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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Difficile dissentire dall'opinione comune. Considerato pressoché all'unanimità (regista compreso) il peggior Fulci del periodo d'oro, MANHATTAN BABY è davvero un horror ai limiti del difendibile. Pur non raggiungendo l’infimo livello di cose successive come AENIGMA e SODOMA’S GHOST, il film si distingue per una sceneggiatura orribile, che non prevede nessuno di quei momenti visionari che altre volte avevano salvato l'operato del regista romano (presente anche tra gli attori nella parte di un medico). Incentrato su personaggi sbagliati (Brigitta Boccoli, la bambina, sembra per tutto...Leggi tutto il tempo in preda a stupefacenti, da quanto è assente) ed evidentemente girato con la mano sinistra (Fulci stesso l’ha rinnegato, dicendo di averlo diretto solo per questioni contrattuali), ha solo un unico buon momento, che corrisponde anche all'unico inserto splatter: degli uccelli impagliati improvvisamente si animano e beccano a morte lo sfortunato padrone in un tripudio di sangue. Per il resto mantenere viva l'attenzione per la durata del film sarà dura, perché non accade quasi nulla di interessante e pure gli effetti speciali sono di una povertà preoccupante. La storia del talismano, la foto che, una volta sviluppata, mostra particolari inattesi (idea presente anche nel PRESAGIO), le continue urla dei due bambini terrorizzati, particolari egiziani ricostruiti in cartapesta, sono tutti difetti di un'opera che, nella messa in scena povera ed essenziale di Fulci (scenografie scarne come non mai) trova un ulteriore nemico invece che un punto di originalità. La cosa migliore resta la locandina....
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Quello che si dice un buon film:
Buiomega71, Occhiandre, Bullseye2 - Non male, dopotutto:
Daidae, Herrkinski, Ghostship, Ryo, Taxius, Acid burn, Bubobubo - Mediocre, ma con un suo perché:
Deepred89, Il Gobbo, Homesick, Cotola, Myvincent, Jena, Jurgen77, Minitina80, Giùan, Peter neal, Trivex, Nick franc, Nicola81 - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Undying, Aal, Digital, Corinne, Pinhead80 - Gravemente insufficiente!:
Marcel MJ Davinotti jr., Lercio, Ale56, Von Leppe, Rufus68
La punta più bassa (artisticamente parlando) toccata da Fulci, che firma un film girato con la mano sinistra per questioni prettamente economiche (d'altra parte si deve pure campare): non tanto per una sceneggiatura poco ispirata (e molto dettata), quanto per una messa in scena davvero povera. Location poco rifinite, attori che non sanno come agire, ripetuti primi piani di occhi e labbra, effetti speciali (l'attacco degli uccelli legati ai fili) deprimenti...
Un disastro che stranamente nasce nel contesto delle precedenti (migliori) produzioni.
Non tra i migliori del regista ma comunque un discreto horror. La storia è lenta ma la mano di Fulci riesce a rendere il tutto perlomeno dignitoso. Appena passabile il cast e discrete le musiche, anche se in gran parte riciclate da L'aldilà. Lo splatter rispetto ai precendenti horror di Fulci è minimo e tutto concentrato nel finale.
Il peggior horror girato da Lucio Fulci, tirato troppo per le lunghe ed estremamente noioso. Gli effetti gore sono praticamente assenti dando spazio ad una storia che non brilla in nulla. Un passo falso per fortuna in seguito recuperato.
Si barcamena tra l'horror e il fantasy e se qualche momento è ben riuscito non è certo durante i momenti più importanti del film. Da dimenticare.
Minore di Fulci che ha il torto di essere stato realizzato nel periodo d'oro del regista romano, onde soffre di confronti imbarazzanti. Ma visto storicamente, a fronte di certe atrocità di fine carriera, è un prodotto dignitoso, che certo sembra in larga parte già confezionato secondo i detami della programmazione televisiva. Molto lacunoso, ma con i suoi momenti, un'eventuale visione non sarebbe un supplizio.
