Molto è cambiato, stilisticamente parlando, dall’immaturo (per quanto per molti versi fresco ed efficace) primo capitolo. Non sussistendo più la necessità di forzare la sceneggiatura per inserire i protagonisti in un quadro scolastico che li associasse, quello che abbiamo di fronte è semplicemente un gruppo di amici in vacanza. Il liceo di fatto non c’entra più (se non come richiamo al classico viaggio post maturità, ma si tratta chiaramente di un esilissimo pretesto) e i nostri s’imbarcano in due tranche separate alla volta di Paros, suggestiva isola dell’arcipelago greco, meta “giovanile” che più classica non si potrebbe. Il...Leggi tutto primo giorno partono i maschi, quello successivo le femmine. Ma basta la prima sera senza donne per creare già intrecci galeotti con le ragazze in visita sull’isola. Per cui la coppia Raoul Bova/Ricky Memphis (entrambi in attesa delle loro metà) finisce con due focose spagnole dopo qualche tequila di troppo, Luca Bizzarri se la fa con un’emancipata italiana lì solo per divertirsi e Paolo Kessisoglu comincia una relazione via sms con una ragazza che semplicemente ha dato seguito ad un suo messaggino incidentale. Ambra è l’unica spaiata (ha lasciato il compagno a casa): vorrebbe davvero vivere l’avventura come un ritrovo tra vecchi amici, ma pare che tutti siano poco interessati alla cosa. Maurizio Mattioli, vero asso nella manica del primo capitolo, torna di nuovo per brevi ma esilaranti passaggi (raggiunge il gruppo per consegnare a suo figlio un fondamentale anello di fidanzamento che questi aveva dimenticato a casa), completamento ideale di un cast che mostra un affiatamento decisamente superiore rispetto al passato e alle prese con una sceneggiatura finalmente meno artificiosa, studiata con intelligenza, che poi una regia (di Paolo Genovese) particolarmente ispirata gestisce al meglio: musiche scelte con attenzione e inserite mai a sproposito, location ideali e di grande fascino fotografate con ottima scelta nei colori, che restituiscono la perfetta atmosfera delle isole greche non ancora completamente invase dai turisti, attori diretti meglio del previsto e dialoghi che cercano, per quanto possibile (salvo in certi frangenti dell’episodio sms, davvero trito come spunti), di evitare troppe banalità. Quindi qualche colpo di scena inatteso, chiusure degne e una rielaborazione furba di tematiche ovviamente viste e straviste (il tradimento taciuto, l’inversione dei ruoli nel rapporto tra maschio conquistatore e femmina innamorata). Senza inventare nulla Genovese sorpassa di slancio le indecisioni dei primi immaturi e confeziona una commedia con le carte in regola per giocarsi bene la sua partita; misurata, ben organizzata, moderatamente divertente, piacevole in quasi tutte le sue fasi, capace di reggere anche alla distanza a differenza del numero uno. Migliorano di molto Bizzarri e Bova soprattutto, Memphis si conferma in quello che finora è il suo ruolo migliore, Ambra è meno antipatica, Kessisoglu si destreggia bene nell’episodio più debole e romantico. Brevi parti per Vittoria Belvedere (in ospedale) e Luca Zingaretti (nel finale). Un gruppo finalmente amalgamato che sfrutta bene i punti di forza delle diverse caratterizzazioni.
Se non si fa troppo caso agli intrecci un po' banali con finale prevedibile, che non sono il forte del discreto regista, questa pellicola estiva può regalare momenti simpatici, grazie a Mattioli, una spanna abbondante sopra tutti (terrorizzato all'idea di riavere in casa il figlio e all'eventualità di fare da nonno temporaneo alla bambina), a Luca, intento a fare colpo sfruttando la Angiolini e a Memphis, che in coppia con Bova tenta di essere quello che non è (uno sciupafemmine). Il resto del gruppo attorico, come efficacia, segue distanziato. Musiche furbette. Nel complesso, non male.
