Fairytale - Film (2012)

Fairytale
Locandina Fairytale - Film (2012)
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Anno: 2012
Genere: horror (colore)

Cast completo di Fairytale

Note: E non "Fairy tale". Aka "The Haunting of Helena".

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Tutti i commenti e le recensioni di Fairytale

TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/05/13 DAL BENEMERITO CORINNE
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Corinne 13/05/13 22:44 - 422 commenti

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Filmetto senza infamia e senza lode, una ghost-story non troppo originale (telefonatissimo il twist finale) di chiara impostazione d'oltreoceano (ma è una produzione Rai), ambientata però a Latina e con la spiegazione del mistero risalente all'epoca fascista. La sua italianità finisce qui, e se all'inizio può colpire, man mano che si va avanti diventa irrilevante.

Pumpkh75 8/07/13 12:59 - 1893 commenti

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Sorprendente, in primis perché è una produzione italiana e conseguentemente perché è proprio ben fatto. La regia è curata, gli attori discreti, fotografia e location sfruttano perfettamente architettura e interni dell’epoca fascista, fondendosi in un ritratto cupo e quasi etereo. Magari lo sviluppo strizza troppo l’occhio a certe produzioni orientali e il film perde con il tempo smalto e convinzione, ricorrendo a soluzioni già viste, ma resta sicuramente un prodotto inquietante e soddisfacente. Applausi convinti.

Mickes2 3/08/13 12:02 - 1672 commenti

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Ghost-story derivativa quanto si vuole, anche per come utilizza il fattore storico del fascismo come innesco di distruzione, partoriente di maledizioni da fiaba nera. Fairytale è l’esempio su come anche l’horror italiano sia ancora sugli scudi, quando supportato da una solida regia e un livido apparato visivo che suggestiona e ammalia, una sceneggiatura che introduce e bilancia i colpi di scena, sfociando in un twist finale che ci fa dimenticare di averlo già visto altre 76 volte. Nota dolente il doppiaggio, tutto il resto è da portare a casa.
MEMORABILE: Il pre-finale in campo/fuoricampo lungo nel corridoio.

Undying 10/08/15 20:27 - 3807 commenti

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Regia, scenografie, dialoghi, interpretazioni: tutto molto professionale, ben costruito e confezionato. Al punto che se questo mai fosse il primo horror che vedete potrebbe anche appassionarvi. Ma purtroppo la storia è ormai l'ennesima: quella del fantasma e della bambina (alla orientale, ovviamente) che ha "luccicanze". 84 minuti possono, così, diventare un'eternità quando ogni passaggio è più che prevedibile. La paura non c'è, il mistero latita... Un'occasione sprecata, perché qui c'è talento tecnico ma non innovazione narrativa.
MEMORABILE: La pioggia di denti.

Cotola 9/02/17 23:01 - 9536 commenti

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Horror italico, ambientato a Latina, dall'insolito (finto) spunto "storico" (la vicenda è blandamente legata al Fascismo) e dalla discreta fattura. La storia segue canoni già visti e non presenta particolari guizzi e scossoni: tuttavia non annoia e si fa guardare per tutta la durata (per fortuna breve) fino alla fine. C'è anche un colpo di scena non malaccio. Nulla per cui spellarsi le mani, ma almeno non è malaccio.

Lupus73 7/01/20 14:36 - 1604 commenti

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Una madre vive con la figlia che inizia ad aver problemi legati alla fantomatica fata dei denti. Plumbeo horror italico dalla confezione professionale e internazionale con vistose influenze The ring. Folclore popolare con antefatto del periodo fascista, marcato da una scenografia fitta di edifici razionalisti del regime; tema non solo formale ma con richiami criptici nella simbologia del racconto (il timore che torni chi mangia i bambini; o i parassiti: le zanzare). Alcuni elementi irrisolti (all'orientale) lasciano perplessità. Da valorizzare.
MEMORABILE: Paolo Paoloni (Scrooge) ossessionato dagli antefatti e dallo spettro della signora dei denti che potrebbe tornare; Il twist finale.

Il ferrini 16/01/20 23:10 - 2691 commenti

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Ottima confezione per un horror tutto nostrano che però deve più a Nakata che a Argento. Molto buoni gli effetti visivi e puntuale il commento sonoro, cast in forma (c'è anche Paoloni, il megadirettore galattico di Fantozzi) e interessante il collegamento con l'epoca fascista, se non altro per le architetture fredde e squadrate che fanno da cornice alla vicenda. Forse alcune situazioni non brillano per originalità, ma il colpo di scena finale è meritevole e lo eleva sopra la media del suo genere.

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