All'ombra di Al Pacino e il suo SERPICO nasce ufficialmente con SQUADRA ANTISCIPPO il maresciallo Nico Giraldi/Tomas Milian (doppiato, proprio come Al Pacino, dal grande Ferruccio Amendola). Già molto caratterizzato fin da questo primo episodio (pur non essendo affiancato ancora dai vari Bombolo/Venticello e Massimo Vanni/Gargiulo), il personaggio creato da Bruno Corbucci (che comunque ricicla “er Monnezza” dei polizieschi di Lenzi e Martino) veste trasandato, è sporco, volgare, rozzo ma sa essere molto intelligente e a modo suo divertente. In questa prima avventura non ci viene raccontata l'infanzia di Nico attraverso...Leggi tutto flashback o altro (cosa che non avverrà nemmeno in seguito): si dà spazio fin da subito all'azione e si spiega chi è il maresciallo Giraldi solo in qualche frase qua e là. Lungi dall'essere ammorbidito dalle future componenti comiche che cominceranno a caratterizzarlo da lì a due anni, Giraldi è un'iradiddio: porta la sua moto dappertutto, si produce in inseguimenti mozzafiato (e qui va però detto che Corbucci non potrà mai competere con le sequenze d'alta classe di Lenzi o Castellari), cerca la rissa, offende tutti senza riguardo in nome di una spettacolarità alla quale si aggiunge una trama minima, coerente nella sua semplicità ma non certo trascendentale. È il trionfo della volgarità, ma anche della genuinità popolaresca, e Giraldi è unico quando, risvegliatosi la mattina dopo una notte d'amore (con Maria Rosaria Omaggio), si infila un paio di calzini sopra l'altro, coloratissimi come l'inseparabile berretta di lana. Tra i futuri caratteristi della serie si delinea già la figura dell'agente veneto Ballarin (John Dulaney), dotato di un accento esagerato ma divertente. Guest star dell'occasione è invece Jack Palance, ovviamente nella parte del supercattivo di turno. Non un bel film, girato malino ma fondamentale.
Nasce con questo film il mitico Nico Giraldi, ma il personaggio non è ancora inquadrato bene come lo sarà nei film a seguire; tutto lo stile compositivo a dire il vero è ancora lontano dalla comicità tipica di Corbucci, e quindi più che altro si tratta di un poliziesco italiano che mira a inserirsi nella commedia, con momenti divertenti e altri di notevole azione. La trama è poco innovativa per un poliziesco ma certe sequenze non mancano di originalità. Finale molto riuscito.
Probabilmente doveva essere un fenomeno isolato questa prima avventura di Nico Giraldi. Su regia di Bruno Corbucci, uno quindi poco avvezzo al poliziesco, si raccontano le prime avventure di questo maresciallo che si ispira al famoso Serpico. C'è umorismo sì, ma in quantità minore rispetto ai film successivi, qui siamo ancora nell'àmbito di un poliziottesco. Film povero in definitiva, rozzo e imperfetto ma per questo bello, ha una forza quasi "punk" che gli altri film della serie non avranno. Giraldi qui è ancora poco definito iconicamente.
Il primo film della serie di Giraldi. La comicità è limitata a qualche rara battuta e il clima è ancora da poliziottesco. Buone le scene d'azione, bravissimi Milian e Palance e bellissima la colonna sonora dei fratelli De Angelis (la migliore realizzata per la serie). Peccato solo per la storia poco originale e per qualche lentezza. Comunque un discreto film.
Più importante (è il primo della saga Giraldi) che bello. Milian, bravo e interessante, compensa pure la scarsezza di Raf Luca e la nullità della Omaggio (un pesce lesso di quelli incredibili). Ambientazioni in esterni non ricercati, ma molto felici, inseguimenti, azzeccata musica dei De Angelis. Certo che Giraldi passa sempre dal posto giusto al momento giusto...
Si tratta praticamente dell'episodio pilota della serie Nico Giraldi, con certe caratteristiche che lo rendono diverso da tutti i suoi sequel. Innanzitutto il clima generale è molto da classico poliziottesco Anni Settanta e poco da commedia, sono assenti sia Bombolo che Cannavale, il look di Milian è inedito, con barba incolta ma non lunga e senza la tuta blu ed il nostro maresciallo è un tutt'uno con la sua motocicletta, rimpiazzata in futuro da auto, cavalli, pattini eccetera. In fin dei conti è un bel film, valido apripista della saga.
