Squadra che vince non si cambia, e poteva forse il giovane Leonardo Pieraccioni esimersi dal ripetere in tutto e per tutto la formula del clamoroso film-boom della passata stagione cinematografica? Ovviamente no, anche perché Pieraccioni non ha le capacità registiche dei vari Nuti, Troisi o Verdone, e i suoi lavori non possiedono l'originalità che dovrebbe contraddistinguere i cosiddetti "autori". Però Pieraccioni è furbo, così ricicla impunemente situazioni già viste e riviste (il macellaio seduttore è la brutta copia dell'Abatantuono di FANTOZZI CONTRO TUTTI, il dialogo...Leggi tutto tra Pieraccioni e la bella argentina chiusa nel suo giardino si svolge esattamente come quello tra Troisi e Amanda Sandrelli in NON CI RESTA CHE PIANGERE, l'ascolto involontario delle grida amorose dell'amica con Er Patata l'abbiamo visto dal primo FANTOZZI a VADO A VIVERE DA SOLO, per tacere degli altri...) sapendo di poter contare sull'innegabile simpatia del proprio volto, una maschera capace di trasmettere ogni tipo di sentimento con pochi movimenti. Ma è soprattutto il senso dei tempi comici a rendere comunque piacevoli i film di Pieraccioni. Non ci sono inutili e presuntuosi ammiccamenti erotici (il punto debole del cinema di Nuti, ad esempio) e il ritmo resta sostenuto per l'intera durata. Così è difficile stancarsi e, pur se ci si accorge di ridere per trovate vetuste, non si può fare a meno di farlo. Perché Pieraccioni è comico di per sé, Massimo Ceccherini (il fulminato) lo è ancora di più e dimostra una padronanza della scena e una sicurezza invidiabili. Basta un suo tic, una frase scema e si ride. D'altronde, con una faccia simile... Piuttosto inutili le presenze semifantasmatiche delle "guest-star" Alessandro Haber (attore in una rappresentazione teatrale) e Bud Spencer (è Gandhi, un cieco chiamato da Ceccherini per fare una serenata all'amata Claudia Gerini). La Gerini stessa, poi, è figura abbastanza superflua, ridotta a burattino - come d'altronde tutte le altre stupende attrici del cast tranne la solita Barbara Enrichi - nelle mani del capobanda Pierraccioni, il quale poi ovviamente ognuna di loro finirà per ambire. Raccontato attraverso l'abusata struttura a flashback in modo da poter sfruttare la simpatia di Pieraccioni come io narrante, FUOCHI D'ARTIFICIO non deluderà i (troppi?) fan del CICLONE, alternando alcuni momenti esilaranti (la festa in onore der Patata) ad altri più sottilmente ironici. Non bisogna cercare il messaggio nascosto, nei film di Pieraccioni, perché tutto è solare, chiaro fin dall'inizio. Sono solo prodotti leggeri leggeri, persino casti (banditi seni, culi eccetera) destinati unicamente a farci sorridere in compagnia. Poiché vi riescono, sono film riusciti.
Film nato per sfruttare e bissare il successo del più fortunato Il ciclone. Non mi ha mai entusiasmato troppo. A differenza che ne Il ciclone, in cui i personaggi di contorno aiutavano Pieraccioni a risultare simpatico, qui l'attore si affida solo a sé stesso (come farà con il successivo Il pesce innamorato) con risultati deprimenti. Ceccherini è simpatico quanto odioso nella parte del fulminato. George Hilton e le varie ragazze sono sprecate. Er Patata mal si confà alla comicità toscana. Insomma, un filmetto inutile che, dalle mie parti (la Toscana), è diventato un cult assoluto.
Il Pieraccioni pensiero all'ennesima potenza. La solita storiellina raccontata questa volta con l'ausilio di flashback e con un po' di suspance. Di tutti i suoi film questo è il più divertente, soprattutto grazie ad un incontenibile Ceccherini. Il cast di contorno fa il resto. Pieraccioni inventa il Patata e ci butta pure in mezzo in un cameo niente popodimeno che Bud Spencer. Incassi ancora maggiori de Il Ciclone. Ma ormai il giochino si sta esaurendo. Si ride.
Non è affatto ai livelli del Ciclone che per me rimane il film migliore del golden boy Pieraccioni, però non si può accusare questa pellicola di comportarsi così male. I protagonisti restano quasi tutti quelli della pellicola precedente. Le situazioni divertenti non mancano ed in fondo il duo Pieraccioni-Ceccherini è sempre un piacere da vedere ed ascoltare.
Segnalazione per la rubrica Misteri d'Italia (così si rilassano un po'): perchè ha successo Pieraccioni? Se qui a Firenze la spiegazione si può rinvenire nell'atavico campanilismo ombelicocentrico, altrove il fenomeno oltrepassa la comprensione umana. Tempi morti, recitazione inapprezzabile (avrebbe detto Sandro Ciotti), regia sedicente, battute trite, situazioni pure. Appunto, un mistero. Sprecata qualche bella presenza.
