Ha la determinata ferocia di Nick Hume. L'inafferrabilità, l'astuzia e la perizia tecnica di Diabolik. Il senso della congegneria di John Kramer. La machiavellica morale di John Doe. II senso dell'ineluttabile di Ryu o di Harry Brown. Insomma, è una bomba nucleare d'uomo. Che non si accontenta di soddisfare la sete personale di giustizia, ma mira a turare le falle e cortocircuitare le ambiguità e i doppi fondi di quella nazionale. Attenzione, ché qui il revenge-movie è ecceduto. Applicando la tara all'incredibile, e su un osceno finale pane e miele da sassaiola, siamo al quasi masterpiece. ***!
Sembra un revenge-movie iperbolico, e invece il "cittadino ossequioso della legge" ci presenta un personaggio splendidamente ambiguo, che per tutto il film ci lascerà nell'indecisione a chiederci se sia giusto parteggiare per lui e/o identificarsi in lui. Il fatto è che la sua natura si riflette appunto nell'ambiguità di ognuno di noi, e ci spinge in modo non banale a porci qualche domanda su cosa vogliamo veramente. Per il resto è anche spettacolare, ben girato e recitato, e questo non guasta.
Film ingegnoso e ben diretto da F. Gary Gray, il quale miscela sapientemente il cinema sulla vendetta privata con il carcerario e attinge anche agli stilemi delle pellicole sadico-splatter (ma a dire il vero senza mai calcare troppo la mano). Nel complesso la vicenda intriga e si avvale di un intelligente senso dello spettacolo. Lo spettatore dovrà decidere con chi identificarsi: la vittima o il carnefice? La scelta non sarà facile. Visto (in trasferta) in un cinema a Genova.
Quasi un ottimo film se non fosse per il finale veramente buttato lì così, quasi per caso; affrettato, tre minuti che rovinano un ottimo film: mix fra giallo, azione, dramma. Ottime, comunque, sceneggiatura e cast. Rimane da vedere assolutamente, sia dagli amanti e non, anche solo per la sua capacità di interpretare vari generi.
L'intera prima parte è gagliarda e pregna di scelte originali: la sequenza drammatica servita come veloce antipasto, il personaggio del procuratore cinico affidato a un nero, il revenge apparecchiato ma appena accennato, il ribaltamento dei ruoli tra vittima e sistema. Con un'atmosfera e un malefico Butler che scimmiottano Hannibal Lecter senza sfigurare. Poi la serie di omicidi mirati esauriscono il bonus di consistenza (la credibilità era già data per morta dalla prima scena) e la tensione cala. Peccato perché attori e regia funzionano.
MEMORABILE: Il DVD consegnato alla figlia del procuratore.
Buon esempio di vendetta movie portato avanti più che dalla sceneggiatura (che a parte un buon disegno psicologico dei protagonisti offre troppi momenti prevedibili) dagli attori davvero in parte e dal ritmo veloce imposto dal regista Gray, abile manovratore di action. Butler è spietato e luciferino, Foxx un eroe simpatico ma incerto sul da farsi (almeno fino a un certo punto). Finale prevedibile ma ben fatto, in definitiva un ottimo divertimento.
I mostri sono generati da altri mostri. Gray cammina su questo filo sospeso per tutto il film, mostrando un campionario di ambiguità morali senza però sguazzare in un grigio gratuito che pone giustizia e vendetta allo stello livello. Al di là dell'iperbolicità dello svolgimento, è una discussione sulla giustizia, sul contrasto fra idealismi opposti e realtà, fra ciò che si può capire e ciò che si può giustificare. Non si pretende che sia perfetto, ma almeno chiude i conti lasciati aperti dai cinque film di Bronson.
A metà tra il thriller e il "revenge movie", Vendetta privata (ma è migliore il titolo originale), si muove sul fragile confine tra il sistema giudiziario, con le sue deviazioni e contraddizioni e la giustizia autoproclamata del protagonista. Il film è piuttosto intrigante nella prima parte mentre nella seconda acquista una deriva eccessivamente spettacolare che ne mira la credibilità. Buona la prova del cast.
La grandissima dose di violenza iniziale (senza andare oltre l'immaginabile) e l'uso di stratagemmi tanto articolati quanto micidiali fa sembrare di assistere, in un primo momento, ad una versione di Saw in salsa crime. Nel complesso però, il film riesce ad uscire da questi binari macabri per rivelarsi, soprattutto nella parte finale, avvincente ed emozionante.