L'inizio della saga giraldiana è ancora legata a doppio filo col poliziesco all'italiana vero e proprio, anche se qua e là si avverte già la contaminazione che maturerà di lì a poco. Il tono è infatti più scanzonato che non violento (Crocitti come scippatore fa sorridere), anche se a ben pensarci è più la presenza di Milian, con quell'abbigliamento e soprattutto quella parlata, ad indirizzare il film verso la commedia. I vari Tozzi, Ballarin, Trentini e Gargiulo (anche se qui è Raf Luca) torneranno tutti nei film successivi della serie.
Si racconta che Milian a poche ore dal primo ciak non volesse presentarsi sul set, divorato da dubbi e insicurezze varie; tutto ciò si respira in un film che addirittura in fase di montaggio creò non pochi problemi per la scarsa durata. È dunque un protoGiraldi; ogni tanto Milian gli dà una postura ancora da Gobbo (appena girato con Lenzi) e solo a metà della storia inizia a muoversi da trucido (Milian lo diverrà qualche mese dopo, sempre con Lenzi). Povertà di mezzi e di caratteristi giusti ma dietro l'angolo c'è Squadra antifurto...
MEMORABILE: Milian perennemente in moto inizia inseguimenti di notte e li termina alla luce del sole (magie del cinema di genere).
L'esordio del mitico maresciallo Giraldi. Un buon film, non possiede ancora quella comicità spinta dei suoi successori ma si fa apprezzare per il ritmo, la trama sufficientemente articolata e scene spettacolari a iosa. Da ricordare gli inseguimenti con le mitiche motociclette per le piazza e vie di Roma, che immancabilmente si concludono in scazzottate, seguite dalle sguaiatissime battute di Milian. Da rivedere.
MEMORABILE: Milian ammanetta il ladro in modo che non possa camminare e poi lo spinge in commissariato a calci nel sedere...
Ancora abbozzato e lontano dalla sua "forma" cinematografica definitiva, fa il suo esordio in questo film il personaggio del maresciallo Giraldi, nemico degli scippatori e sopratutto del temibile "baronetto". Lo interpreta con bravura Tomas Milian che fa quel che può per supplire alcune carenze del film, legate sopratutto ad un cast non irresistibile.
Inziò così la serie del commissario Giraldi e iniziò bene si può dire. La storia è coinvolgente e riguarda la squadra antiscippo diretta dal buon romanaccio del Pirata. Anche se il montaggio lascia a desiderare, gli inseguimenti e l'azione rendono il film molto interessante. Come antagonista c'è Palance, straordinario anche solo quando mostra quel suo arrogante sorriso. Da vedere assolutamente, in quanto rimane uno dei migliori dell'intero ciclo.
Il primo della saga di Nico Giraldi. Meno volgare e divertente dei seguiti, è però più fedele al genere poliziesco, con un Tomas Milian camaleontico e raffinato (nonostante il suo abbigliamento ambiguo). Jack Palance, come sempre, è grandioso pur se interpreta un personaggio poco approfondito. Da vedere.
Primo episodio della lunga saga di Nico Giraldi detto er pirata. Questo film sembra prender spunto dai vari polizieschi di quel periodo firmati da Lenzi a Castellari e Massi. Purtroppo si vede che Corbucci (Bruno) non è adatto all'azione, anche se questa vince sulla satira che si vedrà più presente nei successivi episodi. Milian perfetto nel ruolo (sulla moto ricorda Il giustiziere sfida la città).
Esordio del personaggio di Nico Giraldi, che diventerà il più noto della carriera di Milian. Rispetto ai capitoli seguenti il tono è più serioso e vicino al poliziottesco classico, anche se non mancano alcune gustose e sagaci battute in romanesco tipiche del personaggio. I numerosi inseguimenti in motocicletta ricordano l'analogo (e contemporaneo) Il giustiziere sfida la città, ma Corbucci non ha la tecnica di Lenzi, essendo un regista che si trova a suo agio in altri generi. Questo prototipo resta comunque un film godibile per i fan.
Primo film della serie Nico Giraldi e, ovviamente, uno dei migliori. Molte sequenze d'azione (fra cui un azzeccato confronto finale fra Milian e Jack Palance) e quello che diventerà un classico del personaggio: il doppiaggio parolacciaro di Ferruccio Amendola. Godibile.
