Il pasto - Film (1951)

Delusa dalla vita coniugale, lontana dall'amata Tokyo, Michiyo vede messo ulteriormente in crisi il proprio dimesso menage dalla visita della giovane cognata. Prodromo ai più compiuti (ma fin troppo esemplari) capolavori melo dei '60, il film è una riflessione più "schizofrenica" di quanto potrebbe apparire sulle frustrazioni della vita di coppia, scisso tra l'imponderabile monotonia della quotidianità (Michiyo che lava e prepara i pasti) e certo vittimismo frivolo (la gelosia vs Mitsuko, la simpatia per l'antica fiamma, i silenzi del marito). Dialettico.

Bastano poche pennellate, i primi minuti, perché tutto sia chiaro e si capisca la maestria di Naruse nel raccontare la storia di una crisi matrimoniale con notevole maturità e, per quei tempi, modernità e coraggio. Sì, perché al di là della crisi di coppia, a stupire è il ritratto di Michiyo (interpretata da una bravissima Setsuko Hara), donna schiacciata da un matrimonio ben poco felice, che prova a riprendere la sua vita in mano. Anche gli altri personaggi sono interessanti e ben tratteggiati, così come la vita nipponica nel dopoguerra.