Il primo vero enorme successo di Mel Brooks fu FRANKENSTEIN JUNIOR. Poteva forse il re della parodia americana esimersi da una rilettura comica dell'altro mito dell'horror di ogni tempo? Ovviamente no; e così eccoci qui, a distanza di una ventina d'anni, a commentare questo DRACULA: DEAD AND LOVING IT, scialbissima parodia che come delusione potrebbe affiancare l'altrettanto fiacco (ma di ben altro spessore artistico) PER FAVORE, NON MORDERMI SUL COLLO di Polanski. E dire che la scelta come protagonista di una vecchia volpe come Leslie Nielsen...Leggi tutto (il nuovo imperatore della commedia demenziale alla Fratelli Zucker) sembrava poter da sola garantire un'ora e mezza di risate: nulla di più sbagliato, soprattutto per colpa di una sceneggiatura macchinosa che invece di puntare l'accento sulla comicità pare tentare spesso dialoghi da vero horror di serie Z. Così per lunghi tratti restiamo allibiti, increduli di aver a che fare col regista di capolavori comici come MEZZOGIORNO E MEZZO DI FUOCO o il già citato FRANKENSTEIN JUNIOR o di altri film che, quand’anche non del tutto riusciti (come BALLE SPAZIALI o ROBIN HOOD - UN UOMO IN CALZAMAGLIA) erano comunque per lunghi tratti spassosi. Qui le gag riuscite si contano sulle dita di una mano (il vano gridare del nostro Ezio Greggio ai suoi cavalli, il cavicchio nel cuore che produce cascate di sangue, l'incubo “diurno” di Dracula) e vedere il glorioso Harvey Korman coinvolto in un simile grigiore (è il dottor Seward) fa piangere il cuore. Brooks/Van Helsing diverte solo durante un'autopsia.
E pensare che Dracula, come personaggio, dovrebbe prestarsi bene alla parodia... Invece purtroppo, la cosa non è stata sfruttata a dovere. Il risultato è che le boiate finiscono per essere troppe, intervallate solo qua e là da scenette divertenti (“Brutte bestie pelose!”; la caduta dale scale; giù dal soffitto; l’incubo solare, Renfield e gli insetti; i megaspruzzi di sangue). Nielsen è piuttosto simpatico, ma questo non basta a sollevare la pellicola dalla mediocrità, appesantita ulteriormente da una narrazione zoppicante.
MEMORABILE: La calotta di capelli usata come copricapo; "Renfield sei uno strooonzo!”.
Mel Brooks deve aver pensato di poter bissare il successo di Frankenstein junior parodiando un altro caposaldo dell'horror Dracula). Decide anche di affidare il ruolo principale ad uno degli attori comici più in voga del momento: Leslie Nielsen. Sulla carta poteva uscirne un prodotto divertentissimo, purtroppo la realtà è ben lontana e il risultato finale è veramente sconsolante. Si vola veramente basso e le trovate che riescono a strappare un sorriso si contano sulle dita di una mano. Un'occasione gettata al vento.
Il film è carino ma ha il grave difetto (per un film comico demenziale parodistico) di far poco ridere; questo perchè Mel Brooks ha caricaturizzato Dracula rappresentando una parodia che va troppo sul facile.
Fa sorridere Greggio cocchiere che non muove i cavalli, le spruzzate di sangue quando cercano di uccidere la vampira, le ombre nella scena del ballo e qualche battutina qua e là.
Il doppiaggio come se non bastasse è molto debole, molto belle le scenografie e location, ma Nielsen non è in forma buona e tutto il film sa di mediocre.
Quel gigione di Leslie Nielsen ci prese gusto ad intascarsi ingenti somme per rendere, pur in contesti "eterogenei", la solita interpretazione demenzial-grottesca sparata a getto continuo dopo il successo della Pallottola Spuntata. Mel Brooks nulla può contro un soggetto che raccatta a destra e a manca per poi sputare nel piatto dove la pietanza (in questo caso al sangue) è servita. A confermare il delirante intreccio di contenuti (mal proposti formalmente) la presenza del nostrano Ezio Greggio... Si piange, anche senza aglio.
