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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

(avviso: questo commento appartiene alla "Baby vintage collection" e va quindi fatto risalire all'età puberale di Marcel Davinotti). Considerato da molti come una delle poche riduzioni cinematografiche che siano riuscite a trasporre su schermo le visioni da incubo vaneggiate dal grande H.P. Lovecraft, questo THE HAUNTED PALACE non si discosta poi molto dagli altri film di Corman che sovente vedevano protagonista il bravo Vincent Price, istrionico attore maldigerito dalla critica coeva ma dotato di indubbio talento. Ancora una volta la scarsità del budget messo a disposizione dalla modesta American international Pictures limita notevolmente la fantasia di Corman che comunque,...Leggi tutto grazie all'abile scenografo Daniel Haller, riesce a crare una favolosa sala sotterranea dalla apparente grandezza di decine di metri, sovrastata da un'ampia scala inserita in una cadente impalcatura. Le pompose musiche di Ronald Stein caricano l'atmosfera di una solennità solitamente estranea alle pellicole di Corman, mentre l'estendersi del luogo maledetto fino a comprendere il villaggio avrebbe dovuto permettere alla regia una dualità che invece è solo accennata. I mostri del titolo, frutto della maledizione lanciata dal bisnonno di Price sull'intero villaggio centodieci anni prima, vengono rappresentati in tutta la loro deformità (perlopiù limitata ad un pezzo di plastica viulcanizzata appiccicata sui volti dei malcapitati) in poche scene del film, risultando in pratica solo un pretesto per poter terrorizzare lo spetattore. Le lunghe carrellate che seguono Dexter Ward e sua moglie all'interno dell' "haunted palace" sono tipiche di Corman, mentre la pellicola appare troppo sbiadita e spenta. Forse con un pizzico di impegno in più (sono noti i brevissimi tempi di ripresa dei film di Corman) LA CITTA' DEI MOSTRI sarebbe potuto diventare uno dei migliori prodotti del regista americano. Tante idee sprecate...

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Fabbiu 31/05/07 14:57 - 2145 commenti

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Le atmosfere sono forse un po' troppo ripetitive? (temporale fisso, il cimitero, i classici ululati nella notte..). In fondo la casa stregata e il necronomicon sono già stati visti in tanti altri film, ma la particolarità di questo soggetto sta nel fatto che Price non si presenta da subito come il signore oscuro bensì come una sua vittima. Anche se semplici, gli effetti sugli uomini deformi hanno un loro perché. Molto valida la musica nel pompare la suspance, non male il villaggio avvolto nella nebbia e nei colori tenui. Corman ha fatto di meglio.
MEMORABILE: Mentre un orrido torrente attraversa la pallida porta, una folla terribile fugge per sempre e ride - ma non sorriderà mai più...

Undying 23/02/08 14:20 - 3807 commenti

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Titolo che si distingue, rispetto agli altri componenti (ispirati a Poe) della serie cormaniana, perché influenzato dagli scritti del "solitario di Providence". Il repertorio stilistico di Corman ha modo di sbizzarrirsi grazie alla buona sceneggiatura, ai cui dialoghi contribuisce (non accreditato) un allora sconosciuto Francis Ford Coppola. Il registro allucinato del finale (pur se basato sul fascinoso tema del "Necronomicon") fa perdere punti alla pellicola, che gode comunque della possente (e carismatica) presenza di Vincent Price.

Deepred89 8/04/08 15:04 - 3706 commenti

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Gotico minore di Corman, il quale riesce come al solito a creare ottime atmosfere ma non è supportato, in questo caso, da una sceneggiatura che riesca a coinvolgere e ad appassionare (nonostante riprenda Lovecraft). Ottimo Price e buona regia, ma rimane un film consigliabile solo agli appassionati. Gli altri rischiano di annoiarsi.