Più che una commedia come i successivi, un poliziottesco con vena truce e parolacciara. Il maresciallo Giraldi è spericolato in motocicletta e agile nel karate; purtroppo però le scene d'azione sono poco curate e piuttosto scarse rispetto allo standard del genere. Comunque godibile Jack Palance, perfetta la musica dei De Angelis.
MEMORABILE: I poster di Serpico a casa di Giraldi.
Scippando a Lenzi il personaggio del Monnezza, Bruno Corbucci e Mario Amendola danno il via ad una serie fortunata, caratterizzata da alti e bassi e, in genere, responsabile della inevitabile deriva poliziottesca italiana. Nico Giraldi si muove in moto (come già nel lenziano Il giustiziere sfida la città), fa discussioni da sottoproletariato (si scippa ancora da Lenzi: in particolare da La banda del gobbo) e apprezza il buon Serpico: nome dato al suo topolino, ma anche quello del poster affisso in camera e ritraente il viso di Al Pacino, già - guardacaso - doppiato da Amendola.
Prima capitolo di una fortunata saga cinematografica di ben 11 capitoli. Il motorizzato maresciallo Nico Giraldi della polizia, ex-deliquente conosciuto ai tempi come Nico "er pirata", va alla caccia di scippatori nella Roma degli anni '70. Suo acerrimo nemico è il Baronetto, che ha scippato un libretto ad un americano, Shelley, uomo peggiore di lui. Con la barba sfatta e la parolaccia facile, Tomas Milian indovina il personaggio del poliziotto hippie. Qui, però, siamo ancora in zona giallo.
Vi ho trovato pochi guizzi significativi, una diffusa superficialità e prevedibilità di fondo e tante volgarità evitabili, a partire dalla prima sequenza. Milian, Nico Giraldi, questa volta è un poliziotto ma rimane uguale alle sue origini da ladruncolo di borgata, Gobbo, Cinese o Monnezza che sia. Sta spesso in moto come il Rambo di Un Giustiziere sfida la città di Lenzi, è più propenso all'azione e all'inseguimento che all'introspezione, anche malinconica, del personaggio come invece accade in altri suoi film. Né commedia né poliziesco.
Per prendere uno scippatore ci vuole un altro scippatore e così nasce Nico Giraldi, uno dei personaggi più fortunati del cinema italiano, che dopo un passato da piccolo criminale mette la testa a posto e diventa poliziotto. Qui siamo all'esordio, il personaggio non è ancora ben caratterizzato e la trama è così così, banalotta e dal finale poco incisivo; comunque da vedere per molte scene emozionanti e per le belle ambientazioni nella Roma minore e popolare, oggi quasi scomparsa.
Fondamentale capostipite di una fortunatissima serie di pellicole (ben 11) incentrate sulla figura del maresciallo (poi ispettore) di polizia Nico Giraldi, magistralmente interpretato da Tomas Milian e da non confondere assolutamente con l'altro personaggio simile nel look e nelle espressioni sboccate portato alla ribalta dall'attore cubano, ovvero Er Monnezza. Qui il personaggio è ancora in fase embrionale, si ispira a Serpico e sgomina ladruncoli e scippatori prima di pizzicare un pezzo grosso (Jack palance) dedito al riciclaggio di danaro.
MEMORABILE: Maria Rosaria Omaggio invita a cena Milian e lui risponde La polizia ringrazia: bellissimo omaggio al capostipite del poliziesco all'italiana.
Discreto esordio di Nico Giraldi, oggi credo ben più noto di Serpico, cosa che fa un po' tristezza; Milian quasi da solo tiene su la pellicola, affondata da un cast abbastanza terrificante. È il tipico poliziesco all'italiana anni 70, poco da aggiungere: la Omaggio è mera carne in esposizione (e parla di Thomas Mann... aiuto!), Jack Palance e Vincenzo Crocitti credo siano gli unici altri interpreti degni di nota. Certo, capisco che anche qui sia inevitabile l'opera di rivalutazione visto il nostro cinema odierno però su, limitiamoci...
MEMORABILE: Nei primi cinque minuti c'è già un riferimento a Don Falcuccio: che meraviglia.