Sull'onda del successo dei Laureati e de Il ciclone, film tutto sommato riusciti e gradevoli, Pieraccioni (vero miracolato del cinema italiano in quanto baciato da un successo assolutamente sproporzionato rispetto ai suoi meriti) torna con questa commediola all'acqua di rose, assolutamente insipida, fatta di personaggi che definire appena abbozzati è poco e, cosa ben più grave, per nulla divertente. Anche i personaggi di contorno (come Haber e Ceccherini) sono assolutamente mal utilizzati ed il film non decolla mai.
Sulla scia del fenomenale successo de Il Ciclone, la solita scontata, banale pellicola scritta, diretta e interpretata da Pieraccioni. Noiosa, con dialoghi di una faciloneria incredibile. In alcuni momenti si salva grazie sopratutto ai soliti Ceccherini e Hendel e al cameo folgorante di Bud Spencer. Il resto, cast e regia compresi, sono e rimangono mediocri. Resta un mistero il fatto che, quando appare in televisione, Pieraccioni sia anche simpatico mentre al cinema non funzioni affatto. Mah...
Pieraccioni in questo film mi è apparso piuttosto irritante: il suo personaggio non è per nulla ben caratterizzato, quel suo voler essere per forza simpatico solo perché con accento toscano si dimostra piuttosto logorroico, e i suoi monologhi cascano in banalità poco elaborate. Ma è la stessa confezione del film a non convincermi: il prologo con lo psicologo al mare appare troppo artificiale e bisogna capire se i richiami a Fantozzi e Non ci resta che piangere siano omaggi o un approfittarsi di gag già fatte e riuscite.
Simpatico film del toscano Pieraccioni che con l'andare del tempo diviene ripetitivo e noioso. Belle le compagne del protagoniste che si fanno pubblicità col corpo per assumere notorietà. Brava e bella la Gerini che con i film di Verdone si rende simpatica in qualsiasi ruolo in cui si immedesima.
Non sono un gran fan di Pieraccioni e questo è risaputo, in ogni caso il film vale poco, tolta anche la sua interpretazione. Il cast secondario non aiuta di certo e la storia fa abbastanza pena. Decisamente evitabile (a meno che non si sia fan).
Meno riuscito de Il ciclone, ma comunque divertente. Pieraccioni fa affidamento a vecchie conoscenze e a nuove entrate che risultano efficaci (specialmente la Gerini). La trama più che nota è un buon espediente per inserire una sfilza di gag e scenette di vario genere, in questa commedia leggera ma gradevole. Haber e Bud Spencer si concedono due improbabili e buffi camei.
MEMORABILE: Er Patata che insegna al pappagallo a parlare.
Dopo un paio di lavori divertenti, il repentino calo di idee di Pieraccioni (preludio della cronica mancanza odierna) è già avvertibile in questo film, che pure si mantiene su livelli accettabili. La sostanza è quella del film precedente, i personaggi molto simili, persino la colonna sonora riecheggia in qualche modo Il Ciclone. Non manca qualche momento divertente e c'è un'insolito cameo di Bud Spencer, ma tutto sa di già visto. Comunque meglio di tutti i lavori successivi del regista fiorentino.
MEMORABILE: Bud Spencer che canta 'Serenata Rap' (a modo suo).
"Mediocre, ma con un suo perché", recita la legenda... capirai, con Mandala Tayde e Vanessa Lorenzo i motivi per sopportare il Pieraccione sono almeno due, e di quelli validissimi. Commediola poco saporita ma che qualche sorriso lo regala, grazie alle ultime ideuzze valide partorite dall'autore negli ultimi 13 anni. A spiccare è comunque Ceccherini, che di lì a poco avrà anche l'occasione di dirigere il primo film tutto suo, sfortunatamente per noi spettatori.
Divertente. Giustamente Morandini parla di "cinema innocuo", ma altrettanto giustamente spiega il successo con la simpatìa, col rifiuto della volgarità, con l'evasione. Vanno aggiunte le deliziosi ambientazioni toscane, alcune sotto-trovate che muovono all'affabile sorriso ("Dal bau alla zeta"), un cast femminile di inesauribile femminilità (è dura, ma scelgo la Gerini). L'uso del tempo filmico è sproporzionato sui temi grandi, ma è spesso infallibile nella levissima scenetta (si pensi a dialogo e montaggio dopo il cozzo fra macchina e bidoni).
MEMORABILE: La constatazione che la Gerini non ha un cuore, ma due.
