Quando i personal computer erano solo schermi neri e stringhe di dati inaccessibili ai più, quando ancora parole come "hacker" o "nerd" non avevano pressoché nessun significato, quando i grandi centri direzionali militari erano occupati da macchine gigantesche zeppe di luci intermittenti e bobine enormi, il film di John Badham esplose come una vera bomba. Un ragazzetto che entra nei sistemi del Pentagono rischiando da solo di innescare la Terza Guerra Mondiale. Possibile? Ebbene sì, l'hanno dimostrato gli hacker nei decenni successivi: chi si affida ciecamente alle macchine è a rischio costante di finire vitima di qualunque collasso informatico. Matthew...Leggi tutto Broderick è un hacker (e pure un nerd) ante-litteram: si diletta a cambiarsi i voti entrando nei database della scuola, prenota viaggi senza pagare... Poi un giorno entra senza saperlo nei sistemi del cervellone della difesa nazionale e comincia a giocare una partita di "guerra termonucleare globale". Alla Difesa vanno in tilt: cosa sta succedendo? I russi fanno partire centinaia di testate atomiche e noi restiamo immobili? Non sia mai! Un giovane protagonista azzeccato, una sceneggiatura intelligente che dosa leggerezza e tensione con sapienza, un regista capace che cede solo in alcune fasi della seconda parte (quella in cui i computer lasciano spazio all'azione) per riprendersi tuttavia nel bel finale, con una trovata geniale. Il segreto del successo sta tutto qui, oltre che naturalmente nell'aver trattato l'argomento giusto al momento giusto. Un giovanissimo e quasi irriconoscibile Michael Madsen mostra nel prologo di saper già spianare la pistola…
La macchina che sfugge al controllo dell'uomo è un tipico tema fantascientifico, ma se la macchina è il computer e gli anni sono gli Ottanta (quindi quando i PC erano sconosciuti ai più) non si ha solo una buona idea, ma anche un buon film originale e premonitore (la pirateria in pochi anni diventò realtà). Molto bello, sia per l'accuratezza della sceneggiatura (rivolta per lo più ad un pubblico di adolescenti), sia per il modo in cui il mondo dei computer è affrontato e visto. Indimenticabili i vari "Defcon".
Uscito nei primi anni 80, quando i primi modelli di personal computer cominciavano ad affacciarsi nelle scuole italiane, questo film aveva un fascino incredibile per noi ragazzini. Un quattordicenne che con il suo computer riusciva ad accedere ai server dei servizi segreti per giocare una partita col cervellone informatico: posta in palio, il lancio di una testata nucleare. Rivisto oggi perde molto ma non tutto; inoltre non è detto che questo argomento non torni d'attualità, considerata l'enorme diffusione dei computer.
A vederlo oggi mette quasi tenerezza per come siano sorpassati i sistemi informatici qui descritti. Ma come film d'avventura funziona ancora bene (l'incipit rimane grandioso). Badham è un ottimo mestierante e in quasi tutti i suoi film si può ravvisare una vena antitecnologica o antimilitarista in favore di un collaborazione umana ormai perduta. Broderick era un quasi esordiente e per un po' fu una vera icona per i teenager, così come lo fu la Sheedy prima di perdersi in produzioni televisive. Diede origine anche a un sottogenere teen+computers.
Un film sicuramente datato ma che, per chi ha vissuto gli anni "preWin" in cui i computer facevano quello che voleva il loro proprietario e non viceversa, continua ad avere un fascino incredibile. La trama, forse banale, resta ancora oggi una sorta di scrigno delle meraviglie per chi non conosce i computer e le loro possibilità (e, nonostante tutto, sono ancora molti). Broderick è al suo top, raggiunto definitivamente con Ladyhawke, e anche gli altri personaggi reggono bene il confronto con il vero protagonista del film, il computer. Da vedere.