Nascita del Serpico de noantri, dal look ancora non definito (bisogna aspettare, per i riccioli e la tuta del Monnezza); il film è un poliziesco con una trama non dissimile da quella di tanti altri film del genere, ma si inizia a (sor)ridere con Milian/Amendola che la buttano in caciara per non dire di peggio, generando battute che sono rimaste negli annali stracult. Jack Palance e la Omaggio abbastanza decorativi ma niente di più. Milian appassiona, ma è un film di transizione, diciamo. Bella colonna sonora.
MEMORABILE: Il raffinato respingimento del gay al Coccodrillo; il topolino con il baschetto multicolore!
Film inaugurale della lunga serie del maresciallo Giraldi. Questo primo capitolo è lontano dall'impostazione umoristica e borgatara che assumeranno le pellicole successive, difatto, è un poliziesco a tutto tondo e anche molto bello. Le scene audaci non mancano, la trama non è malvagia e Milian offre una prova attoriale in grado di realizzare il serpico di casa nostra. Certo, i sequel sbancheranno i botteghini e imprimeranno un marchio indelebile e diverso. Ma questo film merita grande considerazione.
Il primo film della fortunata serie del maresciallo Giraldi è ancora, a tutti gli effetti, un poliziesco (anche se arricchito da una buona dose di umorismo popolare). Il personaggio di Milian è ancora in via di definizione - solo nel successivo Squadra antifurto si collocherà sul solco della commedia all'italiana - e non mancano un paio di scene di robusta violenza. Regia di mestiere, senza infamia e senza lode, con il solito Palance a suo agio nei panni della carogna. Milian avrà modo di rifarsi...
Mi è piaciuto, questo trattato semiserio su un fenomeno criminale dai forti impatti sociali. Non mi sembra che i mezzi sia tanti, ma Corbucci li sfrutta bene e la storia fila via: semplice e veloce. È un frullato di battutacce, sparatorie, inseguimenti; con la storia classica della caccia al pezzo grosso malandrino e con la vicenda d'amore e di spionaggio. Il maresciallo dalle umilissimi origini è la parte buona della complessivamente tragica (più che comica) atmosfera dell'Italia 70: ambigua, povera e disperata, anche in questa versione light.
Debutto del maresciallo Giraldi nel primo degli 11 film che compongono la fortunata serie a metà tra action alla carbonara e commedia ridanciana. Nico è un po' l'evoluzione del personaggio motorizzato, manesco e scurrile de Il giustiziere sfida la città: un agente "pane e mortazza" tenero coi pesci piccoli ma duro e senza remore coi caporioni del giro grosso. Siamo ancora in pieno poliziesco all'italiana, specificità che verrà pian piano scalzata negli episodi successivi dall'elemento comico-volgare, anche per l'entrata in scena del grande Bombolo. Orecchiabilissimo lo score dei fratelli De Angelis.
MEMORABILE: Replica sibillina di Milian/Giraldi alla proposta indecente del frivolo damerino tentatore: "A Chiappè, su 'sta fava 'n se scurèggia!"...
Il battesimo di Nico Giraldi, ex ladruncolo passato dalla parte della legge, è ancora incerto tra il poliziesco violento e la commedia borgatara che invece dilagherà nei numerosi episodi successivi. Milian, forte dell’imprescindibile doppiaggio di Ferruccio Amendola, disegna la maschera di questo maresciallo dal cervello fino, metodi spicci, parolaccia facile e abiti da barbone, pronto a spupazzarsi la bella di turno (una stilé Omaggio) tra un inseguimento e una zuffa. Il villain è uno sprezzante Palance, mentre LaCayenne esibisce in discoteca le sue ben note qualità di ballerino e fantasista.
MEMORABILE: Il cane scippatore; l’inseguimento in moto sulle scale; MS=merda secca; Angelo Pellegrino gay in discoteca; gli schiaffoni al borsaiolo Toni Ucci.
Primo di una lunga serie (che andrà a scemare per esaurimento d'idee), Squadra antiscippo resta uno dei capisaldi del cosiddetto poliziottesco trucido Anni '70. Milian (formidabile) da delinquente passa alla polizia e incarna il maresciallo Giraldi, un personaggio chiave nella sua carriera. Un film avvincente, volgare (ma ci sta) e dotato di una sceneggiatura efficace nella sua geniale semplicità. Ottima come sempre la "maschera" di Palance nel ruolo di criminale dall'aspetto mite. Allora come oggi resta una pellicola di buona fattura.
