Note: Aka "The battle of Red Cliff". E' la versione ridotta a 148' destinata ai circuiti cinematografici extra-asiatici. La versione originale è già recensita.
L'epico secondo Woo: tanto impeto e maestria registica ma anche megalomania e ripetitività dei temi. Come in altri registi orientali (Kurosawa, Yimou) soffre di gigantismo. A differenza loro, Woo imposta uno sviluppo da fumetto d'autore (vedi la galleria dei personaggi, modello Signore degli anelli). Non mancano gli spunti interessanti (la raccolta delle frecce, l'attesa del vento). Woo dona eleganza alla morte ma il pathos troppe volte si incanala verso un Risiko didascalico povero di profondità. Probabilmente pensato per l'audience asiatica.
Il progetto di unire la poesia dell'epica orientale con l'impeto tipico dell'azione occidentale è abbastanza riuscito, anche se non perfettamente. In alcuni punti Woo sacrifica la profondità all'azione e all'intento didascalico, ma la pellicola rimane comunque fluida e intensa grazie anche al contributo di un imponente cast asiatico. Svetta fra i protagonisti l'ambizioso Cao Cao di Fengyi, un po' Macbeth e un po' poeta.
Ho il grandissimo piacere di aver già letto il libro da cui questo film è tratto. Il romanzo mi aveva altamente colpita e (è la prima volta che mi capita) anche il film di John Woo mi ha entusiasmata. Il riadattamento è riuscitissimo, non credevo all'inizio che La battaglia dei Tre Regni si presentasse così tanto descrittivo, in special modo nelle scene d'azione. Ottimo Tony Leung come anche il resto del cast.
Torna in patria John Wood dopo la trasferta (artisticamente contraddittoria) hollywoodiana, per dirigere un kolossal epico che si richiama direttamente alla tradizione cinese: battaglie cruente, ben realizzate ed estremamente realistiche alternate a più o meno profonde riflessioni esistenziali; grande spettacolo forse a volte un po' ripetitivo ma estremamente godibile.
Magniloquente, pomposo, con personaggi stereotipati fra lo ieratico e lo sbruffone incosciente, in alcuni punti troppo palesemente digitalizzato (la distesa di navi ricorda Age of Empire)... gli appigli per un giudizio critico ci sarebbero tutti, ma confesso di essere rimasta estasiasta dalla coreografia delle scene di battaglia (la manovra della testugine), dalla potenza pittorica delle cariche dei cavalieri, dal delirio fiammeggiante dello scontro finale. Un godimento visivo che mi ha fatto sembrare troppo "corta" la versione occidentale.
MEMORABILE: L'attesa del cambio del vento, la quiete che precede la tempesta
Un mix di poesia ed epicità che trasporta magistralmente lo spettatore in un'era fatta di guerre ed eroi. John Woo piace ed entusiasma e non fa sentire la pesantezza delle quasi tre ore di durata della pellicola; questo grazie anche ad un cast arricchito dalle presenze di attori di spessore come Tony Leung e Takeshi Kaneshiro. Romantico.
Va preso per quello che è: un colossale e divertente giocattolone che punta tutto sullo spettacolo e riesce a intrattenere piacevolmente lo spettatore per circa 150 minuti (pur con qualche pausa fisiologica). La confezione è ottima nonostante qualche
eccesso di computer grafica e la regia di Woo è magistrale nelle scene d'azione che
sono magnificamente girate e sontuosamente coreografate. Sceneggiatura prevedibile e poco coraggiosa. Chi cerca approfondimento psicologico e precisione storica giri al largo. Gli usciranno sazi dalla visione.
Un film di guerra e battaglie, ma anche e soprattutto un film centrato sulle strategie. La spettacolarizzazione degli scontri, nonostante un impianto visivo quasi impeccabile, vuoi per la durata vuoi per il contesto (il film è solo guerra) diventa esageratamente fine a se stesso, finendo purtroppo con l'annoiare e anche molto non solo chi è un po' fuori dal genere, ma anche chi è un po' contro le cose portate all'eccesso; gli intermezzi sono decisamente lenti, ed il tutto da interessante finisce con essere troppo noioso nonostante l'azione abbondante.
MEMORABILE: La strategia delle frecce nella nebbia.