Manowar79 24/12/08 15:01 - 309 commenti

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Godibile fiaba gotica in puro stile Corman/Price, con tutti i connotati del caso. In realtà, il lato più interessante è quello, per così dire, sperimentale, in quanto Corman - complice una strategia dettata dalla produzione - cerca l'adattamento di un soggetto lovecraftiano ad uno stile narrativo più vicino a quello di E.A. Poe; ne scaturisce un prodotto che non teme gli stereotipi poiché è il genere stesso a richiederne l'(ab)uso, con un finale tipico ma pur sempre efficace. Funzionante.

Puppigallo 14/06/09 10:37 - 5275 commenti

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Cigolii, nebbia, ombre sinistre (un pitone!?), il castello, il Necronomicon, la possessione e una buona colonna sonora. Gli ingredienti ci sarebbero tutti per fare un bell'horror, ma purtroppo risultano annacquati, in una pellicola che arranca un po' e che ha una pesantezza di base che non le consente di fare il salto decisivo. Per fortuna, Price e i cosiddetti "mostri" (la bambina senza occhi, in buona compagnia) fanno sì che un'occhiata gliela si possa sicuramente dare. Non male la figura del custode. Il nome della locanda "All'uomo al rogo" è tutto un programma. Vedibile.
MEMORABILE: Price: "Non mi considererò placato finchè tutti non abbiano provato come me l'atroce morso del fuoco sulla carne".

Enzus79 1/07/09 15:42 - 2896 commenti

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Guardando questo bel film di Roger Corman, che si rifà ad un racconto di Lovecraft ed una poesia del "solito" Poe, si ha la sensazione che si potesse fare molto di più, dato che il soggetto è bellissimo. Comunque non delude le attese, dalle atmosfere al bravissimo Vincent Price. Da vedere.

Rickblaine 1/07/09 15:49 - 635 commenti

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Roger Corman qui chiama in causa niente di meno che H. P. Lovecraft, oltre al solito Edgar Allan Poe che rimarcato nel finale con una sua poesia. Vincent Price, forse ripetitivo ma non stancante. Degne atmosfere lugubri e macabre coinvolgenti qualcosa dello stato umano che è invisibile ed esterno. L'incoscio e la memoria che inganna o che salva. Tuttavia l'opera non è delle migliori.

Homesick 4/07/09 10:58 - 5737 commenti

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Questa volta alla sua passione per Poe Corman aggiunge quella per Lovecraft, le cui arcane suggestioni sono riprodotte mediante una fotografia nebbiosa ed evanescente e con figure deformi e catatoniche; peccato che ritmo e sceneggiatura non siano all’altezza e siano talvolta permeabili alla noia. Price si presta ad un doppio ruolo e trova tempo per vendicarsi con lista dei morituri alla mano, assistito dal domestico (un Lon Chaney jr. tipicamente “creepy”).

Ciavazzaro 5/09/09 12:32 - 4770 commenti

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Non male. Da un bellissimo racconto di Lovecraft, con un Vincent Price ottimo nel suo doppio ruolo: Charles Ward e il malvagio Joseph Curwen. Film che si fa ricordare. Completa tutto un buon cast di caratteristi: Chaney jr., Cook. Belle atmosfere. Cito la morte nel camino, l'omicidio di Cook. Ottime atmosfere.
MEMORABILE: La cosa nel pozzo.

Myvincent 16/07/10 22:33 - 3741 commenti

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Ispirato ad Edgar Allan Poe, ma solo minimamamente e per ragioni di interessi economici, è un film "seriale" di Roger Corman, molto corretto e classicamente pauroso. I mostri del film paiono foderati di mortadella e Vincent Price sempre all'altezza della situazione, qui accompagnato da Lon Chaney jr., nonchè da Debra Paget nella sua ultima apparizione cinematografica. Musica avvenente.

