Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/08/08 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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Ianrufus 18/08/08 20:23 - 139 commenti

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Invito i più giovani a recuperare questa splendida prova di Nino Manfredi su DVD (è un Medusa, uscito già da qualche anno) perché è la testimonianza di come ancora 30 anni fa era possibile in Italia fare pellicole belle e di grande successo (fu campione d'incasso in tempi di Guerre Stellari di Lucas). Magni e Manfredi disegnano atmosfere già bazzicate in un bel episodio di Signore e signori, buonanotte oltre che nel mitico Nell'anno del signore, altro campione d'incassi nel 1969!
MEMORABILE: Manfredi si reca nelle carceri vaticane per scoprire chi è suo figlio fra i tre ribelli arrestati; Salvo Randone, qui viscido e tetro.

Pigro 20/08/08 09:46 - 9635 commenti

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Cardinale cerca di aiutare giovani attentatori, tra cui un suo figlio, mentre Garibaldi è alle porte di Roma. Si può vedere questo film in 3 modi. Quello storico pone discretamente in rilievo le dinamiche interne allo Stato Pontificio durante il suo declino. Quello psicologico accenna ai tormenti interiori di un uomo attraversato da imperativi morali contrastanti. C’è poi un modo attuale: nel ’77, anno caldo del terrorismo, un film così ambiguo sul valore degli stragisti è perlomeno spiazzante. Bravi Manfredi e Scarpitta; magistrale Randone.

Cotola 14/04/09 23:10 - 9009 commenti

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Film un po' sopravvalutato che all'epoca ebbe uno straordinario successo di pubblico grazie alla professionalità della regia di Magni, che sa come avvincere lo spettatore nonostante una sceneggiatura abbastanza risaputa. Ottima l'interpretazione di Nino Manfredi.

Rambo90 12/02/17 23:10 - 7676 commenti

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Film di pregevolissima ricostruzione storica, che sa trattare un tema che potrebbe risultare pesante in modo coinvolgente e svelto. Magni non rinuncia anche all'ironia grazie a una sceneggiatura calibrata e che descrive bene i costumi storici di una chiesa potente prima dell'unità d'Italia. Ottimo Manfredi, capace di momenti riflessivi ma anche comici, affiancato da un bel cast in cui si fanno notare Randone e l'ottima spalla Carlo Bagno. Musiche adeguate, finale da ricordare.

Homesick 11/05/10 17:42 - 5737 commenti

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L’ultima condanna capitale sentenziata dal morituro Stato Pontificio nel 1867 si aggancia al clima del terrorismo politico nell’Italia di più di un secolo dopo in un’opera che alterna o sovrappone serio e faceto, finezza e ruvidezza, intimismo e protesta anticlericale. Manfredi giganteggia, dando vita ad irresistibili duetti con il “Perpetuo” Bagno e a riflessioni critiche con il gesuita Randone. Alla rievocazione della Roma ottocentesca contribuiscono l’umbratile fotografia di Desideri e “La bandiera tricolore” di Dall’Ongaro-Cordigliani, riproposta nella colonna sonora di Trovajoli.

B. Legnani 21/01/12 02:13 - 5523 commenti

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Discreto, superiore allo sfilacciato Nell'anno del Signore, per quanto anche questo film manchi di compattezza, inconveniente bilanciato da non poche notevoli qualità. Il film tiene benissimo fino all'inizio del processo, vale a dire fino a che prevalgono i toni della commedia. Poi l'affondo antigesuitico è violentissimo e non troppo convincente, nonostante ci regali uno straordinario Randone. Le cose migliori sono i duetti Manfredi-Bagno. Il protagonista sa far accettare un personaggio "impossibile". Manfredi nel 1867 parla già di Porta Pia (erroraccio!)

Galbo 23/01/12 16:09 - 12380 commenti

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Probabilmente il film più riuscito di Luigi Magni, racconta una storia che investe la curia della Roma papalina durante i moti risorgimentali. Il film si avvale di un'ottima ricostruzione ambientale, realizzata anche grazie all'ausilio del linguaggio popolare verace, ma nello stesso tempo non ostico. Ottima inoltre la prova degli interpreti, tra i quali spiccano Nino Manfredi e il grande Salvo Randone. Da vedere.

