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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Partendo da un fatto di cronaca (un classico, per Carlo Lizzani, che ci aveva già deliziato con BANDITI A MILANO), TORINO NERA racconta delle indagini di un avvocato (Nicola Di Bari, naturalmente co-autore della colonna sonora) e di un ragazzino che cercano di scagionare il rispettivo cliente e padre (Bud Spencer) dalle accuse di omicidio a causa delle quali questi è in prigione. Non si tratta di un action e neppure di un poliziesco, quanto piuttosto di un giallo dalle forti tinte drammatiche, evidenziate nel rapporto che lega padre e figli. La strana coppia protagonista cerca di risalire al momento dell'omicidio per stabilire chi possa avere...Leggi tutto veramente ucciso lo strano mafioso sfruttatore di operai della cui morte è accusato Bud Spencer. Arrivando quasi a lambire territori argentiani (la foto rivelatrice, le indagini dilettantistiche, le molte figure di secondo piano che sanno più di quanto dicano), Lizzani costruisce un'opera non sempre coinvolgente ma indubbiamente interessante, durante la quale i flashback che vedono protagonista Bud Spencer (per gran parte del film assente dalla scena e condannato a marcire in prigione) compongono sempre più un mosaico complesso, destinato a riservare qualche bel colpo di scena. Diretto con professionalità, TORINO NERA si avvale di un buon cast (il figlio minore di Spencer è il piccolo Andrea Balestri, futuro Pinocchio nella riduzione televisiva di Comencini) nel quale la presenza “esterna” di un Bud Spencer corrucciato e duro come ai tempi dei suoi primi western dà una marcia in più, anche se lo costringe a un ruolo che sembrerebbe più adatto al buon Mario Merola. Un dramma solido, imperfetto ma sincero, con l'omicidio centrale commesso durante una partita di calcio contro la Roma, sugli spalti. Sceneggiatura discreta.

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Renato 15/06/08 17:09 - 1648 commenti

I gusti di Renato

Gran film di Lizzani, poliziesco atipico per come descrive con grande realismo e sensibilità non comuni la storia di Mino e Lello, figli di un uomo ingiustamente incarcerato per omicidio che tentano di far riaprire il caso. Ottimi attori anche nei ruoli secondari ed una descrizione della Torino più povera che rimane davvero impressa. Da riscoprire.

Homesick 16/04/09 18:40 - 5737 commenti

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Una Torino proletaria di immigrati siculi – descritta con penna naturalista da Lizzani, specie negli interni delle case popolari – è lo scenario per una storia che tocca ora il dramma sociale, ora il giallo, ora il noir, sintetizzandoli in una grandiosa vendetta conclusiva. Di certo lontanissimo dalla perfezione, è comunque un film curioso, anche per la presenza dell’ “avvocaticchio” Nicola Di Bari (doppiato da Pino Colizzi) e Bud Spencer in un ruolo diverso dal solito.

Daidae 27/06/09 12:46 - 3268 commenti

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Un insolito Bud Spencer per quello che viene considerato a torto un film poliziesco mentre è più sul sociale, pur restando sui generis anni 70. Tipico taglio operaistico di Lizzani; film non eccezionale ma tutto sommato bello, ottimo cast (Bozzuffi e Spencer su tutti).

Galbo 25/03/10 15:13 - 12511 commenti

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Particolare film di Lizzani a metà strada tra il poliziesco e l'opera di denuncia sociale. La vicenda è ambientata nella Torino dall'anima più popolare (quella dell'immigrazione) che viene egregiamente descritta dal regista. Meno efficaci forse gli elementi noir della trama in un film che tuttavia rimane meritevole di visione anche per una discreta prova del cast.

Cotola 7/04/10 23:23 - 9271 commenti

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Ispirandosi ad un fatto di cronaca (come spesso ha fatto nella sua carriera) Lizzani costruisce un film i cui risultati non sono malvagi ma che paga lo scotto di qualche difetto di troppo: luoghi comuni, attori fuori parte e soprattutto un tasso eccessivo di melodrammaticità e di inverosimiglianza nell'ultimo segmento. Accettabile ma nulla più. Interessanti e per certi versi sorprendenti le connotazioni ambientali.