Interessante. Una volta tanto gli americani scelgono di non sprecare pellicola e di fare un film con un'idea abbastanza originale e non troppo abusata, confezionando un buon film. Ottimo Butler, villian giustificabile nella prima parte, forse un po' troppo eccessivo nella seconda. La visione scorre veloce e piacevole. Un sano film di intrattenimento, un qualcosa che purtroppo ultimamente manca al cinema mondiale.
Rivistazione del vendetta movie ma con un tocco più riflessivo che rende il tutto più interessante: qui infatti un ottimo Butler (che forse farebbe meglio a lasciar perdere le commediole, ma, si sa, bisogna anche poter mangiare) diventa un sorta di borghese piccolo piccolo, ma molto più furente e professionale e ci porta con sé, nella sua corsa verso una vendetta, che assumerà caratteri via via sempre più apocalittici facendoci riflettere sul cosa sia la giustizia. Detto di Butler, bravo Foxx e buona la regia, forse un po' tirato via in alcuni punti.
Il pregio della pellicola è di far passare quasi due ore buone senza annoiare, ed anzi per larghi tratti avvincendo, il difetto è di esser un film americano. Mi sono piaciuti molto gli attori, bravi dal primo all'ultimo e credibili nella recitazione, mi è piaciuta la sceneggiatura per la prima parte, molto meno via via che si approssimava la fine. Al di là della implausibilità delle situazioni, ho trovato veramente spiacevole il finale e le considerazioni "morali" che si vuol propinare. Bella fotografia senz'altro.
Peccato per aver troppo esagerato nell'ultima mezz'ora perché fino a quel momento era un film perfetto: grande ritmo, ottimi gli attori e soprattutto buonissime idee. L'ultima parte invece è un po troppo esagerata e poco credibile. Comunque rimane lo stesso un ottimo prodotto.
Un laido ed arrivista avvocato si prende gioco di un povero individuo a cui hanno ucciso moglie e figlia, permettendo ad un di loro di bearsi della libertà dopo solo 10 anni. Una vendetta meritevole e piena di validi spunti, forse poco credibili, tuttavia dispiace lo scontato finale.
Una trama molto intrigante, un trailer azzeccato e di conseguenza l'aspettativa era notevole. Forse è per questo che Giustizia privata mi ha un po' deluso. Anche perché onestamente alcuni passaggi sono decisamente inverosimili, in primis l'inspiegabile patteggiamento di Foxx con l'assassino e in secundis alcuni omicidi commessi da Butler, manco fosse Nostradamus. Sarebbe stato inoltre preferibile un finale più in linea col resto del film e quindi più cinico e meno da "i buoni vincono sempre".
MEMORABILE: Butler con l'assassino di figlia e moglie.
Tra il thriller e il dramma, molto attuale. Gerard Butler non si smentisce mai, è in grado di impersonare chiunque. Non ho personalmente gradito il finale, avrei preferito una maggiore soddisfazione per i soprusi subiti, senza contare l'ultimo inspiegabile sorriso. Ottimo, in ogni caso.
Ennesimo soggetto stile Giustiziere della notte, questa volta con una sceneggiatura decisamente alternativa. Peccato che la regia non brilli. F.G. Gray, abituato a film full-action, perde molto quando viaggia con il freno a mano tirato, come già dimostrato con Be cool. In realtà il film ed i personaggi sono molto poco credibili. Soprattutto Foxx evidentemente non è abituato a ruoli del genere. Ma anche "Re Leonida" sembra decisamente in difficoltà nel ruolo. Nel complesso riuscito, ma levo mezzo punto per il finale (decisamente impossibile)!
L'americanata più tremenda, retorica e giustizialista degli ultimi anni. Il plot e semplicemente improponibile e ricicla senza ritegno alcuni degli schemi più obsoleti del genere, la confezione è quella media e anonima dei blockbuster di ultima generazione. Sembra una parodia ma si resta allibiti di fronte a tanto sprezzo del buon gusto. Foxx fuori servizio, Butler strabuzza gli occhi e mostra il sedere in una scena senza senso. Finale fuori controllo. Terribile.
Giustizia privata all'apparenza può sembrare un sadico e violento revenge-movie con tutte le caratteristiche del genere, ma a ben vedere è più un film di denuncia sul sistema imperfetto della giurisprudenza americana. Peccato per l'esagerazione nella parte finale, perché rovina ciò che di ottimo si era fin lì costruito. Butler è un gigante, non male neppure il cast di contorno. Gray gira con gusto e precisione, regalandoci quasi due ore di coinvolgente intrattenimento. Notevole!