Buona prova di John Woo, che in questo caso riesce a coniugare in una sintesi efficace la magniloquenza hollywoodiana recentemente acquisita con la sua originaria sensibilità di cineasta orientale. Oltre ad essere un ottimo film di guerra, rappresenta anche un notevole e suggestivo affresco storico, e ci intriga con questioni di strategia bellica e visioni filosofiche.
Woo è un esperto di action; e in questo lungo film, proprio grazie alla sua maestria nelle scene d'azione battagliante, i minuti passano senza troppi sbuffi, nonostante qua e là il ritmo cali inevitabilmente, soprattutto quando si passa dai fatti alle parole, nonostante una certa eleganza faccia anche apprezzare gli scambi verbali. I momenti migliori sono comunque rappresentati dalle tattiche belliche e dalle intuizioni dello stratega, che metterà sempre più in difficoltà il primo ministro invasore. Buone caratterizzazioni dei personaggi contribuiscono a rendere il tutto piuttosto godibile.
MEMORABILE: Il ruolo delle donne (esche per agguati e spie. Mai sottovalutarle); L'attacco alle navi sfruttando il vento (lo stratega sa leggere gli elementi).
Woo si tuffa nell'epico e lo fa con la sua classe: belle le scene di guerra, alcune delle quali veramente ben realizzate (come la tattica della tartaruga con i cerchi concentrici che si chiudono intorno all'esercito attaccante). L'impostazione è però troppo ridondante ed anche la caratterizzazione dei personaggi è decisamente piatta e già vista (sia in oriente che in occidente). La magnificenza delle coreografie guerresche (Sun Tzu docet) è intervallata da momenti riflessivi decisamente inutili e stancanti che finiscono per appesantire il film.
Magnifica opera di John Woo che nella versione cinematografica viene drasticamente ridotta a circa la metà della durata originaria. Un film storico, di guerra e strategia, straordinario, con scene di azione che coinvolgono migliaia di uomini, girato magistralmente e visivamente impeccabile. Forse superficiale nella ricostruzione degli eventi e scheletrico nei dialoghi, ma un vero piacere per gli occhi. Ottime la fotografia e la musica.
John Woo ritorna a raccontare della sua Cina con un kolossal che descrive la guerra fra Nord e Sud dei tempi che furono. Al solito la sua grande maestria si ritrova nelle abilità delle scene di guerra, ricche di virtuosismi stilistici e “danze” coreografiche. Le esagerazioni narrative sono la misura di un lavoro che va più nella direzione di fiaba mitologica che altro. Due ore che lasciano senza fiato, intervallate appena da qualche scena romantica e poetica. Bellissimi i costumi.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Grazie mille. Sapevo che mi avreste risposto in tanti e mi avreste reso edotto sull'argomento.
Certo avrei potuto cercare su internet ed evitare la figura dell'incolto ma...parlare con voi davinottiani è sempre un piacere.
P.S.
Specie con te Daniela con cui c'è una grande affinità...davinottica ;-P ah ah ah ah .
Scherzi a parte sei l'utente con cui collidono
più recensioni.
Curioso: uno sport banale come quello del calcio sopravvissuto al passare dei secoli!
Non si finisce di imparare!
DiscussioneDaniela • 2/01/10 00:57 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Cotola ebbe a dire: Daniela con cui c'è una grande affinità...davinottica ;-P ah ah ah ah .
Scherzi a parte sei l'utente con cui collidono
più recensioni.
Non mi ero accorta della nostra "consonanza" generale, ma di una particolare si... e proprio su un film che amo moltissimo e la cui re-re-visione (perso il conto delle volte) è praticamente obbligatoria in questo periodo.
Consonanza non tanto nel giudizio ultra-positivo quanto nell'evidenziarne il sottofondo amaro, per non dire drammatico.
Non ti dico di quale film si tratta ma è un indovinello facile facile.
Buon anno Cotola
Magari, per non creare confusione in futuro, si potrebbe sostiture la seguente frase delle note: "E' la versione ridotta a 148' destinata ai mercati extra-asiatici" con questa: "E' la versione ridotta a 148' destinata ai circuiti cinematografici extra-asiatici." In virtù del fatto che sono previste delle uscite home video della versione originale.
I generali dei due regni alleati si scambiano "gentilezze" Il primo: "Parliamo delle vostre vittorie, così ci sarà argomento per ridere". E il secondo: "Meglio perdenti, che codardi come voi".