Disorder 27/10/10 22:47 - 1416 commenti

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Buon dramma a sfondo sociale, con un insolito Bud Spencer nei panni di un dimesso operaio siculo: emigrato a Torino, si metterà nei guai sfidando i soliti prepotenti (memorabile lo sganassone al caporeparto carogna!), ma questa volta la pagherà cara. Non è male, ma penso si potesse sfruttare di più il personaggio di Bud che è troppo defilato; a reggere la storia sono di fatto l'avvocato e il ragazzino. Finale amaro e veramente inaspettato, specie se si è abituati ai soliti personaggi di Bud.
MEMORABILE: Bud prende a sgabellate il caporeparto per aiutare un collega; i flashback di lui felice con moglie e famigliola.

Undying 25/10/10 22:25 - 3807 commenti

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Lizzani propone un film "politico" innestandolo su una trama gialla con forti venature da commedia, garantita dalle performances dei due piccoli protagonisti figli di un onesto lavoratore che è finito in galera perché difensore dei più deboli. Il titolo trae in inganno, perché di poliziesco non c'è nulla. Ma il ritmo e la bravura degli interpreti, tra i quali un Bud Spencer in insolito ruolo (presente, più che altro solo in chiusa), riescono a calamitare l'attenzione dello spettatore sino alle concitate battute finali, destinate a chiudere il film con certa malinconia. Musiche di Reverberi.

Guru 17/05/11 10:36 - 348 commenti

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La vicenda di cronaca nera raccontata da Lizzani ci propone la necessità di riscatto dall'ingiustizia e dallo status di "ultimi". Gli ultimi sono i nuovi immigrati, provenienti dai posti più disparati d'Italia, costretti a soprusi e violenze! Questo riscatto non è facile da ottenere. La giustizia vigila sulla malavita ma la mole di lavoro è immensa! La figura di Bud che lotta per i suoi diritti e per tutelare quelli degli altri è rafforzata da quella del figlio maggiore il cui ruolo è determinante nella ricerca dell'innocenza del padre.

Stefania 22/04/12 00:23 - 1599 commenti

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I bambini vanno maneggiati con attenzione, soprattutto quando sono protagonisti di un insolito poliziesco, nel quale si improvvisano detective per scagionare il padre: il rischio del melodrammatico e del ricattatorio è forte, e Lizzani, questo rischio, non l'ha scansato. Inoltre, il film (per quanto ispirato a un fatto di cronaca) presenta vistose forzature (la mancata consegna della foto alla polizia, ad esempio), che sembrano pretesti per complicare la trama e per fare spettacolo. Un film di denuncia mal riuscito e male invecchiato.
MEMORABILE: Un bel finale, molto teso, il difetto è Bud Spencer: non riesce a rendersi credibile.

Nando 24/04/12 12:01 - 3853 commenti

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Ispirato da un fatto realmente accaduto. Lizzani analizza e descrive l'ambiente proletario torinese fatto di case di ringhiera e sofferenze lavorative in cui si svolgono le vicende di un povero padre di famiglia accusato ingiustamente. Lo sviluppo narrativo tende al melodramma popolare, nonostante la schiettezza di fondo; discreto il cast, con un sorprendente quanto inverosimile Di Bari.

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Puppigallo 23/04/12 11:31 - 5366 commenti

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Non male questo dramma con un Bud decisamente serio e giustamente rancoroso, visto come l'hanno fregato, che fa sorridere (involontariamente) solo quando dice al figlio "Figghiuzzo mio!". L'indagine è abbastanza ben strutturata, anche se la presenza del ragazzino, che partecipa attivamente, non sempre giova alla pellicola. Qua e là si passa dal dramma al melodramma e questo non è il massimo. Comunque, gli attori se la cavano dignitosamente; e alla fine, più che Bud, quasi sempre in carcere, è l'avvocato a reggere la baracca filmica. Un'occhiata la merita.
MEMORABILE: "Mi hanno detto: 'Maresciallo, a Torino la mafia non esiste' e mi hanno sbattuto alla buoncostume. Ora ho a che fare con prostitute, invertiti, travestiti e convertiti".