Il thriller che non ti aspetti. Pronto a vedere la solita boiata americana, il film
riesce invece a coinvolgere gradualmente e, pur nei limiti del genere e perdonandogli
buchi di sceneggiatura grandi e profondi come il Gran Canyon, ad avvincere per tutta
la sua durata. Diverte e si dimostra più cazzuto della media anche perchè abbastanza
cattivello e violento. E per una volta i saccheggi di qua e di là (in particolare mi
ha ricordato, per certi versi, Saw) non disturbano più di tanto poiché si
inseriscono in modo fluido nella storia.
MEMORABILE: "Io sono un giudice e posso permettermi tutto"; squillo del telefonino, lei risponde e...
Per gli amanti dei "villan" e dei "vendicatori" questo film è imperdibile. La devastante vendetta di Butler va oltre a qualunque revenge movie colpisce all'impazzata nel mucchio senza verificare se trattasi di buoni o cattivi, perchè l'obiettivo è vendicarsi della vita. Un meccanismo di alta orologeria che si inceppa nel solito finale alla americana che spiega tutto e toglie quell'aura di mistero intorno al personaggio di Butler. Ma è un difetto marginale.
Difficile da giudicare, poichè ad una prima parte, magari banale ma coinvolgente (un pover'uomo cui due balordi hanno ammazzato moglie e figlia, non riuscendo ad ottenere giustizia, decide di farsela da solo) se segue un'altra - post rivelazione sul passato del pover'uomo - che imbocca la strada dell'esagerazione spettacolare, fregandosi bellamente di ogni verosimiglianza e liquidando, se resisteva ancora, la residua tentazione empatica, fino al finale, fiammeggiante ma fiacco. In un cast discreto, a sorpresa il meno convincente risulta Foxx.
Cast di divi del momento inseriti in un ferocissimo revenge movie che attacca come un cane rabbioso il sitema giuridico americano con un piede nell'action più spettacolare e "commerciale" e l'altro in un territorio cupissimo e ambiguo al limite tra apologia del terrorismo e violenza giustizialista. Ed è subito corto circuito: se si è disposti ad accettare le improbabili regole del gioco e un finale tanto contraddittorio nella sua "tesi" quanto pessimo a livello narrativo c'è seriamente da divertirsi. Per tutti gli altri no. Democratici astenersi.
MEMORABILE: Il montaggio parallelo tra il concerto di violoncello e l'atroce esecuzione nella prigione; La "telefonata" al giudice.
Per circa un'ora il film scorre via che è un piacere, intrattenimento tosto da cinema americano medio, poi quando la sceneggiatura deve svelarsi, il gioco si inceppa. Tutto il costrutto crolla a colpi di stupidità, di soluzioni improbabili e di nessun tentativo di approfondimento. Il "film" ignora le premesse e scava un "tunnel" (nel 2010 siamo ancora ai tunnel sotto il carcere!!!). Voglio anche sorvolare sul finale gratuito, improbabile e fastidiosamente "americano".
Capita spesso che un film, tra le falde ondulate del Genere e le agevoli modalità spettacolari, allunghi anche messaggi allarma(n)ti su un certo tipo di Sistema. A volte sono vere e proprie cariche a cavallo, condotte con un'aggressività da cui è impossibile scappare. In questo poliziesco carcerario il mai standardizzato Gray enfatizza irrealisticamente l'alterigia onnipotente, ubiquitaria e castigatrice del Re Leonida Butler per mordere al polpaccio il modello giuridico americano, spaccato in due nelle sue contraddizioni difformi e insanabili, ora sconsideratamente garantiste ora vomitevolmente patibolari. È uno sport pericoloso ma non siamo a un pranzo di gala...
MEMORABILE: Il balordo sotto paralisi neurotossica fatto a pezzi sul tavolo operatorio artigianale...
A me più che una denuncia del sistema e le sue regole il film sembra tutto un pretesto per ricondursi al filone già ampiamente sfruttato di Saw, ampliando la portata degli eventi. I personaggi sono poco credibili e convincenti: Butler eccessivamente cinico e spietato con tutti, gli troppo imbambolati per il loro ruolo. Il finale sembra preso da un cartoon.