Egittologico ed esorcistico, ha i suoi momenti migliori tra i passaggi segreti delle piramidi nel prologo e quando è in scena un grande Cosimo Cinieri, tetro occultista che si sacrifica contro il Male. Il resto, pur seguendo la direzione dell'horror metafisico in cui Fulci è maestro, appare raffazzonato e disseminato di punti morti. Vaghi richiami a Psyco (gli uccelli impagliati) e Poltergeist (i bambini, i passaggi interdimensionali). Musiche di Frizzi, quasi completamente riciclate.
Molti lo considerano un brutto film, certo non è il miglior Fulci ma non è nemmeno da buttare via. Mi piace molto il collegare al tema "horror" le antiche maledizioni: attori abbastanza gradevoli (neppure i bambini recitano male), in particolare l'attore barbuto. Finale visionario.
Uno tra i peggiori film del regista romano. Sono riuscito a finire di vederlo solo perché avevo bevuto tre tazze di caffè. Un film di una noia pazzesca. Gli unici effetti "alla Fulci" dell'opera sono gli occhi bianchi della megera e gli uccelli impagliati. Per il resto uno dei peggiori film del grande, compianto maestro.
Non sarei del tutto negativo nei confronti di quest'opera minore fulciana. Certo, la sceneggiatura è un po' raffazzonata e qualche buco evidente c'è, accompagnato da una certa noia, tuttavia non mancano alcune scene suggestive (l'inizio in Egitto, ottimamente girato, l'attacco degli uccelli impagliati, la sabbia nella stanza). Sembra quasi un film auto-citazionistico per Fulci, a partire dalle belle musiche riciclate dai suoi precedenti horror, per arrivare al cast, già visto in svariati film del regista e al suo stesso cameo. Mistico.
MEMORABILE: La megera cieca, che consegna il medaglione alla bambina nell'enorme piazza deserta.
Film su commissione girato da Fulci in maniera un po' svogliata (specie per quanto concerne la direzione degli attori) e ricco di riferimenti ad altre pellicole, a partire dal titolo (evocativo del ben più noto film di Polanski Rosemary's Baby), fino all'epilogo hitchcockiano. Solo per i fan.
MEMORABILE: L'attacco finale dei pennuti.
Uno degli ultimi bagliori fulciani dell'epoca d'oro. Dal bellissimo incipit in Egitto, dal braccio scheletrico della Ponti che sbuca dal muro, dall'atmosfera autunnale in una New York fredda e plumbea (sottolineata dal malinconico sax), dai passaggi temporali tra le pareti dell'appartamento sino alle sabbie del Cairo (con scorpioni), fino al massacro finale di Cosimo Cinieri fatto a pezzi dagli uccelli impagliati (come Michele Mirabella divorato dalle tarantole nell'Aldilà). In parte debitore alla 39° Eclisse, ma con squarci del miglior Fulci.
MEMORABILE: "Le tombe sono dei morti"; L'ascensore trappola; La luce che accecca Connelly; Il medaglione gettato nell'Hudson; La Boccoli e il sangue dalla bocca.
Lucio Fulci HA DIRETTO ANCHE...
Altro film non entusiasmante di Lucio Fulci. Le premesse erano buone questa volta con una location egiziana che però si esaurisce solo dopo pochi minuti lasciandoci in balia di un film sconsclusionato e fuori fuoco. Non peggiore però di altre prove fulciane anche se spesso ci troviamo di fronte a situazioni imbarazzanti per pochezza di effetti speciali, inettitudine attoriale e gravi carenze di sceneggiatura. Come è suo solito Fulci cerca di puntare tutto sull'atmosfera, ma questa volta riesce poco anche in quello.
Né il migliore né il peggiore dei film fulciani. Il ritmo non è certamente esaltante e il livello di coinvolgimento pure, tuttavia rispetto ad altre pellicole, la sceneggiatura è abbastanza “credibile” ed equilibrata ma soprattutto non sfocia nel ridicolo come purtroppo accadrà spesso in futuro a Fulci. Tra le opere minori del
regista romano, è di quelle vedibili.