La prima avventura di Nico Giraldi non è così irresistibile e si salva per l'istrionismo di Tomas Milian, perchè il resto del cast non fa scintille (Luca, Omaggio, Palance). Sono da apprezzare il ritmo e l'azione che di certo non latitano. Il linguaggio sboccato del protagonista è un'istituzione.
L'intrattenimento è garantito dalla preponderanza della componente poliziottesca rispetto a quella leggera della commedia. Il buon Corbucci, oltre a gestire le adrenaliniche scene action con il fare consono, indovina le schegge comiche che fanno il loro dovere (anche perchè sono poche e dosate bene). Milian spadroneggia per merito di un volto e di un carisma unico, oscurando il seppur bravo Palance (che ha una conformazione facciale straordinaria). Del resto della ciurma, curioso (anche se estremamente stereotipato) il personaggio der Chiappetta, meno in parte la Omaggio.
E' il film in cui il "cubano de Roma" abbozza il personaggio che gli regalerà grande popolarità diventando l'icona dell'evoluzione comica del poliziottesco. Buona la prova del cast, a eccezione di Crocitti e Raf Luca, poco incisivi e impacciati al di là delle esigenze del copione. Il vero problema del film è la storia, raffazzonata e poco credibile. Anche nel campo dell'azione pura il cinema di genere ha prodotto di meglio. Potabile.
Una delle prime avventure del Commissario Giraldi. In questo film la parte poliziesca è nettamente prevalente su quella comica, che prenderà spazio nei titoli successivi. Pieno di facce del cinema italiano di genere, con un ritmo non malvagio, tutto sommato si lascia guardare anche se di memorabile c'è ben poco. Jack Palance compare nel ruolo dell'americano cattivo con una sola espressione, quella dell'americano cattivo.
Prima apparizione per Nico Giraldi e siamo già dalle parti del buon film. Milian sembra nato per il ruolo e così, insieme alla mitica voce di Amendola, dà vita a un personaggio unico. Vicenda non particolarmente complessa, ma fra inseguimenti, botte e sparatorie il film scorre liscio fino alla fine. Si vede anche Vincenzo Crocitti.
MEMORABILE: "Tu c'hai 18 anni vero?" "Sì, e come fa a sapello?" "Un fijo de un mio amico ce ne ha 9 ed è mezzo scemo..."
Il primo Giraldi assomiglia molto a Serpico e al Rambo di Lenzi, ma rispetto agli austeri uomini di legge del poliziesco italiano è un'indubbia novità, la cui eccentricità verrà accentuata nel film successivo. Corbucci qui si concede poche, ma felici, escursioni nella commedia e può contare su un Milian scatenato, che dà spettacolo anche col suo abbigliamento, su un grande antagonista come Palance e su alcune buone caratterizzazioni dei personaggi minori. Briose le musiche dei De Angelis.
MEMORABILE: I giapponesi derubati; Ballarin; L’auto trasformata in camera a gas; Giraldi al “Coccodrillo”; L’espressione sorniona di Shelley/Palance.
Il personaggio de Il giustiziere sfida la città si colora di toni fescennini (un po' da Monnezza), ma senza esagerare: ne nasce Nico Giraldi, parto della bravura attoriale di Milian e unico motivo d'interesse di questo poliziottesco piatto e senza scosse. Al netto del ghigno di Palance il resto del cast è di levatura mediocrissima (alcuni caratteristi vivranno, non a caso, una breve stagione di successi televisivi). La Omaggio è una bella signora, ma non è bona: anche questo è un problema del film.
Preveggendone il successo, Corbucci gira il pilot della serie di Nico Giraldi come un vate e ne spiattella tutte le caratteristiche senza eccedere in nessuna: sguaiato ma non troppo, criminale ma non cruento, Milian-centrico con il giusto spazio a tanti e bravi caratteristi. Buono il ritmo, ma a dover descriverne la trama si impiegano pochissimi secondi. La Omaggio l’è un bel veder, Raf Luca statico ma preferibile come pura faccia al successivo Vanni, Jack la Cajenne è sempre un grandissimo. Storicamente molto importante.
La nascita del Maresciallo Giraldi avviene in un tipico poliziesco degli Anni Settanta, senza nessun particolare pregio. L’unica voce fuori dal coro è la figura stessa del personaggio, diverso da quanto visto fino a quel momento. Il linguaggio poco forbito, gli abiti trasandati e un contesto di provenienza molto popolare lo elevano a simbolo di una parte di pubblico che non ha mai avuto voce. Manca ancora quella schiera di personaggi secondari e caratteristi, ma il potenziale di Milian è ben visibile. Apprezzabile il motivo dei De Angelis.