Giùan 3/05/12 10:57 - 4753 commenti

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Maestro Lizzani ha sì fatto di meglio, tuttavia è ancor ammirevole nel metter a fuoco una Torino la cui oscurità è dovuta alla peggiore delle sette: la mafia delatrice, infame, omertosa. Da rimarcare l'utilizzo controcorrente di facce (Nicola, Bud, i due ragazzini) e attori (Bozzuffi, Urzì, l'irroconoscibile Fabian). Certo poi si può (deve) eccepire sul fatto che ritmo e fotografia (De Santis) coprano un dedalo troppo intricato di generi e riferimenti (dal neorealismo al poliziesco, dal melò per famiglie alla commedia con bambini). Epperò che grinta nel suo cinema!
MEMORABILE: Gli inseguimenti con la meravigliosa '500 bianca guidata da Nicola Di Bari; "La Roma gioca con la Juve... e forse vince pure": sì sì come no?

Capannelle 22/05/12 08:21 - 4479 commenti

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La Torino raccontata da Lizzani è interessante e il pregio della pellicola è l'umanità espressa dai personaggi che sì, tende talvolta al melodramma, ma riesce a evitarne i picchi che verranno toccati ad esempio da diversi film ambientati a Napoli. Anche la semplificazione non manca ma il racconto fila via liscio e rimane godibile. Lo stesso Bud Spencer riesce a incarnare un personaggio credibile (un po' goffo nelle avance da picnic ma vabbè..).
MEMORABILE: "Noi terroni a Torino siamo oltre mezzo milione, se stiamo uniti ce li mangiamo a questi qua".

Rambo90 4/12/12 02:49 - 7812 commenti

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Tra dramma e giallo, un film riuscito nel complesso, che si fa seguire grazie a una trama lineare, senza nessun vero colpo di scena (l'identità dell'assassino è prevedibile) ma un interessante sfondo di denuncia. Lizzani dirige bene come sempre, Bud Spencer è bravo in un ruolo del tutto insolito ma troppo in disparte, molto spontanei Santoro e Balestri (Nicola Di Bari invece è mediocre ma ci si passa sopra). Finale iperdrammatico. Buono.

Furetto60 17/02/13 18:12 - 1209 commenti

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Protagonisti del film sono un avvocato, lo spontaneo Nicola Di Bari e i due figli di Rao, operaio incolpato ingiustamente, relegando Spencer (Rao appunto) per lo più a un ruolo secondario. Il titolo è esemplificativo di una Torino cupa, popolata da immigrati meridionali ammassati in quartieri ghetto e con relative difficoltà di integrazione. Non vi sono forzature nella trama, concedendo accenni più leggeri al solo piccolo Balestri (lo stesso anno Pinocchio con Manfredi). Finale in linea con i pesanti anni 60/70.

Saintgifts 14/03/13 23:14 - 4098 commenti

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Troppo caricato - fin dai mielosi flashback iniziali - di stereotipi. I bambini troppo "bravi" e troppo poco credibili, specie il più piccolo, divoratore di riviste con immagini di donne discinte. Anche l'ambiente è molto forzato: la casa a ringhiera con grande protagonista il gabinetto in comune, luoghi sempre degradati... tutto per descrivere (e questo è forse l'aspetto migliore) la condizione dei lavoratori provenienti dal sud Italia a Torino. La vicenda ha fondamenta reali e in qualche modo si salva, come pure certi caratteristi.

