempre guarda con cupidigia, decidendosi ad avvicinarla proprio sfruttando la comune campagna elettorale per quel buffo candidato. Nella stessa sono coinvolti anche il cugino (Tallura) di Rocco con la moglie malmostosa, appena scesi da Torino con la figlia, e il parroco del paese. Una varia umanità che si muove insieme al protagonista alla ricerca disperata di voti mentre l'avversario, l'avvocato Spadafora, guarda senza preoccupazione alcuna a chi dovrebbe impedirgli di riconfermarsi. Cionostante, qualcosa per informarsi sulle mosse di Rocco la fa anche lui, mobilitando i suoi scagnozzi e pure una bellona col compito di carpirne i piani.

Ancora qualche figura di secondo piano che occhieggia qua e là (il maresciallo dei carabinieri interpretato da Martufello, autentica guest star, visto un cast non troppo folto di volti noti) e la trama si sviluppa senza bisogno di inventare grandi cose: è sufficiente mettere in relazione i tanti personaggi e farli agire insieme per spingere verso l'improbabile vittoria di Rocco. Ci saranno l'immancabile tribuna politica in tv, lo scontro al convegno... Sono film girati col sostegno degli sponsor, senza grandi pretese o ambizioni, che scavallano non di molto l'amatorialità puntando sull'estro del cast e, in questo caso, su una figura vivace e discretamente originale come quella cui dà anima con vigore e professionalità il buon Paolo Marra, anche autore unico di soggetto e sceneggiatura.

Salvi, più composto del consueto, ormai rodato dall'esperienza televisiva della saga di DIN DON, si ritaglia uno spazio importante, con la Rettondini a sua volta piuttosto presente; ma a funzionare poco è una regia blanda, che fatica a dare ritmo al film contribuendo a collocarlo nel novero delle produzioni a basso costo di scarso interesse, salvata in parte dall'atmosfera solare, da scorci in alcuni casi suggestivi di una zona del meridione bella e poco battuta dal cinema e dalla spontaneità del cast.

Chiudi
LOVE HURTS: l'amore fa soffrire, come noto; ma nel senso più ampio del termine, ci dice Jonathan Eusebio. Fa male davvero perché qui volano calci e pugni come nel più classico degli action moderni. Con un po' più di fantasia, d'accordo, e un senso dello spettacolo non comune, ma seguendo un cliché persino più abusato di quelli che imperversano a San Valentino; perché c'entra pure lui, il Santo di tutti gli innamorati, visto che un brillante agente immobiliare, Marvin Gable (Quan), riceve il 14 febbraio una strana busta rossa con sopra...Leggi tutto scritto "I love you". Dentro, un meno rassicurante "I'm back": sono tornata. Al femminile in italiano, perché è una donna; e che donna! Rose Carlisle (DeBose) quando la incontri non te ne dimentichi, come avrà modo di dire qualcuno nel corso del film. Nemmeno bellissima in senso stretto, ma charmante da morire, espressiva e beffarda quanto basta per fare la parte della femme fatale da action movie, di quelle cioè che menano di santa ragione, sparano e... dulcis in fundo, usano il taser come arma prediletta.

Ma intanto non è solo lei a cercare il buon Marvin, perché proprio nell'agenzia del poveretto si palesa un gigantesco nero che chiamano "Il Corvo" (Shakir) e che ingaggia subito con lui un furioso corpo a corpo. In quell'ufficio, col resto dei colleghi all'oscuro, si scatena il finimondo e Marvin capisce che è il suo intero passato, a rifare capolino. E' infatti evidente che lo strano omino non ce la sta raccontando giusta e non passa molto che altri tipi loschissimi cominciano a dargli la caccia, ingaggiando in casa sua una nuova furiosa lotta che mette a soqquadro l'appartamento mentre tutti insieme volano per aria, nel frigorifero, nel microonde, saltando dappertutto come cavallette impazzite. Coreografie di lusso, macchina da presa che segue l'azione con grande qualità: non c'è dubbio che il tutto funzioni a dovere. Un po' meno lui, Ke Huy Quan, sorta di Jackie Chan invecchiato privo però del medesimo carisma e di quell'aria buffonesca che impediva all'originale di esser preso sul serio.

Finché gli scontri esplosivi imperversano c'è sicuramente qualcosa da guardare, ma quando languono il film lascia intravedere tutti i limiti di una sceneggiatura anonima che infila a fatica qualche trovata qua e là (alcune proprio forzate, come quella della collega del protagonista che s'innamora del Corvo leggendone le poesie). Azzeccati un paio di buoni personaggi (tra cui il mentore di Gable, interpretato dal un ottimo Sean Astin, e il fratello di Gable cui presta il volto Daniel Wu, gangster con la passione per il bubble tea), efficace qualche idea nella resa delle zuffe (centrata l'ultima, con "You're The First, The Last, My Everyhting" di Barry White a corredo), ma si capisce bene quanto il restare sotto l'ora e mezza di durata, per un film così, sia stata scelta oculata e necessaria. Acrobatico, a tratti buffo, non molto di più... E anche San Valentino alla fine c'entra un po' come i cavoli a merenda...

Chiudi

Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

SFOGLIA PER GENERE