Una storia che matura durante la Seconda Guerra Mondiale, dove uno sconosciuto senza memoria viene scambiato per l'uomo mandato da Dio (ma che non avrà proprio niente a che vedere con la bontà e la misericordia cristiana)... Sottotono l'interpretazione della Magnani che in quel di San Marino si "consacra" ancora una volta nella parte di prostituta in via di redenzione e di un De Sica alquanto anonimo. Non certamente tra le opere da ricordare nella filmografia dei due grandi del cinema!
L'idea di base di Zavattini era interessante, ma il film la sviluppa male. Si tratta di un film con non riuscita contaminazione fra tocchi di commedia e di tragedia, con troppi personaggi senza che emerga un protagonista (lo sconosciuto non lo è) e momenti dissonanti perché troppo lunghi, come la festa per i soldati polacchi. Così il film funziona solo in alcuni momenti, nei quali il talento di De Sica, della Magnani e della Gramatica ha modo (rare volte, purtroppo) di farsi vedere. Un cast che poteva dare molto, compresso (specialmente De Sica) in ruoli scarsi per il suo potenziale.
MEMORABILE: La Gramatica comprende di aver sbagliato le dosi di gocce per addormentare l'ateo De Sica, mentre lei va alla processione con la Belli, di lui moglie.
Un film piuttosto moralista che punisce il cattivo e redime la prostituta di buon cuore. La Magnani è strepitosa nel suo tipico personaggio da popolana sofferta. Quello sprecato è certamente De Sica, nel ruolo neanche troppo velato di un socialista anticlericale. Tra pochi momenti di commedia e una seconda parte che vira sul melodramma, l'identità del film è abbastanza dubbia. Verso la fine si segnala la comparsa muta di un giovanissimo Enrico Maria Salerno (con ancora tutti i capelli) tra i militari che vanno a cercare lo sconosciuto a casa della prostituta.
Verso la fine della guerra, giungono nella neutrale San Marino molti sfollati dai paesi vicini, tra cui anche un uomo che, a seguito di una ferita in testa, ha perso la memoria. In breve tempo i suoi modi gentili conquistano tutti, fino a far credere si tratti di un inviato dal Cielo ma... Benché viziato da una grave incongruenza che compromette il colpo di scena nel finale, il soggetto di Zavattini aveva buone potenzialità, ma è mal gestito dal polacco Waszynski che dirige un film lento e moralistico, sprecando l'ambientazione inconsueta e il ragguardevole cast. Deludente.
Film dalla paternità incerta che si fonda su un bel soggetto di Zavattini senza riuscire a svilupparlo a pieno. L'idea del personaggio senza memoria è molto forte e la descrizione di San Marino invasa da profughi è a tratti coinvolgente, ma il film inizia a zoppicare quando intraprende un percorso semi onirico che porta poi a un finale sicuramente allegorico ma anche poco credibile.
Vittorio Cottafavi HA DIRETTO ANCHE...
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Il film è del 1947 secondo il sito di Anica, che riporta "censura: 3601 del 27-12-1947". Infatti, molti siti riportano 1948, che dovrebbe essere il vero anno di uscita nelle sale (e non 1946, come segnalato su wikipedia e qui sul davinotti)
La cantante polacca è Irena Anders, qui accreditata Renata Bogdanska, in un ruolo autobiografico (Mereghetti erra nel darle il ruolo della moglie di De Sica). Seguì infatti le truppe polacche nella campagna d'Italia, comandate dal generale Wladyslaw Anders, che poi sposò nel 1948. Anche il regista, Michal Waszynski, faceva parte della medesima armata. Fonte: Wikipedia in italiano e in inglese.
In un convegno tenutosi a cinema Trevi il 17 novembre 2015 si riporta un dichiarazione d Giorgio Capitani (aiutoregista del film) che conferma che la regìa fu a quattro mani. Pertanto aggiungerei Vittorio Cottafavi (n.c.) Qui a 13'00.