Commedia a episodi mascherati strutturata in maniera per una volta intelligente. Si segue in pratica il cammino di una cambiale da 100.000 lire dal momento della sua emissione (da parte dell'industriale Aroldo Tieri per pagare Totò e Macario, da lui investiti con danni fisici “ingigantiti” ad hoc). Totò, col suo cugino in affari Peppino De Filippo (specializzati in false testimonianze) la rifileranno al padrone di casa Luigi Pavese che a sua volta la userà per pagare un cane di razza nel negozio per animali dove Gassman fa il “coiffeur pour chien”. Questi la darà alla bella avventuriera Sylva Koscina che con quella si comprerà una pelliccia di tapiro nella boutique dove lavorano Tognazzi...Leggi tutto e Vianello. Tutti accettano malvolentieri la cambiale ma alla fine si adeguano. Finché l'industriale Tieri verrà arrestato ed essa finirà in protesto avviando le rivalse di ognuno nei confronti di chi gliel'aveva rifilata. Il giro alla rovescia ci fa rincontrare tutti i personaggi fino a tornare a Totò e Peppino che, testimoni pro e contro nel medesimo processo, chiuderanno il cerchio con una performance strepitosa confermandosi, nella galleria di tanti volti noti, nettamente i migliori. Gassman che si finge principe russo per sedurre la Koscina è stucchevole (molto più simpatico quando si adatta a fare il tosacani) mentre la coppia affiatata Tognazzi/Vianello è un buon atout del film (tranne quando il primo si produce in un incontro di pugilato esibendo numeri comici stravisti e per nulla divertenti). Complessivamente, in pratica, i tre episodi vivono attaccati e congiunti da attori che si prestano a fare da trait d'union (Pavese prima, la Koscina poi). Ciò non toglie che la trovata della cambiale “in viaggio” sia originale e divertente (nonché una bella testimonianza dei tempi che furono). Totò e Peppino grandissimi anche in apertura. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
In pieno boom economico una cambiale viaggia, a ritmo sostenuto, da una mano all'altra. In un circolo vizioso finirà per tornare al punto di partenza. Già fa ridere il nome del personaggio interpretato da Totò (Dante Posalaquaglia!), senza contare che il cast può vantare presenze di lusso (Gassman, Tognazzi, Vianello, Sylva Koscina), ottimamente valorizzate dalla convincente sceneggiatura e dalla regia dell'esperto Camillo Mastrocinque.
MEMORABILE: il litigio tra i due cugini (Totò e Peppino) ed un infuriato padrone di casa...
Bel film a episodi, genere che solitamente non amo molto. Il cast è di gran livello, ma il film sarebbe da annoverare come una discreta commedia e nulla più se non fosse per l'episodio di Totò e Peppino, alias i cugini Posalaquaglia. Le loro due scene con il padrone di casa e soprattutto la deposizione davanti al giudice come testimoni (doppiamente falsi, peraltro) sono di una comicità tale da far diventare il film uno degli imperdibili in senso assoluto. C'è anche Toni Ucci, in una particina.
MEMORABILE: Totò che canta a squarciagola "il 24 Maggio" vale il film da solo.
Commedia sul boom economico italiano, focalizzata su una delle sue artefici: la cambiale, che passa di mano in mano in una serie di vivaci episodi, seppur non sempre riusciti. Il deficit è comunque colmato dal cast stellare, con in prima fila i cugini truffaldini Totò e De Filippo, veramente impagabili quando si trovano al cospetto del giudice spacciandosi per una coppia di testimoni oculari. La Koscina concede un mini strip.
Siamo ad un anno dal 1960 (che darà il via ai favolosi anni '60) e già la cambiale, il famigerato "pagherò", è all'apice del suo uso e del suo successo. In questa spassosa commedia si vede come il pezzo di carta bollata lega tra di loro personaggi i più diversi, tutti spettacolarmente interpretati da un cast che riunisce gli attori più amati e bravi del momento, capeggiati da un Totò per il quale non ci sono aggettivi sufficienti. Il film è ben strutturato e ben diretto, nella sua veste comica mostra però uno spaccato piuttosto veritiero di vita.
MEMORABILE: La testimonianza di Totò e Peppino è da antologia e da tesi universitarie.
Film praticamente ad episodi collegati fra loro da una cambiale che passa di mano in mano. L'episodio migliore è ovviamente quello che apre e chiude il film, con Totò e Peppino falsi testimoni, davvero irresistibili nella scena del processo. Gassman risulta un po' troppo sopra la righe ma in qualche momento diverte anche lui, Tognazzi e Vianello (penalizzati dalla storia peggiore) riescono a far divertire grazie al loro affiatamento (simpatica la scena dell'incontro di boxe). Lo considero notevole comunque per il già citato duetto Totò-Peppino.
