Alien: Romulus - Film (2024)

Alien: Romulus
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Alien: Romulus
Anno: 2024
Genere: fantascienza (colore)
Note: Sesto sequel di "Alien" (1979), di cui è sequel diretto.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il franchise di ALIEN passa alla Disney e si vede, eccome! I protagonisti scendono tutti di età fino ad avvicinarsi quasi all'adolescenza (apparentemente almeno, perché alla Spaeny venticinque anni non glieli darebbe nessuno!), le musiche si gonfiano di archi spielberghiani che poco si sposano al tema, infine la componente fantascientifica che negli ultimi sequel aveva saputo arricchire la saga di sfumature adulte viene svilita da meccanismi associabili unicamente a dinamiche da horror puro. Insomma, la nuova avventura sembra un'elementarizzazione della formula, che mira a ripetere il successo dell'inimitabile numero uno...Leggi tutto rifiutando però di accettarne lo spirito strutturalmente avanguardistico (per l'epoca in quel genere) e limitandosi a riprenderne alcune idee che permettano di rievocarlo attaverso semplici associazioni. In questo senso la trovata vincente è aver riportato "in vita" Ash, l'indimenticato androide interpretato allora da Ian Holm e qui riproposto sulla scena grazie agli effetti digitali che ce lo restituiscono "in perfetta forma" e identico ad allora.

Il grosso del lavoro si concentra sulle scenografie - ricreate ad arte e capaci di farci gioiosamente arretrare con la memoria - e naturalmente sull'animazione dei mostri di Giger, da sempre le autentiche icone della saga: spalancano bocche bavose, saltellano come ragni nelle diverse incarnazioni, esibiscono le caratteristiche teste allungate. In tutto questo ci si riaggancia al primo capitolo, ovviamente, ma anche al secondo per la struttura da guerra a carte scoperte, alla CLONAZIONE nell'ultima parte e perché come quello funge un po’ da episodio "riassuntivo"; poi persino a PROMETHEUS e insomma, Alvarez tira dentro ogni elemento utile per solleticare i fan più attenti della saga. Fan service, si definisce, ma non è questo il problema quanto semmai uno svilimento generale della proposta, che procede senza alcuna idea in grado di rendere memorabile il film.

La storia vede i giovani protagonisti intenzionati ad abbandonare una vita disgraziata sul pianeta morente e senza sole dove vivono. Per affrontare un lungo viaggio nello spazio hanno però bisogno di capsule criogenetiche, che pensano di recuperare dalla “Renaissance”, vecchia stazione spaziale in disuso della Weyland-Yutani raggiunta con una piccola astronave di cui dispongono. Una volta lì, tuttavia, scoprono che vi alloggia ancora (come spiegherà un androide con le fattezze del vecchio “Ash”) il maledetto alieno che la povera Ripley aveva tanto faticosamente espulso dal Nostromo molti anni prima. Una volta liberatosi, il nostro riprende a spiaccicarsi sulle facce dei malcapitati prima e a braccarli poi.

Il gruppo di ragazzi, perlopiù indistinguibili tranne la protagonista Rain (Spaeny) e il suo "fratello" sintetico Andy (Jonsson), unico personaggio cui sia concesso un minimo di spessore, se ne fugge per i corridoi, apre e chiude porte stagne, spara, subisce gli attacchi del mostro che cola acido... Se Alvarez aveva cominciato con un promettente incipit nello spazio silenzioso recuperando il fascino della fantascienza più oscura legata al prototipo, poi ci mette troppo a portare i ragazzi lassù e una volta aperta la guerra non riesce mai a spaventare, non regala manco per sbaglio uno straccio di luminosità alla fotografia (ah, quei bei bianchi accecanti delle sale del Nostromo...) e si contenta di svolgere il compitino con qualche ripresa avvolgente in assenza di gravità e ritmi celeri come si conviene al cinema d'oggi. Ma la distanza anche dall'ultimo COVENANT è tanta, in termini di coinvolgimento vero, per un'avventura spaziale che si allontana dalla maturità delle prove precedenti per allestire una festa dell'orrore in cui le infiltrazioni disneyane hanno trasformato la magia in cliché stantii da riproporre senza fantasia per accontentare chi cerca uno spettacolo immediato e "facile"; non disdicevole, che si giova anzi di alcuni buoni effetti sparsi e un po' di movimento, ma che nulla aggiunge alla saga partorendo un midquel debole e mal scritto (ben altri risultati aveva ottenuto sempre la Disney interponendosi in un'altra nota saga con ROGUE ONE).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/08/24 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 31/08/24
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Luluke 22/08/24 08:10 - 352 commenti

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Nuovo proprietario del franchise (Disney), nuove regole di scrittura e casting. Alien così diventa un film di avventure gore per ragazzi, una sorta di Venerdì 13 nello spazio. Senza vera tensione drammatica, visto che da subito capisci chi sopravviverà alla consueta mattanza sull'astronave e con un citazionismo a dir poco fastidioso, persino nelle battute (per non parlare del finale). La mano di Scott si vede solo all'inizio in una città che sembra L. A. di Blade runner. La regia di Alvarez vale quanto quella degli Strause.