Non il migliore del maestro Fulci, ma degno di nota. Vedendo l'incipt assistiamo ad una sequenza davvero suggestiva dallo stile esotico. Poi la vicenda si sposta in un classico centro abitato e perde un po' dal punto di vista dell'ambientazione. Il thriller soprannaturale entra così nel vivo e assistiamo ad una serie di delitti (poco sanguinosi, per essere firmati Fulci). Ciò che rende interessante il film sono le mirabolanti allucinazioni a cui assistono i personaggi, che sfociano nel surreale e fanno assaporare la follia.
MEMORABILE: Gli occhi bianchi.
Giustamente considerata come una delle uscite meno felici, nella lunga e variegata filmografia del regista romano, “Manhattan Baby” difetta per una vicenda che si incanala ben presto nei perigliosi binari del ridicolo, penalizzato perdipiù da una tediosità e da una pochezza di idee davvero allarmanti. Anche la regia di Fulci appare visibilmente svogliata e nemmeno un paio di sequenze splatter ben riuscite riescono a salvare la baracca. Bocciato!
Girato in sole cinque settimane e con un budget bassissimo, il film ha tutti i difetti che la discontinuità artistica del regista può suggerire. Una prima parte intrigante promette bene, annacquandosi noiosamente dopo, quando la trama pare improvvisata, senza sapere dove andare a parare. Ad assordare le nostre orecchie continue urla infantili. Un Fulci minore, ma da non cestinare.
Come tipologia di film e per come è girato ricorderebbe L'aldilà (e i migliori Fulci), dove l'orrore si presenta in modo surreale senza un apparente filo logico (scaturendo in questo caso da un medaglione), ma con la differenza che in questa mediocre pellicola manca proprio l'orrore e quel poco che c'è lascia a desiderare. Ci sono anche buoni interpreti e le musiche di Frizzi (con un inizio egiziano che lasciava sperare bene).
Fulci, se non altro, ha sempre avuto fantasia e trovate visivamente interessanti anche nei suoi film meno ispirati. Categoria in cui rientra a pieno titolo questa variazione sul tema dell'Esorcista (reliquia esotica-bimba posseduta-salvatore che prende il suo posto). Qualche scena desta lo spettatore dalla sonnolenza in agguato e la storia seppur poco originale non è male, però se non l'avete visto non vi siete persi davvero niente. Splatter contenutissimo (finale a parte) e il bimbo Frezza insopportabile come sempre.
MEMORABILE: L'assalto degli uccelli impagliati.
Come al solito quando agisce la coppia Fulci/Dardano Sacchetti abbiamo linee di narrazione non-sense alternate a splendidi inserti onirico visionari. E qui qualche bell'inserto lo abbiamo: il prologo in terra d'Egitto, la bellissima scena della maga cieca o della sparizione di De Meyo. Per il resto però troppa fuffa: scene incongruenti, sviluppi narrativi allo sbando, riempitivi fini a se stessi. Persino le musiche sono riciclate dagli altri film del regista. Connelly è attore sempre valido, Cinieri sopra le righe. Trascurabile.
Non il migliore né il peggiore del maestro, si discosta dalla maggior parte degli horror fulciani per la quasi totale assenza di scene splatter (oltretutto più che di horror bisogna parlare di mistery). La storia a tratti risulta essere lenta, ma almeno ha un senso ed è piuttosto convincente. La recitazione non è eccelsa, ma è comunque sopra la media; un po' tristi gli effetti speciali, ma per un film con questo budget non si poteva pretendere di meglio.
Thriller/horror demoniaco del maestro Fulci. Alti e bassi, in questa pellicola. Ottime la storia e alcune ambientazioni in esterno, trama dilatata che decade anche nel finale. Sprazzi di "esorcista metafisico" debitore al secondo capitolo originale della saga. Carrellata di attori di serie "B". Guardando il film sembra che Fulci ci abbia creduto poco, seppur alcuni momenti siano gradevoli...
Cinzia de Ponti HA RECITATO ANCHE IN...