Jdelarge 19/08/13 17:34 - 1000 commenti

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Basandosi su un fatto di cronaca Lizzani sforna un buon film vicino al genere poliziesco, ma a tutti gli effetti drammatico (forse in maniera eccessiva). L'aspetto più interessante in grado di rappresentare al meglio la realtà degli anni sessanta e settanta al nord è sicuramente rappresentato dallo sfruttamento che Fridda, capo cantiere meridionale, esercita sui suoi dipendenti, anch'essi meridionali. Essendo un fatto di cronaca non ci sono colpi di scena, ma il film è simpatico. Molto bello il contrasto fra la Torino povera e quella perbene.
MEMORABILE: Gli inseguimenti con la storica Fiat 500.

Nicola81 19/08/14 19:43 - 2928 commenti

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Lizzani racconta le infiltrazioni mafiose e le condizioni degli immigrati in una metropoli del Nord, ma la sceneggiatura di Vincenzoni e Badalucco concede troppo spazio ai due figli dello sfortunato protagonista dando vita a numerose situazioni degne del libro Cuore (non per niente siamo a Torino!). Nicola Di Bari è uno degli avvocati più improbabili apparsi sullo schermo mentre Bud Spencer, pur non convincendo pienamente, si conferma portato anche per i ruoli seri. Ottimi i caratteristi e bella la fotografia di Pasqualino De Santis.
MEMORABILE: Gli inseguimenti sulla 500; Leontini che illustra il suo lavoro alla Buoncostume...; Il drammatico finale.

Brik94 31/07/15 07:49 - 68 commenti

I gusti di Brik94

Non un poliziesco ma un film drammatico, in cui il protagonista non è Bud Spencer ma Nicola Di Bari insieme ai figli di Rao (Bud) alla ricerca delle prove che scagionerebbero il padre. Il film in ogni caso tiene lo spettatore incollato allo schermo (Lizzani è uno specialista in questo genere). Se si pensa che il film è ispirato a una storia vera... Buona la prova di Bud in un ruolo per lui insolito.
MEMORABILE: Bud tira uno schiaffo a un padrone per difendere un amico operaio (tanto per non perdere le "buone vecchie" abitudini).

Azione70 25/11/15 17:01 - 169 commenti

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Film amaro, che narra le peripezie investigative di due bimbi (i bravissimi Santoro e Balestri) per fare uscire il padre (Bud Spencer) dalla galera in cui è ingiustamente detenuto. Questa ricerca della verità avviene in un contesto mafioso ed è molto ben rappresentata la frustrazione - fisica e mentale - dei due bambini e del loro giovane amico avvocato (un sorprendente Nicola Di Bari). La Torino degli anni 70 fa da sfondo e Lizzani utilizza in modo idoneo e funzionale le immagini della città e delle povere abitazioni degli operai.

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Myvincent 27/01/16 08:23 - 3845 commenti

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Lizzani gira un film che non è un semplice poliziesco ma anche un giallo e per di più a sfondo sociale, raccontando la "questione" meridionale al nord Italia dalla parte degli sfruttati, ma anche degli sfruttatori. Andrea Balestri è l'indimenticato "Pinocchio" che darà pepe al tutto, strappando più di qualche risata. Da rivalutare come film di serie A.
MEMORABILE: Le case-stamberghe coi bagni sul pianerottolo, assegnati ai poveri immigrati.

Fauno 2/09/16 17:17 - 2225 commenti

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Non va a fondo nell'analisi del fenomeno della mafia al Nord, visto che siamo solo a livello di caporalato nell'edilizia; ciò che colpisce è l'ostinazione nel senso di giustizia di questi due bambini, costretti a maturare velocemente, che pur di far scarcerare il padre (ingiustamente condannato), vanno a sfidare un'organizzazione criminale piccola finché si vuole ma assolutamente spietata. Quindi un'opera di largo respiro, dalla quale fra i tanti emergono un eccellente Nicola di Bari nel ruolo di un avvocato e Zamuto, solito commissario menefreghista.
MEMORABILE: Fantastica la consegna della pistola al padre da parte del figlio più piccolo, con nome e cognome dei personaggi da eliminare.