MEMORABILE: "Mi dica il 24 maggio" e Totò inizia a cantare...
Il pellegrinaggio di una cambiale che nell'Italia maestra nell'arte di arrangiarsi passa di mano in mano e torna poi incredibilmente al punto di partenza. Una bella idea per il soggetto in parte sprecata in un film troppo legato alle gag estemporanee e privo di una sceneggiatura organica e strutturata. Si ride comunque grazie alle ottime performances del cast.
Fosse stato tutto all’altezza della prima mezzora sarebbe stato indimenticabile. Invece, spariti Totò-De Filippo-Pavese (uno più bravo dell’altro), il film tiene un po’ con la prima parte di Gassman, ma poi cala (e non poco) fino al finale. Ovviamente la fanciulla disponibile a tutti è francese, non italiana… Alla fin dei conti risulta grazioso e nulla più. **
E’incredibile come l’arida normativa commerciale della cambiale rispettata in tutte le sue clausole possa diventare la sceneggiatura di un film assolutamente fuori dai gangheri per di più ad andamento chiasmico. Eppure è quello che succede in questo scatenato e un po' sgangherato film comico di Mastrocinque che include il fior fiore dell'arte recitativa italiana di 50 anni fa. Tra traenti, trattari e prenditori che si passano il testimone rappresentato dalla cambiale è il festival della performance burlesca, la sagra del lazzo e della battuta.
Mastrocinque era una garanzia per un certo tipo di commedia e questo film lo dimostra una volta di più. In un tourbillon di personaggi, rappresentati dal meglio della comicità italiana di quel tempo, gira una sceneggiatura perfetta che ha come oggetto principale, appunto, una cambiale che passa di mano in mano. Se si esclude l'episodio di Gassman, l'unico un po' sottotono anche se con un finale arguto ed inaspettato, il resto è da antologia della comicità. Travolgente il finale con la parte della deposizione dei falsi testimoni Totò e Peppino.
Spassosa commedia sull'uso che ebbe la cambiale ai tempi del boom, tema trattato con tanta ironia. Il film, strutturato a episodi, ha parecchi momenti divertenti, in modo particolare con le coppie Totò e Peppino e Tognazzi-Vianello che rappresentano senza dubbio i comparti più esilaranti. Indubbiamente l'unico momento piuttosto deludente è quello con protagonista Gassmann, anche se non è malaccio, alla fine. Bellissima Sylva Koscina e ottimo cast secondario, tra cui spiccano Pavese e la Zoppelli. Da antologia il finale.
MEMORABILE: La testimonianza di Totò e Peppino: scena mitica!
Nonostante l'arruolamento di un nutrito cast di stelle italiana dell'epoca, ne esce fuori una commedia un po' bolsa e a tratti noiosa con protagonista questa cambiale che gira di mano in mano. Con questo pretesto nascono una serie di episodi tutti uniti fra loro ma di scarso appeal. Bene Totò, ma appare poco. Il resto del cast si arrabatta come può.
La cambiale, protagonista del primo atto del "boom" economico italiano, fa un lungo giro e ci lascia godere una sfilza di episodi con grandi attori del film comico dell'epoca. L'unico difetto è la disomogeneità, dovuta alla diversità dei comici impegnati. La parte che preferisco è quella con Gassman e la Koscina (forse la più "moderna"), ma ma anche le altre non sono niente male. Un lavoro ben organizzato, un film che si può rivedere per sorridere e ricordare come ci divertivamo.
MEMORABILE: Gassman (il "coiffeur de chien") in trasferta al night club con la Koscina, che viene riconosciuto dal cane di una cliente del negozio.
Se non fosse per l'episodio con Totò e Peppino direi che è un film davvero debole, nonostante l'ottimo cast. Incominciamo col dire che l'episodio con Totò, Peppino, Pavese e Tieri è condito di una comicità fantastica, ricca di improvvisazioni; gli altri episodi con Gassman, Tognazzi e Vianello cercano in qualche modo di strappare le risate allo spettatore ma senza riuscirci (tra l'altro sembrano tirati troppo per le lunghe, giusto per portare il film ai suoi 100 minuti). 3 pallini meritati ma solo per l'episodio con Totò e Peppino.
MEMORABILE: La ditta "Posalaquaglia & Posalaquaglia" di Totò e Peppino.