Delle varie pellicole dedicate all’insoluto divario giustizia-legalità questa è quella che si spinge verso il limite estremo, almeno per ora. L’inizio e tutta la prima metà abbondante sono tosti e assai violenti, conditi da scene splatter. La vittima di turno appare giustificata nelle sue azioni fin quando non parte per la tangente. Purtroppo un finale che avrebbe avuto bisogno di maggiore riflessione si abbina a una prova ingessata di Foxx (colpa anche della sceneggiatura).
Si teme l'ennesimo giustiziere della notte e invece la classica parabola vendicativa si esaurisce nei primi minuti. A quel punto il film prende quota facendosi dinamico e imprevedibile: una lotta senza esclusione di colpi tra un buono e un diversamente buono continuamente rilanciata da improvvisi momenti di azione violenta e rocamboleschi colpi di scena. Gli ultimi minuti mandano la verosimiglianza a farsi benedire e non saziano la sete di apocalisse aizzata da certi dialoghi alla Seven sparsi lunghi il persorso. Ma l'adrenalina resta elevata.
Tanti film sul sistema giudiziario americano, tutti volti a mettere in discussione la validità del sistema e tutti (per quel che ne so io) con lo stesso finale. In questo caso si arriva a limiti quasi surreali (anche se la realtà supera sempre la fantasia) e il nostro vessato (Butler) prepara in dieci anni una trappola orrorifica per dimostrare come si possa delinquere restando un cittadino rispettoso della legge. Il film ha il suo culmine quando Butler arriva in tribunale con la sua originale tesi, poi la sceneggiatura cede sbracando.
Butler non si limita a vendicarsi: muove una vera guerra contro il sistema giuridico americano. Vigilante-movie spettacolare e iperbolico (esplosioni e colpi di mitra non mancano), ma meno superficiale della media, in quanto la distinzione fra bene e male non è sempre netta e fumettistica (il vero protagonista è l'avvocato Foxx; Butler è visto come un antagonista degno di empatia e non come un antieroe à la Bronson). La reazione dell'opinione pubblica non viene considerata, il che è un peccato. Il finale non soddisfa, ma forse è giusto così.
MEMORABILE: La sadicissima vendetta di Butler sui due assassini, degna dell'Enigmista; L'omicidio via osso di bistecca; La morte-shock via cellulare esplosivo.
Chi non tifa per la diabolicità dello straziato Butler alzi la mano. Difficile esitare nello scegliere da che parte stare quando il peggior dolore che ti si può infliggere ti fa sopravvivere solo per vendicarti, dei bruti (poco conta chi più e chi meno) ma soprattutto di un sistema purtroppo vischioso anche nella realtà. E non importa se la giustizia pubblica si chiama Foxx, passiva pedina del mondo dei buoni sulla carta, graziato per quieto sceneggiare dalla coscienza. Il tema è invero pesante, si paga giusto la confezione, inevitabilmente patinata, ma senza troppi sconti.
MEMORABILE: La personale arringa di Butler, il suo fingere auto-indulgenza per poi scatenare tutto il suo sdegno con gli improperi rivolti all'ambigua giudice.
Preso per quello che è, un fantathriller (visto il risvolto finale), fornisce comunque abbastanza spunti per seguirlo con un discreto interesse, nonostante Foxx sia qua e là un po' irritante nell'atteggiamento (colpa forse del copione). Butler invece se la cava piuttosto bene, disegnando un personaggio che riesce a farsi compatire e odiare. Non male anche il resto del parco attorico, che fa da contorno ma soprattutto da vittima sacrificale. E visto che il "carcerato" si dà comunque parecchio da fare, alla fine un'occhiata questa pellicola la merita.
MEMORABILE: Telefonata al giudice; Coperto di sangue: "Ho bisogno di una doccia, direttore"; La decisione finale (chi è causa del suo mal...).
Peccato il finale, decisamente banale, che sembra tirato via all'apice di una storia ben congegnata per tre quarti. Il film fino a quel momento era riuscito ad andare oltre l'interesse per un buon thriller, stimolando l'empatia per un cattivo atipico (l'ottimo Butler, spesso ingiustamente sottovalutato) e ponendo allo spettatore giuste riflessioni sul sistema della giustizia visto dalla parte della vittima. Evidenziando che spesso i suoi mali dipendono dal protagonismo di chi la esercita (qui Foxx, meno convincente del solito). L'ultimo quarto però gli fa perdere quota e credito.
