La versione televisiva Rai è un capolavoro. La favola più famosa del mondo rappresentata alla perfezione dal mitico Comencini. Il regista riesce ad attribuire alla storia un velo poetico, ma soprattutto malinconico e triste; le location in particolare sono stupende nell'esprimere la povertà di quei tempi e quei posti. Le musiche tutte buone, a parte il tema principale è notevole il motivetto di flauto in ogni sigla iniziale. Le interpretazioni sono tutte valide, anche quelle di Franco e Ciccio nelle parti del gatto e la volpe.
La versione RAI è molto notevole. Racconto ricchissimo di leggiadra poesia, condotto con maestrìa da Comencini, al punto da indurre al sorriso anche nei momenti drammatici. Straordinarie la naïveté di Balestri e la grazia di Manfredi. Tantissime facce sono perfette. La RAI di un tempo...
MEMORABILE: Il tema principale della colonna sonora.
Un Manfredi strepitoso, un bambino (Pinocchio) praticamente perfetto (di rara spontaneità) e un’incredibile sensazione di vero (accentuata dalla malinconia), fanno di questo Pinocchio il più riuscito di sempre. Solo la Lollobrigida (bambolona dalla recitazione eccessiva) sembra artificiale, ma essendo la fata Turchina è persino giustificata. La colonna sonora non si scorda più e la canzone sull’uomo vecchio che si guarda allo specchio, riferita a Manfredi (Geppetto), è bellissima. Nota di merito per Franco e Ciccio (il gatto e la volpe).
MEMORABILE: Il primo incontro di Pinocchio col gatto e la volpe. Quando parte la musichetta, di solito in contemporanea con la corsa di Pinocchio.
Delicata, poetica, malinconica trasposizione televisiva del capolavoro di Collodi, affidata a due protagonisti bravissimi: il piccolo bischero Balestri e Manfredi. Come scordare, poi, Stander-Mangiafuoco (burbero dal cuore tenero), la Montagnani-faina, De Sica-giudice o la coppia Franco e Ciccio, perfetti Gatto e Volpe. E la musica. Per esigenze filmiche, qui Pinocchio è quasi sempre un bambino in carne e ossa, ma ciò non incide negativamente sulla complessiva fedeltà al romanzo (a parte l'assurdità della Fata come defunta moglie di Geppetto).
Forse per la nostalgia legata all'infanzia, molti considerano il Pinocchio di Comencini il migliore mai prodotto (Disney compreso). Il regista è particolarmente a suo agio in questa trasposizione televisiva, molto rispettosa (quasi sempre) dell'originale letterario, con una bella sceneggiatura, una bella ricostruzione degli ambienti e degli effetti speciali (a partire dal burattino opera di Rambaldi) ed interpreti strepitosi (Manfredi, la Lollobrigida, Franchi & Ingrassia). Un piccolo capolavoro.
Quando la RAI sfornava sceneggiati di qualità: Comencini, attento ai bambini come pochi, prende la favola di Pinocchio e, ambientandola nella vera campagna toscana povera, trasforma il burattino in un monello che vuole ribellarsi al noioso conformismo (fare il bravo bambino e ubbidire alle regole dettate dalla società) imposto dalla rigida Fata Turchina (perfetta la Lollo per la parte); bravi anche tutti gli altri attori, a cominciare da Balestri e Manfredi.
Indimenticabile e indimenticato, probabilmente perché visto al momento giusto (ossia da bambino). Con un cast straordinario e assortito, Comencini annacqua un po' la toscanità del racconto, ma lo trasforma in una sorta di zodiaco della commedia (dell'arte e non) italiana, amplificandone riverberi e riferimenti. Grandissimo. Posto speciale, nel cuore, per gli straordinari Franco&Ciccio, Gatto e Volpe impareggiabili. Immortale anche la musica, finita anche nel repertorio di melodie da stadio.
Inarrivabile (ed altissimo) esempio di fiction girata con garbo, stile, classe e professionalità. Dialoghi curati (redatti da Suso Cecchi d'Amico), fotografia esemplare, attori in stato di grazia (Manfredi resterà ancorato al personaggio del Geppetto ideale), musica (di Fiorenzo Carpi) in grado di sommuovere l'anima. Erano altri tempi, e forse (sarà l'effetto malinconico del sopravanzare degli anni), erano tempi migliori. Da recuperare e proporre alle nuove generazioni, affinché il capolavoro di Comencini non vada perduto (nè dimenticato)...