Divertente parodia del classico di Bram Stoker. Probabilmente non sarà la migliore di Brooks, che però ha fatto anche di peggio. Questo, tutto sommato, nonostante siano troppe le scene in cui si rimane seri piuttosto che il contrario, ha un certo suo garbo e qualche gag centra il bersaglio. Gli attori poi sono in gran forma. Nielsen è ottimo
come sempre, Brooks semplicemente esilarante nel ruolo di Van Helsing e Harvey Korman è da applausi. Divertenti i camei di Greggio e della Bancroft.
MEMORABILE: Il cameo di Greggio e quello della Bancroft; Van Helsing al corso di medicina; Il primo incontro tra Dracula e Van Helsing; Van Helsing e Harker da Lucy.
Putroppo questo è un film non riuscito nonostante la presenza di Leslie! Onestamente, eccettuato il capolavoro Frankenstein Jr., Brooks non mi ha mai entusiasmato, (inguardabile addirittura nella parodia di Robin Hood), ed anche qui trascina lo spettatore in un filmetto che ha ben poco da dire. Forse qualche faccia buffa di Nielsen e poco più. Non dico che non si rida, ma di quel divertimento che puoi trovare anche in un film di Boldi. Evitabilissimo!
Il dissacrante Mel Brooks prende di mira la leggenda di Dracula e trova nel mattatore Nichols il giusto interprete per dare vita ad un personaggio in apparenza impeccabile ma assolutamente disastroso e pasticcione (ispirato all'interpretazione che del celebre vampiro diede Christopher Lee). Il film pur regalando momenti comici spassosi e riusciti appare frammentario fatto più di gag sparse e privo di una coerente sceneggiatura così da mostrare un impianto complessivo debole. Qualche risata è comunque garantita.
Spassosa commedia di Dracula, con un Leslie Nielsen in grandissima forma. Mel Brooks, oltre a dirigere, interpreta degnamente il ruolo di Van Helsing. Si ride dall'inizio alla fine. Da citare la scena del ballo o quella dell'impalamento di Lucy con schizzone di sangue. Cameo per Ezio Greggio (amico di Brooks) nel ruolo del cocchiere.
Fiacca parodia di uno dei miti dell'horror che si rivela essere una delle peggiori prove registiche di Mel Brooks: non fa ridere, non diverte e non coinvolge. Le idee latitano, la regia pure e così il successo di Frankestein jr è lontanissimo. Nielsen ci prova ma con scarsi risultati.
Mel Brooks ci riprova: dopo Frankenstein... Dracula. La fonte di ispirazione sono sempre gli anni 30: il Dracula di Tod Browning; anche se vengono prese di mira pellicole più moderne, come il Dracula di Coppola o lo splatter esagerato alla Evil Dead. Sicuramente nel doppiaggio il film ci perde, ma ci sono scene veramente riuscite a livello di parodia, che divertono soprattutto gli amanti dei vecchi film di vampiri in un opera del 1995 che non può competere con Frankenstein jr degli anni 70 quando i classici Universal non erano ancora sorpassati.
MEMORABILE: Dracula: "Sono molto colpito Van Helsing, lei parla l'antica lingua moldava?!"
Non siamo ovviamente ai livelli di Frankenstein junior, ma il paragone è insensato data la differenza dei contesti: qui non viene dissacrato un antico mito cinematografico, bensì la pomposità della sua versione contemporanea: bersaglio principale è infatti il coppoliano Dracula di Bram Stoker, che fin dal titolo infastidiva nella sua pretesa di mettere l'ultima parola (spassoso lo sketch in questione) sulla verità del mito. Cast scarsetto, eccetto Nielsen che conserva le caratteristiche catasfrofiche di Una pallottola spuntata. Non male.
MEMORABILE: "Lucy è Nosferatu". "Lucy è sarda?" (colpo di genio ai livelli di "castello ululì-lupo ululà").
Autore di un capolavoro, di un paio di riuscite parodie e di qualche simpatica commedia, Mel Brooks è anche è però anche responsabile di varie boiate più ammoscianti che comiche, salvate però dal bidone della spazzatura cinematografica da qualche gags o qualche figura, come Rick Moranis nell'altrimenti insipido Balle spaziali. Qui purtroppo non accade, nonostante la presenza di un vero mostro di buffoneria come Nielsen. Eppure i "bersagli" da colpire non mancavano di certo, a cominciare dall'allora fresco di gloria Dracula di Coppola...
