Sette anni dopo l'indimenticato prototipo vanziniano, Enrico Oldoini (con la complicità di Franco Ferrini in sede di sceneggiatura) si riappropria del titolo e lo aggiorna ai Novanta, preferendo abbandonare la commedia “a sfondo sociale” in favore di episodi più decisamente tendenti al comico che si alternano secondo una formula già a lungo sperimentata fin dai Sessanta. Raccontiamoli in ordine di importanza: chi occupa più il set di Saint Moritz è la coppia Boldi/De Sica, già pronti a proporsi come i veri campioni della risata “natalizia”. Boldi, ricco imprenditore di...Leggi tutto Busto Arsizio, è sposato con un’avvenente bellona che però pare molto più interessata all’amico Saverio Vallone che al marito, De Sica è invece in vacanza con la moglie Moira Orfei, ricca e burina come poche, amante del sadomaso che frusta il marito molto più attratto dalle giovani (tra cui la spasimante “ufficiosa” Giannina Facio, livornese se possibile ancor più ricercatamente volgare di Moira). Un De Sica strepitoso, un Boldi che gli tiene testa alla grande, una Moira Orfei in uno dei suoi ruoli più azzeccati sono i protagonisti di un episodio da non dimenticare, indispensabile per i fan della coppia. Da consegnare alla storia De Sica scatenato in discoteca e Boldi frustato dalla Orfei. Altro grande episodio è quello di Abatantuono, che torna “terrunciello” a furor di popolo e si produce in una performance quasi a livello dei bei tempi: è Nick, proprietario di un ristorante con Ugo Conti, che perde la voce dopo un urlo esagerato all'ippodromo (con Angelo Bernabucci e Galeazzo Benti) e conosce una bella francese disponibile. Preferirà fingersi muto anche dopo aver riacquistato la voce pur di non farle sentire il suo tremendo accento. Diego pensa in “terrunciellese” e si inventa gag memorabili. Cult assoluto, anche se il nostro inizialmente fatica a riprendere la giusta inflessione di un tempo. Ecco poi Andrea Roncato maestro di sci playboy, che vorrebbe portarsi a letto le figlie di una sua vecchia fiamma (Corinne Cléry) ma non può perché una delle due è anche figlia sua. Quale? Andrea è meno comico del solito (ma è memorabile quando gira nudo sotto la neve) perché qui Oldoini cerca la parentesi da commedia “vera”. Il ritmo cala, ma va detto che comunque l'episodio non è costruito così male. Peggio va a Ezio Greggio, che arriva al Palace (teatro di tutte le vicende) per incontrare la donna ricca da sposare e trova Maria Grazia Cucinotta (all'epoca semisconosciuta). Ma lei è già sposata col suo migliore amico (che la trascura). Cosa fare? Non è colpa di Greggio se il suo episodio è il peggiore (e il più marginale, assieme a quello di Andrea), ma mancano proprio le situazioni comiche. Qualche buona trovata c'è, ma troppo poche. Oldoini lancia in ogni caso con VACANZE DI NATALE 90 il padre di tutti i futuri successi natalizi con Boldi e De Sica e non è poco. Musiche dance inserite senza la classe di Vanzina (l’hit “I Can't Stand No More” è onnipresente), un sacco di fotomontaggi clamorosamente malriusciti ma anche grande ritmo, attori in forma smagliante e un gran numero di sorprese tra i caratteristi (ci sono pure Paolo Baroni, Isaac George...). Insomma, un film limitato ma godibile, con molte cadute di tono ma con tutte le componenti in regola. Un classico, nel suo genere. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Questo film, rispetto al precedente, è più vicino al tipo di commedia dei vari "Vacanze" a seguire e, per la prima volta insieme in un film di Natale, Boldi e De Sica scoprono di essere un'accoppiata molta valida e vincente. La migliore è un'idea strana ma originale, e cioè quella di Abatantuono muto, il cui accento comico non è parlato ma pensato. Molto divertente la storiella in cui è immischiato Roncato mentre Greggio, usato un po' come rimepimento, non se la cava male.
Pellicola fracassona interpretata da un cast di comici molto vario in senso "regionale", ma che offre i momenti migliori grazie soprattutto a Diego Abatantuono. Memorabile la sequenza sull'aereo dove si cimenta con le parole crociate. Da notare: dopo la sua svolta al cinema impegnato e l'abbandono del suo accento marcato da terrunciello, qui ritorna alle origini. Divertente anche Moira Orfei nella parte della moglie sado-maso.
