Questa volta Nashcy interpreta il conte Dracula, che però si innamora di una delle sue vittime (un gruppo di ragazze e il loro accompagnatore rifugiatesi nella casa di Dracula, un ex-manicomio). Aguirre si conferma un ottimo regista dell'orrore: non lesina in sangue, crea una buona atmosfera e un buon finale. Da notare anche il cast femminile che racchiude alcune tra le migliore bellezze spagnole in un unico film.
MEMORABILE: La scena dell'omicidio con i colori alterati.
Uno dei più brutti film sui vampiri e in particolare sul capostipite Dracula. Qui Dracula veste i panni di un dottore che si innamorerà di una donna non vampiro (!) e per lei... Una vera fesseria: musiche ridicole, anche se l'ambientazione gotica non è davvero male. Belle (ma non proprio brave) le attrici.
Stesso regista e quasi stesso cast del coevo Il mostro dell'obitorio, ma il risultato è sensibilmente inferiore. Il sangue non manca, ma il Dracula versione romantica che si innamora della verginella senza puntarle la giugulare non convince. Lo stesso Naschy sembra un po' impacciato nel ruolo (a lui poco congeniale anche fisicamente) del nobile succhiasangue. La Yanni e la Politoff sono però un bel vedere...
Quattro signore, su una carrozza, devono subire le storie "paurose" di un tizio (Víctor Alcázar sotto pseudonimo di Vic Winner) quantomeno strano. Nel fìtto della boscaglia una ruota cede e lascia a piedi il gruppo che, sfortuna vuole, trova riparo in un sinistro maniero... Paul Naschy da corpo ad una delle molteplici creature malvagie, ovverosia Dracula, in una personale e tipica rivisitazione iberica del tema vampiresco. Il film alterna un registro piatto e televisivo con inattesi squarci di bellezze muliebri, in grado di carpire (o meglio rapire) l'attenzione (e l'occhio) maschile.
Dall’horror spagnolo di solito ci si attende poco, per cui non si resta punto delusi al cospetto di un campionario dei luoghi comuni narrativi, estetici ed uditivi del cinema gotico-vampiresco e di una sceneggiatura confusa e negletta; unica originalità la variatio nella morte di Dracula nel finale, confacente alla rilettura romantico–tragica della sua vicenda. Nulla la paura, scarsissimo l’erotismo a dispetto del terzetto femminile nobilitato dalla rohmeriana Haydée Politoff. */*!
MEMORABILE: Il ridicolo salto – con tanto di fischio cartoonesco di accompagnamento... - delle neovampire per raggiungere la finestra.
Ottima e inconsueta variazione sul noto canovaccio, con l'improvvisa emersione del fondo romantico dopo un tripudio di sangue e morbosità fumettosa, con particolare menzione per le eroticissime lesbo-vampirate in cui si cimentano le volenterose protagoniste. Naschy ci mette la consueta convinzione malgrado il fisico improbabile. Fra i migliori iberici.
Pur rispettando la tradizione di Dracula, questo film se ne discosta lievemente e recupera una connotazione più umana del "fenomeno". La Yanni e la Politoff si inseriscono molto bene nei loro ruoli, anche se come ossessioni carnali sono agli antipodi. Naschy lì per lì verrebbe da dire che esteticamente andrebbe meglio come gregario che come protagonista; viceversa regala un ottimo exploit (memorabile fra l'altro la sua passeggiata notturna con Karin). Il peccato è che se lo slasher non manca e le inquadrature neanche, sono molto carenti invece gli effetti speciali.
MEMORABILE: Il vecchio manuale di Von Helsing; La lotta con Imre.
Visionato in versione "nuda". Lo dico subito: la vicenda tira a campare e, complice un montaggio approssimativo, a volte la stessa appare senza continuità o addirittura senza logica. Arrivano i vampiri quasi "in scioltezza" e il sangue scorrerà a fiumi! Poi la parte dei "morsi" è piuttosto violenta e "spinta", con i vampiri e le vampire che indugiano sui corpi femminili, non solo sul collo. Quindi un horror/sexploitation che con una storia maggiormente curata avrebbe potuto meglio esaltare l'affascinante atmosfera gotica e le belle dame vampirizzate.