MEMORABILE: Mattioli al muratore che parla di tempi: "Tempi tecnici un cazzo! Due settimane per quattro mura!"; Paolo a Ambra: "Dài, trovami divertente, ridi!".
I personaggi del capostipite ci sono tutti; ci troviamo perciò di fronte ad un'esatta continuazione ma, se nel primo capitolo la componente nostalgico-scolastica la faceva da padrona, qui, complice l'aver spostato il teatro di scena da Roma all'isola greca di Paros, la pellicola assume un tono da commedia corale vacanziera (che a tratti rimanda al primo cinema di Salvatores) e la arricchisce con una buona dose di verve comica. Convincente il cast, che un'attenta regia sa giostrare nei giusti modi. Uno dei più bei film italiani degli ultimi tempi.
Nonostante la buona confezione (fotografia, specie paesaggistica, convincente e anche una discreta regia) il film non è ai livelli del primo (che già non eccelleva). Le lungaggini si intuiscono già dal prologo di telefonate intrecciate e continuano per quasi due ore e la noia si fa sentire. Gag scarse, banalissima trama (che novità: si parla di corna) e anche minimal la caratterizzazione dei personaggi (l'unico buono è quello della Angiolini, che per chi scrive è anche la migliore, al contrario della precedente prova). Pessima colonna sonora. Sconsigliato.
Gli amici di Immaturi tornano al cinema; il risultato è meno efficace del precedente, che poteva contare almeno su uno spunto decisamente originale. Qui siamo in clima "vacanze di gruppo" di vanziniana memoria (nel cinema italiano non si butta nulla), anche se gli attori sono in forma e la confezione tutto sommato discreta. Il limite è quello di avere sfruttato espedienti narrativi abusati e tirato la storia un pò troppo per le lunghe. Tutto quello che lo spettatore si aspetta prevedibilmente avviene. Aurea mediocrità.
Classico sequel realizzato per sfruttare l'ancor fresco successo del primo capitolo. Cast a parte, non ha nulla a che vedere con il primo, che aveva una sua logica e mi aveva soddisfatto. C'è la solita solfa della vacanza tutta tradimenti, avventure estive, paranoie e malinconia. Ancora inspiegabile il motivo per cui un pezzo da novanta come Mattioli non sia stato utilizzato di più. Nonostante tutto il cast si comporta benissimo ed è molto affiatato, nulla da dire, ma la freschezza e l'originalità dell'originale è scemata.
MEMORABILE: Marta (Ranieri) che pensa che la confessione del tradimento di suo marito Giorgio (Bova) sia solo una tattica per scagionare Lorenzo (Ricky Memphis)!
Bei paesaggi ben fotografati, discreti (quando va bene) attori, un finale non malvagio: qui terminano i lati positivi di questa pellicola. Molto più consistenti i lati negativi: storielle vacanziere trite e ritrite peraltro terribilmente tirate per le lunghe, personaggi fiacchi, utilizzo banale e fastidioso della colonna sonora (basata, tanto per cambiare, su hits di successo). Inferiore al già non entusiasmante primo capitolo, ma nel complesso si guarda fino alla fine, se non altro grazie ai pregi elencati a inizio commento. Quasi sufficiente.
Seguito mediocrissimo di una commedia che mi aveva divertito ed emozionato come poche italiane degli ultimi tempi: qui non si ride quasi mai (tranne che per qualche battutina calcolata ad hoc), le storie sono banalissime e il ritmo troppo frammentato. Il cast poi sembra davvero fuori forma rispetto all'originale: salvo soltanto il grande Maurizio Mattioli, che è l'unico a conoscere ancora i tempi comici e ad essere espressivo. La fotografia è buona e anche la regia, ma la sceneggiatura è zero. Inutile il cameo di Zingaretti.