L'alfiere della commedia farsesca chiude così la sua carriera registica: con un film mediocre, privo di perle memorabili, che attesta il definitivo esaurimento di idee e delle abilità comiche dimostrate con Balle Spaziali e altri classici tutti da ridere. La tela da profanare è la riduzione di Balderston, anche se esteticamente Brooks preferisce seguire l'ovvia scia del Dracula di Coppola, sperando forse che il parrucchino-ventosa di Leslie Nielsen prendesse il posto di vecchi tormentoni quali la gobba "mobile" di Feldman. Niente da fare.
Mel Brooks stavolta tenta di parodiare il titolo di successo di di Coppola, trovando anche il tempo di lanciare frecciate al Dracula di Browning e addirittura alla controfigura di Bela Lugosi nel mitico film di Ed Wood. Leslie Nielsen è perfetto nella parte di Dracula e non è nuovo a questo genere di film: solamente le sue espressioni bastano a suscitare risate. Un gran merito va anche al bravissimo MacNicol nei panni del pazzo Reinfield e al Brooks stesso nella parte di Van Helsing. Non è una delle migliori parodie, ma si lascia guardare
MEMORABILE: "Lei sta mangiando insetti!" "Non capisco di cosa sta parlando (con la zampa di una cavalletta che spunta dalla bocca)".
Al solito una parodia che non fa ridere merita il minimo, perché davvero non si ride mai, anzi ci si deprime di fronte a battute vecchie e scontate frutto di una comicità che ha fatto il suo tempo e che nessuno dopo Una pallottola spuntata ha saputo rinnovare (piuttosto sono riusciti a peggiorarla). Mel Brooks ha lasciato il segno con Mezzogiorno e mezzo di fuoco e il suo capolavoro Frankenstein Jr. ma qui raschia il fondo del barile sfruttando Leslie Nielsen, unico motivo per cui ci si ricorda dell'esistenza del film.
Sarà che il confronto con l'eccellente Frankenstein junior è istintivo, sarà che da un film demenziale con Nielsen protagonista è lecito aspettarsi molto, ma questa parodia di Dracula non soddisfa. Qualche gag va a segno, la fotografia e gli effetti speciali sono curati, gli attori sono in forma (soprattutto Nielsen e Brooks, quest'ultimo nei panni del dottor Van Helsing), ma le idee latitano e si ride poco. E dire che, in tema di vampiri, il cinema non è certo povero di spunti.
MEMORABILE: Gli studenti di medicina nella sala di anatomia; Dracula che sogna di camminare alla luce del sole.
Purtroppo è vero, i momenti veramente riusciti di questo film si contano sulle dita di una mano, però per il resto è una gran noia. Eccessiva attenzione nel seguire la trama originale: Dracula è troppo uguale a se stesso senza quasi mai proporre divagazioni divertenti, altri personaggi non spiccano a partire dalla macchietta poco convincente interpretata da Peter MacNicol. Complessivamente poco riuscito.
MEMORABILE: Dracula/Nielsen che si alza dalla bara come Nosferatu e incoccia in un pesante lampadario di ferro...
I fan di Leslie Nielsen non rimarrano delusi, ma gli altri, probabilmente, sì, visto che prendere il Dracula di Coppola, mescolarlo con quello con Lugosi, per farci una parodia loffia, equivale a una occasione persa. Mel Brooks, ormai irriconoscibile, punta su una comicità spiccola, pur di fare botteghino. Ci sono momenti divertenti, è vero, ma i bei tempi di Frankenstein Junior sono lontani; anche perché Leslie Nielson, benché bravo, non è un genio della comicità come lo era Gene Wilder. Cameo insipido di Ezio Greggio che fa il cocchiere.
