Note: Pare che i topi con cui deve vedersela il buon Naschy in una celebre scena siano veri (presi dalle fogne di Madrid!), così come alcuni cadaveri, presi in prestito da un obitorio autentico!
Tipico esempio di cinema a bassissimo costo anni '70, popolato da volti ben noti del bis spagnolo (il mitico Naschy/Molina, Dalbes, la bella Yanni) e girato senza tante masturbazioni mentali. Tutto ruota attorno ad un mad doctor che promette a Naschy di resuscitargli la donna tanto amata in cambio di cadaveri freschi: sarà pure grezzo e non proprio originale ma funziona alla grande, specie quando Naschy entra in azione. Ovviamente si astengano benpensanti e pseudocinefili di serie A.
MEMORABILE: Naschy alle prese con i topi (veri!) che si stanno "cibando" della sua amata.
Una trama delirante che somma ingredienti tipici dell'horror vecchio stampo (Frankenstein e La Jena) con inattesi squarci di violenza grafica - data l'epoca impressionante e, verosimilmente, realizzata su un corpo di cadavere - si chiude, inaspettatamente, sul tema dei Grandi Antichi lovecraftiani (in particolare, il Primordiale rimanda al cormaniano La Città dei Mostri). Altalenante e sinusoidale, per via di un inizio che tocca punte di lirismo romantico inframmezzato a scene di ferocia inattesa, vanta Paul Naschy in un ruolo memorabile.
Si respira aria di orrori Lovecraftiani, in questo bell'horror interpretato dall'icona del cinema del terrore iberico Paul Naschy. Romanticismo e dramma, ma soprattutto dosi eccessive e disturbanti (per l'epoca) di sangue (si dice adirittura che siano stati usati veri cadaveri!). Naschy è come al solito un ottimo interprete e il film si fa vedere piacevolmente.
Rivisitazione iberica di Frankenstein, sciaguratamente evasa dall’oblio a cui era stata a buon diritto condannata. Tutto è sorprendentemente sciatto, improbabile, ridicolo: la location, il trashissimo Naschy, lo psuedo-romanticismo mieloso da feuilleton di infima lega, le sequenze gore e d’azione, i grugniti del mostro assemblato dal mad doctor di turno. Nulla si salva, visto che non c’è neppure l’appeal di quell’estetica del brutto e del bizzarro che si riscontra nei nostri Polselli e Batzella. Da restituire all’oblio.
Una rivisitazione del Frankenstein che ha come protagonista il servo, una sorta di mostro (ma nemmeno tanto) dallo spiccato romanticismo che fa di tutto per poter resuscitare la sua bella. Pellicola fatta con pochi mezzi ma piuttosto affascinante grazie alla bella atmosfera e alle suggestive location.
Rozzo e puerile, con una sceneggiatura scombiccherata, il film di Aguirre (scritto dallo stesso Paul Nashy) si segnala per l’insistita e gratuita esposizione di scene splatter (piuttosto ben realizzate - considerato il budget - ma assolutamente innocue); vige lo spirito più melodrammatico, patetico e sensazionalista del cinema iberico, ma l’accumulo di clichè (Quasimodo, Frankenstein, Lovecraft) produce più assuefazione che empatia e il ritmo decelera irrimediabilmente. Gli interpreti sono sconfortanti; i dialoghi descrittivi, ma la regia non è del tutto priva di risorse.
Orroraccio vecchio stampo, malsano e perverso, niente male. L'onnipresente tema romantico crea un bel contrasto con l'efferatezza delle scene splatter che si succedono con un buon ritmo. Il tutto è permeato da un maledettismo che funziona e da una figura come quella del Gobbo che rimane impressa. Anche se pieno di ridicolaggini trash (come i cadaveri che sembrano fatti di burro ogni volta che il Gobbo li amputa), il film tuttavia si lascia seguire con interesse e si impone come folle b-movie con una sua certa dose di originalità e coraggio.
MEMORABILE: I cadaveri sciolti nell'acido, l'innominabile creatura che cresce sempre di più dentro al vaso.
E' il primo horror iberico "vecchia scuola" che mi capita di vedere, e forse non ho iniziato dal migliore! Mi è sembrato molto rozzo, sia nella trama, che nella recitazione, che negli effettacci speciali (chiamiamoli così!). All'inizio, comunque, è talmente assurdo da risultare affascinante, si saltella da un'ottava all'altra, dai palpiti romantici allo splatter, con aggiunta di reminiscenze gotiche... comunque si stecca. Nashy è un gobbo assolutamente finto, non ha la faccia da gobbo, e cammina come uno scimpanzé!