Non mi aspettavo chissà cosa da un sequel e invece son rimasta piacevolmente sorpresa, al punto di trovarlo anche superiore al primo capitolo. Leggerino, a tratti scontatissimo (pur senza lesinare trovate simpatiche) ma per il genere va bene così. Il tutto confezionato con cura e, anche qui, nota di merito a Mattioli per poche ma efficaci scene davvero simpatiche.
Se è difficile riuscire a girare un buon film, girarne un seguito all'altezza è ancora più complicato. Paolo Genovese ci riesce con questo buon sequel che ripropone i protagonisti del precedente, con l'entrata di Anita Caprioli (in realtà già presente nel primo, ma in un ruolo molto più marginale) e di Lucia Ocone (che sostituisce il personaggio peggiore del primo film, quello interpretato da Giulia Michelini). Rispetto al primo ha una miglior fotografia, grazie anche alla location.
MEMORABILE: Vorrei tornare alla prima cazzata perché si sa, le cazzate sono come le ciliegie… una tira l'altra…
Vale tre pallini come il precedente, ma è leggermente migliore per la confezione. Le storie incrociate, come quella di Bizzarri diviso fra due donne, funzionano discretamente (benchè alla fine prendano troppo il sopravvento sulle situazioni comiche) e il cast lavora benino: Mattioli svetta lassù irraggiungibile (ma mi sarebbe piaciuto vederlo alle prese con la pseudo-nipotina!). Colpisce, per il perfetto dosaggio di drammaticità ed invadenza, il subplot del cancro della Caprioli. Malinconicissimo il finale, indimenticabile la track conclusiva.
MEMORABILE: La canzone finale "Mad About You"; Bizzarri che spinge il bambino greco sul molo in acqua, esilarante conclusione delle sue love stories incrociate.
Da inserire prettamente in un filone pseudo-vacanziero, il sequel di Immaturi ci presenta i soliti protagonisti tolti dal contesto "scolastico" e trasferiti paro paro nella bella isola di Paros. A cavallo tra commedia "giovane" (con attori per nulla giovani) e studio di una generazione. Le poche battute che dice Mattioli valgono tutto il cast messo insieme.
Seguito discreto e ben amalgamato. Il cast è cambiato poco, ma stavolta nessuno dei protagonisti riesce a mettersi più in luce degli altri (anzi, la Bobulova per esempio passa quasi inosservata rispetto alla pellicola precedente). Più spensierato ma meno divertente del capostipite. Il finale della storia con Bizzari (menzione speciale per la bellissima e brava Valtorta) non è per niente chiuso bene, il film invece sì!
L'ambientazione greca mi ha indisposto in partenza perchè la mia memoria è andata a ripescare scene luchettiane e mucciniane che avrei voluto rimuovere definitivamente. L'opera, prima di tutto, manca completamente di una sceneggiatura veramente originale: i dialoghi sono terribilmente mosci e la struttura narrativa si poggia su situazioni che definire stra-viste è un eufemismo. Genovese, erroneamente, punta tutto su un sentimentalismo superficiale che affossa la pellicola ampiamente sotto la sufficienza. Colonna sonora imbarazzante. Da salvare solo Mattioli.
Inizia senza promettere troppe sorprese con la presentazione dei personaggi (già noti a quelli che hanno visto il prequel), con l'inserimento ad hoc di musiche accattivanti seguendo una prassi stranota. Una volta però in terra ellenica il film prende una sua vita e ogni personaggio (o coppia di personaggi) ha una storia dai risvolti più disparati (con l'argomento amore in comune per tutti) che, assieme a una foto capace di valorizzare l'incanto del posto, rende piacevole la visione. Tutto fortunatamente rimane nell'ambito della commedia.
MEMORABILE: Maurizio Mattioli al conducente dei somarelli: "fermate un po', a Zorba".