Il soggetto si presta eccome a essere parodiato e, almeno sulla carta, gli spunti non dovrebbero mancare. Leslie Nielsen era un attore che si prestava (specie in quegli anni) a commedie quantomai buffe e dissacranti. Eppure il film volge inspiegabilmente in uno stanco tentativo di prendere in giro non si sa cosa. Dracula purtroppo non azzecca nemmeno una battuta divertente e davvero fiacchi sono i comprimari, complice una sceneggiatura a corto di idee. Si salva forse una gag, ma con una regia nemmeno troppo convinta il risultato è scadente.
L'ultimo film di Mel Brooks non è tra i migliori della sua geniale carriera e questo perché non ha la forza di divertire dall'inizio alla fine; battute e gag divertenti qua e là non mancano, ma nel complesso si ride poco e per un film demenziale non va bene. A tenere vivo il film è il solito Leslie Nielsen, ma la sua presenza non basta per raggiungere la sufficienza. Alla fine il Dracula di Mel Brooks è un film mediocre, per quanto meriti una visione.
Nielsen e Brooks tentano il colpaccio che permetterebbe loro di rinverdire i fasti della Pallottola spuntata e Frankenstein junior, parodie demenziali nelle quali i due furono maestri indiscussi. Il tema vampiresco presta il fianco a tutta una serie di trovate, ma non si può dire che il colpo sia del tutto centrato. Mancando di quella forza dirompente e dissacrante connaturata al genere, appare più un prodotto leggero, fin troppo inquadrato in binari dai quali pare d'obbligo non deragliare.
Parodia che si rifà più al Dracula di Browning che non a quello di Coppola uscito poco tempo prima. Affidare a Nielsen la parte di Dracula è buona cosa, così come brilla Korman (un dottor Seward dai metodi peculiari); simpatico anche il van Helsing dello stesso Brooks. Non è però tutto oro quel che luccica; al netto di alcune buone gag il ritmo è infatti piuttosto lento (non mancano momenti di stanca o di umorismo non riuscito) e vi sono alcune scelte pessime (l'irritante Renfield rimbambito ha sin troppo spazio). Non così malvagio, ma di certo neppure un capolavoro di comicità.
MEMORABILE: Ezio Greggio cocchiere; I capelli finti di Dracula; "...se lo erano meritato!"; Il cavicchiamento.
Considerando i congeniti difetti del cinema di Mel Brooks, cioè le perdite di ritmo e i punti morti troppo frequenti per un film comico, si può dire che questa parodia del personaggio di Dracula sia più che riuscita. Anche questa ha qualche momento di stanca in cui sembra che la battuta non sia venuta in mente in sceneggiatura, ma il ritmo è sempre alto e non mancano numerosi momenti divertenti. E poi quando c'è Leslie Nielsen di mezzo basta guardarlo per iniziare a ridere. Il resto del cast è un po' moscio, ma tutto sommato funzionale. Godibile.
Brooks contro Dracula: perché no? In quanto mito, rinverdito dal film di Coppola di appena tre anni prima, poteva essere sottoposto a un chirurgico processo di dissacrazione. Il risultato lascia freddini: curata la messinscena (soprattutto le tetre scenografie degli interni), più terra terra la sceneggiatura, non sempre centrata nell'umorismo, scadendo in un penoso slapstick e maldestri eccessi di grand guignol. Anche Nielsen non sembra crederci più di tanto, lasciando poco il segno, mentre gli altri protagonisti poco aggiungono, compreso lo stesso regista che interpreta Van Helsing.
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Nella scena in cui l'attore Steven Weber pugnala al cuore Lucy, la sua reazione di sorpresa è vera, dal momento che Brooks non lo aveva avvisato della quantità di sangue che sarebbe fuoriuscita come effetto speciale!
Aggiunge Von Leppe: Nella stessa scena dell'impalamento, nel doppiaggio italiano Van Helsing (Mel Brooks) esclama:
"Lei è Nosferatu", e l'altro: "Lucy è sarda?"
HomevideoXtron • 9/09/24 21:15 Servizio caffè - 2192 interventi
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Audio italiano e inglese Sottotitoli in italiano Formato video 1.85:1 anamorfico Durata 1h26m13s Extra: Il cinema di Mel Brooks, making of, intervista con il vampiro, intervista con Mel Brooks, B-roll, trailers, spot televisivi