Film dai personaggi stereotipati, già visti, come il gobbo poco intelligente e le donne che hanno compassione per lui (e anche qualche cosa di più), il dottore senza scrupoli e l'assistente buono. Però c'è una bella atmosfera macabra, nel laboratorio sotto antichi sotterranei e strumenti di tortura, e soprattutto scene splatter. Ma il bello è l'esperimento che nel finale ha risvolti inaspettati e affascinanti. Nel complesso non è un gran film, il sentimentalismo che da bambino mi colpiva adesso mi risulta in parte banale, grezzo.
B-movie nel tipico stile spagnolo del periodo, con protagonista l'altrettanto classico Paul Naschy nel ruolo di un gobbo stile Quasimodo. Per raggiungere il minutaggio (comunque scarso) e per ovviare ad una sceneggiatura limitatissima, nel film vengono inserite citazioni da un po' di tutto: Frankestein, Lovecraft, il gotico italiano anni '60... Per completare il quadro, qualche tocco grand-guignolesco e un'atmosfera sufficientemente macabra. Ma il ritmo latita, la fotografia è buia, l'approssimazione generale regna. Bizzarro, ma non basta.
Horror vecchia maniera che mescola sapientemente melodramma romantico e splatter, sicuramente datato e prevedibile ma nel complesso godibile. A compensare una sceneggiatura assolutamente lineare, i dialoghi banali e un sentimentalismo che oggi potrebbe strappare più di una risata, troviamo un'atmosfera azzeccata tra riprese notturne, un sotterraneo macabro e le suggestive rovine di un'abbazia. Naschy non è brutto come vogliono farci credere ma efficace nel ruolo.
Interessante guazzabuglio iberico, il film di Aguirre mescola sfacciatamente orrori lovecraftiani, pseudofantascienza da neurodeliri, amori impossibili in stile “Notre Dame de Paris”. Su tutto spicca l’intensa interpretazione del gobbo Naschy, il quale si impegna a mozzare teste, trasportare cadaveri, guerreggiare con ratti, fare a pugni con ributtanti creature primordiali. Il budget è all'osso ma ci si diverte ugualmente.
Horrorazzo assai rammendato e artigianale ma percorso da un triste afflato gotico-romantico, percepibile negli istanti in cui traspirano implicitamente i temi del diverso, dell'emarginazione e dell'amore impossibile. Naschy recita con più ardore che in altre sue prove "cartonate", abbandonandosi ad atti di necrofilia platonica e sottomissivo feticismo podale, mai fuori luogo in un film condito di accenni al sadomasochismo, al superomismo scientifico e alla teratologia lovecraftiana. Grezze pennellate spicce per una quadraccio exploitativo ben affisso alla parete scrostata dei cultoni iberici.
MEMORABILE: Il blob organico che fagocita la testa mozzata; Il branco di topi intenti a pasteggiare sul cadavere della ragazza amata da Gotho...
Folle horror spagnolo anni '70 totalmente delirante con un Naschy (truccato da gobbo) in gran forma. Le sue nefandezze al servizio di uno scienziato pazzo che ha bisogno di cadaveri per nutrire una creatura mostruosa hanno come base l'amore per una sventurata ragazza, morta precocemente: c'è della poesia in tutto questo! E pazienza se il buon Naschy alterna con disinvoltura il cogliere rose per la sua defunta amata con il fare a fette coloro che lo deridono o che servono ad alimentare il mostro. Quando avevo 8 anni mi terrorizzò a morte.
MEMORABILE: I topi che saltano quasi come canguri addosso a Naschy; Lo studente soffocato con i fiori in bocca; La vergine di Norimberga.
Infimo pasticcio che ha, se non altro, il pregio del ridicolo. Il permaloso gobbo in questione, interpretato da un Naschy intenso come uno scopettone, si somma ad altre chicche: la vasca con l'acido, il Primordiale (una creatura lovecraftiana composta da liquami), il dottor pazzo à la Frankenstein, l'amore impossibile, i sotterranei con le torce (l'elettricità in un laboratorio, ma quando mai)... per tacere di goffi squartamenti e topi in fiamme. Uno dei nadir dell'horror.
Ricorda un po' la storia celebre del gobbo di Notre Dame, questa macabra storia dove un mostro deforme aiuta uno scienziato scriteriato a reperire cadaveri e pezzi anatomici per folli esperimenti. Le incursioni romantiche aleggiano qua e là in un'atmosfera gotica che non risolleva le sorti del film, destrutturando un racconto che alla fine farà esultare lo spirito manicheo salvifico, tipico di un'epoca che appartiene al passato (specie alla cultura spagnola, di cui è profondamente intriso). Con risultati più che deludenti.