Il cinema di Pieraccioni è così: leggero, spensierato, con l'unico obiettivo di regalare momenti divertenti e qualche piccola riflessione sull'amore. Questa è una delle sue commedie più riuscite, soprattutto grazie ad un cast ricchissimo, dove Ceccherini ha modo di brillare più del solito, le ragazze son tutte belle, Er Patata assicura le risate grasse e Bud Spencer è semplicemente adorabile nel ruolo del Gandhi. Da vedere se si cerca di sfuggire alla noia quotidiana.
Commediola semplice in cui si narrano le indecisioni amorose di un uomo. Tutto abbastanza scontato nonostante il bel cast. Questo è il film che fece conoscere Brunetti, pescivendolo romano. Dopo il successo del Ciclone l'attore toscano realizza questa pellicola elementare che presenta qualche momento ridanciano ma si nota soprattutto per l'effimero risultato.
Dopo il trionfo di Pieraccioni (e del produttore Cecchi Gori) ottenuto con Il ciclone, un altro film costruito per replicarne i fasti (cosa regolarmente avvenuta). Commedia solare e divertente che, privata dell'effetto novità di cui beneficiò Il ciclone, sfrutta gli stessi temi conditi da buoni sentimenti assieme all’accortezza di introdurre nel cast un quasi dimenticato Bud Spencer e la nuova stella 90’s Claudia Gerini. Siamo ancora su buoni livelli.
Visto che col Ciclone tutto era andato per il meglio, Pieraccioni sfodera una nuova commedia comico-sentimentale con alcuni personaggi del cast precedente confezionando un film leggero ma tutto sommato gradevole. Ceccherini è decisamente divertente nel suo ruolo di "schizzato", mentre lo stesso Pieraccioni si ripete. Alcune gag sono riuscite e il reparto femminile se la cava abbastanza bene.
Pieraccioni atto III°. Sull'onda del successo del film precedente, ecco qui Leonardo dimenarsi (beato lui!) tra le bellissime Gerini, Lorenzo e Tayde. C'è un Ceccherini molto efficace e scatenato che cerca di corteggiare la Gerini con l'aiuto di Bud Spencer improbabile menestrello cieco, con la sua serenata rap (uno dei punti comici più alti di sempre, ricordo le grandissime risate in sala!). Spazio anche per il coatto Er Patata e l'elegantissimo Hilton, che mette in guardia il protagonista da sua figlia. L'ultimo bel Pieraccioni vecchia maniera.
MEMORABILE: L'esilarante serenata rap di Bud Spencer che poi dice alla Gerini: "Io so cieco, lui è anonimo"; Bischero cò la vestaglia!
Bella commedia sull'amore con l'inizio in spiaggia che fa da incipit al lungo flashback del protagonista. Pieraccioni è simpatico e mai sopra le righe affiancato dalla solita spalla Ceccherini, che non brilla molto rispetto ai film precedenti. La Gerini è invece come sempresimpatica. Grande l'apparizione di Bud Spencer.
MEMORABILE: Bud che canta "Serenata rap" di Jovanotti.
Un altro bel film firmato Pieraccioni, dopo il grande successo de Il ciclone. La storia è sempre incentrata sull'eterno dilemma dell'amore e il regista toscano alterna sapientemente momenti divertenti (quasi sempre c'è di mezzo Ceccherini...) a fasi più romantiche/riflessive. Azzeccata la ricostruzione della vicenda a flashback. Buono il cast, dove oltre ai soliti Pieraccioni e Ceccherini spicca un sorprendente Roberto Brunetti con battute a raffica. Ci sono anche la Gerini e un giovane Santamaria. Leggero e buono.
MEMORABILE: Ceccherini canta Alan Sorrenti (dammi il tuo amore...); Pieraccioni se ne va quando l'amica fa l'amore col fidanzato.
Il bello di Pieraccioni (almeno nei suoi primi film) era il riuscire a confezionare commedie leggere e divertenti senza volgarità, stupidaggini o pesantezze di sorta; qui è al suo meglio, un gradino sopra Il ciclone, aiutato da un cast valido e in gamba e da una storia non certo memorabile ma più che adatta per il tipo di film. Si ride e abbastanza spesso. Molto buona anche la colonna sonora, composta da pezzi di successo del periodo.
Comincia il declino di Pieraccioni, qui in larga parte compensato da un cast di alto livello, ma già le idee iniziano a latitare e gli schemi a ripetersi. Ceccherini ha uno dei ruoli più incisivi della sua carriera e nonostante lo script non eccezionale se la cava egregiamente, il Gandhi del compianto Bud Spencer è simpatico e la Gerini, reduce da "matrimonio" e "tour" con Verdone, è nel suo momento d'oro. Per carità, si ride (più spesso si sorride), ma l'impressione è quella di un'involuzione e il film successivo confermerà il triste presagio.
MEMORABILE: "Gli fa una sega la pioggia all'uomo ragno".