Markus 26/06/12 14:05 - 3682 commenti

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La "solita" Roma ottocentesca ricostruita in mille film dal monocorde regista Luigi Magni (che tuttavia si è contraddistinto per seguitare a barcamenarsi in un genere a lui evidentemente congeniale). Più che il film in sé, dunque, la visione è consigliata per godersi un mai troppo ricordato Nino Manfredi qui al culmine del suo successo e compiaciuto di una maturità artistica conclamata (che di lì a poco scemerà per eccesso di ego). Ottimi gli incassi al botteghino.

Nando 18/07/12 02:39 - 3810 commenti

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Vicende della Roma pontificia all'alba della breccia di Porta Pia, narrate con il solito modus genuino e gradevole da Magni. L'ultima condanna a morte, la targa commemorativa è a Piazza del Popolo, nonostante i grandi tormenti che attanagliano la Curia. Manfredi regala buoni sprazzi recitativi ed è ben coadiuvato.

Motorship 7/01/13 17:07 - 585 commenti

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Non sarà un capolavoro, ma siamo lì, anche se i fatidici ***** sono lontani. Ad ogni modo questo film di Luigi Magni ha una notevolissima importanza storica, cioè quella dell'ultima pena capitale compiuta dallo Stato Pontificio prima che la presa della Breccia di Porta Pia ne decretasse la fine. Ma non è solo questo a rendere notevole il film quanto innanzitutto la prova del cast, in primis Manfredi e Randone (davvero magistrali!); ma anche la Scarpitta e Bagno non sono poi così distanti, così come le musiche di Trovajoli e la fotografia di Desideri.
MEMORABILE: Manfredi "C'era quel bel figliolo tanto bello, non poteva esse quello mi fijo? Eh no! Proprio er brigante prepotente doveva esse?"

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Didda23 26/03/18 16:42 - 2426 commenti

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Lo specialista di racconti storici Magni gira un film che registicamente pecca di qualche empasse narrativa non indifferente e tecnicamente è molto monocorde. Fortunatamente si fa interessante per i duelli dialettici di Manfredi prima con Bagno e poi con uno splendido Salvo Randone. Nonostante la pesantezza del tema, si gode per la perfomance di Manfredi e per i volti delle seconde linee (Camillo Milli e un giovanissimo Ron). Complessivamente ondivago in ermini qualitativi, ma con schegge di assoluta classe. Notevoli le musiche di Trovajoli.
MEMORABILE: Manfredi che detta la lettera da scrivere al Papa; L'interrogatorio condotto da Milli; Il rifiuto nel finale.

Schramm 28/03/16 16:14 - 3490 commenti

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Se la storia della Storia accattiva a macchia di leopardo, è in ricevuta grazia di un Manfredi magmatico e magnetico anche di spalle (ma non meno aristocratiche sono le prove di Bagno e Randone), agrodolce imbuto/prisma di tutto il film, che gitta in un cullante tepore. Al potere temporale dei papi si interpone il potere trascendentale di una recitazione che bracca anche lo spettatore più refrattario all’entourage storicistico, comunque lasciato sbocciare da Magni con quella sovrana delicatezza di tocco da sempre e per sempre consustanziale al suo operato.

Il Dandi 5/06/16 16:04 - 1917 commenti

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Dopo aver intercettato per primo lo zeitgeist Sessantotto-Moti carbonari in Nell'anno del Signore e aver fatto suicidare Angelotti come l'anarchico Pinelli ne La Tosca, Magni prosegue la sua lettura degli anni di Piombo sotto l'allegoria della Roma papalina aumentandone con decisione la verve drammatica. Lo script serve al meglio la recitazione disincantata e irridente di Manfredi, che riesce sempre ad apparire ironico pur senza stonare con un contesto prettamente tragico, al punto che non si potrebbe immaginare nessun altro nella parte.
MEMORABILE: I ribelli morono tutti a vent'anni... pure quando non morono.

Magi94 28/08/17 21:55 - 944 commenti

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Il capolavoro di Luigi Magni. Riprendendo il discorso lasciato in Nell'anno del Signore, ricostruisce la Roma papalina a partire dalla figura di uno stravagante monsignore (un perfetto Nino Manfredi) ormai stanco del potere temporale e della giustizia gesuita. Accettato il connubio tra precisione storica e personaggi improbabili (che si può definire un vero e proprio stile creato da Magni), tutto fila alla perfezione: i duetti tra Manfredi e il servo, la figura di Cesare Costa, il processo e il magnifico personaggio interpretato da Randone.
MEMORABILE: "No, a lei no!"