Se nel primo film c'erano almeno delle dinamiche che intrigavano e portavano avanti la baracca qui siamo davanti alla quasi totale assenza di idee. Film vacaziero classico con caratterizzazioni annullate quasi totalmente e molte gag riciclate anche dal primo. Si ride poco o nulla anche perchè Genovese cerca spesso il taglio intimista e riflessivo (ma alla fine risulterà troppo scontato anche questo). Inoltre perde lo spunto di commedia corale visto che gira quasi tutto attorno ai personaggi di Luca e Paolo. Memphis e Bova a sprazzi, Angiolini non pervenuta.
Il viaggio post tarda maturità per il gruppo di quarantenni del primo episodio. La narrazione vira ampiamente sul lato sentimentale ed appare particolarmente melensa. Le situazioni non spiccano per originalità nonostante le location e le musiche appropriate. Buono, al contrario, il cast, che appare amalgamato. Si sorride con le brevi apparizioni di Mattioli. Tra le situazioni scadente quella di Bizzarri, lievemente toccante quella di Kessisoglu e Caprioli.
Per gli ex compagni di classe l'occasione questa volta è rappresentata da un viaggio nelle Cicladi, nella splendida Paros. Qui le tentazioni, come più volte ribadito dai protagonisti, non mancano di certo e mettono in crisi i rapporti appena rinsaldati o in fase di crescita. La povera Ambra è il personaggio triste, sebbene rubi la scena con il suo nudo "domestico" e la coppia Memphis-Bova strappa parecchie risate. Mattioli resta da pollice recto e la pars emotiva è demandata soprattutto a un Kessisoglu particolarmente convincente. Un bel film.
MEMORABILE: "Non vi sovrapponete", Mattioli prima di ripartire.
Nostalgia canaglia, che ti prende proprio quando non vuoi: meglio del predecessore, spinge ancor più sul versante malinconico lasciando fondamentalmente i siparietti comici a Mattioli e alla iena Luca e imbastendo una commedia fresca e misurata, con l’unico difetto, specialmente nella fase finale, di risolvere parte delle singole storie in maniera approssimativa e poco convincente. Raoul Bova continua, nelle commedie, ad essere un pesce fuor d’acqua, la Caprioli è sempre più bella. Buono.
Sequel fiaccotto che prolunga quasi inutilmente le vicende del gruppo di pseudostudenti quarantenni ora in gita nella splendida Paros che, anche grazie a un'ottima fotografia, si fa preferire al film. Tra gli attori meglio senz'altro le donne, peraltro piuttosto bistrattate. Sempre grande Mattioli.
Noia assoluta, regia inesistente e sceneggiatura di rara vuotaggine. Solita commedia moderna italiana piena di nomi conosciuti (per spartire i rischi) e di visi televisionabili. Dovrebbe essere l'ennesimo film generazionale, nel quale nell'intorno dei trenta-trentacinque un gruppo di ragazzi senza nessun problema di lavoro o occupazionale espleta le proprie banali funzioni sentimentali con boriosa e inverosimile assurdità. Ci sarebbe stata bene la Littizzetto, per dire.
Seguito immediato del successo rivelazione dell'anno prima. Film gustoso e solare con un bel paesaggio da cartolina e la solita compagnia di attori del predecessore. Mattioli di vede poco ma la sua presenza si fa sentire positivamente e lascia il segno. Per il resto bene Bizzarri, Memphis, Kessisoglu e la Angiolini.
Avvilente. Persa la freschezza del primo capitolo, i facili sentimentalismi sommergono il sequel, in tutto e per tutto assimilabile ad una fiction contemporanea: snodi narrativi di una banalità sconcertante, forzature a iosa (...e alla fine tutti se ne andarono a Paros, Mattioli compreso, con tutta la catena di balle ed equivoci che ne deriva), effimeri tocchi drammatici (il tumore della Caprioli) e la mazzata finale (tutta la patetica sequenza in carcere). Questa volta forza motrice è la Angiolini, in vena persino di concedere una rapida occhiata al suo posteriore.
