La truffa del secolo - Film (2017)

La truffa del secolo
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Meno centrale di quanto appaia dal'anonimo titolo italiano, la scappatoia utilizzata per raggirare lo Stato e la carbon tax (quest'ultima utilizzata per incentivare le aziende meno inquinanti) funge comunque da punto di partenza per Antoine Roca (Magimel), un capitano d'industria in seria difficoltà nel rimanere a galla. La sua azienda di trasporti, ereditata dal padre, naviga in cattive acque e il fallimento è all'orizzonte. Il suocero (Depardieu) gli dà apertamente dell'incapace davanti a sua moglie (Brana), che non fa nulla per difenderlo nonostante da trent'anni viva di fatto alle sue spalle. Inferocito dall'atteggiamento di entrambi, e di fatto legato...Leggi tutto solo ai due figli, Antoine pianta tutti in asso e insieme a due amici decide di sfruttare le agevolazioni dello Stato per organizzare una complessa truffa che prevede l'acquisto di decine di società fittizie, l'evasione dell'IVA e macchinazioni che chi è estraneo a quel mondo (ovvero la gran parte degli spettatori) ha inevitabili difficoltà a comprendere fino in fondo.

Poco male, come detto è solo un pretesto per imbastire il consueto noir senza speranza (il film si apre con Antoine raggiunto da ripetuti colpi di pistola che crolla a terra e ripercorre la vicenda in un unico, lungo flashback, un po' come in VIALE DEL TRAMONTO) di cui Olivier Marchal è maestro. La qualità della messa in scena, delle riprese, la magnificenza della fotografia sono tutti punti di forza imprescindibili, nei lavori del regista, che anche qui sostengono il lavoro conferendogli un'aura di professionalità indubbia. E così, se anche la storia non ha nulla di nuovo e i personaggi sono quelli di sempre, CARBONE (molto meno scontato del nostro, il titolo originale) si segue accompagnandoci nel suo pozzo di disperazione.

Per dare il via all'affare, Antoine e i suoi due soci (due fratelli, consigliati da una madre che a sua volta diventa loro diretta complice) hanno bisogno di un paio di milioni di euro, che chiederanno all'immancabile boss (qui arabo) con la promessa di restituirgliene il doppio entro tre mesi. Ce la faranno? La fase in cui la confusa truffa comincia ad attuarsi è la peggiore, mentre molto più interessanti sono quelle che vedono protagonisti il solito strepitoso Depardieu nel ruolo dello spregevole, spietato suocero, e quelle in cui maggiormente si coglie la matrice noir del film, gestita al meglio da Marchal. Si alternano le immancabili ampie dosi di violenza (ma nessuno spreco di sangue) alle azioni più consapevoli di un protagonista mai sopra le righe, che sembra sempre poter gestire la situazione e, piantata in asso la moglie, comincia a frequentare una modella (Smet) con la quale svilupperà un rapporto più solido del pensabile.

Inconvenienti e imprevisti sono all'ordine del giorno, ed essersi messi nelle mani dell'usuraio arabo non aiuterà i nostri eroi, che nel frattempo hanno pure aperto un'agenzia di broker chiamandola Montana Trading (in onore al Pacino di SCARFACE). Nulla di memorabile, è chiaramente un film che lascia poco o niente al termine della visione ma che per l'intera durata intrattiene mantenendo quel che promette, con un Magimel ideale nel ruolo del fallito che cerca il proprio riscatto accettando di flirtare con il crimine. Piacevole, nel suo complesso.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/10/18 DAL BENEMERITO COYOTE POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/10/23
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Coyote 30/10/18 15:18 - 185 commenti

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Una storia vera sullo sfondo (la truffa che sfruttava una falla nel sistema di distribuzione delle “quote carbone”), un dramma familiare, una scalata criminale alla Scarface e altro ancora. Forse troppi ingredienti per Marchal, che questa volta non racconta la storia di un poliziotto o di un malavitoso, ma di un imprenditore che passa al lato oscuro del mondo degli affari per cercare di salvare l’azienda di famiglia. Il finale anticipato non aiuta a mantenere viva la suspense e il film scorre in modo un po’ meccanico, senza particolari guizzi.
MEMORABILE: Le ripetute violenze sulla nuova compagna del protagonista.

Hackett 5/02/19 18:38 - 1865 commenti

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Olivier Marchal si conferma un regista attentissimo alla messa in scena, con il senso del ritmo e dell'epicità che una storia (o il modo di raccontarla) può avere. Questa volta il suo tema prediletto, l'ambito corrotto di una stazione di polizia, lascia il campo all'imprenditoria poco etica e truffaldina che si mescola alla malavita. Racconto teso ma forse leggermente più patinato dei suoi due capolavori (36 Quai des Orfèvres e L'ultima missione), questo ennesimo tassello sulla Francia criminale non può comunque deludere la maggioranza del pubblico.

Didda23 22/04/19 18:30 - 2424 commenti

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Tralasciando il pessimo titolo italico, si rimane ammirati dal notevole gusto generale per l'immagine con una fotografia dai toni pumblei che ben si confà all'animo negativo di ogni personaggio della vicenda. Uno Scarface in salsa francese che manca di epicità ma che compensa con una sceneggiatura dalle poche pause che tira dritto senza lasciare un attimo di respiro. Peccato per personaggi di contorno cartavelinici e per il poco spazio lasciato a Depardieu. Di gran valore la colonna sonora minimal, che pesca un paio di pezzi rap dal grande impatto.
MEMORABILE: "Solo tre cose danno valore a un uomo: l’autorevolezza, la ricchezza e la sfortuna. Io sono stato sfortunato e fortunato da conoscerle tutte e tre".