Secondo capitolo, dopo sette anni, della serie di "Vacanze di Natale". Non entusiasmante. Si potevano evitare alcune scene come il bacio in bocca di Boldi alla vecchia e a De Sica. I migliori sono la Orfei (bravissima, una gradita sorpresa) e Abatantuono afono. Non si ride molto. Mediocre e ripetitivo. Splendida la Clery.
La marcia in più al film viene data da un Abatantuono che "terroneggia" come ai bei tempi, tipo nella scena del cruciverba spudoratamente copiata molti anni dopo da uno dei mediocri comici di Zelig. Per il resto l'episodio con Boldi/De Sica (primo di un lunghissimo connubio negli anni a venire) è infestato da un'inguardabile Moira Orfei doppiata con un fintissimo dialetto maceratese mentre i bravi Greggio e Roncato sono ingabbiati da storielle veramente sceme. Pessima (era da evitare!) la resa delle immagini sugli sci, in deltaplano e in macchina.
Cast variegato ma divertimento molto ridotto. Brava Moira Orfei moglie che frusta De Sica (una cosa che molti suoi non-fan farebbero molto volentieri a mio avviso), Greggio che non riesce a trovare una donna Abatantuono e poi ovviamente Boldi. C'e la Clery, ma c'è davvero poco da vedere purtroppo.
Un film fracassone e cafone, in cui si ride poco. La voglia di strafare mette troppo piombo sulle ali del film, togliendogli la leggerezza che ricomparirà l'anno successivo. Più che Boldi e De Sica, stavolta, sono divertenti Roncato, Abatantuono e Greggio, anche se quest'ultimo fa più che altro da riempitivo. Troppo volgare e becero, comunque; hanno fatto di meglio. Un pallino e mezzo.
Prima dell'epoca di Neri Parenti, la saga delle italiche Vacanze di Natale fu diretta per qualche episodio dal buon Oldoini. Questa puntata è ambientata a St. Moritz e presenta la solita sfilata di comici più o meno affermati, "televisivi" e non insieme a vecchie glorie (la Clery) con gag risapute e il solito ritmo frenetico che in questo caso tradisce la pochezza di idee. Si ridacchia ma il cinema sta da un'altra parte.
Ancora vacanze di natale, questa volta dirette da Oldoini. Uno dei migliori della lunga serie, non tanto per le storie che già all'epoca erano risapute, ma per la grande prova di simpatia del cast: il migliore è senza dubbio Abatantuono, protagonista della storia più convincente, seguito da un Ezio Greggio in gran forma e dal duo Boldi/De Sica in una specie di parodia di Hitchcock. La storia più debole spetta a Roncato, che la riscatta però con la sua innata simpatia. Insomma, un film divertente, ancora privo della volgarità degli ultimi capitoli.
Se un regista riesce a far rimpiangere Vanzina vuol dire che è messo proprio male. Oldoini lo fa alla perfezione ed è tutto dire. Solita “strenna” natalizia (per me al veleno) con i personaggi e gli ingredienti di sempre: su tutti una gran volgarità ed un divertimento nullo o quasi. Ma il pubblico applaude e si diverte spianando la strada ad innumerevoli seguiti.
Vacanze di Natale non più a Cortina, ma a Saint Moritz con un cast, come di consueto, molto variegato comprendente alcune ottime scoperte come la Orfei (quella vocina mi è piaciuta troppo!). De Sica il migliore di tutti, un Greggio molto valido, mentre Boldi è poco convincente e anche poco simpatico; della Clery c'è da apprezzare solo il fascino. La trama punta, come sempre, sulle tresche amorose, ma sono poco sviluppate.
Cinepanettone vecchio stampo, con impostazione da commedia brillante con pochissime cadute nella demenzialità. Tecnicamente ben realizzato (fatta eccezione per gli inguardabili fotomontaggi nelle scene spericolate) e ben interpretato da un cast decisamente azzeccato, il film non gode di una sceneggiatura all'altezza e non riesce quindi a decollare completamente. Si ride, ma meno del previsto. Mezzo punto in più per la presenza di un Abatantuono in gran forma, protagonista dell'unico episodio veramente riuscito del film. Guardabile.
L'ultimo cinepanettone corale prima che Boldi e De Sica monopolizzassero il genere. C'è un bel quintetto con i soliti due in piena forma, un Roncato simpatico e paterno, Abatantuono nel ruolo di terrunciello (ma più raffinato rispetto al passato) e soprattutto un Greggio ancora scatenatissimo, che risulta essere il migliore. Trashissima ma in piena parte la Orfei nell'improbabile moglie di De Sica e bellissima la Clery in una parte da seducente milf. Quando il cinepanettone non era ancora "televisivizzato" come negli anni seguenti.