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Cotola 15/08/10 23:56 - 9043 commenti

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Tratto da un racconto meno noto di Poe, è un film non malvagio che come tutto il ciclo non risente dei pochi mezzi a disposizione grazie alla professionalità del cast tecnico e di quello attoriale (Price su tutti). Stavolta però la storia avvince meno del solito e atmosfere e tensione latitano un pò troppo. Simpatico il finale beffardo In definitiva: non male.

Von Leppe 1/10/10 16:06 - 1262 commenti

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Le atmosfere gotiche di Poe nella Lovecraftiana Arkham (New England) dove c'è un vero e proprio castello medievale. Dopo un prologo con il classico dello stregone messo al rogo, centodieci anni dopo si apre il sipario nello stesso villaggio costiero ormai dannato, con le parole della poesia "Haunted palace" di Poe che dona al film un atmosfera tragica e fuori dal tempo. Ottimo horror a basso costo del 1963. Vincent Price raggiunge il massimo nei ruoli malvagi e c'è un attempato Lon Chaney jr. Notevole il tema musicale di Ronald Stein.

Lucius 11/04/11 12:43 - 3015 commenti

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Classico lo è, ben confezionato pure, come la maggior parte dei film di Corman, ma le atmosfere lugubri e opprimenti hanno qualcosa di ripetitivo e non bastano i costumi e la cura del dettaglio per renderlo avvincente. C'è qualcosa di già visto tra le scenografie tutte rigorosamente ricostruite e poi la leggenda, il castello... Poco originale ma con spunti di interesse disseminati qua e là.

Max renn 18/03/12 22:03 - 80 commenti

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Corman passa da Poe a Lovecraft mantenendo la costante Price. Il risultato è un horror dignitoso nel quale conta soprattutto l’atmosfera di un’Arkham ostile e perennemente avvolta da un’atavica nebbia dal sapore maledetto. Il carisma di Price regge abbastanza bene il gioco pur non riuscendo a mascherare del tutto una serie di falle narrative e situazioni irrisolte, vero difetto delle frettolose produzioni del prolifico regista. Rimane comunque un esercizio godibile, almeno per i fan del genere.

Rigoletto 12/11/12 18:13 - 1786 commenti

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Non è il miglior Corman che si possa gustare ma è un solido prodotto, uno dei tanti che in quegli anni '60 spuntavano come funghi. Il film procede fra alti e bassi dando la sensazione, alle volte, di incartarsi su stesso. La parte del protagonista è affidatata a Price, il quale offre sempre un'interpretazione impeccabile e mai deludente. Splendide atmosfere, magari un po' stereotipate (il temporale, il cimitero, il castello) ma sempre affascinanti. Bravi il vecchio lupo Chaney e la Paget. **!

Bergelmir 1/05/13 22:26 - 160 commenti

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Horror d'annata che racconta una Arkham anti-utopica ove dimorano le incarnazioni lovecraftiane della miserie umane: ci sono i villici spaventati, ma anche la loro progenie di deformi, storpi e degeneri, che vengono celati nelle case. Sopra ogni cosa aleggia la presenza di Ward/Curwen, simbolo di un male che i cittadini, ottusi e contrari a ogni cambiamento, non furono in grado di affrontare fin dalle origini. Significativo per gli amanti di H. P. Lovecraft, meno per gli altri.

Ryo 23/06/16 23:57 - 2169 commenti

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Deliziosa confezione per un buon film gotico. Senza molte pretese, si ispira al caso Dexter Ward di H. P. Lovecraft ma se ne distacca di molto. Un'ottima prova di Vincent Price, che tiene in mano le redini della pellicola a causa di una trama un po' tirata, con pochi (ma validissimi) momenti suggestivi.
MEMORABILE: Le creature che accerchiano i protagonisti.

