Vagamente ispirato a Edgar Allan Poe, con protagonista un misterioso individuo sfigurato che si vendica delle persone che lo hanno reso così. Il cast internazionale è davvero ottimo, ma guardatelo nella nuova versione da 98 minuti, rende molto di più. Forse il finale non convince troppo, ma il film è ben realizzato. Da citare la morte sulle giostre, il rasoio.
Edgar Allan Poe è solo uno dei tanti ingredienti e spunti per questo thriller-horror al vetriolo, in cui troviamo il celebre teatro del Grand Guinol con rappresantazioni sceniche ben fatte e vaghi riferimenti al fantasma dell'opera. Ottime le immagini degli incubi che tormentano la protagonista, tra psiconalisi e risvolti che ricordano Il pozzo e il pendolo di Corman; in più c'è la componente poliziesca da tipico giallo all'inglese. Nell'insieme è un film per appassionati con una trama non sempre scorrevole, ma dall'atmosfera malefica.
Pregevole lavoro del bravo Hessler, non immemore del tempo trascorso sul set di De Sade, e che sfrutta con intelligenza locations e atmosfere del grand-guignol: decisamente riuscito. Solide prove di Robards e Celi (doppiato in italiano ma con la sua voce nell'originale inglese). Nel cast c'è anche, visibilissimo in più scene (è uno dei teatranti), Josè Calvo, che però non è accreditato.
Col pretesto di Edgar Allan Poe un racconto in bilico fra finzione teatrale e verità, in un clima decadente da Grand Guignol. Delitti al vetriolo si accompagnano ad altre atrocità di vario genere, protraendo il mistero sino alla fine e sospendendone la soluzione. Peccato che il plot sia un po' troppo ingarbugliato e i momenti di interesse spesso disegualmente sparsi. Un ottimo Jason Robards arricchisce il quadro.
Del racconto di Poe ci sono soprattutto le atmosfere, che il regista riesce a ricreare bene, mentre la storia segue un po' troppo il filone della vendetta (richiamando in alcuni punti Il fantasma dell'opera). Non sempre il ritmo scorre liscio e alcuni momenti rislutano oggi datati, ma le interpretazioni di Robards e Lom valgono la visione, insieme alla ricostruzione d'epoca, aiutata da una bella fotografia. Non male.
Bellissimo thriller ispirato da un racconto di Poe da una parte e da "Il fantasma dell'Opera" dall'altra. Hessler è qui particolarmente ispirato e mette in scena sequenze di una raffinatezza rara. Il paesaggio autunnale, con relativa caduta di foglie, fa da sfondo a una storia macabra, una torbida vicenda di passione che ritorna dal passato. La bellissima sceneggiatura è avvalorata da un prezioso cast (compreso l'indimenticabile Celi nel ruolo di ispettore) ma a condurre la danza è l'obiettivo della m.d.p., vera protagonista del film.
Horror solido e dignitoso. Più che dalla novella di Poe, di cui è solo una flebile emanazione, esso trae forza dalla rappresentazione del teatro Guignol e dai temi delle serie criminali di Feuillade, care ai Surrealisti. Le forze basiche in azione (omicidio, vendetta indomabile) sono meritoriamente complicate da inserti onirico-psicologici, insoliti per queste produzioni. Niente d'eccezionale: un passatempo sopra la media del genere, tuttavia. Cast di tutto rispetto, fra cui spicca un cupo Herbert Lom.
Notevole thriller a tinte horror, chiaramente influenzato dal "Fantasma dell'opera" ma che rende omaggio anche a Poe (emblematico il titolo) e soprattutto al teatro Grand Guignol. Il ritmo non è dei più incalzanti, ma la regia è ispirata (Hessler altrove non ha fatto di meglio) e la messa in scena di un'eleganza ineccepibile. Ottimo cast che annovera Robards protagonista d'eccezione, la Kaufmann sua impaurita moglie, un inquietante Lom, Celi sornione ispettore di polizia e la Palmer che appare nei flashback rivelatori.
Filmetto molto semplice, in stile "fantasma dell'opera" più che Poe, si regge sul buon cast e sulle atmosfere ottocentesche, interessanti e affascinanti. Lo script non è esente da imperfezioni, ma il film riesce comunque a intrattenere lo spettatore meno esigente. Ci sono, purtroppo, alcuni tratti un po' lenti e noiosi e non sarà difficile individuare la sorpresa finale già a metà film. Molto belle le sequenze in teatro durante gli spettacoli e i sogni della giovane attrice, filtrati con un rosso angosciante, forse le sequenze migliori.
Nonostante un ottimo cast e una certa ricercatezza scenografica, il film pare più datato di molti suoi contemporanei e non sembra proprio realizzato negli anni 70 (i primi tre capolavori di Dario Argento appartengono allo stesso periodo e sotterrano pellicole di questo tipo, pur se con diverse ambizioni). Gli effetti orrorifici lasciano parecchio a desiderare, la tensione latita, il ritmo è lento e le incursioni oniriche ripetitive. Decisamente sopravvalutato e invecchiato male.
Film tratto da un racconto di Edgar Allan Poe. È del 1971, quindi non proprio recente, ma sembra girato vent'anni prima da quanto appare datato, sia nel ritmo che nel montaggio. È questo il principale difetto di una pellicola che comunque convince, nelle sue atmosfere e nella recitazione, nonché nella resa del testo di Poe. Ottimo Jason Robards e in generale buono il cast, anche se pure esso sembra partecipare all'invecchiamento precoce ed esagerato di questo film. Peccato, perché sarebbe potuto essere decisamente migliore, ma la sufficienza la strappa e la visione la merita.
Unendo suggestioni che vanno da Poe a Leroux con una spruzzatina di psicoanalisi (i soliti traumi infantili che tanto successo avranno nei thriller argentiani e simil-argentiani), Heissler allestisce un horror-thriller di discreta fattura ma poco avvincente nella trama, sia per la sceneggiatura ingarbugliata che lascia però intravvedere il bando della matassa già a metà film, sia per il peso eccessivo dato alla componente onirica piuttosto ripetitiva. Restano all'attivo l'accurata ricostruzione d'epoca, l'inquietante atmosfera del teatro e della villa e la buona prova degli attori.
MEMORABILE: L'acrobatica fuga di Lom nel teatro travestito da scimmione.
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La prima distribuita nei cinema è una versione rimaneggiata dalla AIP che dura circa 84 minuti e presenta queste differenze rispetto alla director's cut.
Le scene degli incubi sono virate in rosso
La parte di Lilli Palmer viene drasticamente ridotta in fase di montaggio
e
SPOILER
Presenta un assurdo finale nel quale Lom dopo essere morto nuovamente ritorna da Madeleine (si sente solo la sua voce,non viene inquadrato).
FINE SPOILER
Negli anni 2000 è riuscita la director's cut più lunga di circa 10 minuti,con le scene degli incubi con colori normali,e con un finale diverso,e migliore a mio avviso.