MEMORABILE: Le scene in cui compare Greggio; De Sica e la Orfei sadomaso!
Se messo a confronto con il capostipite, Oldoini ne esce con le ossa disentegrate perché l'opera è priva della freschezza nel racconto che aveva contraddistinto il lavoro vanziniano. Nel cast spiccano (ovviamente) De Sica e Boldi che con le loro battute confezionano l'episodio migliore. Non male Abatantuono e Roncato; male invece Greggio, protagonista dell'episodio peggiore. Trashissimi i fotomontaggi e brutte le musiche.
Operazione ripescaggio da parte di Oldoini (regista transitorio prestato al cinepanettone prima del passaggio definitivo a Neri Parenti) di un titolo già allora considerato culto; ma il film, nonostante il parterre de roi impiegato, stenta a decollare e regge solo per alcune buone battute (incluse però in una pessima sceneggiatura dal fiato corto e diretto con poca passione). Le musiche techno inserite nel film capisco che oggi siano considerate pessime, ma le tollero avendole "vissute" - da ventenne di allora - sulla pelle... Nostalgia canaglia!
Ispirato all'iniziatore del ciclo, il film si dimostra soprattutto deficitario. Storie poco costruite e incentrate sul confusionario turbillon episodico. Abatantuono regala una valida interpretazione nell'episodio più divertente, gli altri non meritano menzione (nonostante Moira la regina circense).
Nonostante sia uno dei pochissimi cinepanettoni a firma di Oldoini il trend è sempre il solito e alla fine, stringi stringi, i momenti di ilarità vera sono ridotti al lumicino. Cast variegato ma con i soliti problemi di script e di storia inesistente, con le solite battute trite e ritrite e i personaggi stereotipati. Una volta tanto - e stranamente - l'unica ventata di novità sembra arrivare da Abatantuono. Simpatica la Orfei versione sadomaso, Cucinotta pessima (addirittura doppiata per l'occasione). Montaggio terribile.
Divertente capitolo della saga natalizia, noto più che altro per la parte con Abatantuono, che qui recupera con discreto successo il personaggio del "terrunciello"; molto spassosa anche la classica collaborazione Boldi/De Sica, entrambi in gran forma e dotati di notevole affiatamento, coadiuvati da una trashissima Moira Orfei. Meno esaltanti ma pur sempre gradevoli gli episodi di Roncato e di Greggio, le cui storie sono un po' risapute ma che riescono comunque a mettere a segno qualche battuta azzeccata. Quando il cinepanettone aveva dignità.
Da questo film si capisce che a poco a poco la coppia Boldi-De Sica sarà destinata a far piazza pulita del resto della combriccola. Simpatici gli altri episodi, con ovviamente uno sguardo in più a quello con Abatantuono; da ricordare il discorso fatto alla tavolata borghese ("Ma lei ha fatto qualche puntata di Quark? "). Una piccola menzione merita la colonna sonora. Peccato davvero per la caduta di gusto della scena sadomaso De Sica- Orfei.
Più che al prototipo vanziniano, questo sequel a scoppio ritardato di Oldoini (fondamentale, a suo modo, per l'ufficializzazione del fenomeno cine-panettone) sembra rifarsi alla formula di Yuppies (o del suo sequel da egli stesso realizzato). Le trame diventano sempre più pretestuose (stavolta è Abatantuono il conte Max della situazione, intruso tra ricchi che manderà a fanculo come De Sica in Fratelli d'Italia). Boldi e De Sica come al solito interagiscono di più tra loro, imbarazzante il cameo (perché di questo si tratta) di Greggio.
Quel volpone di De Laurentiis! Chissà qual era il suo disegno quando decise di monetizzare il successo della creatura natalizia ideata dai Vanzina trasformandola in una vera e propria serie e piazzando Oldoini ai posti di comando. Non che Vacanze di Natale fosse alto cinema d'autore, ma qui il taglio dell'operazione commerciale è evidente: cast-vetrina per i comici del momento (Greggio noioso, da salvare giusto Abtantuono), corna e cotte in abbondanza e personaggi sempre più "simpatici mascalzoni". Non una mostruosità, ma si ride poco.
Solitamente Enrico Oldoini veniva utilizzato per sequel o "reboot" della factory-Vanzina. In questa occasione si trova di fronte a una delle sfide più difficili della sua carriera registica: ridare vita alla serie di Vacanze di natale. Paradossalmente si potrebbe fare questo ragionamento: considero da sempre il primo Vacanze di Natale un film a parte (per la sua maggiore qualità) e questo brutto capitolo oldoiniano come il vero capostipite delle successive vacanze anni '90 e '2000. Per questo motivo il voto è basso.