Chiacchiere, dentiere da carnevale e urletti, null'altro da rilevare. Il mito di Dracula o lo si reinventa o lo si declina con perizia, non ci sono alternative. Il proteiforme Naschy qui si acconcia a signore della notte, ma sembra un playboy non troppo convinto di mostrar le sanne. Per chi apprezza ci son da vedere belle signore. Il titolo è la cosa migliore (assieme a "Ingrid Garbo nel ruolo di Marlene", notevole).
Molina - Naschy indossa il mantello del conte Dracula in questo trattatello di eros, thanatos e reviviscenza. Il primo elemento, rispettando il brocardo omnia vincit, sarà interprete eccellente di un sentimento che mai abbandonerà lo schermo. La parte sensuale è invece impreziosita da un gineceo di gran lusso, con la Yanni che mostra baldanzosa il suo seno e una serie di sequenze all girls al calor bianco. Aguirre miscela parapherna classici (agguati notturni, paletti nel cuore) e vezzi innovativi (il mix di sangue per salvare la sorella) confezionando un'opera curiosa anzi che no.
MEMORABILE: I racconti sulla carrozza a tema Dracula e Van Helsing.
Siamo in odore di cinema di serie B, eppure Aguirre riesce a salvare il film dal disastro cui sembrava destinato col terribile incipit della caduta dalle scale in loop. Le ambientazioni sono convincenti (si respira pienamente un'aria sporca e di oppressione) e, dopo un'iniziale fase preparatoria, la vicenda horror decolla nella seconda parte, con Naschy qui nel ruolo di vampiro. La Yanni, che ritroveremo con Naschy sotto la direzione di Aguirre nel Mostro dell'obitorio, è statuaria, di gran lunga la più bella delle quattro fanciulle.
MEMORABILE: Due delle fanciulle, ormai vampire, alle prese col corpo della Yanni.
Paul Naschy e Javier Aguirre allestiscono un film sullo stile di quelli coevi della Hammer dai temi vampirici ed erotici, ma senza raggiungerne l'efficacia, soprattutto a causa di una trama poco risolta che ricorre spesso alla voce fuori campo. Naschy interpreta un Dracula ambiguo, il quale non sa bene cosa vuole (resuscitare la figlia o innamorarsi), ma l'atmosfera è abbastanza buona e chi ama l'horror gotico se la può spassare per più di un'ora con abiti ottocenteschi, vampire al rallentatore, nebbie, sotterranei e scene di sangue.
Dracula che si suicida per una delusione d'amore conficcandosi da solo il fatidico paletto nel cuore potrebbe sembrare una parodia e invece questo horror iberico d'annata si prende terribilmente sul serio, proprio come il suo protagonista, un Naschy dall'espressione dolente e ben poco vampiresca, persino nei pochi istanti in cui sfodera i canini d'ordinanza. Ben più convinte di lui sembrano le incaute fanciulle finite nel suo castello e trasformate in ferocissime e scatenate succhiasangue e che sono, soprattutto nella versione "nuda", uno dei pochi motivi per sobbarcarsi la visione.
MEMORABILE: Le tre vampiresse che frustano la malcapitata vittime sacrificale.
Vampirico iberico sulla scia della Hammer settantiana. Paul Naschy non ha però il fascino aristocratico del conte, è forzuto e bestiale, è Daninsky più che Dracula. Le apparizioni delle tre vampire in sottoveste fanno il loro effetto e la pellicola concede scene blandamente erotiche (giusto qualche seno scoperto al momento dei morsi sul collo). Notevole però la scena nel granaio col rapimento della bella contadina. Gli effetti speciali si limitano a canini posticci, lenti a contatto cerulee e il calco del testone di che si sfalda al sole.
MEMORABILE: L'accettata sulle scale; Il conte scaraventa il vampiro rivale dalla finestra; Le due vampire mordono la bella indugiando sui seni.
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Dovere.
Se vuoi vedertelo non perdertelo perchè lo danno solo stasera,a me nel caso interessa vedere (e salvare) le scene con le attrici vestite e i titoli in spagnolo.
Ciavazzaro ebbe a dire: Dovere.
Se vuoi vedertelo non perdertelo perchè lo danno solo stasera,a me nel caso interessa vedere (e salvare) le scene con le attrici vestite e i titoli in spagnolo.
Io sarei più per la versione "nuda e cruda", datosi il gineceo, guidato da Haydée - Bora Bora - Politoff, che pervade la pellicola ;)
Dopo la visione del film ieri,confermo che la pellicola è stata girata in 2 versioni distinte:una con le attrici nude,l'altra con le attrici semivestite.