Horroraccio iberico dei vecchi tempi, tanto grottescamente truculento quanto infantile nel suo sviluppo logico e narrativo, che scomoda persino i miti lovecraftiani (il Necronomicon e i Grandi Antichi) per mettere in scena l'ennesimo mad doctor alle prese con la costruzione della solita "creatura" qui più ridicola e repellente della media. Tecnicamente infimo, riesce a suscitare qualche briciolo di interesse sia per la bizzarria dell'operazione, sia per l'interpretazione di Naschy, un gobbo infelice, assassino e romantico nello stesso tempo.
Non bello né elegante, ma a suo modo fascinoso questo violento horror spagnolo interpretato da uno dei volti più emblematici del cinema di genere iberico: Paul Naschy. Fra stilemi più che classici (i sotterranei popolati da ratti, il mostro innamorato della bella, lo scienziato pazzo e il suo assistente gobbo) si dipana una storia non elettrizzante (siamo dalle parti del Frankenstein movie, ma ce ne accorgiamo solo a metà film), ma che fra effettacci gore e bellezze dell'epoca si lascia guardare più che piacevolmente. Merita una riscoperta.
MEMORABILE: Paul Naschy che combatte contro un'orda di topi; Il massacro in ospedale; I cadaveri fatti a pezzi e mostrati senza vergogne alla mdp.
C'è di tutto in questo film che costruisce la sua storia con spunti dai vari mostri sacri del genere e costruisce nonostante tutto un alone di malessere abbastanza tangibile, nonostante gli evidenti limiti di budget e di creatività. La figura del gobbo sembra essere centrale, poi diventa secondaria, poi torna in prima linea ma completamente stravolta come da titolo: questo rende l'impianto un po' traballante, ma buone scene sanguinolente (estreme per l'epoca) e location strepitose (le rovine, i sotterranei) lo salvano dal tracollo.
Trash a livelli micidiali. Se qualcosa si poteva già intuire dai titoli di testa, con l'improbabile musichetta dal gusto tirolese, appena fa capolino Naschy in versione gobbo con una folta chioma castana occorre davvero tenersi forte per non cadere dalla sedia. Naschy, dunque, qui picchia come Bud Spencer e non si fa scrupoli ad ammazzare chicchessia (ridicoli gli effetti splatter), nonostante l'apparenza dal cuore d'oro. Trama del tutto assente, inserti strappalacrime fuori luogo e, dulcis in fundo, la comparsa finale della creatura informe... Un vero capolavoro al contrario.
Il malatissimo horror iberico dei primi anni 70 riesce sempre a essere sorprendente nel suo non precludersi vettore alcuno: Aguirre fa aggirare il gobbo di Morte Dame nelle segrete dell'inquisizione, lo divarica tra il gotico romanticismo di Poe e il mito della vita oltre la disfunzione biologica secondo Lovecraft da sempre caro al cinemadoctoring, gli fa girotondeggiare attorno surrogazioni conandoylesche, speziando e indorando a piacere con avanguardistiche sbroccate splatter (i topi di Mattei si davano già qui un gran da fare). Spaghetti alle gongole per il cinefago dell'eccesso.
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Performance di Jacinto Molina: nella sequenza coi topi in cui lui li disperde con una torcia, viene realmente morso dai medesimi più volte. Disavventura che gli fece vincere il Premio per Miglior Attore al fantafestival di Parigi del 1973.
In teoria le nuove edizioni Mosaico dovrebbero essere restaurate e rimasterizzate, così è stato per Violenza ad una vergine e Terror Beach... Comunque il film Aguirre non era tra i loro dvd messi peggio.
HomevideoXtron • 10/10/12 20:34 Servizio caffè - 2229 interventi
La nuova edizione Mosaico ha una durata di 1h18m02s
Xtron, qualche altra notizia più dettagliata?
Il formato è 16.9?
La qualità video migliore?
HomevideoXtron • 11/10/12 15:42 Servizio caffè - 2229 interventi
Von Leppe ebbe a dire: Xtron, qualche altra notizia più dettagliata?
Il formato è 16.9?
La qualità video migliore?
Non ho la precedente edizione per poter fare un confronto, ma posso dire che questa nuova ha una qualità video più che accettabile.
Il formato video come si può vedere dall'immagine che ho postato è 1.78:1 16/9
Il frame del titolo è in italiano, i restanti titoli di testa sono in tedesco
Ci sono due brevi sequenze in spagnolo non sottotitolate
Come extra c'è una galleria fotografica
Allora è migliore della precedente che è in letterbox, ma ha i sottotitoli nelle scene in spagnolo che spariscono con le bande nere zummando l'immagine dal 4.3
HomevideoZender • 14/10/12 13:51 Capo scrivano - 48841 interventi
Xtron, quando posti le immagini dei dvd ti seccherebbe mettere anche il minuto/secondo da cui hai preso il frame? Così se uno compra una diversa edizione può fare confronto immediato con lo stesso fotogramma.