MEMORABILE: "A chiappé! Su sta fava nun se scorreggia!"
Un Nico Giraldi ancora moderato rispetto ai film successivi in una pellicola ben realizzata, con un tema musicale trascinante e comprimari in palla. Il film è un poliziottesco "leggero", molto lontano dalle commedie successive, e si lascia guardare piacevolmente. Budget basso ma grande mestiere, una regia ottima condita da uno script non originalissimo, ma con il personaggio di Nico Giraldi che "buca" lo schermo. Uno dei migliori della serie, ritmato e accattivante, lontano dalle lentezze occasionali dei capitoli successivi prima dell'"esplosione" nella commedia.
MEMORABILE: Le battute di Nico ("Tu hai sicuramente 18 anni"); Il ritmo; Il personaggio ancora "duro" di Nico; La scena al night con "Chiappetta".
Poliziottesco tipico della sua epoca: trama semplicissima, scazzottate e molte scene d'azione, ma decisamente moderata la violenza; ancora piacevolmente privo dall'eccessiva comicità spiccia che dilagherà nei tanti sequel. Buone caratterizzazioni dei personaggi: ottimo Palance, bravo la Cajenne, curioso e simpatico il ruolo di Pellegrino/chiappetta. Notevole, come in altre occasioni, lo score dei De Angelis.
MEMORABILE: Gli scippi; La moto che sale una palazzina dalle scale.
Seriosa e abbastanza cupa entrata in scena del maresciallo Nico Giraldi. Un onesto poliziottesco con quasi tutti i crismi del genere (non manca neppure un'ottima partitura musicale dei fratelli De Angelis) e con un Milian solo moderatamente triviale. Qualche esasperazione come l'inseguimento dei malviventi su per le scale a bordo della moto ma tutto sommato perdonabile. Poco spazio riservato a Jack Palance.
MEMORABILE: Il topo di borgata rimasto "orfano" di padre e madre.
Poliziottesco che vira decisamente sul lato della commedia regalando, però, ben pochi spunti interessanti e divertenti. Milian fa il suo, come sempre, ma la trama non incide minimamente e tutto il cast è assolutamente anonimo. Il film si guarda e ogni tanto qualche risata la strappa, ma niente di più. Belle le musiche dei fratelli De Angelis, anche se poco presenti.
Primo grandioso e memorabile capitolo del personaggio Nico Giraldi detto "Er Pirata". Il look e lo stile caratteristico non è ancora del tutto cementato, ma già si intravedono dei tratti che verranno riutilizzati e che diventeranno suoi modi di fare inconfondibili, come la parlata volgare e battute in rima. Il carisma c'è tutto, il doppiaggio di Ferruccio Amendola fenomenale. Se non fosse per Girladi, comunque, il film non sarebbe granché: la trama è piuttosto povera.
Primo di 11 film (e tra i migliori) con Milian nei panni del maresciallo Giraldi. Si differenzia da tutti i suoi sequel per il maggior peso del genere poliziottesco rispetto alla commedia (miscela che si invertirà gradualmente nei sequel) e per un Giraldi più "serio", meno grottesco e farsesco, una sorta di Serpico romano e diretto discendente del Rambo/Milian di Il giustiziere sfida la città". Bombolo ancora non c'è e Jack Palance è il cattivo di turno. Prototipo della commedia poliziottesca, assieme a Piedone lo sbirro. Rozzo ma efficace.
MEMORABILE: Nico "Er Pirata" Giraldi (Tomas Milian): "A Chiappe', su sta fava nun se scureggia".
Film d’esordio del pittoresco poliziotto Nico Giraldi, eccentrica icona del poliziottesco italiano. L’originale miscela tra indagine poliziesca, azione e comicità parolacciara in vernacolo romanesco qui è ancora sbilanciata a favore delle scene di pedinamenti, inseguimenti e scazzottature che rendono il film molto dinamico, mosso e adrenalinico. La sceneggiatura ben scritta ed equilibrata, la regia attenta e scattante di Bruno Corbucci, la memorabile colonna sonora dei fratelli De Angelis, la geniale trovata della scena finale fanno il resto.