MEMORABILE: La Angiolini cleptomane; Mattioli in discoteca.
Tornano gli amici di una vita, costretti a ripetere la maturità: questa volta affronteranno il viaggio post esame, quello sempre promesso ma mai realizzato. Sarà la bellissima isola greca, sarà una dose maggiore di humor ma io lo preferisco al primo film: lo trovo più sciolto, con gli attori bene in parte (ed è difficile trovarvi difetti). Si noti poi il solito Mattioli, che entra in scena a metà film e lascia il segno con le sue classiche battute. Da guardare.
"Come noi nessuno mai" verrebbe da pensare, e invece sbaglieremmo di brutto. Nonostante un'incantevole (e un po' farlocca) Paro, l'atmosfera fresca del primo episodio non si ripete, e anzi si finisce per sovraccaricare tutto con troppe sottotrame pseudo impegnate come la parentesi del tumore (ma anche il tradimento perdonato). Gli uomini perdono smalto e le donne ancora una volta non incidono. Non un brutto film, ma non lascia pienamente soddisfatti.
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Non so, sarà la zuccherosissima track finale, ma m'ha lasciato di stucco. Non é né sottotono, né tagliato con l'accetta né in calando: m'é piaciuto, una conclusione 'allbehindthebars' proprio non me l'aspettavo...
Non male nemmeno l'idea di drammatizzare troppo sul cancro della Caprioli: non si dice né che si salva né che morirà, si ben lascia la questione in sospeso, ad evitare che diventi centrale. Mi sarebbe piaciuto vedere Mattioli in versione nonno alle prese con la bimba, avrebbe dato vita a qualche buona gag.
La locandina del film (come hanno detto al tg), per un difetto di photoshop, presenta un Raul Bova con ben tre mani, due delle quali cingono la collega attrice:
DiscussioneGugly • 24/01/12 22:01 Archivista in seconda - 4713 interventi
Lucius ebbe a dire: La locandina del film, per un difetto di photoshop, presenta un Raul Bova con ben tre mani, due delle quali cingono la collega attrice:
Fonte: TG Praticamente un polipo, che impressione!
Markus mi hai fatto venire i brividi, maledetto!!!Per considerare questa porcata "uno dei più bei film italiani dell'ultimo periodo" bisogna avere coraggio.
Io mi sono annoiato a morte. Sceneggiatura ridicola che scade nel sentimentalismo più spiccio ed irritante, ambientazione stra abusata che già ai tempi di Muccino aveva rotte le fave, colonna sonora imbarazzante e senza un briciolo di originalità. Gli attori sono tutti mosci, peccato che il sempre bravo Mattioli sia poco sfruttato. Dai le conversazioni tramite sms visivamente sono scadenti.
Spero che stasera l'opera non deluda....
A me è piaciuto e di buon cuore ho confermato - come spesso capita - il parere di Marcel (tre palle). Ma sì dai... i “trentenni stressati-movie” sono il mio pane e si sa che a prescindere da tutto ho sempre un occhio di riguardo verso quel sottogenere! A parte questo il film mi ha davvero divertito e l'ambientazione vacanziera gli da valore aggiunto.
La scena in cui Memphis alza il bambino greco in aria e gli fa prendere una tremenda capocciata su un'insegna di ferro mi ha fatto ammazzare dal ridere ahah
DiscussioneZender • 5/10/12 11:10 Capo scrivano - 48271 interventi
Confermo quanto detto da Markus, per quel poco che mi ricordo :) E direi che non dovendo più spiegare tutta la manfrina del ritrovo dopo anni, delle imitazioni delle prof in stile finto-Compagni di scuola e altre forzature un po' squallide il film funziona. L'ambientazione greca è molto più viva, Memphis spassoso. Poi che ci sia qualche brutto momento ci sta, per carità.