Non sembra avere grosse pretese, se non quella di intrattenere con semplicità sfruttando tanti piccoli stereotipi della comicità toscana e un pizzico di quello romana. Ruota attorno agli intrecci amorosi e la confusione sentimentale dei protagonisti senza inventare nulla di nuovo e inserendo i brani giusti al momento opportuno. La propensione alla risata è proporzionale all’empatia con Pieraccioni, il quale a dire il vero non brilla più di tanto. Probabilmente i fuochi d’artificio dovevano avere le polveri bagnate.
Pieraccioni pingue di successo intraprende la lunga odissea della dieta “artistica” laddove il termine in sé par persino troppo generoso. Tutta la freschezza dei primi due lavori va scemando e, nonostante un cast anche più ricco, il film funziona poco. La storia in sé e per sé, al solito peraltro, non è che brilli per inventiva, e anche le battute e gli interpreti sembrano svogliati. Si prova a salvare la baracca con Ceccherini ed er Patata e già questo dà un’idea del risultato che sarà. Si sorride e poco più.
Riflessioni sull'innamoramento per un garzone di animali. L'imbeccata dello psicologo serve a creare quel minimo di attesa per capire con chi si accasa il protagonista. La commedia è spensierata, ad alto tasso di bellone e con solita conclusione benevola. L'unico che fa sorridere è Ceccherini coi suoi tic elettrici (citando il ramato), mentre la parentesi con er Patata e i coatti soci romani sembra fuori luogo, nell'umorismo toscano. Haber ha purtroppo solo una scena.
MEMORABILE: La serenata di Bud Spencer; I montmartrini; Ceccherini che canta sul motorino; Il bacio alla Lupa.
Come si possa sprecare un cast discreto (Ceccherini, Caprioli, Pession, Haber, persino il grande Spencer!) per un film sconclusionato, banale e inutile che fa sorridere a malapena un paio di volte rimane tutt'oggi un quesito senza risposta. L'escamotage dello psicologo non era affatto male come idea di partenza, ma Pieraccioni (qui anche regista) non riesce a creare un intreccio che lo supporti a dovere. Fa riflettere il fatto che l'unica scena che si ricorda sia quella del trailer cinematografico inserita ad hoc (Germano sul motorino che canticchia all'orecchio di Ottone).
Dopo il successo forse imprevisto de Il ciclone, Pieraccioni si trova in mano la difficile possibilità di bissare il colpaccio ma prevedibilmente segna il passo. Non osando nulla infatti rispetto a quello, proprio con questo film inizia a consolidarsi il suo profilo stilistico e tematico. Storia d'amori simpatica, allegra e gradevole che però non possiede la carica esplosiva e la voglia di emergere dei primi due film, ancorandosi invece staticamente a una carrellata di personaggi e situazioni già viste. Per nostalgici e appassionati del regista toscano.
Il miglior film di Pieraccioni anche rispetto al più decantato e famoso Il ciclone. C'è ritmo, c'è brio, c'è una storia simpatica che fa da sfondo e soprattutto personaggi comici che lasciano il segno (Roberto Brunetti nel ruolo del Patata è davvero ottimo e Ceccherini riesce a esplodere tutta la sua vis comica nei panni dello stralunato Germano). Si ride di gusto, non ci si annoia mai e anche la melassa romantica che troppo spesso riveste i film di Pieraccioni è contenuta. Insomma, una commedia davvero scoppiettante sia nel titolo che nei fatti!
Dopo il meritato successo del Ciclone, Pieraccioni cerca di replicarne il successo riproponendo una storia molto simile che pesca anche a piene mani dal altri classici del passato. Il cast è di quelli importanti, ma sono pochi gli attori davvero sfruttati a dovere (Ceccherini e Brunetti), gli altri non riescono ad esprimersi al meglio anche a causa di una sceneggiatura che li vede poco coinvolti. L'espediente del flashback anche qui funziona bene e permette al narratore di mostrare al pubblico le proprie doti istrioniche. Il passo indietro rispetto al passato però è evidente.
MEMORABILE: Brunetti che cerca di insegnare a parlare al pappagallo.
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Caro Signor Gobbo ,senza offesa per la sua malformazione fisica che quì è di buon augurio,stanotte ho sognato di toccare la gobba di un gobbo,ora mi ritrovo a leggere un commento uguale, pensiero per pensiero al mio sul film di un mezzo cretino ,all'anagrafe Leonardo Pieraccioni.Se vuole ,si potrebbe istituire un comitato pro registi sottovalutati da contrapporre ai vari Pieraccioni.
MusicheGuru • 28/12/10 15:09 Servizio caffè - 460 interventi
Musiche originali composte ed eseguite daClaudio Guidetti Registrato allo Studio Mulinetti da:Alberto Parodi