La genesi di Nico Giraldi, l'incorrutibile e scanzonato maresciallo di polizia pronto ad arrestare tutti i malfattori di Roma. A parte Milian il cast non è proprio irresistibile (in futuro ci saranno cospicue migliorie) e le sparatorie sono lievemente raffazzonate. Milian sviluppa comunque il personaggio che lo renderà visibilissimo nel resto degli anni 70 e metà anni 80. Palance è il cattivo di turno, valido l'inseguimento finale.
L'esordio del maresciallo Giraldi è all'insegna del poliziottesco, anticipando solo in parte la vena comica che lo porterà sempre più a mescolarsi con la commedia. La trama è elementare e questo aiuta a seguire le vicende, tuttavia il film non è memorabile e non presenta guizzi particolari. Punti positivi: Milian si dimostra un grande interprete e il personaggio è ben cucito su di lui; negativi: inseguimenti che mescolano notte e giorno (notti che alla curva dopo hanno luce di mezzogiorno) e finale della storia criminale con spiegone. Buone le musiche.
Si prende il Monnezza, gli si fanno indossare gli abiti (sempre sdruciti) del poliziotto, ed ecco servito il debutto del maresciallo Nico Giraldi, che ritroveremo in addirittura altri dieci film! In questo primo capitolo prevale ancora la componente poliziesca, pur se contaminata dal tipico umorismo popolare romanesco. Tomas Milian fa la parte del leone anche perché Palance, ovviamente impeccabile in uno dei suoi numerosi ruoli di cattivo, non ha troppo spazio, mentre la Omaggio è solo decorativa. Discrete musiche dei fratelli De Angelis.
MEMORABILE: L'esecuzione in sala biliardo; La battuta sui 18 anni.
Prima avventura per Nico Giraldi, il maresciallo sboccato, lettore di Topolino e amante di Serpico, trionfalmente portato alla vita e offerto all'immaginario collettivo dall'accoppiata di due mattatori quali Milian e Amendola. Ancora graziosamente lontano dalla volgarità insistita di molti episodi successivi, il caso numero uno è un poliziesco piacevolmente edulcorato, in cui Corbucci dosa i pesi action e i contrappesi comici con gran gusto (almeno il più delle volte). Jack Palance è forse sprecato, ma dà un tocco di prestigio internazionale al cast. Ottime musiche dei De Angelis.
MEMORABILE: Il topolino; L'omicidio col gas di scarico; I calzettoni fantasia; Inseguimento in moto su per le scale; Confronto in auto con Palance; All'aeroporto.
L'esordio di una delle saghe cinematografiche più longeve e remunerative del nostro B-cinema avviene tutto sommato all'interno dei canoni del poliziottesco classico, con una già propedeutica propensione alla caciara comica, ingabbiata tuttavia da uno script "regolare" che conferisce una certa dignitosa progressione alla narrazione dei fatti. Le battute così "salano" l'atmosfera piuttosto che saturarla, mentre cast e troupe (notevole contributo di stunt e musiche) cesellano la sufficienza. Tra le amate seconde linee bello citare il "superiore" Messina e il "Chiappetta" Pelllegrino.
MEMORABILE: In borgata Mamma Teresa (Iolanda Fortini) duetta con Milian fornendoci la "cosmogonia" del commissario.
Il primo episodio della serie e si vede: basta guardare l'abbigliamento del maresciallo Nico Giraldi, variopinto solo nel cappello e niente tuta. Livello di azione buono, rispetto ad altri; qualche battuta scontata ma nessuna macchietta. Sul fronte degli attori unici traits d'union con la fine della serie (oltre a Milian) sono Marcello Martana (Trentini) e Angelo Pellegrino, che interpreta un personaggio LGBT come in Delitto al Blue Gay (ma qui più variopinto). Chi ha visto tutta la serie, tra alti e bassi, apprezzerà abbastanza, ma con Bombolo ci si sarebbe divertiti di più.
MEMORABILE: Mamma Teresa; Il primo personaggio di Mimmo Poli (il "costruttore/consigliori laziale"); Sant'Antonio del Friuli e Sant'Andrea della Bufalotta.