Uno sceneggiato che rimane nel cuore di chi l'ha visto, dove Comencini riesce a trasmettere bene l'atmosfera del racconto di Collodi. Musiche e ambientazioni azzeccate, una scelta degli attori che ha dato molto valore alla storia. È uscito recentemente un libro-intervista dove Balestri racconta molti interessanti retroscena del girato: le liti tra il regista e la Lollo, i rapporti con gli altri attori, come lui fu scelto per il ruolo, il funzionamento del burattino.
Splendida riduzione del romanzo di Collodi, che adorai in tv da bambino e che oggi mi piace anche di più. Comencini ha azzeccato praticamente tutto, dagli attori alle location; la musica è immortale, e tuttora si sente in ogni stadio d'Italia. Tutta la parte nella balena poi è meravigliosa, riesce a rendere con grandiosa semplicità quelle che sono la paura e la curiosità di un bambino di fronte all'ignoto. Impossibile citare qualcuno del cast, perché tutti quanti sono perfetti, senza eccezioni. Un grande film, anche nella versione corta.
Comencini reinventa il Pinocchio di Collodi seguendo alla distanza il plot e sostituendo l'originario burattino con un bambino. Questa e ulteriori modifiche trasformano la storia bizzarra e fantasiosa di un pupazzo nella vicenda vernacolare e trasognata di un ragazzino indisciplinato. Ma il lavoro è eccellente anzitutto perché dimostra di trattare Pinocchio come un classico che si può reinterpretare, e poi perché riesce a colmare di emozione e magiche visioni (e musiche!) una narrazione che sa incantare e sedurre. Attori da ovazione.
Sei sulla sedia e comincia la prima puntata: 'a ma', fanno Pinocchio! e allora si siedono la mamma, il padre, il nonno, il gatto incuriosito si avvicina, se ne vedranno delle belle! E credetemi, si potrà anche rivedere un sacco di volte perché questo sceneggiato è la nostra memoria familiare, l'incontro con un pezzo di legno con un cuore così grande. Manfredi bravissimo. La sigla finale ne sublima le doti di fine dicitore di canzoni.
Non riesco a condividere i commenti entusiastici su questa serie: all'epoca non mi persi una puntata e mi stupii di alcuni effetti speciali che proponeva (vedi i movimenti del burattino). Conoscevo a memoria la versione originale di Collodi in quanto trasposta nelle Fiabe Sonore, 21 dischi usciti negli anni '60, dove i dialoghi erano mirabolanti, in assenza di immagini: in particolare Paolo Poli-Pinocchio era bravissimo. Nella serie televisiva è mancata molto, secondo me, l'enfasi nella recitazione: Andrea Balestri ne è un tipico esempio!
Stupendo, dà veramente fastidio che questo Pinocchio sia dimenticato mentre altri pinocchio post 2000 vengano ricordati nonostante siano dei fiaschi totali! Attori sublimi: bravissimo il bambino che interpreta Pinocchio, Manfredi ottimo come al solito, benone anche il resto del cast. Notevole.
Basterebbero solo quattro nomi del prestigioso cast (Nino Manfredi, Gina Lollobrigida, Franco Franco e Ciccio Ingrassia) per dire che questo sceneggiato anni '70 sul "Pinocchio" di Collodi è un capolavoro dalla A alla Z... E lo è! Luigi Comencini si permette di anticipare, quasi subito, la trasformazione umana di Pinocchio da burattino senza fili a bambino in carne ed ossa (Andrea Balestri), ma ciò non pregiudica la bellezza del racconto. Al contrario, lo arricchisce di dettagli e curiosità. È il miglior "Pinocchio" made in Italy che ci sia!
MEMORABILE: Tutte le scene di Pinocchio (Balestri) con Mastro Geppetto (Manfredi) e il Gatto e la Volpe (Franco e Ciccio).
Il Pinocchio per eccellenza, quello che esalta, se ce ne fosse ancora bisogno, l'immortale romanzo di Collodi. La narrazione scivola via egregiamente ed in maniera particolarmente fedele. Il cast è eccezionale e si fa fatica a ricordare tutti i grandi attori presenti sulle scene. Epocale.