Una maledizione passa dall'Egitto a New York tramite un amuleto e una bambina. Un groviglio di eventi inspiegabili, incidenti, sparizioni e apparizioni scioccanti. Si alternano momenti di suspense a recitazioni scadenti, un po' di curiosità ma troppe parentesi aperte e motivazioni senza molto filo logico. Anche se l'idea della trama è abusata, dello spazio di movimento ci sarebbe ma sembra scritto e girato in superfretta. I viaggi nel tempo e nello spazio sono i momenti migliori e angoscianti.
MEMORABILE: La bambina: "L'ho trovato per puro caso. In Egitto"; Adrian Marcato al padre "Se ne vada. E non ritorni più quando non saprà a chi rivolgersi."
Le premesse non erano niente male considerando il poderoso e magico incipit, ma nel prosieguo il film perde quota andando a infilarsi in una sceneggiatura confusa che produce scelte infelici fino a sconfinare addirittura nel ridicolo. Le cose migliori si devono cercare nelle atmosfere suggestive e nell'interpretazione di una bravissima Brigitta Boccoli, candida e malefica allo stesso tempo. Prodotto trascurabile.
Indifendibile pasticcio creato con gli avanzi del bel tempo che fu. La trama, certo, può essere erratica, ma così sbilenca e gratuita porta ben presto all'insofferenza. In tale brodaglia a nulla valgono alcuni saporosi inserti tipici del Fulci più immaginifico. Frizzi resuscita pregevoli ammicchi de L'aldilà; in generale, però, risulta invasivo e chiassoso. Graziosa la Boccoli. Apocrifa l'iniziale citazione da Lovecraft.
Ha il grave demerito di uscire a stretta distanza dal doloroso Lo squartatore di New York, il che lo ha sempre reso disprezzato dagli spettatori occasionali e poco amato anche dai fulciofili incalliti. Film povero nei mezzi e frettoloso nella realizzazione, quasi una cesura liberatoria tra le foschissime coltri del predecessore, è tuttavia l'ultima pellicola del regista romano guardabile senza preconcetti, prima dell'abbattersi del declino. Penalizzato da un soggetto trito e da effetti speciali davvero tremendi, va preso senza troppe pretese.
Il prologo in Egitto lasciava presagire qualcosa di interessante che sfruttasse un contesto fertile per l’horror. Purtroppo il film si affloscia subito dopo a causa di uno scritto non entusiasmante che ha poco da dire. Non succede nulla di rilevante che possa stimolare l’attenzione e soltanto al volgere del termine si ravviva con una buona sequenza che scuote lo spettatore dal torpore. Il sapore è quello dell’occasione perduta in quanto la produzione non è al di sotto del livello di guardia e la mano di Fulci si intravede, anche se a sprazzi.
Non indecoroso ma purtroppo debolissimo e con un inerzia cogitabonda di fondo piuttosto mortificante, alla visione. Colpa soprattutto d'uno script che scandisce la clessidra del suo tempo tra un appetitoso incipit in stile Presagio esorcistico e una chiusura che richiama gli uccelli hitchcockiani (peraltro l'unica sequenza furiosamente, autenticamente fulciana), lasciando in mezzo però un pugno di sabbia che scivola via sbadigliosamente. Fulci dal canto suo pare crederci ben poco e il budget costringe spesso a scene d'interni che nulla concedono al suo estro. Di stanco mestiere.
Violare una tomba egizia non porta bene a un archeologo, che si ritroverà alle prese con la possessione della propria figlia (una giovanissima Brigitta Boccoli). Sorta di seguito ideale di L'aldilà, di cui recupera parte delle musiche, incrociato con Alla trentanovesima eclisse: un Fulci sì minore, ma non così terribile come viene dipinto da chi forse commise l'errore di sopravvalutare precedenti exploit del regista (su tutti Quella villa accanto al cimitero). Latita lo splatter in effetti, ma il famoso finale coi volatili assassini colma in parte la lacuna.
MEMORABILE: La megera che consegna il medaglione mormorando "Le tombe sono dei morti": grande esempio di regia e montaggio, col bel sottofondo musicale di Frizzi.