John Badham è regista capace e sa come confezionare un film per renderlo avvincente. Ne è prova questa pellicola, nella quale si narrano gli effetti dell'intrusione di un ragazzino nei sistemi informatici dell'esercito americano (ma egli pensa di giocare ad un comune fantasy-game). Una sceneggiatura intelligente e un buon senso del ritmo, uniti alla bella interpretazione fornita da Matthew Broderick, fanno sì che il prodotto sia altamente godibile. Tre pallini ci stanno tutti.
Più che discreto, gradevole film, che sposa in modo intelligente il "teen movie" alla storia che può interessare anche all'adulto. Divertente l'acquisizione di fascino da parte del "giovane tecnologico-informatico" agli occhi della fanciulla. Intendiàmoci: pellicola che non è nulla di eccezionale, ma che è quel che si dice un buon film...
Non provo neppure a essere oggettivo: amo questo film, è quello che mi ha "costretto" a diventare un informatico. Rilettura moderna di Stranamore e di A prova di errore, dove il computer, Joshua, capisce cose sulla guerra nucleare che noi umani abbiamo perso di vista. Bellissima colonna sonora, eccezionalmente poco "elettronica". Gli vanno perdonate tutte le moltissime (necessarie) ingenuità tecnologiche che sfrutta.
MEMORABILE: "Strano gioco il suo, professor Falken: l'unico modo per vincere è non giocare. Che ne dice di una partita a scacchi?"
Divertente e gradevole film di fantascienza vecchio stile con tanta classe, pochi effetti speciali e tanto divertimento. Le idee sono un po' riciclate da alcuni film del passato (dottor Stranamore ed A prova di errore su tutti) ma la sceneggiatura è molto avvincente, tiene botta fino alla fine (o quasi) e Badham non è certo un regista dozzinale: sa girare con garbo e senza eccedere o scadere in inutili baracconate.
Bellissimo film profetico di tematiche che sarebbero esplose in avvenire; peraltro, i primi dieci minuti che fungono da prologo e preparazione alla trama sono da cardiopalma. Broderick interpreta bene il ragazzo intelligente ma disadattato, prototipo dell'hacker del 2000; certo fanno sorridere i mega computer, ma quello che vediamo è un collegamento via internet quando a malapena si vedeva un computer ogni tanto e se c'era serviva a giocare a Pac-Man con il Commodore....
Buon thriller, oggi piuttosto ingenuo ma, considerata l'epoca della sua realizzazione, abbastanza ardito ed anticipatore (si era agli albori dell'epoca dei personal computer). Il film, girato dall'esperto John Badham, si segnala per il più che discreto ritmo con il quale è stato girato, oltre che per una certa satira nei confronti degli armamenti e delle nazioni guerrafondaie. Bravi gli interpreti.
Interessante rilettura in chiave anni '80 di una storia "classica", dove le macchine si ribellano (e già Odissea nello Spazio ci metteva in "guardia"...). Gli attori hanno le facce giuste (Matthew Broderick su tutti) e il film appassiona. Qualcuno dirà che "non è possibile", che è "inesatto"... ma la fantasia deve galoppare un po', no? Nota: fantastico il modem anni '80... peccato che chi scrive non l'abbia mai avuto causa mancanza di pecunia (per tacere dei costi del telefono).
MEMORABILE: L'unico modo per vincere è non giocare.
Per essere un film di genere è ben realizzato, interpretato e sceneggiato. Ed è - a posteriori - tacciabile di possedere una dose di preveggenza non trascurabile (Internet e gli hacker, come li concepiamo oggi, erano alcuni anni lì da venire). Ma per il resto ha qualcosa di tedioso, dato dalla presenza dell'infante genialoide (anche antipatico come personaggio, detta come va detta). Il film ha avuto il suo momento di notorietà, ma è cosa trascurabile: se ci si vuole svagare è meglio puntare l'attenzione altrove, dichiarando - quindi - la resa.