Daniela 1/12/17 16:16 - 12622 commenti

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1867 Stato pontificio. A seguito di un attentato tre patrioti vengono arrestati. Il piu giovane sfugge al patibolo grazie alla protezione del padre naturale, un prelato che occupa una posizione di prestigio. Ambientato nella Roma papalina cara al regista, un film liberamente ispirato a vicende storiche che si avvale di un Manfredi particolarmente ispirato nella sua tipica maschera di bonaria ironia ed è inoltre impreziosito da una azzeccata colonna sonora. Ne risulta un affresco magari superficiale e ruffiano ma piacevole: forse la migliore opera di Magni.

Myvincent 25/01/20 09:01 - 3726 commenti

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Otto anni dopo Nell'anno del Signore Magni riporta sulla scena la Roma dei Papi-re, anche qui raccontando di un processo contro tre giovani rivoluzionari che anticipa di qualche anno l'irruzione dei bersaglieri attraverso Porta Pia. La Chiesa coi suoi meandri interminabili di poteri occulti si scontra anche con se stessa, qui descritta in maniera mirabile e impreziosita da un Manfredi sulle cui spalle si regge praticamente tutto il valore dell'opera. Il lato emozionale la fa da padrone sulla cronaca storica.

Noodles 8/04/20 23:03 - 2204 commenti

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Ancora un film risorgimentale per il buon Luigi Magni, che però stavolta stecca. Non c'è infatti il grande cast di Nell'anno del Signore, non c'è l'intensità del racconto e soprattutto mancano tutti i personaggi interessanti di quel film, lasciando qui Nino Manfredi come unico vero mattatore, che però finisce spesso col ripetersi e diventare un personaggio poco interessante. Una specie di copia sbiadita del precedente. Non è sicuramente tutto da buttare via, ma può deludere.

Rocchiola 3/04/20 18:13 - 953 commenti

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A pochi giorni dalla fine del potere temporale un giudice ecclesiastico in crisi di coscienza cerca di salvare dalla condanna a morte il figlio illegittimo che non sapeva di avere. Secondo tassello della trilogia risorgimentale di Magni che firma qui la sua opera più poetica e incisiva. Come Nell’anno del signore un film molto divertente ma più critico e cupo, pervaso da un crescente senso di morte e sorretto da un Manfredi amaramente ironico. Grande prova di Bagno petulante perpetuo e Randone subdolo inquisitore. Belle scenografie notturne.
MEMORABILE: Il rifiuto finale della comunione a Randone; L’anziano giudice che dorme al processo; Serafino: “Vabè che non conto un casso, ma almeno buonasera”.

Pessoa 28/12/20 17:50 - 2476 commenti

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Fra i film di Magni sulla Roma preunitaria questo è probabilmente il più compatto e meglio strutturato, soprattutto grazie a una sceneggiatura scritta in punta di penna e una regia eccellente, attenta a tutti i particolari, anche quelli minimi. Manfredi pluripremiato (David, Nastro d'Argento) è al suo massimo e riceve il conforto di comprimari di lusso (un monumentale Randone, Scarpitta, Bagno, Milli) che ne esaltano le qualità attoriali. Confezione di lusso con il montaggio di Mastroianni praticamente perfetto. Una grande pagina del nostro cinema d'autore.
MEMORABILE: L'outing di Bagno; Il doppio rifiuto dell'ostia; I dialoghi-schermaglie fra Manfredi e Bagno; Il dialogo fra Manfredi e Randone nel finale.

Von Leppe 16/03/22 19:49 - 1258 commenti

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Magni torna a occuparsi di un processo fatto ad alcuni rivoluzionari durante il Regno Pontificio, a otto anni da Nell'anno del Signore, ma senza raggiungerne l'efficacia (tra l'altro il predecessore era girato proprio a Roma, nei luoghi effettivi dell'azione), anche se riuscito pure questo. Bravo Nino Manfredi nel ruolo del prete e che per l'occasione sfoggia un trucco quasi luciferino sul volto. Gli altri attori non sono tutti perfettamente adeguati nei loro personaggi ma spiccano altri volti eccellenti, come Salvo Randone nella parte di un gesuita infido.