Affascinante l’atmosfera, sia quella della meravigliosa terra d’Egitto, sia quella metropolitana ove si consuma l’orrore dell’antico culto del male. Suggestivo è il motivo del sax che si ode in città, quasi per cercare di dare sollievo alla famiglia colpita dalla maledizione. Ma i punti di forza terminano qui, perché la sceneggiatura appare un po’ scarabocchiata, con momenti che appaiono davvero impropri e scene “forti” non incisive come si dovrebbe. Anche i partecipanti a volte sembrano sottotono e non bastano le frequenti “occhiate” a creare la necessaria inquietudine.
Il meno riuscito tra gli horror fulciani del periodo d'oro ma resta comunque guardabile: l'ispirazione del regista è altalenante e la sua mano si riconosce solo a tratti (il bel prologo egiziano, l'ascensore, il deserto dove finisce De Mejo e l'assalto dei pennuti); per il resto il film soffre un ritmo non certo esaltante, un'insolita mancanza di vera cattiveria nell'orchestrazione della morte e un cast (Cinieri a parte) imbambolato. Non male la colonna sonora di Frizzi (anche se con ricicli da Paura e L'aldilà), effetti speciali non del tutto all'altezza della situazione.
MEMORABILE: L'assalto dei pennuti al povero Cinieri.
Il fascino spesso è una questione inspiegabile razionalmente e così è difficile dire dove risieda quello di questa pellicola anni '80 in cui, fra i protagonisti, troviamo una bambina con il fresco volto di Brigitta Boccoli. Forse la sensazione di straniamento dovuta all'accostamento fra l'Egitto e Manhattan che richiama la trama de L'esorcista. O forse nel modo originale di riprendere un luogo già così visto come le piramidi e i templi egizi accompagnati da una ipnotica nenia araba. Forse nell'immediato entrare in campo del paranormale e dell'esotico affrontati dall'italianissimo Fulci.
MEMORABILE: La sequenza iniziale del deserto egiziano; La fotografia lattiginosa; L'ambientazione retrò dell'appartamento del prof a Ny.
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Sicuramente non fa parte dei capolavori del Maestro romano, e dei film del suo "periodo d'oro" è forse il meno azzeccato (visti anche gli altissimi risultati dei capolavori precedenti); tuttavia ha sequenze notevolissime (seppur meno cruente rispetto ai film più celebri di Fulci) e un clima onirico che rende la visione sempre interessante, oltre ad offrire tocchi di purissimo surrealismo degni del miglior Buñuel e che verranno rivisti successivamente in Lynch. Con una migliore produzione e più impegno da parte di Fulci sarebbe stato un capolavoro, invece è "solo" un buon film.
Definirlo, come fanno alcuni, il peggior film di Fulci sarebbe ingeneroso, ma è indubbio che siano i punti deboli a prevalere rispetto a quelli di forza: buchi di sceneggiatura paurosi, recitazione poco convincente (si salva Cinieri, singolare figura di antiquario/parapsicologo) e una generale sensazione di pressapochismo tipica di un prodotto girato in poco tempo e con pochi mezzi. Peccato, perché viste le potenzialità del soggetto e la scelta di puntare maggiormente sulle inquietudini dell'atmosfera che sugli effettacci, poteva venirne fuori un horror davvero degno di nota.
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- Ahahahah:)) la canicola d'agosto comincia a ottenebrare la mia mente. Ovviamente mi riferivo alla boccoli, ma chissà come mai avevo nella mente il nome di connelly e ho scritto quello. Se puoi correggere mi fai un grosso piacere. Grazie di aver notato l'errore/orrore grossolano. Mi hai fatto morire quando hai scritto omaccione, non vedo come possa essere candido. Fantastico:)))
- Forse avevi in mente Jennifer Connelly, quella di Phenomena, all'epoca sì candida, chissà... Beh, dare del candido a Connelly in effetti ci voleva tutta :)
- Si hai proprio ragione:)) Merito un attacco da parte di uccelli impagliati ahahaha:))
- manhattan bubo, puoi mettermi capofila degli insoddisfatti: neanche io mi sono mai strappato ciuffi di capelli per questo fulci. tuttavia non mi trovi concorde con è tuttavia l'ultima pellicola del regista romano guardabile senza preconcetti, prima dell'abbattersi del declino, sentenza con la quale sigillerei maggiormente un murderock.