Belfagor 28/10/16 22:58 - 2690 commenti

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Questa volta Corman trae ispirazione più da Lovecraft che da Poe, in special modo da "Lo strano caso di Charles Dexter Ward", ma lo stile è simile a quello delle altre pellicole del filone, soprattutto per l'atmosfera gotica che la pervade. Dopo il prologo ci vuole un po' per ingranare la marcia, ma poi la storia coinvolge a dovere grazie a una buona sceneggiatura e, come sempre, alla prova eccellente di Price. Notevole anche il contributo di Chaney jr. e della Paget. Non il migliore della serie ma di sicuro un buon prodotto.
MEMORABILE: Curwen al rogo; I paesani deformi; Il pozzo.

Rufus68 26/12/16 16:43 - 3842 commenti

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Le malsane mostruosità di Lovecraft non possono certo declinarsi ricorrendo al più trito trovarobato Universal (i soliti bifolchi che urlacchiano torce in mano verso il castello maledetto). Ne esce fuori una prevedibilissima serie di quadretti gotici sino al finale, più che scontato; solo Vincent Price, sempre splendidamente gigione, si eleva al di sopra della media: anche lui, però, è fuori registro rispetto alla fonte d'ispirazione (oltre che scarso nel latino da grimorio).

Jena 28/09/19 17:28 - 1555 commenti

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Unico della serie cormaniana con Price a non ispirarsi direttamente a Poe. Qui la fonte, seppure molto vagamente, è lo straordinario racconto di Lovecraft "Il caso di Charles Dexter Ward". Si parte bene con Price satanico stregone intento a riti innominabili e splendide scenografie nebbiose. Poi il film perde sempre più colpi, adagiandosi su binari fin troppo risaputi. Persa per strada l'ispirazione lovecraftiana (anche per mancanza di mezzi) si torna alle consuete atmosfere gotiche. Ottimo Price double face, bella la Paget, ridicolo Chaney.

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Nicola81 27/04/20 21:02 - 2857 commenti

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Stavolta Corman si ispira più a Lovecraft che a Poe, ma gli ingredienti sono più o meno quelli di sempre: la stregoneria, il castello maledetto, l'antenato malefico che opprime il protagonista, i villici superstiziosi, il dottore razionale e sensato... Tutto ben confezionato, ma anche piuttosto prevedibile (epilogo compreso), per quanto l'appassionato del genere difficilmente avrà di che lamentarsi. Price oscilla tra malvagità e tormenti mentre la luminosa bellezza della Paget (al suo ultimo film prima del prematuro ritiro) irradia lo schermo.

Siska80 23/08/20 12:31 - 3794 commenti

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Da un racconto di Lovecraft nasce un film notevole (che vede ancora in coppia due grossi nomi, Corman e Price) al quale si ispira Margheriti ne I lunghi capelli della morte (la maledizione del presunto stregone prima di morire), ma soprattutto e in maniera evidentissima Stephen King per l'intreccio di Shining. Buoni costumi, cast e il trucco degli esseri deformi (impressionante per l'epoca), mentre il finale un po' ingenuo è assolutamente prevedibile.

Bullseye2 9/09/22 01:42 - 396 commenti

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Film inspiegabilmente sottovalutato ma da celebrare: per la prima volta il cinema dell'orrore scopre Lovecraft, anche se in sordina e miscelato con Poe per motivi di cassetta. Inoltre Corman, pur offrendo un classico gotico anni '60 con annessi e connessi, anticipa l'horror del decennio successivo tra mutazioni corporee, possessioni e case infestate, senza eccessi visivi ma, anzi, offrendo il tutto in confezione assai elegante nonostante il budget non elevato. Price, il fuoriclasse, fa il 90% del film, oltretutto in un ruolo difficile, ma gli altri non sono affatto da meno.
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  • Discussione Greymouser • 1/07/10 17:04
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Caro ZENDER, volevo segnalarti che nella recensione davinottica di questo film vien detto che dalla novella "The case of Charles Dexter Ward" sarà poi tratto anche il film Re-animator.
    In realtà il film di Gordon è tratto (sempre alquanto liberamente) da un racconto di Lovecraft che si chiama proprio "Herbert West: reanimator".
    Chiedo scusa per la pedanteria, ma lo scrittore di Providence mi è così caro che ho sentito di dover fare questa precisazione.
  • Discussione Zender • 1/07/10 17:25
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Non è pedanteria, Greymouser, è un bel servizio al Davinotti, che ogni tanto se ne esce con ste scemenze e andrebbe bacchettato con violenza. Ma vedo che il papiro in questione fa parte della "Baby vintage collection", ovvero di quei papiri scritti dal nostro in età quasi puberale, quindi glielo si può perdonare. Azzerato il papiro.
    Ultima modifica: 1/07/10 17:37 da Zender
  • Homevideo Von Leppe • 3/11/12 18:57
    Call center Davinotti - 1109 interventi