Nicola81 13/10/19 22:51 - 2831 commenti

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La prima parte, in cui si delinea la truffa architettata ai danni dello stato, non è sempre coinvolgente a causa di qualche inevitabile tecnicismo finanziario, poi però Marchal inizia a muoversi nel suo ambito, tra criminalità organizzata, regolamenti di conti e poliziotti non sempre cristallini. Anche il finale, pur essendo annunciato, riserva una sorpresa. Bravo Magimel, discreto il cast di contorno anche se Depardieu ha meno spazio del previsto. Nel complesso un buon noir, anche se leggermente inferiore ai precedenti lavori del regista.

Kinodrop 10/02/20 20:02 - 2909 commenti

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Marchal si focalizza su una truffa finanziaria sul sistema a scatole cinesi di società fantasma, messa insieme da un uomo d'affari che progressivamente lascia da parte ogni scrupolo. Purtroppo, in un noir, quando già il prologo coincide con la fine, l'interesse non decolla e tutto il marcio che si propaga (tra corrotti e corruttibili) rimane relegato nel già visto e nel prevedibile. Una galleria di personaggi ultra-standardizzati per uno svolgimento ovvio e senza originalità in una confezione troppo patinata. Titolo italiano fuorviante.

Daniela 5/03/20 23:26 - 12606 commenti

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Piccolo imprenditore deve fronteggiare sia il suocero protervo che difficoltà economiche tali da spingerlo a dichiarare il fallimento. Al primo non c'è rimedio, ma per far soldi si può approfittare delle falle della legislazione europea in materia di quote di CO2... Titolo italiano esagerato per un film di ordinaria cronaca criminale ispirato alla cronaca e condotto con un certo stile ma che poco aggiunge alla filmografia del genere e anche a quella del regista. Magimel offre una buona prova ma Depardieu gli ruba la scena nelle poche scene in cui appare, risultando mirabilmente odioso.

Galbo 26/07/20 06:51 - 12372 commenti

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Fedele alla “linea narrativa” del suo cinema, Olivier Marchal dirige un noir “grondante” cupezza è pessimismo nella caratterizzazione dei personaggi e degli eventi che li riguardano. Da un lato una trama non originale e non pochi luoghi comuni nella descrizione dei caratteri, dall’altro una non comune capacità di descrivere la dissoluzione morale ed umana del protagonista e del suo ambiente. Ottima la prova di Magimel, non fondamentale la presenza di Depardieu.  

Tarabas 9/11/20 16:51 - 1878 commenti

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Per far fronte al rischio di fallimento, Antoine Roca è pronto a tutto, anche a mettersi in affari con la mala per investire capitali nel mercato (allora ben poco regolato) delle quote di emissione di CO2, truffando il fisco. Buon film dell'esperto Marchal, che mixa abilmente toni e momenti diversi per inquadrare l'incontro/collisione tra più mondi, destinato a produrre violenza e morte. Buono il cast, come sempre tesa la sceneggiatura, ritmata da una bella colonna sonora hip-hop. Pur con qualche concessione ai cliché, il regista si conferma il capofila del polar contemporaneo.

Cotola 12/11/21 00:01 - 8998 commenti

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Marchal conferma le sue doti anche in un film che all'inizio lo porta lontano dai territori noir - si parla di una truffa finanziaria - per poi immergersi sempre più in essi col passare dei minuti. La sceneggiatura, pur prevedibile, regge proprio grazie all'abile commistione di questi due elementi. Il plot quindi non regala particolari sorprese, ma sa avvincere fino alla fine, grazie ad un buon ritmo che sa crescere col procedere della storia. La fine è nota sin dall'inizio e non sorprende nemmeno chi sia a tirare il grilletto. Nel cast, Depardieu ruba la scena a tutti. 

Caesars 17/01/23 11:34 - 3773 commenti

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Discreto noir che trae origine dalle cronache dell'epoca: una truffa milionaria, nata dalle falle legislative in merito alle emissioni di CO2 da parte delle industrie. L'inizio mostra subito la conclusione (abbastanza scontata) della vicenda, per cui tutto il film si svolge in un unico flashback. Buona l'interpretazione di Magimel, mentre la "pesante" presenza di Depardieu non incide più di tanto. In alcune fasi ricorda da vicino Scarface (non a caso citato esplicitamente da un manifesto appeso nell'ufficio di una delle società dei truffatori), pur non possedendone la forza visiva.

Olivier Marchal HA DIRETTO ANCHE...

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Puppigallo 9/10/23 12:51 - 5250 commenti

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Pellicola che parte bene e procede discretamente (il più pulito ha la rogna), suscitando un certo interesse per la truffa e le vicissitudini del protagonista, stretto tra un suocero che lo disprezza e un gangster di quelli che, una volta accalappiato, ti spremono fino all'ultimo euro e solo con le cattive. Poi però, quando si tratta di concludere, di arrivare all'epilogo, sembra tutto troppo sbrigativo. Nel complesso non è male, grazie a personaggi piuttosto convincenti e alla giusta durata, ma resta una di quelle pellicole non destinate a rimanere a lungo nella memoria.
MEMORABILE: Umiliato a tavola dal suocero; Il diritto a inquinare; "Compratevi qualche neurone"; In negativo: i brani musicali, quasi fastidiosi quando entrano.
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