Dumb money - Non chiamateli sprovveduti - Film (2023)

La storia di come un gruppo di internauti, riunito dal nerd Keith Gill, si improvvisarono broker e tentarono di ribaltare Wall Street investendo su Gamestop, azienda in fallimento. Classico film del filone economico-biografico di moda in questi anni a Hollywood: tanti dati, numeri e nomi sbattuti in faccia allo spettatore con grande velocità in un turbinio di fatti romanzati e battute brillanti. A volte si rischia di perdere il filo e il cast si limita a fare il compitino, ma la ricetta è collaudata. In generale funziona, pur non essendo nulla di eccezionale.

Mica stupidi questi investitori dilettanti che riuscirono a salvare dall'affossamento il titolo di GameStop! Mediocre, ma solo perché tratto da una storia vera e per il modo di raccontare dinamico accompagnato da una soundtrack martellante che non si dimentica. Quanto alla recitazione, invece, il livello è scarso (l'eccessiva gesticolazione dei protagonisti finisce col dare fastidio), mentre non si rilevano momenti particolarmente tensivi in grado di tenere desto l'interesse. Gli si può anche dare un'occhiata, ma giusto per la curiosità di conoscere questa singolare vicenda.

Storia vera, ampiamente romanticizzata, di Roaring Kitty, al secolo Keith Gill, sembra quella di un Robin Hood che quasi suo malgrado mette in scacco (solo per un po') i grandi hedge funds di Wall Street. Non è proprio andata così, utile abbinare al film il bel documentario "Eat the rich (The Gamestop Saga)" per capire meglio i retroscena. Il film invece si accoda a un filone piuttosto frequentato e riesce nell'intento di coinvolgere e divertire, sia pure con molte infedeltà. Alcuni passaggi tecnici non risulteranno chiarissimi ai profani.

Studiando l'andamento della Borsa e ritenendo un titolo sottostimato, il protagonista invita tutti i suoi followers ad acquistarlo in massa facendone crescere vertiginosamente le quotazioni... Ricostruzione di una vicenda che fece scalpore negli USA, segue la scia dei film d'argomento finanziario che ha dato frutti brillanti in questi ultimi anni ma senza convincere dal punto di vista dello spettacolo (narrazione a tratti confusa, interpretazioni modeste) e dei contenuti: il fatto che questa volta a guadagnarci siano stati anche dei poveracci fa piacere, ma cambia poco la sostanza.