Documentario non troppo scioccante che ci racconta usi e costumi delle tribù della Nuova Guinea, a nord dell'Australia. Nonostante il titolo, il cannibalismo occupa una parte del tutto marginale, nel film, molto più attento a cogliere aspetti più "classici", nella vita di questi indigeni dalla pelle scura. Si parte raccontando (la voce narrante è di Sergio Fiorentini) il culto dei morti, con immagini piuttosto impressionanti che mostrano come sia abitudine cibarsi dei vermi che brulicano sul cadavere del caro estinto, o come ci si cosparga allegramente dei liquami del defunto che resta una settimana a marcire in capanna prima di essere abbandonato nella foresta....Leggi tutto Si continua con una lunga parentesi dedicata all'eleganza ricercata da donne e uomini attraverso abiti, "piercing" e accessori un po' diversi dai nostri. Poi ecco l'attesa parentesi sull'esocannibalismo (punito dalle autorità locali con tre anni di lavori forzati), con un festino a base di carne umana ripreso dalla distanza, anche se si specifica che è un'usanza ormai quasi "eccentrica". Giusto dieci minuti in cui si fatica a farci credere che si sta parlando con convinzione... Meglio passare a matrimoni, costumi sessuali (I'amore tra le frasche, l'omosessualità...), la ricerca del cibo, il culto del coccodrillo (unico animale feroce del posto), l'affumicamento e imbalsamazione dei morti e le battaglie ad uso e consumo dei turisti. Il tipico "mondo-movie", forse famoso soprattutto per aver prestato alcune scene al VIRUS di Mattei.
Lo scenario di questa para-jacopettata italo-nipponica non è una volta tanto la solita, già vivisezionata Africa ma l'inedita Nuova Guinea sul viale dell'indipendenza. A far da cicerone nella nauseabonda illustrazione degli usi e costumi più primitivi delle tribù papuasiche troviamo la voce cavernosa e paterna di Fiorentini, che marcia imperterrita, con tono biasimevole ma compiaciuto, sull'indecorosa descrizione di ogni abominio mostrato: liquami cadaverici usati come creme, maialini bastonati a morte, rituali esocannibalici. Manipolatorio ma compatto.
MEMORABILE: La donna che "spilluzzica i vermi che brulicano fra le carni corrose dalla putrefazione" sulla salma del marito morto in combattimento...
Mondo-movie nella migliore/peggiore tradizione italica (anche se è diretto da un giapponese), ambientato nella Nuova Guinea all'inizio degli anni '70. Sensazionalistico all'ennesima potenza, xenofobo, caratterizzato dall'interesse morboso per il dettaglio raccapricciante, questo documentario non offe certo nulla di nuovo a chi conosce il filone; tra orrori veri e altri probabilmente finti (comunque indistinguibili), il gretto e canzonatorio commento fuori campo ci guida in questo "viaggio", che tutto è tranne che culturale. Per completisti.
Grazioso mondo-movie che trae evidentemente spunto dallo stile degli shockumentary dei fratelli Castiglioni. A differenza loro, il nipponico Akira Ide sposta le indagini sugli usi e costumi delle popolazioni indigene non dell'Africa bensì (come da titolo) all’allora primitiva Nuova Guinea. Immagini raccapriccianti si susseguono con il consueto commento cinico: tutto è volto ad inorridire (e nello stesso compiacere) lo spocchioso e civile spettatore del 1974 bramoso di sensazioni forti. Qui è accontentato.
Si rimane completamente basiti dal numero esorbitante di fesserie (verrebbe da dire altro...) sciorinate con tono scanzonato dal narratore. Le immagini dovrebbero risultare forti, ma sortiscono un effetto completamente diverso. La tesi sociologica sull'omosessualità perpetuata in certe tribù è assolutamente ridicola. Gli ideatori mirano allo stomaco, purtroppo colpiscono direttamente gli zebedei. Evitabile.
Certo, ci si "diverte" parecchio a sentire le sciocchezze sesquipedali pronunciate dalla voce narrate che snocciola, spesso con un finto cinismo privo di ogni pudore, amenità assortite su riti e costumi delle tribù papuasiche. Però ben presto subentra, almeno a mio personalissimo e modestissimo avviso, un certo senso di avvilimento nell'assistere a "roba" del genere. Sinceramente il "mondo" non fa per me, ma credo che
anche dal punto di vista qualitativo ci sia di molto meglio.