Un film con esplicite implicazioni sociologiche - guerra e deterrenza, il dominio dell'uomo sulle macchine (o viceversa), rapporto tra militari e scienziati - e un alto tasso di brufoli, nel senso che il taglio narrativo è tarato su una coppia di adolescenti che evitano la catastrofe domando Joshua, il cervellone impazzito. Nonostante il soggetto semplice, si lascia vedere perché ben girato, ha un'ottima sceneggiatura e attori con la giusta collocazione. Anche il tasso brufoloso si digerisce bene.
Classico filmetto all’americana del ragazzo scaltro che salva il mondo, qui con contorno di un elemento che in pochi anni sarebbe diventato centrale nel cinema di questo tipo: il computer. Tutto sommato, però, a parte la retorica e la storia che non regge da nessuna parte, il film ha un buon ritmo e una buona idea sul finale, anche se la morale è consolatoria e banale. E poi c’è l’esordiente Matthew Broderick bravo. Quasi piacevole.
Un ragazzino accede col computer a un sistema militare (creato da un genio poi ritiratosi a vita privata) e avvia una micidiale catena che porta dritti all'armageddon nucleare. La via d'uscita è imparare dagli errori. Grande successo e ottimo esempio di film per ragazzi, che ha fatto sognare tutti i possessori di Vic20 della mia generazione. L'ho rivisto con gran piacere e mi è sembrato ancora efficace e coinvolgente: merito di una storia che funziona e non dipende dalla credibilità degli effetti speciali o degli assunti tecnici.
Thriller sembra troppo, commedia troppo poco. È un prodotto tipico di un certo cinema americano anni '80 in cui si fondono il cosiddetto teen-movie ad una certa tensione legata al ritorno alla guerra fredda molto Reagan-style. Badham dirige bene e gli attori sanno fare il loro mestiere. Gli ingranaggi del film funzionano bene: la tecnologia, l'adolescenza, le riflessioni sul futuro dell'umanità, i militari, i computer e l'happy ending; da DefCon1 a DefCon5... 3 pallini.
MEMORABILE: Prof. Falken: "Generale, lei sta dando retta ad una macchina; faccia un favore al mondo e non lo diventi anche lei!"
Divertente teen-comedy avventurosa, che ho visto molte volte da ragazzino. Anche oggi il film mantiene in pieno il suo valore, e se pure il lato tecnologico è decisamente invecchiato, la storia va che è un piacere. Da piccino mi faceva una certa impressione vedere Matthew Broderick che cambiava i suoi votacci con il computer, e mi chiedevo se un giorno avrei potuto farlo anch'io (ancora non lo sapevo, ma mi sarebbe servito, e come!).
Ragazzotto col pallino dell'informatica si mette a giocare in rete con un avversario particolare, col rischio di combinare un guaio molto, molto grosso. Ma per fortuna l'intelligenza artificiale si rivelerà più sensata di quella degli uomini, scoprendo che... Titolo da vedere per il valore "storico" in quanto anticipatore, anche se proprio per questo più soggetto alle ingiurie del tempo, a cominciare delle ingenuità fin troppo facilmente imputabili col senno di poi. A penalizzarlo è la struttura a teen-movie con tutte le banalità annesse.
MEMORABILE: "L'unico modo per vincere è non giocare" - una verità sulla guerra cui le odierne "bombe intelligenti" paiono volersi ostinare ad ignorare...
Credo che una pellicola del genere sia da tramandare ai posteri, un piccolo libro di storia in celluloide: la guerra fredda sta tutta dentro questi 90 minuti di grande cinema americano anni '80. C'è poco da aggiungere: il cuore esplode, la mente ricorda e gli occhi sono tristi per non poter vivere all'infinito certe sensazioni d'infanzia.
Visto ora pare un film di archeologia informatica tanto da sembrare ingenuo ma, con gli occhi di un ragazzo dei primi '80 (quando lo vidi in prima) Broderick armeggiava veri sogni proibiti per i primi smanettoni di pc. Bisogna tener conto di questo per godersi un'avventura ben congegnata, senza pause, che anticipa molti temi (guerra e tecnologie informatiche) sviluppati in film successivi ma che ricorda, specie nel dialogo finale con WOPR, A prova di errore di Lumet, sostituendo di fatto la macchina all'uomo che ne diviene "interprete".