Dave hill 22/08/24 20:57 - 68 commenti

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Lo guardi e ti diverti a cogliere le numerose citazioni/omaggio ai precedenti capitoli. Tutto qui? No, intrattiene e regala ai fans dozzine di granchi e xenomorfi! Certo, ti rendi conto di come il capostipite sia un capolavoro. Infine, noti con sottile piacere che i sintetici hanno la scheda come gli smartphone e vanno pure riavviati mentre gli umani - agricoltori su una colonia sperduta - sono in realtà esperti di medicina, biotecnologie oltre che provetti piloti di astronavi. AI, prendi e porta a casa!
MEMORABILE: I raggi x svelano un ospite sgradito.

Puppigallo 15/08/24 07:46 - 5370 commenti

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Il regista si sbizzarrisce in citazioni e collegamenti con tutti i precedenti episodi della saga. Ma se le prime possono lasciare un po' il tempo che trovano, finendo per essere più un giochetto per chi le coglie ("Avete la mia solidarietà; Creaturine industriose"; "Sta lontana da lei, maledetta"), i secondi (col capostipite e Prometheus) hanno invece un perché, dando un senso alla pellicola, che sì non offre particolari novità, ma che grazie a una giovane protagonista accettabile, a un singolare androide e a buoni effetti (finale a parte) risulta almeno un discreto passatempo.
MEMORABILE: Temperatura e movimento: "Correte!"; Una vecchia, sintetica conoscenza; Senza gravità in compagnia dell'acido; Parto "complicato".

Gabigol 16/08/24 00:18 - 618 commenti

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Primi 20 minuti bomba: colonie minerarie di stampo capital-schiavista all'ombra della corporazione Weiland-Yutani. Dopo, senza più idee da portare avanti, si paga dazio con estenuanti rimandi ai precedenti capitoli; e la costruzione tensiva si sbriciola in una innocua conduzione videoludica. C'è pure spazio per magre figure (Ian Holm in CGI; l'ibridone viscido in chiusura) che fanno risaltare una scrittura, nel complesso, povera. Spaccamascella, invece, fotografia e apparato scenografico, due componenti che reggono la baracca. Si resta lontani dal rilancio vincente del franchising.
MEMORABILE: Lo slalom tra facehugger; Galleggiamento a gravità 0 tra l'acido; Il Sintetico con le sfumature caratteriali sovrascrivibili; Il parto dell'ibrido.

Rebis 20/08/24 19:01 - 2408 commenti

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Ridley Scott aveva fatto vedere Non aprite quella porta alla crew di Alien per fargli capire in che direzione voleva andare. Alvarez riparte da qui e decima le ambizioni filosofiche degli altri capitoli, pur costellandoli con riferimenti e citazioni. Se la prima parte scivola via che è un piacere - più Spartacus che Romulus, a dire il vero - nella seconda l'ingegnosità delle sequenze d'azione sopravanza la credibilità. Nel complesso rimane un fan service filologico, ben confezionato e gradevole. Innovativa la caratterizzazione dell’androide Andy, incarnato da un ottimo David Jonsson.
MEMORABILE: L'orda di facehugger scongelati e in azione; Gli acidi in assenza di gravità; La nascita dell'ibrido.

Reeves 23/08/24 08:21 - 2560 commenti

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Cambia la produzione, ma la cura del regista è soprattutto quella di creare una nuova situazione nella quale ci siano però precisi riferimenti a come erano stati pensati gli episodi precedenti. Non c'è però il tentativo di raccontare una storia "alta" come nel primo della serie, perché qui gli espedienti gore e gli effetti raccapriccianti hanno la prevalenza e collocano il film nell'area dei prodotti per adolescenti in cerca di emozioni. Deludente.

Zaratozom 23/08/24 09:32 - 64 commenti

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Chi non ha visto nessun film della serie può vedere solo questo e avere il Bignami riassuntivo degli ultimi 40 anni. Purtroppo tale caratteristica non è un punto a favore. Sceneggiatura terribile, gore prevedibile, personaggi che più ingenui nemmeno nei film di Craven, colonna sonora che si salva solo con le reprise extradiegetiche dei capitoli precedenti. Se questo era il miglior script da produrre chissá quelli scartati… Da salvare la tecnologia e gli effetti sonori che si sposano coi primi due inarrivabili capitoli del secolo scorso.
MEMORABILE: Il balletto nell'acido.