Riviste tutte e sei le puntate posso confermare l'ottimo ricordo che avevo del Pinocchio di Comencini. Straordinarie, ancor più rivedendole ai giorni nostri, le recitazioni del piccolo Balestri e di Manfredi. I loro Pinocchio e Geppetto rimarranno per sempre inarrivabili. Ma anche tutto il resto funziona: le musiche, gli altri attori (menzione speciale per Franco e Ciccio), le ambientazioni. Il senso di malinconia e tristezza che permea il film evapora con la frase finale di Pinocchio "Adesso ci sono io" a rassicurare il nonno Geppetto.
MEMORABILE: La scena della fuga di Pinocchio scalzo e mezzo nudo: al freddo, sulla neve, sui sassi di un fiume, sulle sterpaglie. ALtro che effetti speciali.
Girato egregiamente, musicato con dei deliziosi motivetti, Nino Manfredi è un Geppetto spettacolare che fa trapelare l'enorme solitudine e tristezza di un uomo povero e solo: semplicemente commovente. Franco e Ciccio vestono bene i panni del gatto e la volpe, rimanendo nello spirito dei loro soliti personaggi. Gli occhi del piccolo Andrea Balestri, molto espressivi, incarnano perfettamente lo spirito ribelle del personaggio e insieme al carismatico sorriso è uscito fuori un perfetto mascalzone.
MEMORABILE: Geppetto che parla da solo mentre costruisce il burattino; Lo sviluppo del rapporto fra Pinocchio e Lucignolo.
Indubbiamente la migliore trasposizione su pellicola del racconto di Collodi. Il regista "dei bambini" Comencini, a suo agio nel mettere in scena la vicenda di Pinocchio, si avvale di un cast in stato di grazia a partire dal sommo Nino Manfredi che, al suo Geppetto, ha saputo dare una carica emotiva straordinaria dai più riconosciuta; ma è tutto l’insieme che funziona. La professionalità che stava dietro a operazioni televisive Anni ’70 come questa è lampante e lontana mille miglia dal deserto artistico del nuovo millennio.
Indimenticabile adattamento del romanzo di Carlo Collodi per il piccolo schermo con un cast memorabile e azzeccato. Su tutti un plauso va a Nino Manfredi nel ruolo di Geppetto (entra molto nella parte). Bravi Franco e Ciccio nel ruolo del gatto e la volpe. Bene il piccolo Andrea Balestri nel ruolo di Pinocchio. Forse il personaggio meno coinvolgente è la fata turchina interpretata da Gina Lollobrigida. Memorabile.
Il maestro traspone il maestro e il risultato è fenomenale. Difficile immaginare in futuro un Pinocchio altrettanto efficace. Il film riesce a mantenere la poesia del libro, a evidenziarne lo scopo educativo senza divenire patetico, a suscitare commozione senza forzare la mano. Su tutti Manfredi, assolutamente bravissimo, il gatto e la volpe perfetti e anche il bravo Balestri. Inutile dire che le musiche sono divenute un vero cult. Riproposto spesso e volentieri in tv non smette mai di affascinarci. Capolavoro!
Se Carlo Lorenzini "Collodi" avesse visto questa produzione sicuramente sarebbe stato felice. Si tratta di un vero capolavoro dove Comencini mette tutta la sua dolcezza e creatività. Tutti gli interpreti sembrano ispirati per creare qualcosa di immortale. Pinocchio "scritto" per i bambini, ma che devono "vedere" anche i grandi. La Rai era la migliore televisione del mondo e prodotti come questo ne erano la conferma. Un ricordo per il grande Fiorenzo Carpi, musicista troppo presto dimenticato, che ha contribuito non poco a questa meraviglia.
Su Pinocchio cadono quasi tutti e si fanno male, anche i più grandi, da Benigni a Nuti. E a meno che tu non ne faccia una parodia senza pretese, come Ceccherini, è davvero difficile restituirne la grande poesia. Comencini è l'unico che io ricordi a esserci riuscito pienamente; merito sicuramente anche di un grande cast, ma più in generale di una produzione di altissimo livello, al cui confronto le moderne fiction Rai impallidiscono. Fotografia suggestiva, musiche memorabili, attori in stato di grazia. Imperdibile.