Trivex 28/09/16 08:58 - 1777 commenti

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Ottimo film di Lizzani, soprattutto emotivamente parlando. Ma non solo, perché la storia è intrigante e i due "pargoli" nella loro improbabile indagine per cercare di scagionare il padre, alla fine aggiungono spirito leggero che in una pellicola così cupa e disperata non guasta proprio. Trasversale ai generi tradizionali, presenta una città in pieno boom edilizio, con tutto quel che, nel bene e nel male, ci naviga in mezzo. Bud Spencer qui è un personaggio in chiaroscuro, il cui senso di giustizia si trasforma - comprensibilmente - in una vendetta vera e propria.
MEMORABILE: Il terribile finale.

Alex1988 10/03/17 19:07 - 728 commenti

I gusti di Alex1988

Lizzani, come il suo solito, trae spunto dalla vera cronaca e ci mostra un insolito Bud Spencer vittima di un'accusa di omicidio infondata, anche se i veri protagonisti del film sono i due ragazzini (suoi figli), che cercheranno prove in grado di scagionarlo. Diretto con mestiere, non lascia però li segno come il precedente Banditi a Milano. Discreto.

Victorvega 28/04/17 17:05 - 502 commenti

I gusti di Victorvega

Il film è godibile, il susseguirsi degli eventi coinvolge e non è sbagliato affermare che si tratti di un bel film con una buona regia, valide interpretazioni e con alcune scene d'azione notevoli (penso all'inseguimento a piedi tra i binari e al maxi tamponamento autostradale). Pesano sulla riuscita finale però alcuni dettagli: in certi casi la poca credibilità (di Nicola Di Bari, della situazione con i bambini indagatori, del piccolo comodamente dentro il cofano...) e la pesantezza di alcune parti "comiche" (sempre riguardanti i piccoli).
MEMORABILE: L'inseguimento tra i binari; Il maxi tamponamento con fuga.

Rufus68 25/06/17 22:29 - 3890 commenti

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Semplicistico e inverosimile, ma che importa? Qui si va di simpatia: a Spencer gli si vuole male? Mai. Le facce ci sono: Zamuto, Bozzuffi, Leontini. Nicola Di Bari (!) e i mocciosi tengono botta. L'andamento lineare ci soddisfa, la conclusione ci vede tifare sfegatati per l'eroe ingiustamente vilipeso. Lizzani ci regala uno Spencer perdente in una scazzottata, ma pure a questo passiamo sopra. Dai su, voto di pancia: non male, dopotutto.

Pessoa 29/06/17 23:42 - 2476 commenti

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Questa volta Lizzani decide di lasciare in secondo piano il taglio documentaristico (sebbene la storia sia ispirata a un fatto vero) per privilegiare un interessante intreccio giallo e le scene d'azione. Ma spesso il realismo è più cercato che trovato e un'aria melò appesantisce il ritmo della vicenda con lungaggini di sceneggiatura non fondamentali. Spencer e Di Bari si impegnano a fondo e risultano credibili, con il cantante pugliese sorprendentemente in parte, nonostante qualche ingenuità. Regia sobria e presente. Non male, dopotutto.

Daniela 27/07/17 00:25 - 12916 commenti

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Un operaio viene incarcerato per l'assassinio di un collega. Il suo avvocato indaga per dimostrarne l'innocenza con l'aiuto dei figlioletti dell'accusato... Spencer, imponente ma ancora tonico, si vede molto poco anche se è il primo nome in cartellone: i veri protagonisti sono l'occhialuto Nicola Di Bari (sic!) ed i bimbi. La trama richiama per i risvolti melodrammatici più i film di Merola che i poliziotteschi in voga in quegli anni, e questo aspetto, unito alle strane scelte del cast, fa dell'opera una pellicola difficilmente inquadrabile, comunque curiosa anche se non molto riuscita.