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Leggo su IMDB che Butler avrebbe dovuto interpretare il ruolo del procuratore e Foxx quello del padre di famiglia, Clyde.
In seguito, su proposta di Butler stesso, avrebbero deciso di scambiarsi i ruoli.
Da una parte ho creduto fosse una leggenda/bufala perchè Butler è IL personaggio fra i due, però ripensando alla mia personale sorpresa nel vedere un ruolo poco simpatico (di quelli appaltati da Hackman per intendersi) affidato ad un attore di colore..
Come ha scritto giustamente Ciavazzaro, nella seconda parte, Foxx, riacquista per così dire credito in questo senso: l'astuzia di Butler diventa ad un certo punto spocchiosa.
la versione cinematografica è tagliata. solo in blu ray è uscita la director's cut integrale.
DiscussioneZender • 17/01/14 09:00 Capo scrivano - 48439 interventi
Non capisco una cosa Schramm. La versione NON director's cut non è necessariamente una versione tagliata. O meglio, lo è come lo sono tutti i film che non rispettano il taglio primitivo dell'autore, ma che nessuno definisce "tagliati". La versione NON director's di Blade runner nessuno la definisce "tagliata", che io sappia. E' un'altra cosa, semplicemente.
DiscussioneDaniela • 17/01/14 10:13 Gran Burattinaio - 5942 interventi
Una nota al margine: ho l'impressione che, nel 99% dei casi, queste edizioni "director's cut" siano sono un modo per rivenderti lo stesso prodotto aggiungendo un fiocchetto alla confezione, ossia aggiungendo qualche sequenza tagliata in fase di montaggio finale, generalmente per contenere il minutaggio.
Capisco, anche se non approvo del tutto, l'uscita di una "director's cut" per capolavori o film comunque importanti che abbiano avuto una produzione travagliata, con significativi interventi in post (motivati da esigenze commerciali, censorie o simili), ma non mi risulta che ciò sia avvenuto per questo Giustizia privata, oltrettutto un thriller senza infamia ma certo non destinato agli annali del cinema, come pure F. Gary Gray è un onesto artigiano, non certo un Ridley Scott o un Cimino ...
Zender ebbe a dire: Non capisco una cosa Schramm. La versione NON director's cut non è necessariamente una versione tagliata. O meglio, lo è come lo sono tutti i film che non rispettano il taglio primitivo dell'autore, ma che nessuno definisce "tagliati". La versione NON director's di Blade runner nessuno la definisce "tagliata", che io sappia. E' un'altra cosa, semplicemente.
anche se non specificato, intendevo dire che il film è miratamente tagliato in termini di gore e violenza, e quindi in un'ottica del tutto censoria che ha deciso come il film andava presentato nelle sale. le versioni comunemente etichettate director's cut oggi sono da ritenersi per lo più (specie per opere di cassetta come questa) come implementi ai film R-rated che hanno subìto tagli. si tratta, come giustamente nota daniela, anche di un'operazione di marketing per far ricomprare uno stesso dvd (con la saga di saw si è molto giocato in questi termini), ma in linea di massima i tagli inferti al film sono censori, come si può evincere anche dal sito di movie-censorship.
Daniela ebbe a dire: Una nota al margine: ho l'impressione che, nel 99% dei casi, queste edizioni "director's cut" siano sono un modo per rivenderti lo stesso prodotto aggiungendo un fiocchetto alla confezione, ossia aggiungendo qualche sequenza tagliata in fase di montaggio finale, generalmente per contenere il minutaggio.
Capisco, anche se non approvo del tutto, l'uscita di una "director's cut" per capolavori o film comunque importanti che abbiano avuto una produzione travagliata, con significativi interventi in post (motivati da esigenze commerciali, censorie o simili), ma non mi risulta che ciò sia avvenuto per questo Giustizia privata, oltrettutto un thriller senza infamia ma certo non destinato agli annali del cinema, come pure F. Gary Gray è un onesto artigiano, non certo un Ridley Scott o un Cimino ...
Zender ebbe a dire: Non capisco una cosa Schramm. La versione NON director's cut non è necessariamente una versione tagliata. O meglio, lo è come lo sono tutti i film che non rispettano il taglio primitivo dell'autore, ma che nessuno definisce "tagliati". La versione NON director's di Blade runner nessuno la definisce "tagliata", che io sappia. E' un'altra cosa, semplicemente.