Discreta commedia a episodi tenuti assieme dal pretesto di una cambiale che passa con estrema disinvoltura da una mano all’altra. La regia di Mastrocinque è buona, anche se la sceneggiatura non sempre desta interesse e la sostanza in fondo non è poi molta. Brillano Totò e Peppino che hanno chiaramente qualcosa più degli altri dimostrando con le loro abilità di improvvisazione di saper valorizzare un canovaccio alquanto striminzito. Il resto non demerita, ma non regge il confronto e la durata eccessiva non li aiuta di certo a reggere il passo.
MEMORABILE: La falsa testimonianza di Totò e Peppino.
Mediocrissima e sfiatata serie di gag al servizio di un'idea scontata (le centomila lire che girano in tondo). Tognazzi e Vianello al minimo, Gassman assolutamente sottotono; l'unica eccezione è la coppia Totò-De Filippo, capace di estrarre sangue (probabilmente improvvisando la maggior parte delle battute) da una sceneggiatura di rape.
Strumento simbolo e croce e delizia dell’economia italiana del dopoguerra, la cambiale è qui oggetto di un grottesco girotondo, passando di mano in mano nelle situazioni più astruse e paradossali. Commedia graffiante nella concezione e in alcune stilettate disseminate nei diversi episodi dell’odissea (in particolare sui faccendieri allegri), anche se i racconti rischiano di essere farraginosi nonostante le performance dei mattatori della comicità (i migliori sono Totò e Peppino). Tutto sommato piacevole e divertente.
Nel migliore dei casi, utile strumento finanziario, nel peggiore pezzo di carta che dava l'illusione dei soldi veri anche quando non c'era una lira, la cambiare è il fil-rouge di questo film ad episodi nel complesso di valore modesto, nonostante la regia dell'esperto Mastrocinque, il team di ben sette sceneggiatori ed il cast fenomenale. Fa eccezione l'episodio con Totò e Peppino nei panni dei cugini Posalaquaglia che, in occasione di un processo, si prestano a fare da fare da testimoni per entrambe le parti in causa: una manciata di minuti esilaranti che da soli giustificano la visione.
Cast allargato rispetto al solito per Mastrocinque che affianca a Totò e Peppino alcuni fra i migliori attori del cinema italiano del Dopoguerra. La storia, ricca di potenziali ottimi spunti, avrebbe meritato una sceneggiatura più corposa e alla fine ne esce meglio chi, temprato dal purgatorio dell'avanspettaolo, è più a proprio agio nel recitare a braccio. Regia un po' troppo frettolosa con alcuni dettagli non abbastanza curati, ma il film è comunque in grado di strappare numerose risate anche dopo sessant'anni. Inevitabile!
MEMORABILE: "Posalaquaglia & Posalaquaglia - consulenza testimoniale"; La lotta di Tognazzi; Il cappotto di tapiro.
Dai passaggi di mano di una cambiale traggono vita alcuni episodi che fanno ridere (e al tempo stesso riflettere) su quelle piccole disonestà e millanterie da cui quasi nessuno è immune. Il lavoro di Mastrocinque, più omogeneo rispetto a molti altri film a episodi, mantiene ampiamente le promesse dei titoli di testa (animati da Zac) grazie a un incredibile parterre di attori e attrici al loro meglio (anche nelle seconde linee), con le eccellenze - da antologia - di Totò e Peppino, l’ottimo affiatamento di Vianello e Tognazzi e un Gassman che emerge alla distanza.
MEMORABILE: L’intero episodio di Totò e Peppino; I duetti Gassman-Ferrari e Vianello-Tognazzi; Il tapiro e la schiena della Koscina; La bisbetica Zoppelli.
I danni di una cambiale quando passa di mano in mano (fino a...) in versione comica. Discreta commedia che deve però fare i conti con i segni dell'età (l'incontro di lotta è eccessivamente clownesco). Comunque, Totò e Peppino sono una garanzia, Tognazzi e Vianello sono simpatici e affiatati, di Gassman basta quasi la presenza; e alcuni scambi verbali sono piacevoli e ben studiati. Nel complesso quindi non è male, grazie naturalmente ai protagonisti.
MEMORABILE: La faccia da scimmione di Tognazzi quando le toglie la pelliccia di tapiro e si accorge che è nuda; Il ritorno dal match.
Davvero geniale l'idea di sviluppare il filo conduttore, che a metà del film gira la boa fino a ritornare al punto di partenza, evitando i tempi morti di alcune commedie con episodi intrecciati, producendo scene e siparietti davvero godibili, alcuni da vera antologia del cinema comico. In splendida forma tutto il cast, ma una menzione particolare per una ''seconda linea'': Eduardo Passarelli nel ruolo del pretore, la cui pazienza è messa davvero a prova estrema di fronte alle trovate di Totò rendendo la scena ancora più divertente.