Quanta tenerezza e nostalgia nel rivedere un pezzo di storia della tv e della letteratura italiana e della nostra infanzia! Il capolavoro di Comencini non invecchia mai; benché gli effetti speciali siano ormai ampiamente superati, quello che conta è la poesia che ammanta lo sceneggiato e la leggiadrìa degli attori, tutti assolutamente calzanti con i loro personaggi. Manfredi superlativo Geppetto e le musiche sublimi sono gemme preziose. Da vedere, rivedere e tramandare.
Il giudizio su questo splendido lavoro è inscindibile dalla grande nostalgia per l'infanzia che genera in chiunque sia cresciuto con il più famoso burattino del mondo. Uno degli sceneggiati più belli prodotti in Italia, in cui Comencini mette la sua grande passione; il resto lo fanno un cast meraviglioso, una colonna sonora immortale e la ben nota storia, sempre pronta ad emozionare. Il Pinocchio di Comencini è pieno di malinconia e amarezza, in cui è bello abbandonarsi. Peccato per qualche lungaggine di troppo. Probabilmente la versione migliore della favola. Indimenticabile.
Può far storcere il naso il fatto che Pinocchio passi spesso da burattino a bambino durante la visione di tutte le puntate, ma è comunque un'ottima trasposizione televisiva della fiaba di Collodi. Le location della Tuscia ricreano una notevole ambientazione fiabesca italiana, senza concessioni all'immaginario nordico, compresa la casa della fata. Gli attori, che non hanno bisogno di presentazioni, sono ben calati nella parte (soprattutto Franco e Ciccio come Gatto e Volpe, Manfredi Geppetto e Lollobrigida Fata Turchina).
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Fabiodm102 ebbe a dire: Credo che la rai lo abbia trasmesso in sei puntate, mentre invece la sampaolo lo ha distribuito in dvd diviso in cinque!
Comunque so per certo che i finali di ogni puntata in tv risultano diversi da quelli del dvd.
Rettifico; il dvd della sanpaolo ha 6 puntate, mentre la rai lo ha diviso in 5... e credo che la rai lo abbia trasmesso anche con qualche taglio... debbo controllare!
DiscussioneZender • 17/01/12 19:58 Capo scrivano - 48353 interventi
Son curioso a questo punto. Molto strano... Direi che fa fede la trasmissione rai del tempo però.
Come ti ho detto tempo fa ricordo che gli episodi Rai avevano dei finali diversi, mi spiego: il primo episodio della Rai ricordo che finisce quando Geppetto, arrestato dai carabinieri, ha un colloquio con il maresciallo (Orazio Orlando), mentre l'episodio della Sampaolo finisce circa sette minuti prima, e cioè quando pinocchio chiedendo un pezzo di pane ad una casa riceve una secchiata d'acqua. Inoltre gli episodi Rai hanno all'inizio un riassunto delle puntate precedenti, mancante invece nei dvd Sampaolo. Comunque per tagliare la testa al toro mi dovrebbero arrivare dei dvd registrati in tv così potrò fare il confronto.
Lo sceneggiato è stato pensato e girato per 6 puntate di 50 minuti. Su richiesta RAI fu ridotto a 5 puntate eliminando alcune scene (la scoperta della luce elettrica nel teatro dei burattini ad esempio).
I cofanetti italiani (sanpaolofilm 2 dvd) e le edizioni straniere in lingua tedesca (3 dvd), e olandese (2 dvd) contengono la versione integrale dei sei episodi.
* Il pupazzo utilizzato per questa fiction è sì di Carlo Rambaldi, ma gli fu sottratto con l'inganno. Quando se ne accorse, l'artista intentò una causa - che vinse - contro la produzione della fiction.
Nota personale. Tra l'altro, in un'intervista rilasciata al programma "Grande cinema" del canale 7Gold, Rambaldi spiega il perché venga utilizzato l'espediente narrativo di alternare il burattino al bambino: i tecnici non erano in grado di far muovere il pupazzo (che era comunque una specie di prototipo) e certo non potevano chiedere aiuto a lui.
DiscussioneZender • 23/11/12 12:32 Capo scrivano - 48353 interventi
Sì, caso raro ma si decise così al tempo vista l'importanza, i commenti già postati e molto altro. Se vuioi che si sposti in curiosità però non mi uoi aggiungere una frase che nulla c'entra con la curiosità. Se no io devo cancellarla e di conseguenza non posso rispondere :)