- Schramm ebbe a dire:
manhattan bubo, puoi mettermi capofila degli insoddisfatti: neanche io mi sono mai strappato ciuffi di capelli per questo fulci. tuttavia non mi trovi concorde con è tuttavia l'ultima pellicola del regista romano guardabile senza preconcetti, prima dell'abbattersi del declino, sentenza con la quale sigillerei maggiormente un murderock.
A me non era dispiaciuto, lo considero anch'io l'ultimo "vero" film di Fulci, anche se non mi dispiacciono del tutto la maggior parte delle cose fatte successivamente, specialmente Aenigma e Demonia. - Per me l'ultimo grande Fulci prima dell deriva (eccettuato quel gioiello che è Il miele del diavolo) che fa il paio con Murderock
Ultima collaborazione con De Angelis e momenti visceral/fulciani degni di questo nome (Cosimo Cinieri divorato dagli uccelli impagliati come Michele Mirabella dalle tarantole carnivore ne L'aldilà, il braccio scheletrico della De Ponti che sbuca dal muro, il sax di Frizzi, la New York invernale e plumbea tipicamente fulciana)
Gran finale stregonesco che si perde negli occhi spenti di una megera che sembra uscita da Paura nella città dei morti viventi (Le tombe sono dei morti)
Debitore , in parte, alla 39a Eclisse niwelliana, ma che classe.
Per quanto mi riguarda superiore al sopravvalutato L'aldilà - Schramm ebbe a dire:
manhattan bubo, puoi mettermi capofila degli insoddisfatti: neanche io mi sono mai strappato ciuffi di capelli per questo fulci. tuttavia non mi trovi concorde con è tuttavia l'ultima pellicola del regista romano guardabile senza preconcetti, prima dell'abbattersi del declino, sentenza con la quale sigillerei maggiormente un murderock.
Devo dire di aver seguito la vulgata. Per me l'ultimo Fulci guardabile è anche l'ultimo cronologicamente, quello de Le porte del silenzio (che arriva dopo 7-8 anni di cose invereconde), ma la mia è una visione che definire marginale è dir poco. :) - Bubobubo ebbe a dire:
Schramm ebbe a dire:
manhattan bubo, puoi mettermi capofila degli insoddisfatti: neanche io mi sono mai strappato ciuffi di capelli per questo fulci. tuttavia non mi trovi concorde con è tuttavia l'ultima pellicola del regista romano guardabile senza preconcetti, prima dell'abbattersi del declino, sentenza con la quale sigillerei maggiormente un murderock.
Devo dire di aver seguito la vulgata. Per me l'ultimo Fulci guardabile è anche l'ultimo cronologicamente, quello de Le porte del silenzio (che arriva dopo 7-8 anni di cose invereconde), ma la mia è una visione che definire marginale è dir poco. :)
si effettivamente avrei voluto chiosare puntualizzando che in tutta quell'inverecondia vi son state simpaticissime cabrate (come certi cerebro-miagolii), ma mi valgono come quegli inattesi soprassalti di ottima salute del malato terminale, che sembrano preludere a una guarigione e invece spalancano appunto le porte dell'inferno (non le ho mai sentite cigolare né sbattere, per cui non posso appaiarlo né spaiarlo dal micio che usa gli emisferi come gomitoli).
se però devo dar nome all'ultimo fulci valido e solido prima del diluvio (in termini davinottici diciamo da tripalla), mi assesterei maggiormente su quello squartatore 2.0 cocalight dragandroppato su flashdance e fame che è murderock. che non è niente di esorbitante ma rispecchia un fulci che ancora tiene salde le redini. almeno affettivamente; non escludo che rivedendolo oggi rischierei un brusco cambio di quotazioni.. ;)Ultima modifica: 11/01/19 17:18 da Schramm