MEMORABILE: I voti elettronici assegnati al liceo... e siamo nel 1983!
Altro tema scottante degli anni 80 sono la corsa agli armamenti con conseguente tensione internazionale. La sceneggiatura si dimostra accattivante per unire l’argomento alla teoria dei giochi, il ruolo incombente dei primi pc e la preoccupazione delle conseguenze. Nel mezzo viene inserita anche la liaison tra i ragazzi che scade nel banale. Piccolo trattato di preistoria dove la componente umana risulta ancora attuale e un pizzico di pacifismo che non guasta.
Come pellicola può aver fatto il suo tempo, non potendo più competere con altre molteplici psicosi e minacce fiorite negli anni. Ma ciò non toglie che mantenga intatto un certo fascino sinistro e, ancora oggi, riesca a creare la giusta dose di tensione, soprattutto nella seconda parte, quando il fatidico punto di non ritorno si avvicina. Naturalmente, la star è il cervellone elettronico, con i suoi ragionamenti logici, lineari e la sua capacità di apprendimento, mentre gli attori sono più che altro al suo servizio. Merita la visione.
MEMORABILE: L'inizio partita (il protagonista non sa cos'ha appena innescato); L'ultima parte, con i vari colpi di scena e la deduzione finale del computer.
Teen movie "adulto" sia nella forma che nei contenuti, condotto da Badham con mano ferma e sicura, specie nella gestione degli attori. Mettendo il tutto sul piatto della bilancia, lo si può considerare un prodotto davvero ben riuscito: pochissimi punti morti, qualche rarissima concessione alla poesia, con colpi di scena e sostenuto da un ritmo incalzante. Che poi sia un tipico film anni '80 lo si vede subito, ma questo non disturba la visione di chi non ha simpatia per quel decennio.
Che soddisfazione rivedere dopo anni questo film e constatare che non ha perso in freschezza e ritmo; anzi, ha guadagnato in simpatia per i vari apparecchi elettronici che ci sembrano, oggi, decisamente sorpassati. Certo, i personaggi sono scolpiti in modo semplice, sembra più una favola con il protagonista, un ragazzino dotato, simpatico hacker, che riesce a imporsi sui vertici militari, ma il messaggio è chiaro e ha il merito di intrattenere piacevolmente.
MEMORABILE: Il WOPR alla fine: “Strano gioco...”; Space invaders e Pac-man nella sala giochi.
Il computer si sta affacciando alla vita quotidiana delle persone e per mostrarci quanto possa essere pericoloso eccoci servito questo film che gioca sul sottile equilibrio che esiste tra innocenza (il bambino che crede di giocare alla sua "guerra totale") e malvagità (l'adulto che è pronto a scatenare un vero e proprio inferno). In tutto questo c'è anche l'esaltazione dello spirito guerrafondaio dell'uomo che non è predisposto al dialogo con l'altro. Un film fresco e divertente che a suo modo lancia un monito al mondo intero.
Giovane hacker entra nei computer del Pentagono e inconsapevolmente attiva un sistema che simula un attacco nucleare dei russi, ma nessuno capisce che è un gioco: è il panico. Il film sente un po' il peso degli anni ma mantiene intatto il suo fascino anni 80 e può essere considerato uno dei primi ad affrontare il tema dei computer e dell'hackeraggio. Piacevole e divertente. Se vi piace tutto ciò che profuma di anni 80 è il film che fa per voi.