Un ricchissimo cast che non basta a reggere la sceneggiatura incolore di questo cinepanettore targato Enrico Oldoini. Però due personaggi riescono a dare smalto e generare simpatia: Diego Abatantuono e Moira Orfei. Le gag risultano ripetitive e assai banali, con qualche bersaglio comunque centrato. La Cucinotta, ancora acerba, sa farsi notare. Così così il resto del cast.
Insomma. Sceneggiatura con qualche falla e caduta di ritmo, cast poco disciplinato, quindi con alti (Abatantuono, De Sica) e bassi (Greggio ma anche un Boldi non sempre a fuoco), ideuzze un po' sciape (la parodia hitchcockiana). Moira Orfei ritrova la vena sado già usata da Fulci, la Clery si pappa in un sol boccone il resto del cast muliebre. Leggermente ingolfato.
Fra i tanti film "vacanzieri" è uno dei meno riusciti; non tanto per il cast, che risulta simpatico (ad eccezione di Roncato, bravo ma qui mal sfruttato), quanto per le vicende, che dicono davvero poco. Boldi e De Sica fanno quel che riescono (l'affinità tra i due crescerà nelle pellicole successive), Greggio ha il suo compitino e la Orfei è poco sopportabile. Mezzo pallino in più per il personaggio interpretato da Abatantuono. Guardabile, ma nulla di esaltante.
MEMORABILE: La cena aristocratica con discorso di Abatantuono.
Deludente e sbiadita commedia natalizia di Oldoini. Si ride sporadicamente, ma senza esagerare perché le storielle sono piuttosto scialbe e senza mordente. Ruota intorno a infedeltà di coppia che dovrebbero fornire qualche pretesto per divertire, ma essendo il filo conduttore lo stesso per tutti, finisce per essere un po’ ripetitivo. Difficile dire chi salvare, più facile invece scegliere chi buttare giù dalla torre essendo diverse le opzioni. Notare come De Sica eviti le avance della Orfei per guardare La casa 2 di Raimi!
MEMORABILE: “Guarda che ti tiro il collo come un Modigliani!”
Il grande successo dei cinepanettoni è dovuto senz’altro al bisogno di leggerezza che assale tutti a fine anno. Non si spiegherebbe altrimenti e questo film, diretto da Oldoini, ne è la conferma. Niente - ma proprio niente - di nuovo all’orizzonte. La trama è più o meno simile ai film natalizi che lo precedono e a quelli che seguiranno. Boldi e De Sica divertono, qualche avvenente signora recita da pelle d’oca (in negativo), Abatantuono ci mette quel quid in più ma la vera perla, in questo caso, è Moira Orfei. Che interpreta se stessa, in pratica. Uno spasso!
Il solito misto di corna, di scene che si vorrebbero comiche ma che tali non risultano, di battute e idee riciclate da altri film (la scena con le corna sul muro ricorda molto quella viste in Fantozzi contro tutti, per dirne una). Il cast è buono, il personaggio più azzeccato è quello di Abatantuono. Altro punto a favore una colonna sonora discreta. Un filmetto.
A parte alcune trovate non male (le presunte figlie di Roncato e il rischio di incorrere nell'incesto, la parentesi hitchcockiana alla Delitto perfetto) il cinepanettone oldoiniano non decolla quasi mai. La parte abatantuoniana con l'afasia è uno scarto del primo episodio di Fratelli d'Italia (il finalone "vendicativo" a tavola con la ricca borghesia), totalmente inutile il "segmento" con Greggio mentre la coppia Boldi/De Sica (quest'ultimo in formissima) con rispettive consorti regalano qualche sprazzo divertente (le burinate della Orfei a cena, le pantomime BDSM). Da sturbo la Facio.
MEMORABILE: De Sica che si vede La casa 2 in tv; Il catalogo delle vhs della De Laurentiis e l'omaggio aereo a Emmanuelle; Conti umiliato sotto il tavolo.
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In alcune scene del film, De Sica e la Orfei guardano "La Casa 2" in tv, film che era prodotto da De Laurentiis, stesso produttore di questo episodio di "Vacanze Di Natale".
DiscussioneXtron • 15/11/15 14:16 Servizio caffè - 2058 interventi
E' deceduta Moira Orfei. Sentito ora a Sky TG 24.
DiscussioneGraf • 15/11/15 17:54 Call center Davinotti - 910 interventi
Mi dispiace. Era la signora del circo italiano.
Negli anni '60 Moira Orfei è stata una presenza fissa in tanti film italiani di genere.
Una prece.