MEMORABILE: I ''rotti''; Il non luogo a procedere; Il ''bastardone''; La fila per pagare le tasse; La ''catena di S. Antonio''; Il marzapane; La testimonianza.
Una cambiale da 100 mila lire passa di mano in mano tra gente in bolletta. Apertura e chiusura con Totò/Peppino che dimostrano grande affiatamento in un soggetto scarno. Gassman fa qualcosa usando la mimica e gli viene affiancata la Koscina che come femme fatale non sembra una scelta azzeccata. Al duo Tognazzi/Vianello tocca il momento più basso, tra gli scopiazzamenti chapliniani della lotta e gli imbrogli alla moglie a dir poco risibili. Il ritmo comunque si mantiene costante nei passaggi tra i vari protagonisti.
MEMORABILE: Gassman nei balli russi; La doppia falsa testimonianza; Tognazzi sul ring; La Koscina con addosso solo la pelliccia.
Vada l'udienza finale, ma il resto suona più come un mix di solisti che come un vero affresco dell'italia del boom e delle sue "sudate" cambiali. Si sorride spesso, ma non si ride mai, neanche quando Totò e Peppino sfornano tutto il meglio del loro repertorio (a distanza i trucchi slapstik e i malintesi verbali stancano) o quando Gasmann s'improvvisa principe per un flirt. Tognazzi anonimo non lotta neanche sul ring. Stereotipi a iosa per i personaggi femminili.
La cambiale che fornisce il titolo è lo spunto per un film a episodi concatenati tra loro in modo mai banale e molto divertente. Su tutti gli altri Gassman parrucchiere per cani e Sylva Koscina bellissima approfittatrice, ma è un film che dice moilto sul cambiamento di costumi dovuto al boom economico dell'Italia anni Sessanta. Macario si adatta ormai come spalla di Totò
Rondò cinematografico che sortisce da una bella intuizione di soggetto e, pur se certo a Mastrocinque e ai tanti che ci metton mano in fase di scrittura non si poteva chiedere di farne l'antesignano de La grande scommessa, mantiene un discreto grado di divertimento non disgiunto da talune riflessioni presto buttate in pochade sulla "tratta"... Va da sé che i migliori siano Totò e Peppino (arrivato in soccorso del Principe alle prese coi suoi ricorrenti problemi oculistici) col bell'incipit e lo strepitoso finale farsesco. Gassman prova a mattatoreggiare, Sylva è un gran bel pagherò.
MEMORABILE: I cugini Posalaquaglia.
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Breve apparizione (nei panni di un impresario) per Toni Ucci: attore famoso per essersi specializzato nell'imitazione di Alberto Sordi e presente, in una parte simile, anche mel film di Monicelli (Risate di Gioia, 1960).
Ancora nel 1994, Toni Ucci rivestirà lo stesso ruolo per Carlo Vanzina, nella commedia I Mitici.
Due battute dal film Totò e Peppino, dal finanziere per un rimborso fanno riferimento ad un "investimento", ottenendo tutta l'accoglienza dal bancarottiere: "Si vogliono accomodare?"
"Ci macherebbe altro", replica Posalaquaglia (Totò). Scoperto l'equivoco, Totò alza la voce: "Il mio cliente è stato ferito al piede e i nervi affluiscono alla culotta cranica"
In questo film è stata tagliata la scena con Gassman e Giorgia Moll Sull'Appia Antica perché si appartavano. Sylva Koscina si mostra nuda sotto la pelliccia a Tognazzi ma nel film si può solo intuire e immaginiamo che corpo visto che in altri film viene messa bene in evidenza la bellezza del fisico della Koscina.
DiscussioneAlex75 • 11/06/20 16:52 Call center Davinotti - 709 interventi
L'episodio con Totò e Peppino (quest'ultimo inizialmente non era previsto) fu il più travagliato, dato che il Principe dovette sospendere la sua partecipazione alle riprese a tempo indeterminato per i suoi noti problemi agli occhi, cosicché il film fu montato e presentato alla Commissione di Censura nel giugno 1959 riducendo al minimo le scene con Totò. Visto l'impatto negativo di tale soluzione, la produzione premette per il ritorno di Totò, che lavorò per una settimana con il consenso dei medici. Mastrocinque girò quindi nuove scene scritturando anche Peppino De Filippo e nel novembre il film venne rimontato e ripresentato.
DiscussioneZender • 11/06/20 17:24 Capo scrivano - 47181 interventi