Gurino 25/08/24 01:26 - 2 commenti

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Alvarez riprende la serie e pari pari come per La casa mette insieme gore e fan service. Opera dedicata a chi è andato a rivedersi tutti gli episodi precedenti, arricchita da una grande fotografia ed effetti.  L'inizio è pazzesco, quasi una storia a sé, poi si riprende il genere e via di ritmo con un finale spinto sull'acceleratore. Qualche pecca: mancato sviluppo dei personaggi comprimari, eccessiva foga citazionista, pochi spaventi ma degna ripresa del genere senza tanti fronzoli.
MEMORABILE: L'inizio nella colonia mineraria; L'upgrade; L'assenza di gravità.

Il ferrini 25/08/24 01:44 - 2501 commenti

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Romulus nasce già come un ripiego e un film senza nessuna profondità. Un'avventura di adolescenti soprattutto per adolescenti che non riesce neanche nell'intento di un fanservice nostalgico e non è che non ci provi. Butta via l'unica buona idea della sceneggiatura dopo il primo quarto d'ora e da lì in poi s'apre la sagra del già visto corredata di irritanti battutine degne del Groucho di Dylan Dog. Si salva la messa in scena, ma giusto perché è ricalcata da predecessori di pregio, compreso il videogame Alien Isolation. Speriamo il ricavo serva a Scott per raccontarci di David.

Magerehein 29/08/24 10:37 - 1094 commenti

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Disney prende il timone e lascia qualche scoria; stona un po' avere solo teenagers per protagonisti, per quanto non se la cavino male e l'idea che muove le loro azioni sia sensata. Per quanto concerne il resto siamo invece di fronte a una buona operazione nostalgia, sì derivativa (per sviluppo di trama ricorda per lo più l'Alien di Jeunet) ma ritmata e soprattutto dotata di bellissime atmosfere (gli effetti sono prettamente buoni ma non omogenei). La tensione del capostipite è ormai persa, ma non sfigurerebbe in un confronto col numero 2 e batte gli ultimi lavori a tema di Scott.
MEMORABILE: Le scenografie; Impressionante rivedere Ian Holm (morto nel 2020) ricostruito in CGI; Il nuovo "neonato" (quello del '97 turbava di più).

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Herrkinski 4/09/24 20:34 - 8390 commenti

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Ci mette un po' troppo a ingranare, specialmente perché non può contare su un cast del livello dei primi storici film della serie, bensì su un gruppo di giovani non particolarmente caratterizzati né simpatici; per fortuna poi arrivano gli alieni, le cose si movimentano e l'atmosfera si avvicina all'horror, con una seconda parte dal ritmo vertiginoso e dalle atmosfere sulfuree. Ottime le scenografie e la fotografia dai toni rossastri, buono il mix tra SPFX pratici e CG; non aggiunge nulla di nuovo e i richiami ai precedenti della saga sono molteplici, ma mantiene un buon livello.
MEMORABILE: Fluttuando tra il sangue corrosivo degli alieni; La rimozione del "face hugger" dalla vittima; Il "figlio" mostruoso; Nel vano ascensore.

Valcanna 4/09/24 10:49 - 76 commenti

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Il tentativo di rendere la saga di Alien fruibile e godibile per le nuove generazioni di teenager fallisce miseramente: non si ritrovano quasi mai le cupezze, la suspense, la profondità e la stratificazione dei primi capitoli. Purtroppo film dopo film si assiste a una lenta ma inesorabile agonia di idee e di sviluppo. Gli xenomorfi, organismi praticamente perfetti, vengono allegramentge abbattuti senza alcuna difficoltà. Se ne poteva fare assolutamente a meno. Evitabile.

Minitina80 8/09/24 14:56 - 3094 commenti

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Chi pensava a un capitolo dedicato agli appassionati della saga non sbagliava di certo. Zampilla di citazioni che richiamano alla mente episodi precedenti, sebbene si collochi esattamente dopo il capostipite. A seguito di una prima parte interlocutoria, ci si immerge in un incubo in cui gli alieni saranno in grado di lasciare un segno tangibile; Alvarez calca la mano sfociando nell’horror e non lesinando sui particolari più cruenti. Inutile sottolineare la bontà degli effetti speciali che consentono una gradita sorpresa dal passato. Si vede una volta, con moderata soddisfazione.
MEMORABILE: Ian Holm in CGI; Il volo tra l’acido; Il nascituro.
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