Domila1 18/08/19 23:06 - 63 commenti

I gusti di Domila1

Lo chiamano poliziesco ma non lo è e, vista la firma di Lizzani, si capisce subito di essere in un film che prende spunto da una storia vera. Ma proprio per questo si sente la lacuna di non approfondire molto alcuni personaggi: Rosario Rao, che dovrebbe essere il protagonista (interpretato da un insolito Spencer) è molto assente. Sono infatti Santoro e Di Bari a reggere la scena. Altra pecca è il non avere un finale che dia un’idea su un futuro concreto della famiglia Rao. Comunque da vedere.
MEMORABILE: Spencer che perde in una scazzottata è la cosa più triste, per un fan del gigante partenopeo...

Aal 28/10/19 09:49 - 321 commenti

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Il nero del titolo, inserito senza dubbio per ascrivere il film al genere poliziottesco, in voga nel periodo, si presta a diverse intepretazioni. Perché nera, qui, è la miseria, umana e materiale, così come nera è la sporca periferia industriale della Torino dei Settanta. Un film solido, semplice, linerare, ben recitato, con un Bud Spencer cupissimo e un convincente Nicola Di Bari nel ruolo dell'avvocato meridionale buono contro i meridionali cattivi e mafiosi. Perché l'immigrazione non era tutta uguale, sembra volerci dire Carlo Lizzani.

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Il Dandi 8/04/20 13:28 - 1917 commenti

I gusti di Il Dandi

Di nuovo per Lizzani la ricostruzione di un fatto di cronaca è il pretesto per lambire i territori del poliziesco focalizzandosi sulla narrazione degli ambienti sociali. Stavolta il colpo riesce a metà, perché sia le concessioni spettacolari che la componente engagé tradiscono ingenuità. Resta curioso per il cast follemente assemblato, dove ogni carattere viene ribaltato (il cantautore simbolo degli emigranti Nicola Di Bari è l'eroe, Bud Spencer è vulnerabile e sciagurato, il bambino di Pinocchio tenta lui di riportare a casa il padre).
MEMORABILE: Lo sgangherato inseguimento con la 500, che sembra voler capovolgere gli stereotipi delle prestazioni automobilistiche più spettacolari.

Paulaster 22/02/23 18:57 - 4624 commenti

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Operaio viene incarcerato per un omicidio che non ha commesso. L'attenzione è posta nell'investigazione per dimostrare la verità, ma i bambini son troppo piccoli per affrontare dei criminali veri. Anche le fasi action con gli inseguimenti (in Cinquecento!) fanno più colore che un effetto thrilling. L'ambientazione proletaria è centrata nel descrivere la Torino dell'immigrazione dal Sud e i momenti notturni son quelli girati meglio. Bud Spencer, anche se si vede poco, ha la classica scena con qualche sganassone.
MEMORABILE: Il bambino pestato in stazione; I figli che vendono sigarette prima di andare a scuola.
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  • Discussione Zender • 5/07/19 07:50
    Capo scrivano - 48334 interventi
    Sì esatto, la fonte sempre quella è.
  • Discussione Il Dandi • 11/04/20 11:52
    Segretario - 1486 interventi
    Leggo un po' ovunque (anche qui in alcuni commenti) che il film è basato su una storia vera, ma non trovo informazioni più precise.
    Qualcuno ne sa di più?
  • Discussione Nando • 12/04/20 11:15
    Risorse umane - 1431 interventi
    Lizzani dichiarò di essersi ispirato da un fatto di cronaca avvenuto in Sicilia qualche tempo addietro.
  • Discussione Cotola • 12/04/20 18:35
    Consigliere avanzato - 3876 interventi
    Non ricordo di preciso ma ho fatto delle ricerche.

    Nel libro di Rboerto Curti "Italia Odia" si parla di istant movie, senza però specificare a quale episodio di cronaca si ispiri.