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Paulaster 27/06/23 18:10 - 4389 commenti

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Giudice monsignore fa scagionare il suo presunto figlio dall’accusa di attentato. Magni si concentra sul potere capitale del Vaticano e sulla sua imminente fine. Sceneggiatura non complessa in quanto viene alleggerita nei dialoghi col Perpetuo e paragonando la ribellione giovanile col mondo moderno (degli anni Settanta). Manfredi sguazza nel ruolo anticlericale e gli viene data più importanza rispetto al suo personaggio. Di sostanza il confronto con Randone e la chiusa di condanna ai metodi religiosi.
MEMORABILE: Le botte per farlo scarcerare; La votazione alla pena di morte; La comunione al requiem.
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  • Discussione Motorship • 25/03/13 17:23
    Fotocopista - 269 interventi
    In realtà se ne parlava già da tempo. E ti pareva che Raifiction non perdesse anche quest'occasione? Dopo "La donna della domenica" ed altro ecco un altro "stupro" cinematografico di mamma Rai. Onestamente vedrò altro.
    Con tutto il rispetto per Proietti, ma il mitico Nino Manfredi non si eguaglia ne tantomeno si batte. La cosa più fastidiosa e che alla cosa partecipa anche il figlio...
    Oh my God....
  • Discussione Buiomega71 • 27/10/13 17:47
    Consigliere - 25934 interventi
    Sinceramente non ho mai amato il suo cinema.

    Unico film che ho tovato bizzarro e stato La Via Dei Babbuini, quasi una scheggia impazzita nella sua filmografia (film quasi sempre in costume o nella Roma papalina)
  • Discussione Gugly • 27/10/13 18:01
    Portaborse - 4710 interventi
    Ci ha lasciati un altro regista del ciclo d'oro del cinema italiano; è vero, quasi tutti i suoi film trattano di episodi della Roma papalina, o addirittura della Roma antica (Scipione detto anche l'Africano), ma Magni ha avuto il pregio di voler raccontare quasi sempre episodi poco conosciuti al grande pubblico, come ad esempio le responsabilità della Chiesa nella repressione dei moti risorgimentali.
  • Discussione Zender • 27/10/13 18:56
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Beh, il suo segno sul nostro cinema l'ha lasciato. Ha quasi inventato un genere, e non è certo poco.
  • Discussione John trent • 27/10/13 18:59
    Custode notturno - 526 interventi
    Un grande regista, mi spiace molto.
  • Discussione Ruber • 27/10/13 19:25
    Formatore stagisti - 9242 interventi
    Buon regista che aveva collaborato con tanti maestri dell'epoca. Un'altra grave perdita per il cinema italiano.
    Ultima modifica: 27/10/13 19:31 da Zender
  • Musiche Lucius • 13/11/18 00:07
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale:

    Ultima modifica: 13/11/18 07:26 da Zender
  • Homevideo Rocchiola • 3/04/20 18:30
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Non posseggo il DVD della Medusa che dalle recensioni riportate sul web mi pare un prodotto di buon livello. Ma come spesso accade per i film italiani dei 60-70 mi sono rivolto alla francese SNC acquistando il DVD pubblicato nella loro serie dedicata ai maestri del cinema italiano. Qui l'immagine è stata restaurata, non posso dire altrettanto per l'edizione nostrana che in copertina non riporta alcuna indicazione in merito. Le immagini nel corretto formato 1.85 sono pulite ed equilibrate nei colori. La definizione invece potrebbe essere un pochino più incisiva. L'audio italiano non è molto potente ma chiaro ed è visibile con i sottotitoli francesi fissi (eventualmente spostabili fuori campo per chi ha l'opzione di posizionamento dei medesimi sul proprio lettore).
  • Curiosità Rocchiola • 8/04/20 11:10
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Nel film compare il cantautore Ron, accreditato con il suo vero nome Rosalino Cellamare, nei panni di Gaetano Tognetti uno dei condannati a morte. A metà degli anni 70, forse non ancora certo di potersi dedicare completamente alla musica, si concesse anche qualche apparizione cinematografica. Oltre al film di Magni lo si può vedere in Lezioni private e L'Agnese va a morire.