Rivisto e forse niente è cambiato: ricordavo un film più che buono e i ricordi sono stati confermati. Con il mondo d'oggi quello che si vede è poco, ma siamo nella prima parte degli anni 80 e il computer che fa la guerra faceva impressione. Giovanilistico che diventa drammatico ma rimanendo nei ranghi di una fantascienza per tutti. Buon ritmo e bravi attori, ottima regia. Ha fatto, secondo me, anche un po' di storia, nel suo ambito. Le "guerre stellari" (virtuali) fatte sulla terra possono davvero fare più impressione di quelle che si svolgono in cielo.
MEMORABILE: "Passiamo a Defcon 1...": "Vincitore...".
La mela della tecnologia non cade lontana dall'albero della (stupidità della) specie umana, e l'adamitico PC la morde mosso da gola lussuria e superbia: Badham intravide nella germinalità di internet il principio (e la fine) del domin(i)o che nella stanza dei bottoni li fa saltare tutti assieme al sistema nervoso internazionale. Il suo cinema è un bastone vestito da carota che intrattiene deliziosamente abbreviando ogni gap tra ipotetico e ipoteca, tra gioco e giogo, tra somma e zero: una prova tecnica di errore che permette all'alta marea dei sudori freddi di alzarsi flemmatica ma inesorabile.
MEMORABILE: L'explicit di telematica pirotecnia: viene alla mente Poltergeist.
Cult generazionale a tema guerra fredda, che servendosi di un'intelaiatura leggera da cinema per ragazzi dipinge un incubo tecnologico su sfondo nucleare per nulla scontato, riflettendo sulla sconsideratezza dei potenti di fronte a una partita mortale in cui l'unico modo per vincere è non giocare. Stimolante per l'epoca in cui uscì, oggi anche arricchito del richiamo nostalgico ottantiano (il giovanissimo hacker di Broderick conserva un'innegabile valenza iconica), riesce a divertire senza sminuire la gravità del problema rappresentato. Ottimo il teso countdown della tranche finale.
MEMORABILE: La simulazione iniziale con tanto di pistola puntata alla testa; L'inizio del gioco; A casa del professore con la parabola sui dinosauri; Tic-tac-toe.
All'epoca fece il botto anche per il messaggio pacifista. Certo, ciò che allora poteva sembrare avveniristico (si era agli esordi dell'era del computer) oggi può sembrare ingenuo (ma neanche tanto). Ciò non toglie che il film scorra veloce e financo incalzante (Badham del resto è maestro nel creare perfetti meccanismi ad orologeria). Punto di forza i carinissimi Broderick e Sheedy teenager (nella realtà già ultraventenni) che furono lanciati da questo film. Difficile scordarsi il sorriso e la bravura della Sheedy. Divertente, nostalgico, leggero ma anche impegnato e coinvolgente.
MEMORABILE: La crisi iniziale con la pistola puntata (da un giovanissimo Madsen); La modifica dei voti; La prima partita con Joshua; Tutto l'incalzante finale.
Inevitabilmente un prodotto legato all'epoca d'uscita, anche se era di fatto molto avanti sui tempi; il tema degli hacker era ancora una novità e le cose mostrate erano effettivamente più vicine alla realtà di tanti altri epigoni fantascientifici, diventando subito un film di culto per i "nerd" dei computer. E' comunque un lavoro ben fatto, con interpreti ideali, su tutti la bella Sheedy, di una naturalezza disarmante nella recitazione; la tensione è gestita con mestiere, le scenografie curate e il messaggio anti-bellico resta sempre attuale. Nel genere, un piccolo cult 80s.
Il mondo è seriamente in pericolo a causa di una guerra russo/americana scatenata per caso da un adolescente che credeva fosse solo un videogame! Come fare per spegnere il fuoco? Il film “gioca” sulle paure sempre vive di un’apocalisse nucleare, con un tono più che ironico ma coi mezzi super-sviluppati di cui il cinema americano ha sempre disposto. Lo sguardo eternamente sorpreso di Mathew Broderick ragazzino vi farà sorridere teneramente.