    Sul sito de L'enciclopedia del cinema in Piemonte, si dice che all'inizio del film una scritta avverte: “I fatti raccontati in questo film sono realmente accaduti”. Ti risulta la scritta, Il Dandi?
  • Discussione Il Dandi • 12/04/20 19:43
    Segretario - 1486 interventi
    Sì, confermo presenza della didascalia “I fatti raccontati in questo film sono realmente accaduti” all'inizio.

    Però il tono qui mi è sembrato, così a naso, decisamente romanzato rispetto a quanto visto in altri film di Lizzani come Banditi a Milano o Svegliati e uccidi, il fatto stesso che Nando ricordi di aver sentito parlare di cronaca siciliana confermerebbe l'impressione.
    Ultima modifica: 12/04/20 19:44 da Il Dandi
  • Discussione Cotola • 17/04/20 13:04
    Consigliere avanzato - 3876 interventi
    Sicuramente il tono è meno realistico che in altre pellicole.

    Ho comunque fatto altre ricerche e posso dirti che
    La Stampa del 6 ottobre 1972 conferma che il film tratta di un caso vero ma accaduto in altra città (altrove si legge che trattasi di città siciliana).
    Probabile che, come si legge anche nel prosieguo dell'articolo, il fatto servì a Lizzani solo come spunto per indagare sugli ambienti criminali torinesi.

    Anche se ciò ha poco a che fare con la tua richiesta, segnalo anche per mera curiosità, che l'articolo dimostra come il giornalismo e la critica cinematografica siano cambiati nel corso del tempo.
    Il pezzo in questione, infatti, spoilera selvaggiamente tutto il contenuto del film comprese le svolte più importanti e, sacrilegio, il finale.
    La cosa l'ho notata sempre sull'archivio de La Stampa in un altro articolo sul film. tre righe e...zac...svelato il finale!

    Oggi i recensori verrebbero fucilati dal pubblico e, cosa ben più importante, non potrebbero albergare sul Davinotti, avendo infranto una delle
    sacre leggi dei papiri davinottici.


    P.S.

    Tra l'altro in uno degli articoli trovati per la mia ricerca, mi sono imbattuto in una curiosità davvero bizzarra. Un magistrato dell'epoca si arrabbiò perché il suo cognome era omonimo a quello dell'avvocato interpretato da Nicola di Bari, ed ottenne di farlo eliminare da tutte le sequenze del film, tranne una. Per questo chiese che venisse eliminato anche dalla sequenza restante. Non so se la riserva sia stata poi esaudita, poiché l'articolo non lo dice.
    Ultima modifica: 17/04/20 13:11 da Cotola
  • Discussione Zender • 17/04/20 13:51
    Capo scrivano - 48334 interventi
    Ah certo, un tempo gli spoiler eran la regola :). Se fai un post in cui si riortano solo i fatti "certi", Cotola, poi lo spostiamo in curiosità.
    Ultima modifica: 17/04/20 13:52 da Zender
  • Discussione Il Dandi • 18/04/20 14:17
    Segretario - 1486 interventi
    Grazie Cotola, quella de La Stampa è uno dei migliori archivi on line. Cercherò.
  • Curiosità Cotola • 18/04/20 19:57
    Consigliere avanzato - 3876 interventi
    Come si può leggere sull'archivio de la Stampa il film tratta di un un caso vero ma accaduto in altra città. Tale accadimento è servito come spunto a Lizzani per indagare sugli ambienti criminali torinesi.

    Un magistrato dell'epoca si arrabbiò perché il suo cognome era omonimo di quello dell'avvocato interpretato da Nicola di Bari e ottenne di farlo eliminare da tutte le sequenze del film, tranne una. Per questo chiese che venisse eliminato anche dalla sequenza restante.

    Fonte: Archivio de La Stampa.
  • Discussione Novalis • 30/09/22 13:39
    Disoccupato - 1 interventi
    Da notare come l'annuncio di TV Sorrisi e Canzoni riveli fin da subito l'esito dell'indagine condotta dai congiunti di Bud e il finale del film. Assurdo.