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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Progetto a lungo accarezzato da Pupi Avati che già ne aveva completato un primo soggetto nel 2003, ne segna il ritorno a quel Medioevo che parte importante rappresenta nella sua carriera di regista. Un progetto ambizioso, che pone Boccaccio sulle tracce del Sommo Poeta il quale, nell'incontro con persone e luoghi che ne segnarono la vita, rivive in flashback col volto - e il caratteristico naso artificialmente riprodotto - di Alessandro Sperduti.

A colpire subito è la magnificenza della ricostruzione scenografica, con un uso intelligente e sempre spettacolare di splendide location scelte con attenzione, castelli e mura che troneggiano tra campagne baciate dal sole (e un gran...Leggi tutto lavoro del fido Cesare Bastelli alla fotografia). Se però nulla si può eccepire dal punto di vista della resa visiva, altrettanto non si può dire di una storia e di una sceneggiatura che procedono fin troppo tediose, abili nel riprendere filologicamente squarci di vita della metà del Trecento ma mai capaci di coinvolgere, di rendersi interessanti se non da un punto di vista puramente storiografico; né appassionano le leziose peregrinazioni di un Boccaccio che Castellitto pur interpreta correttamente, o i flashback d'infanzia e gioventù di Dante, con una Beatrice (Gamba) che fa capolino di tanto in tanto esibendo una bellezza algida, quasi botticelliana. Con la figura di Guido Cavalcanti sullo sfondo e mai la percezione della vera grandezza del Poeta, i cui versi paiono nella vita secondari alle sue esperienze sul campo di battaglia a fianco dei Guelfi Bianchi contro i Neri, al suo matrimonio di poco amore con Gemma Donati, alla morte di Beatrice...

Boccaccio ha il compito di ritrovare Suor Beatrice, unica figlia rimasta in vita di Dante, per consegnarle i dieci fiorini che rappresentano una simbolica riabilitazione di suo padre agli occhi di una Firenze che non ne ha riconosciuto il valore esiliandolo. Sarà un incontro finalmente significativo, ma condotto come il resto del film in una sorta di bolla temporale all'interno della quale tutti danno l'impressione di muoversi con innaturale lentezza e che quasi nulla davvero accada, lasciando in chi guarda segno del passaggio. L'idea della bambola di Beatrice rinvenuta casualmente da Boccaccio e che questi decide di portare alla propria figlia è piuttosto indicativa di idee in parte discrete ma che non sortiscono l'effetto voluto e si spengono in un quadro generale scintillante quanto inane.

Risulta in ultima analisi più piacevole riconoscere le tante partecipazioni di volti noti del nostro cinema spuntare sotto i pesanti costumi imposti dall'epoca; magra consolazione, per un film che si segue lasciando gli spettatori più interessati ai particolari che al trasporto delle scene. Che Sperduti e Castellitto siano Dante e Boccaccio ce lo si dice prima, ma se non fosse per quello parrebbero anonime figure di un Medioevo che Avati ha colto spesso molto bene come visione d'insieme ma senza riuscire a restituirne la statura dei personaggi.
Marcel M.J. Davinotti jr.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/09/22 DAL BENEMERITO JASPERS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 9/06/23
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Jaspers 29/09/22 23:52 - 129 commenti

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Nella selva oscura la diritta via è smarrita solo da un Avati che da anni non sembra più quello del suo periodo d'oro. Già raccontare qualcosa di così complesso (la vita di Dante e il viaggio di Boccaccio per incontrarne la figlia) in soli 90 minuti porta a gestire male i tempi, non dando il giusto peso agli eventi più importanti (appena accennato il lutto di Dante per la morte di Beatrice); seguono una fotografia da fiction, audio cacofonico, montaggio rozzo con abuso di inquadrature sghembe, ralenti inseriti a caso e musiche inutilmente ridondanti. Bravo Sperduti, ma non basta.
MEMORABILE: Il mosaico si anima (???); Beatrice divora il cuore; Nozze di Dante, dove ciò che risalta maggiormente è il tubare di un colombo.

Silvestro 3/10/22 00:02 - 332 commenti

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Film piuttosto deludente considerando la bellezza del soggetto e la firma del regista. La pecca più grande è la totale mancanza di organicità. Altra falla di non poco conto è l'assenza di poeticità: poco o nulla si coglie del genio poetico di Dante Alighieri. Castellitto sembra poco convinto, il giovane Sperduti è un po' monocorde. Insomma, pellicola bocciata su tutta la linea.

Cotola 3/10/22 23:50 - 8801 commenti

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La poesia al cinema è uno dei sentieri più impervi e scivolosi che si possano percorrere. Figuriamo se ci si confronta con il Sommo Poeta. Sembrano non esserci strafalcioni, ma le cadute di gusto, spesso gratuite, non mancano. Avati avrà anche umanizzato Dante, come da lui stesso affermato, ma quasi tutto è appena abbozzato: per forza, vista la breve durata (nemmeno novanta minuti). E se a volte pecca di eccessivo didascalismo, in altri casi dà troppo per scontato. Pieno di camei l'interessante cast. Tecnici come Zuccon (montaggio) e Stivaletti (fx) sprecati. Poco poetico.

Reeves 4/10/22 14:30 - 1816 commenti

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Grande impegno di Pupi Avati per rendere popolare la poesia dantesca; impresa non certo facile ma che gli riesce grazie alla sincerità con la quale l'affronta. Sergio Castellitto è bravissimo nel ruolo di Boccaccio, e tra i giovani Carlotta Gamba è molto bella e interessante. Il grande sforzo è nel rendere fluidi i dialoghi e Avati vi riesce, come sempre in carriera.

Hiphop 10/10/22 10:12 - 55 commenti

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Non è il primo inciampo del fu grande regista nelle ultime produzioni del suo lavoro. Il problema è che qui il livello della storia, la descrizione della vita del Sommo Poeta, non della sua opera, tocca abissi inadeguati anche per una fiction. In molte interviste il regista ha raccontato di come nessuno volesse produrre il film: guardando il risultato finale si può capire perché. Immagini televisive, sonoro inadeguato, recitazione stanca e svogliata, non lungo ma piuttosto noioso. Sconsigliato.

Maxx g 7/11/22 18:38 - 622 commenti

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Nessuno ha mai realizzato un film su Dante. Lo fa Avati, che fa scorrere il film su due binari. Da un lato il Dante giovane, innamorato di Beatrice, combattente a Campaldino, timido scrittore e appassionato poeta. Dall'altro un ormai maturo Giovanni Boccaccio, che vuole riabilitare la memoria del poeta. Ottima la ricostruzione storica, ed è già un buon punto di partenza per il film. Come per Bellocchio, anche Avati usa l'onirico per descrivere le vicende (specie per quanto riguarda il giovane Dante). Godibile anche se non avrebbe guastato un accenno di più sulla Divina Commedia.
MEMORABILE: Il funerale di Beatrice.

Nando 12/07/23 17:18 - 3761 commenti

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Un'idea del maestro Avati che conduce Boccaccio alla ricerca dei luoghi che frequentò il sommo poeta esiliato dalla sua amata Firenze. Una pellicola che narra le vicende del poeta dalla sua infanzia sino all'amore per Beatrice per arrivare al matrimonio con la moglie Gemma. Narrazione discreta, lievemente didascalica ma nel complesso accettabile, Castellitto appare troppo compassato mentre interessanti sono i vari camei attoriali.

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