Qui nasce Nico Giraldi, personaggio iconico e protagonista di una lunga e fortunata saga. Bastano poche pennellate a Corbucci per caratterizzarlo: l'abbigliamento eccentrico, il lessico borgataro, l'inseparabile topolino Serpico e il compagno veneto Ballarin. La bilancia pende più al poliziesco che verso la commedia ma già ci sono alcune battute fulminanti e le scene d'azione sono estremamente convincenti (memorabile il duello motoristico con Palance). Cult imprescindibile per chi ama il cinema nostrano.
Debutto per il personaggio di Nico Giraldi, che a breve diventerà un tutt'uno con Milian. In realtà il film è praticamente un poliziottesco in cui viene usata qualche espressione romanesca che diventerà fondamentale delle pellicole successive. Principalmente ci sono grandi inseguimenti (bello il lavoro con le moto), sparatorie, pestaggi, e l'atmosfera è quasi sempre cupa. Un po' zoppicante, soprattutto per personaggi secondari che non lasciano il segno, ma Milian riesce già a rubare la scena. Forse mediocre, ma importante per quello che ha rappresentato.
MEMORABILE: "Su sta fava nun se scureggia": la battuta che probabilmente ha definito quello che sarà il personaggio nella storia del cinema nei film a venire.
Genesi di Nico Giraldi, rappresenta un film di transizione tra la cupa violenza del poliziesco nostrano e il tono più brillante dei capitoli successivi della serie che si materializzerà con l'arrivo di Bombolo e Vanni: Milian per look e abilità di centauro è più vicino al Rambo lenziano e il gigioneggiante Palance è un cattivo a tutto tondo. Corbucci dirige discretamente ma le scene d'azione a base di inseguimenti e scazzottate velocizzati sono più esilaranti delle parti che vorrebbero essere comiche. Sempre appropriate le musiche dei fratelli De Angelis
MEMORABILE: L'omicidio gassoso; Il pestaggio al biliardo; Ucci seriale schiaffeggiato; Pellegrino gay.
Per la nostra cinematografia è un film importante, visto che segna la nascita di uno dei suoi personaggi più popolari, che qui ancora appare abbozzato rispetto alla versione definitiva, specie quella della serie dei "delitti". Manca Bombolo, manca Enzo Cannavale, mancano le classiche battute e quindi ci si può concentrare sulla parte poliziesca, abbastanza valida e avvincente pur contenendo le tipiche ingenuità presenti in tutti i film della serie. Si può parlare di poliziottesco quasi puro insomma. Ottimo il main theme dei De Angelis e buono il cast per un film guardabilissimo.
L'idea del mix tra poliziottesco e toni farseschi è buona, l'intreccio a scatole cinesi non troppo lineare tipico del genere regge pure, Milian è in forma e il tutto risulta meno volgare del previsto. Nei panni del super cattivo una partecipazione di Palance, che impreziosisce l'operazione con la sua "faccia da schiaffi". A non funzionare sono però le goffe scene d'azione e gli inseguimenti velocizzati e troppo inverosimili, malmontati e peggiorati altresì da una fotografia sporca che vira dal giorno alla notte nella stessa scena. Difetti che macchiano un film altrimenti notevole.
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MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneAlex75 • 5/09/16 17:45 Call center Davinotti - 710 interventi
Alex1988 ebbe a dire: Nonostante Milian, prima di iniziare di film, fosse stato proprio lui a dare indicazioni per caratterizzare questo personaggio (il doppiaggio di Amendola, le locandine del film "Serpico" che circondano i muri di casa sua), fino all'ultimo non era sicuro di voler prender parte al film. In una puntata di Stracult dedicata a Milian, lo sceneggiatore Dardano Sacchetti, raccontò che il produttore Galliano Juso, per convincere Milian, gli lasciò le chiavi della sua macchina come anticipo.
A proposito del contributo di Milian alla caratterizzazione di Giraldi, anni fa lessi in un'intervista a Bruno Corbucci che buona parte dei vestiti indossati in scena erano "ciaffi" recuperati dall'attore cubano a Porta Portese.
Zender varrebbe forse la pena di inserire nel cast la "generica" Iolanda Fortini (Mamma Teresa) vista anche l'importanza della scena per ricostruire la "filologia" del personaggio di Nico Giraldi
DiscussioneZender • 22/02/23 17:03 Capo scrivano - 2 interventi
Lascia molto da pensare il fotogramma di Vinella, però il mento particolare parrebbe lo stesso. Ma il ragazzo che abbiamo in database con quel nome chi sarebbe quindi?