Abbeveratoio prossimo venturo del pret-a-zomber di Mattei, il fakeumentary cambia il pelo della dislocazione geografica ma non il vizio di sfidare a singolar tenzone le budella dello spettatore veicolando la vis obitoriale con un esotismo mendace tutto parco naturale degli orrori, una facilona spruzzatina di generica geopolitica e un'etnologia d'accatto che vuole troglodite certe culture, ma il sospetto è che il toro stia dando del cornuto al bue, e che a essere cavernicolo sia prima di tutto un modus documentandi così zotico, fetente, fregnacciaro e sostanzialmente inutile.
Mondo movie giapponese, riadattato con un commento falsamente cinico e vagamente razzista comme d'abitude per i prodotti di questo filone. Scene montate ad arte per creare disturbo nel malcapitato spettatore dell'epoca, ma se l'operazione poteva avere un senso negli anni settanta oggi il gioco mostra la corda e l'unica cosa che suscità a più riprese il film è la noia. Se si toglie il sonoro si ha quasi l'impressione di vedere un documentario un po' spinto del National geographic. Ottimo rimedio all'insonnia!
Il mondo movie attecchisce nel Quinto Continente, ma la solfa non cambia. A rendere irrecuperabile la pellicola non è tanto il contenuto (pochi di noi sono antropologi ferrati sulla vita degli indigeni) che, a tratti, è persino interessante. A colpire in negativo rimane il commento ridanciano di chi si ritiene superiore: come se usanze millenarie si fossero formate per il diletto degli occidentali. Un fastidio inestirpabile.
Immagini disgustose (gli indigeni in lutto che si spalmano addosso liquami del defunto), cruente (i maialini uccisi a mazzate) e deliranti si rincorrono in questo spassoso mondo-movie sugli scioccanti usi dei papuani. A sconvolgere di più (non senza sincere e vergognose risate) è il commento di Fiorentini, che ostenta razzismo e omofobia da commediaccia (neanche Mondo cane oggi e Mondo cane 2000 sapranno fare di meglio). Qualche ripresa curiosa emerge, penalizzata da una regia grezza e da un montaggio che elide qualunque pretesa di autenticità. Per trashofili.
MEMORABILE: I cadaveri affumicati; Le torture nasali auto-inflitte; Le digressioni sull'omossessualità degli indigeni; Le musiche di Così dolce... così perversa.
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Davvero molto divertente questo Mondo. Devo ammettere che raramente ho sentito uno sciorinare così continuo di stronzate da parte di un narratore.
La demenza sociologia dell'omossesualità è davvero ridicola e crea risate a non finire.
Sostenere la tesi che in un villaggio c'erano solo 2 donne per 45 uomini e quindi per mancanza d'altro si perpetuava l'omossessualità è imbarazzante.
Da vedere in compagnia è davvero indicato.
A una di queste serate trash markusiane dovrò partecipare anch'io una volta o l'altra.
Magari con la nottata Le mutande pazze dellecattive ragazze. Con i due cultoni:
Mutande pazze(che Markus credo non abbia difficoltà a reperire)
Cattive ragazze(ultracult MarinaRipaDimeananiano che dovrei procurare in vhs).
DiscussioneZender • 6/11/11 21:06 Capo scrivano - 48879 interventi
Cotola ebbe a dire: Infrangendo una severissima legge davinottica (Maestro perdonami), devo dire che dinanzi a cotanto capolavoro, devo prendermi 24-48 ore di tempo per elaborare un degno commento che illustri appieno le magistrali qualità di quest'aurea pellicola. Posso capirlo Cotola; può capitare, Marcel idealmente ti perdonerà, non preoccuparti, chi segue l'aurea regola sa che anche se ogni tanto si fa un'eccezione non cambia nulla. L'importante poi è rientrare nei binari :) Non sarà facile commentarlo Cotola.
La quantità di cazzate che vengono dette in questo (ed altri mondo-movies) è assolutamente eccezionale, ma tutto sommato è anche il "pregio" del genere. Gli umori acquei del morto trasudante è storia del cinema ahahaah
Cotola ebbe a dire: Infrangendo una severissima legge davinottica (Maestro perdonami), devo dire che dinanzi a cotanto capolavoro, devo prendermi 24-48 ore di tempo per elaborare un degno commento che illustri appieno le magistrali qualità di quest'aurea pellicola.
Coty, noto che "l'opera" ti ha particolarmente messo in difficoltà ;)