    Blu ray della Passworld in uscita dal 6 novembre 2012
    Ultima modifica: 3/11/12 19:00 da Von Leppe
  • Curiosità Bergelmir • 1/05/13 22:32
    Galoppino - 211 interventi
    Dal saggio "L'Estraneo dietro lo schermo" di Stefano Mazza, in Studi Lovecraftiani n.4 (2007):

    "...La città dei mostri (The haunted palace) di Roger Corman del 1963, si inserisce formalmente nel ciclo dedicato a Poe dal regista, ma in realtà è tratto da The case of Charles Dexter Ward (1927), di cui restò l’unico adattamento fino a trent’anni più tardi, quando uscì The resurrected di Dan O’Bannon.
    L’esperto Corman riesce a girare, come suo solito a costo ridottissimo, un film adatto alle vaste platee dell’epoca, rimanendo tuttavia fedele alla poetica di Lovecraft e ricreando, primo fra tutti, il New England dello scrittore. La complessità e le sfumature caratteriali del protagonista Charles Dexter Ward presero vita grazie a Vincent Price, qui in un apice della sua carriera, il quale riuscì a sottolineare il passaggio dalla personalità di Ward a quella di Curwen con la sola mimica del volto.
    L’opera risultò elegante, innovativa e capace di offrire diversi livelli di lettura. Ne La città dei mostri, Arkham è innanzitutto un luogo anti-utopico ove dimorano le incarnazioni lovecraftiane della miseria e delle mostruosità umane: vi sono infatti i villici spaventati e superstiziosi, ma anche la loro progenie di deformi, storpi e degeneri, sia nel corpo che nella mente, che vengono tenuti nascosti nelle soffitte e nelle cantine. Sembra quindi che i figli di Arkham siano vittime della maledizione di Curwen, ma che nascondano anche una pesante eredità morale che è più antica dello stesso stregone e che cercano di nascondere a tutti i costi, divenendo in tal modo colpevoli e punibili quanto il mostro che hanno voluto condannare. La difformità, il monstrum che si è insinuato ad Arkham non è solo dovuto all’opera del malvagio Curwen, ma deriva piuttosto da una lotta che gli antichi cittadini, ottusi, ciechi e contrari ad ogni cambiamento, non seppero affrontare fino in fondo. Joseph Curwen in quest’ottica diviene il simbolo di un confronto mai avvenuto fra l’umano e il non umano, ma anche una freudiana figura paterna che suscita timore-odio e che non si riesce ad affrontare. E, come ogni conflitto non risolto, si ripropone in tutta la sua devastante gravità quando meno ce lo si aspetta, reclamando la considerazione che merita. Questa origine ambigua e assolutamente non manichea del male è un’idea tipicamente lovecraftiana, oltre che un tema estremamente moderno e profondo che Corman inserisce con efficacia e semplicità, attraverso allusioni, inquadrature fugaci, atmosfere sottili e pochi scambi di parole fra i personaggi."
  • Homevideo Digital • 18/02/17 09:21
    Portaborse - 3997 interventi
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