Il boom del computer, esploso negli anni '80, e la paura della Terza Guerra Mondiale in un film diretto da un John Badham che chiama a sé giovani talenti come Matthew Broderick e Ally Sheedy, facendoli interagire con attori del calibro di Dabney Coleman e John Wood. Si passa facilmente dalla commedia per adolescenti, fatta di hacker che truccano i voti scolastici e aprono videogiochi proibiti, al dramma fantapolitico, emozionando lo spettatore in ogni scena grazie allo spettro di un conflitto nucleare globale. Forse un film datato, ma ancora bello da vedere.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneGugly • 9/01/10 16:34 Archivista in seconda - 4713 interventi
Questo film non invecchia per nulla. Back door, collegamenti via telefono, intrufolamenti in sistemi governativi ultra segreti...manca solo la definizione del ragazzo, che oggi verrebbe individuato come un nerd.
DiscussioneZender • 9/01/10 18:26 Capo scrivano - 48251 interventi
Beh, però i computer sembran veramente dei cassoni oggi improponibili... :) Comunque stupì anche me, quando lo rividi. Fatto molto bene.
DiscussioneGugly • 9/01/10 18:29 Archivista in seconda - 4713 interventi
Grazie, ma ci devono essere ancora dei pc di apprezzabili dimensioni in qualche sito governativo ultrasegreto...
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Gli anni della nuova Hollywood", mercoledì 9 aprile 1986) di Wargames - Giochi di guerra:
in realtà secondo il principio del meno per meno dà più, tutto tende alla miniaturizzazione e alla nanometria anche in ambito bellico: i missili odierni, corti e smilzi, non sono più neanche lontanamente simili ai titanici e totemici suppostoni ICBM da 10 quintali a fotogramma che vediamo qui, in meyer o in aldrich (che nel frattempo sono anche in gran parte "scaduti" e inutilizzabili) e gli stessi demon core di uranio o plutonio delle testate sono passati dalle espanse dimensioni di una palla da basket a quelle di una concentratissima (e meno pesante) biglia da gioco (nella peggiore delle ipotesi non più grossi di una palla da golf).
peraltro, essendo ora declassificata la paternità militare di internet, questo film resta più attuale e (come può benissimo suggerire un mr.robot) più plausibile/meno fantasioso che mai.
coefficienti vintage a parte (i floppy grossi quanto un piatto da pizza, questi quasi obiati), è un film che ancora oggi fa indubbiamente il suo bravo figurone.
DiscussioneRaremirko • 20/09/19 01:39 Call center Davinotti - 3862 interventi
Schramm ebbe a dire: in realtà secondo il principio del meno per meno dà più, tutto tende alla miniaturizzazione e alla nanometria anche in ambito bellico: i missili odierni, corti e smilzi, non sono più neanche lontanamente simili ai titanici e totemici suppostoni ICBM da 10 quintali a fotogramma che vediamo qui, in meyer o in aldrich (che nel frattempo sono anche in gran parte "scaduti" e inutilizzabili) e gli stessi demon core di uranio o plutonio delle testate sono passati dalle espanse dimensioni di una palla da basket a quelle di una concentratissima (e meno pesante) biglia da gioco (nella peggiore delle ipotesi non più grossi di una palla da golf).
peraltro, essendo ora declassificata la paternità militare di internet, questo film resta più attuale e (come può benissimo suggerire un mr.robot) più plausibile/meno fantasioso che mai.
coefficienti vintage a parte (i floppy grossi quanto un piatto da pizza, questi quasi obiati), è un film che ancora oggi fa indubbiamente il suo bravo figurone.
Discorso, quello dell'esser attuali ancor oggi, che si potrebbe fare per molti film di Badham, incluso Saturday night fever.
È tutto così vero che pare finto. Nel 1983 nell'ex Unione Sovietica accadde veramente un fatto molto simile a questo film (segnalazione errata di un attacco missilistico intercontinentale). Fu reso noto solamente nel 1990 (così viene detto) e l'eroe che salvò il Mondo dalla terza guerra mondiale è tale Stanislav Petrov: