Che in un film di John Woo la parte del leone la facciano gli attori è sintomatico: per un regista riuscito nel difficile intento di rendere mirabolante un film con Jean Claude Van Damme pareva fosse un optional, e invece... Forse non c'è nulla da fare: il John Woo formato Hollywood non riesce a replicare la grandezza delle sue pellicole d’Oriente. In SENZA TREGUA il target (“hard” target?) di Van Damme non permetteva di sbizzarrirsi in sottili elucubrazioni che andassero oltre la violenza fine a se stessa, in BROKEN ARROW...Leggi tutto mancavano i caratteristici scontri a fuoco e conseguenti iperbolici voli tra le pallottole, in FACE/OFF a difettare sono il ritmo, non indiavolato come Woo prometterebbe, e la scarsa consistenza delle scene non di pura azione. Inoltre anche queste ultime, se si eccettua il cardiopalmico inseguimento finale sui motoscafi preceduto dalla sparatoria in chiesa (situazioni entrambe riprese dal favoloso THE KILLER, vero capolavoro di Woo) non sono di qualità così eccelsa come da un regista simile ci si attende. Ben filmate, non si discute, ma non aggiungono nulla a quanto il regista non avesse già fatto, con risultati decisamente superiori, ai tempi di Hong Kong. La sceneggiatura (ma questa non è una novità) assomma decine di incongruenze a una logica discutibile, dimostrando come Woo non conti affatto sulla credibilità delle sue storie preferendo concentrarsi sullo stile barocco della messa in scena. E forse può anche aver lasciato la parola finale sulla sceneggiatura a Hollywood, vista l’estraneità di una conclusione tanto lieta e forzata a un cinema dai sentimenti forti e drammatici come era quello di Woo in patria. La scelta di John Travolta è dovuta sia alla felice esperienza di BROKEN ARROW, sia all’innegabile capacità dell’ex Tony Manero di esasperare la componente parodistica di ogni “noir” dei nostri giorni (ma Woo purtroppo non è Tarantino e il povero Travolta qui non è altrettanto spontaneo). Diverte quindi FACE/OFF, ma non dimentichiamoci che per raggiungere tale obiettivo si è reso necessario riciclare per l'ennesima volta, pur con le dovute modernizzazioni, uno degli espedienti più classici del cinema comico: la trovata dei sosia. È chiaro infatti che sotto l'invenzione della faccia scambiata si nascondono gli stessi spunti delle tantissime commedie di grana grossa in tema. Persino Franco e Ciccio in Italia non erano molto distanti dal concetto base di FACE/OFF con UN MOSTRO E MEZZO. Sembra di stare agli antipodi, ma in realtà gli equivoci che si creano nei conoscenti dei due “sosia” sono sempre i medesimi. Non si può dire che FACE/OFF sia un brutto film, sia per la realizzazione professionale del prodotto (e alla produzione non per niente c’è quel volpone di Michael Douglas), sia per il marchio riconoscibile di uno dei più grandi geni dell’action degli anni Novanta, ma proprio per questo da John Woo ci si aspettava di più. Invece il primo tempo è per larghi tratti insopportabilmente ingenuo e noioso, con dialoghi scontati e un John Travolta che, chiaramente, a fare il buon padre di famiglia non è proprio capace.
Veramente grandissima idea questa di John Woo di cambiare i volti ai personaggi. Per la prima volta ci troviamo di fronte due attori che hanno la possibilità di cimentarsi in due ruoli antagonisti. Entrambi, Travolta e Cage, danno il meglio di sè nella parte del cattivo. Film sicuramente da vedere, carico di tensione e di azione, consigliato.
Trattasi di puro e sano divertimento, in un film d’azione dal ritmo quasi costante, con due protagonisti (Travolta e Cage) in forma e uno scambio d’identità, non solo su carta, che finirà per confondere piacevolmente anche lo spettatore, oltre che i due attori (Cage dà quasi i numeri). Alcune scene non si dimenticano: lo scambio, Cage allo specchio, il risveglio del cattivo faccialeso, la sua richiesta. Dialoghi niente male e scene d’azione girate magistralmente. Non una grande pellicola, ma nell’insieme è notevole.
Mah... filmetto al quale sicuramente avrebbe giovato una durata inferiore. Circa due ore e un quarto, per la gran parte delle quali occupate da sparatorie, scazzottate ed inseguimenti forsennati in motoscafo, sono veramente troppe. L'idea dello scambio di faccia non è neppure malvagia e dà la possibilità a Travolta e Cage di scambiarsi il ruolo buono/cattivo (che non è certo una novità), per il resto non molto da segnalare. Dimenticavo di citare il finale ultra buonista che forse potevano evitarci.
Buon film soprattutto per l'idea dello scambio di identità e di volto che confonde i protagonisti e lo spettatore, che peraltro, dopo aver digerito l'originale idea, si annoia un po' a causa di una parte centrale un po' priva di spunti. Poi il finale molto buono con un inseguimento fra motoscafi realizzato in maniera impeccabile e spettacolare. Il ritmo non manca mai e questo è ovviamente essenziale, per un film di azione che centra l'obiettivo.
Esagerato e fracassone nel tipico stile di Woo, indiscusso maestro moderno dell'action-movie d'intrattenimento. Buona la prova di entrambi i comprimari anche se, dopo lo scambio d'identità, Cage - che domina i primi dieci minuti con le sue smorfie da psicopatico - torna prigioniero dei suoi soliti ruoli; ne guadagna senz'altro Travolta. La produzione impone un classico (e un po' ridicolo) happy end, che stona assai con il tono globale del film.
Buona l'idea di partenza e la realizzazione della trama. Bravi Travolta e Cage nel doppio ruolo, ma soprattutto dopo lo scambio d'identità: la perfidia di Travolta è notevole. Ritmo buono, solo qualche indugio di troppo sugli elementi barocchi cari al regista (pistole, ralenti) e sulla spettacolarizzazione, visiva e sonora, tipicamente americana. Diverte e impressiona alla prima visione, dopo può scendere di appeal.
Face/off non riesce a raggiungere una più alta vetta a causa di quei clichè troppo marchiati e che troppo fanno borbottare allo spettatore la solita battuta: "...Americanata!". Ma per chi ama follemente le americanate simili, il film potrebbe anche raggiungere la perfezione; sorvoliamo su gente che non muore mai, che schiva pallottole e si getta da palazzi (e non è un film fantastico). Grazie alla bravura cosmica di Travolta e Cage, unita alla furba idea di mischiare le loro identità, il prodotto è pronto e comunque gustoso. Suspence a volontà.
Come action movie funziona, come film di Woo no. È vuoto, forzato in alcuni passaggi, a volte addirittura freddo. La produzione americana svuota alcuni dei contenuti tipici del cinema del regista honkonghese lasciando solo il suo senso del ritmo, che resta comunque superbo. Non confondibile con altre pacchianate hollywoodiane ma certo lontano degli standard dei primi film.
Per scoprire un attentato un poliziotto si fa trapiantare la faccia di un criminale, ma quest'ultimo contraccambia... Spettacolare e ambizioso, il film riesce a combinare una magistrale azione al cardiopalma con temi sottili come l'identità e l'idea del bene e del male come facce quasi intercambiabili della stessa medaglia. Woo si avvale di un ottimo Travolta (Cage solo in parte), trascinandoci in un claustrofobico labirinto di specchi, inquietante e sconvolgente, da dove si esce solo con un posticcio happy end.
Divertentissimo e gustoso action-movie dalla trama folle (anche se lo spunto di partenza non è del tutto originale) e scombicchierata ma comunque riuscita. Notevoli le scene d'azione e non potrebbe essere altrimenti con Woo dietro la macchina da presa. Ritmo adrenalinico che tiene viva l'attenzione per tutta la sua durata. Chi ama il genere non dovrebbe perderlo.
Il film è notevole, scorre liscio come l'olio, è ben recitato, diretto divinamente e pieno di scene memorabili. Manca però il coinvolgimento emotivo delle opere di Hong Kong e il tutto, passate le due ore e un quarto di durata, lascia solo una buona dose di adrenalina (che come effetto non è comunque male). Quindi niente più lacrime e passione, solo fracasso e divertimento ad altissima classe. Non un capolavoro, ma un ottimo intrattenimento.
MEMORABILE: La fuga dal carcere; la lezione di Travolta al ragazzotto in macchina.
Ottima realizzazione di John Woo. La trama regge bene nonostante la mole (ben 2 ore e 13 minuti). Cage e Travolta molto ispirati (soprattutto il primo). Il tema del doppio è il leitmotiv dell'opera. Archer e Troy sono speculari l'uno all'altro; il bene si fonde con il male. I riferimenti storici (i nomi Castor e Pollux Troy, il cognome Archer) e biblico-religiosi (Adam, Eve, Michael, la colombe che accompagnano l'arrivo di Archer/Castor) rendono il tutto più invitante, mistico e corposo. Adrenalinico.
Capolavoro dell'action anni 90 (altro che Matrix) e miglior film tra i Woo "Made in Usa": Bene e Male (manicheismo occidentale) si scambiano letteralmente fino a confondersi (la concezione orientale di ying e yang), col buono che scopre l'umanità nei cattivi e il cattivo che, apparentemente, sembra un marito e padre migliore. Fino al ritorno nei rispettivi panni e (come sempre in Woo) alla vittoria dei vecchi valori. Visivamente straordinario, commuove e diverte al tempo stesso. E Travolta e Cage non hanno mai recitato così bene.
MEMORABILE: La sparatoria attraverso lo specchio, in cui ciascuno spara alla propria immagine riflessa, in cui vede però il volto dell'odiato nemico. Geniale.
Classico action-movie di un Woo sempre fedele a se stesso. Adrenalina profusa a piene mani e un cast azzeccatissimo ne fanno una pellicola godibile fino in fondo nonostane l'eccessiva durata. Il soggetto molto arguto porta immancabilmente a dei risvolti filosofici che lo rendono più intrigante di altri suoi simili. Come dice il titolo ll bene ed il male, interscambiabili comunque, diventano facce di una stessa medaglia che arrivano finanche a confondersi tra loro. Per dirla tutta è raro vedere un action di questo tipo con un cuore ed un cervello.
Di gran lunga il miglior risultato della trasferta americana del regista, in verità non troppo felice quando non deludente. Il merito è di una storia assai intrigante, con un interscambio di facce/ruoli fra il buono ed il cattivo che regge bene per quasi tutta la lunga durata, gestito col caratteristico ritmo sincopato (momenti sfrenati intervallati da rallenti ed inserti lirici). Per una volta tanto, sia Cage che Travolta risultano convincenti e perfettamente funzionali nella loro specularità. Il risultato è un film che avvince ed emoziona, debole solo nel finale un pò troppo conciliante.
Finalmente fra le sceneggiature servite a Woo nel suo periodo americano una non bidimensionale e puramente d'azione, ma con invece un bel sottotesto e una eccellente (e inquietante) idea di partenza. Poi, va da sè, è lo spettacolo a farla da padrone, ed è spettacolo di purissima marca Woo, con momenti superlativi e autocitazioni. Cage Travolta pure loro bravi, ma ancora una volta giù il cappello davanti a Wu Yusen.
Prodotto da Micheal Douglas, "Face off" mette a confronto l'ormai abbonato ai ruoli di mafioso John Travolta (che, inizialmente, fa l'agente F.B.I.) con chi di mafioso, almeno, ha la faccia (Nicolas Cage). Forse questo cinema orientale moderno (nonostante il sostegno di registi come Tarantino), in USA ha il fiato corto, anche perché a John Woo non hanno permesso di girare il finale pessimista che voleva. Ciò nonostante e benché l'incasso in Italia sia stato magro, la pellicola è molto bella.
MEMORABILE: L'agente John Travolta si sottopone all'operazione e diventa il criminale Nicolas Cage, caduto in coma e viceversa. Le automatiche dorate di Cage.
Action movie abbastanza efficace che si avvale di spettacolari scene d'azione e di una narrazione fatta di sostituzioni di persona molto evidenti. Buono il cast che vede Travolta e Cage ora sanguinari assassini o mariti devoti. Una pellicola che mostra i muscoli ma presenta anche un lato sentimentale.
Lontano da Hong Kong, John Woo risintetizza alcuni elementi clou del fenomenale The killer, suo folgorante vertice espressivo, consegnando alla platea il suo più bel film made in USA. Districamenti action funamboleschi e pirotecnica esplosività si intrecciano a cruda fanta-medicina, riassettamenti intra-familiari e sdoppiamento di personalità smarrite, accavallate e ritrovate. Una pellicola ultra-sofisticata, barocca, spiazzante nel suo irrealismo tonitruante, impregnata della sacralità liturgica del ralenti e con due interpreti di memorabile magnetismo "bipolare".
Pura goduria per i fan del Cage fuori di testa, carismatico all'ennesima e in grado di rubare la scena anche nei panni del "cattivo moderato" e Travolta è ottimo comprimario. Woo ci propone le sue classiche sequenze action spettacolari, ne esce una pellicola solida, con tanta (a tratti pure troppa) carne al fuoco; quasi uno scontro mitologico tra bene e male, ognuno ha bisogno dell'altro in modo malato e perverso. Ottimo doppiaggio pure. Da godersi come si deve, ora che abbiamo tutti la possibilità di avere un piccolo cinema a casa.
MEMORABILE: "Una patata... mi dà gusto mangiare la patata!"; i due si incontrano per la prima volta dopo lo scambio.
Grandissimo action di Woo, con un'idea di partenza ottima (per quanto assurda) e scene coreografate benissimo. Adrenalinico e coinvolgente, soprattutto grazie all'ottima performance di Travolta, che batte ai punti un Cage appena più espressivo del solito. Tanti i riferimenti alla storia, alla classica lotta fra bene e male (citata anche esplicitamente prima dello scontro finale) e finale quasi commovente. Ottimo.
Forse il miglior Woo di Hollywood, ma le vette cinesi son lontane. Ingiustificatamente prolisso, si riscatta nell'azione senza entusiasmare. La qualità è alta, il cuore assente, e non bastano infiniti ralenti e invasioni di colombe a restituircelo. Se Travolta villain gigioneggia e diverte, Cage contenuto si strugge e affonda sciapo nel bieco tran-tran da action qualunque, schiavo di uno script zeppo di scene inutili che si fatica ad associare ad altre in cui invece la mano di un regista superiore si avverte. Diretto da un altro, Face-off l'avremmo oggi facilmente dimenticato.
MEMORABILE: L'inseguimento in motoscafo, con sprazzi del miglior Woo; il Cage iniziale, il Travolta successivo alla prima mezz'ora: quando c'è da giocare a fare i cattivi insomma...
Lo scambio d’identità tra ruolo e carattere del personaggio intesse una sfida attoriale in cui Cage è meglio di Travolta. L’azione ricopre gran parte del girato, ma diversi passaggi (la prima scena, il fratello che capisce lo scambio, la fuga dalla prigione, la prima notte con la moglie, il figlio di Castor, l’esame del sangue) vengono espressi male o sottintesi, e anche se Woo dimostra padronanza dei mezzi, la sceneggiatura esasperata non garantisce una linearità di racconto. Finalone per gli amanti del genere.
Continua la fruttifera (anche economicamente è un trionfo) campagna americana di Woo, qui guidato da un intelligente senso della misura. Il regista evita di mostrare con prepotenza i suoi muscoli cinematografici (ma l'azione coi fiocchi non manca) per mettersi più al servizio della storia (che per quanto fantascientifica è molto intrigante) e soprattutto dei due divi. È vitale lo spazio dato al Travolta cattivo, capace di gigioneggiare e alleggerire il tutto con gran mestiere. Anche Cage non demerita, in questa lotta in cui il bene e il male si confondono.
MEMORABILE: La sequenza del trapianto; Cage che si sveglia dal coma senza faccia.
Baracconata sulla carta, di dignitosissima efficacia nella realizzazione: lo spunto (invero non troppo originale) dello scambio di identità tra il buono e il cattivo viene esagerato a livelli estremi e ogni prevedibile sviluppo viene saggiamente ritardato per concentrarsi sull'azione e sull'ironia. Cage è piacevole finché fa il cattivo, ma Travolta (in quegli anni davvero in stato di grazia) se lo mangia in entrambe le parti.
MEMORABILE: La visita di Travolta a Cage in carcere.
John Woo molto scenico, molto spettacolare, (per me) inaspettatamente cruento, ma non bravo: molteplici sono gli errori nella regia e si nota una generale grossolanità nelle riprese, anche sotto l'aspetto fotografico. La storia è buona, valida ed è in realtà l'unica vera piacevolezza della pellicola; lo sviluppo di essa è infatti debilitante in parecchi punti. Le pallottole riescono a colpire tutti tranne Travolta e Cage, che lo meriterebbero invece per le loro performance. Cast mediocre. Tuttavia, una visione è d'obbligo.
MEMORABILE: L'eterno inseguimento finale fra Troy e Archer.
Tra i migliori prodotti del periodo Usa di John Woo, l'action movie in questione verte sulla scambio di volti tra i due protagonisti (il buono nei panni del cattivo e viceversa). Il film cattura l'attenzione ed è condito da ottime sparatorie in pieno stile Woo, salvo rallentare un poco nella parte centrale (il periodo in carcere). Bravo Cage, ma Travolta è di poco superiore (le sue espressioni da cattivo sono un vero spasso). Notevole.
Ci si diverte. A patto di sospendere totalmente la logica per due ore e mezzo e non farsi domande tipo: come può un'operazione simile avere una degenza così breve? Come si può uscire da una prigione di massima sicurezza sulla sola parola di un agente? Come può una moglie non riconoscere il corpo nudo del marito? Godetevi piuttosto lo spettacolo (ce n'è tanto) e due attori in gran forma, soprattutto Cage. Il budget a disposizione è alto e si vede tutto, montaggio serratissimo, fotografia di Wood, specialista di action (Die Hard, Bourne).
MEMORABILE: Il "trapianto"; La prigione; Lo scontro finale allo specchio.
Il miglior film di John Woo durante la sua trasferta americana. Il regista di Hong Kong porta a Hollywood il suo stile e i suoi temi: i ralenti, le scene d'azione spettacolari, le colombe come simbolo di pace durante le sparatorie, i protagonisti sempre al confine tra bene e male. Un action duro e puro, ad altissima tensione e con sequenze adrenaliniche. Ottimi Travolta e Cage.
Quando un film d'azione è davvero d'azione. Adrenalinico, dinamico, assolutamente ben fatto, sia per sceneggiatura che per montaggio. Il tema del doppio viene dipanato con sequenze rocambolesche ma non banali e con due interpreti in piena forma su cui non avrei mai puntato. Eppure. Scambi di persona, di ruoli, di vita e di facce fino al finale, stranamente azzeccato in film del genere. Imperdibile.
Altalenante film d’azione impostato su un’idea discreta che permette continui capovolgimenti di fronte, rendendo lo scritto dinamico almeno sul piano strettamente narrativo. Tuttavia non entra mai nello specifico, utilizzando il tema del doppio in maniera propedeutica all’azione. La spettacolarità di alcune scene è innegabile, anche se in più occasioni ne risente in maniera direttamente proporzionale alla credibilità. Da scegliere come prodotto di intrattenimento e nulla più. Alcune espressioni facciali di Cage sono tutto un programma.
Film saturo di citazioni, di funambolismi istrionici stucchevoli sollevati come un tornado per sostenere una trama junghiana che al solo fine di ottenere spettacolo a buon mercato declina nel fantaridicolo. L'unica nota degna di menzione è la pancia piena del botteghino. E dei cachet di Travolta e Cage. Se è vero che la genetica fa miracoli la fisica non può fare eccezione. Se non a patto di passare dall'action al grottesco!
Buona megaproduzione hollywoodiana che si avvale di due stelle come Cage e Travolta, i quali inevitabilmente alzano la qualità (soprattutto il primo) ma anche le aspettative. Queste ultime sono parzialmente rispettate; infatti, oltre alle preventivabili sparatorie e al lieto fine di stampo americano, la trama non è affatto originale (l'abusata sottrazione d'identità) e si regge su basi deboli. Per il resto la regia e la sceneggiatura sono ottime e il film scorre via abbastanza piacevolmente.
Da americanizzato, il cinema di Woo è inarrivabilmente fast, fastoso, ambrosolizzato: ci dà davvero un cinedomani migliore, tirando le fila di tutto il suo curriculum come di tutta la grandeur action 90's, per poi raimificarle laddove nemico esteriore ed interiore diventano logaritmi e sinusoidi e l'agnizione da doppia o quadrupla si fa ennupla approdando al doppelgangbanger laddove ad Alice non basta una specchiosfera, anche attoriale: per un Cage ancora air-conditioned travolto da insolito destino di sobrietà, Travolta cagegioneggia a rotta di overacting. Da Woo a wow è un attimo.
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Ciavazzaro ebbe a dire: Inzialmente Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone dovevano essere i protagonisti,ma il regista preferì Travolta e Cage.
Fonte:Imdb
Meglio Travolta e Cage, non dico che sia come passare dal giorno alla notte ma un gradino sopra ci stanno.
Bravo soprattutto a Woo che ha saputo "disegnarli" e "interscambiarli" al meglio.
CuriositàZender • 19/04/10 19:16 Capo scrivano - 48843 interventi
Però la soddisfazione di vedere Stallone e Schwarzy come protagonisti nello stesso film sarebbe stata una soddisfazione mica da poco eh...
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dall'11/07/2011 per Walt Disney Studios Home Entertainment:
DATI TECNICI
* Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Inglese Francese Tedesco
5.1 DTS: Italiano Tedesco
5.1 PCM: Inglese
* Sottotitoli Italiano Inglese Francese Tedesco
* Extra Azione massiccia
Trailer