È una provocazione, una sfida, questo SILENT MOVIE filmato Mel Brooks. Un film muto in pieni Anni Settanta sembra in effetti davvero una follia. Eppure quel geniaccio irriverente di Mel Brooks ci ha provato e in un certo senso c'è pure riuscito. Nel film l'unica parola viene pronunciata dal celeberrimo mimo Marcel Marceau (un'altra provocazione!). Ancora una volta un’operazione metacinematografica per l'autore di MEZZOGIORNO E MEZZO DI FUOCO, che racconta di un regista (Mel Brooks stesso, nel film Mel Funn, da noi Mel Spass) intenzionato a girare un film muto usando come risorsa guest star di richiamo. Ovviamente è quello...Leggi tutto che Mel Brooks ha fatto veramente, facendo comparire in SILENT MOVIE divi del calibro di Burt Reynolds, Anne Bancroft, Liza Minnelli, Paul Newman e James Caan (tutti nella parte di loro stessi e ossessionati dalle passioni cui vengono sovente associati). Ad accompagnare Mel Funn/Brooks nella sua avventura sono gli inseparabili Dom DeLuise (Trippa) e Marty Feldman (Bellocchio), che costituiscono un trio da protocinema comico: passo sincronizzato, affiatamento totale. E in effetti le vecchie comiche fanno ovviamente capolino in molte situazioni, prima di tutto nell’uso frequente della fast motion. SILENT MOVIE non può dirsi completamente riuscito, però è intelligente, arguto, a tratti irresistibile. Certo non è facile, per chi non è più abituato, seguire un'ora e mezzo di musiche e "cartelli" e spesso ci si annoia, ma l'intenzione è lodevole per originalità e coraggio, e va detto che soprattutto Brooks e DeLuise sono in possesso di inaspettate doti mimiche. Un film-esperimento che non ha il difetto di apparire pretenzioso pur avendo l'incredibile ambizione di far ridere senza gag verbali. Il cameo di Marceau farebbe impallidire Michael Jackson! Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Davvero divertente questa sorta di film al contrario. Per una sorta di contrappasso Paul Newman, Liza Minnelli, Burt Reynolds eccetera stanno zitti. A parlare è solo il mimo Marcel Marceau. Il tutto è perfettamente in linea col fatto che il film muto, voluto dal regista-protaginista, riscuote clamoroso successo. Gustoso.
Titolo sensazionalistico a parte, ci troviamo di fronte ad un bell'omaggio al cinema che fu. La trama quasi inesistente è un invito a nozze per le geniali gag di Brooks, ancora più surreali se accompagnate da didascalie e da una colonna sonora che ben le sottolinea, ma che forse sparisce troppo spesso lasciando imbarazzanti silenzi. Operazione non totalmente riuscita, ma che strappa più di una risata.
MEMORABILE: L'inseguimento di Paul Newman in carrozzella.
Sottovalutato (ma non da Marco Giusti:, vedere il suo "Castoro" su Brooks) e divertentissimo film muto del regista, un vero e proprio omaggio al cinema tout court, che rispecchia anche le difficoltà reali del progetto avute dalla Fox per realizzarlo. In realtà il film, anche se muto, sta benissimo in piedi con Brooks che riesce a reggere un terzetto di protagonisti, ovviando alle problematiche dell'uomo in più all'interno di una coppia comica.
Strepitosa commedia diretta da un Brooks in forma smagliante. Diverse gag esilaranti e indimenticabili, ritmo implacabile e attori in stato di grazia. Il terzetto Brooks/Feldman/De Louise non si dimentica, ma nemmeno la parata di star che compaiono nelle parti di se stesse. Menzione particolare per Caan e un magnifico Newman, a cui tocca la scena clou del film: quella dell'inseguimento in carrozzella.
MEMORABILE: L'incontro dei tre protagonisti con Caan; Reynolds e la Minnelli; l'inseguimento finale in carrozzella.
Insieme a Frankenstein Junior la migliore pellicola diretta ed interpretata da Mel Brooks; azzeccata l'idea di un film muto che coinvolge grandi star hollywoodiane che per la legge del contrappasso non parlano (l'unica parola la pronuncia Marcel Marceau). Ricco di trovate e gag esilaranti, il film è ben sceneggiato e diretto con arguzia come nella migliore tradizione delle grandi commedie americane.
Vogliono girare un "silent movie" e cercano produttori e attori: un film muto su come fare un film muto è idea spassosa e vincente. Mel Brooks lancia la difficile sfida di un film senza parole e di un film comico sul cinema, vincendola grazie a una sfrenata fantasia che riesce a far dialogare il vecchio slapstick con il gusto moderno. Particolarmente riuscite l'autoironia degli attori celebri coinvolti e la splendida intuizione di far dire l'unica parola a chi non l'ha mai usata, cioè al mimo Marceau. Non eccezionale, ma molto divertente.
Uno dei migliori film di Mel Brooks, anche se ben lontano dalla qualità insita nel capolavoro Frankenstein Junior. L'idea di fare un film muto in pieni anni '70 è rischiosa ma Brooks vince la sfida infarcendo la pellicola di gag (alcune riuscite, altre no) e di attori celebri, chiamati ad interpretare se stessi. Buona anche la prova attoriale di Brooks stesso e dei suoi comprimari (Feldman e De Luise). Non tutto è riuscito, ma l'ora è mezza di proiezione scorre veloce grazie al gran ritmo della pellicola. Non male davvero.
Prima ancora di Hazanavicius, fu il genialoide Mel Brooks ad avere la balzana idea di proporre un film muto in piena epoca sonora. E Silent Movie riesce a essere un felice connubio tra lo stile surreale e demenziale dell'umorista newyorkese e lo slapstick glorioso del cinema comico degli anni '20. Felice ma non sempre riuscito, visto che in alcuni frangenti la sceneggiatura sembra mancare di buone idee (effetti sonori talora invadenti, le carrellate sui negozi...). Un'esperimento ostico, ma in definitiva riuscito e incredibilmente spassoso!
MEMORABILE: Il film a basso costo "I Fucili della Regina"; Marty Feldman bobina umana; La corsa in carrozzella; Marcel Marceau: "NO!"
Originale, chapeau. Silent movie (titolo originale) di nome, di fatto e di tema. Divertente e misurato. Prima di Hazanavicius, ci aveva pensato il grande Mel a portare sugli schermi un film muto ai tempi del sonoro. La pellicola regge senza mai annoiare anche perché si avvale di ottimi personaggi e simpaticissimi camei (Reynolds, Minnelli, Newman, Marceau, Bamcroft e Caan). Godibilissimo e intelligente.
Si può con alle spalle più di 70 anni di storia ed evoluzione del cinema, proporre un film muto? Mel Brooks lo fa e ci riesce! Nonostante la mancanza di sonoro (escluse le musiche e un unica battuta in tutto il film), la sceneggiatura funziona, si prende in giro e gioca sulle contraddizioni metacinematografiche della pellicola in corso. Il film parla infatti di un film muto da girare, in cui si cercando di coinvolgere celebrità (interpretate da loro stessi) come Paul Newman, Burt Reynolds, Marcel Marceau e Liza Minelli! Strepitoso e geniale.
MEMORABILE: Marceau, l'unico che non dovrebbe parlare, pronuncia l'unica battuta del film: "No!"; "Lo slapstick è morto!" e parte una geniale scena slapstick.
Funn (un nome una garanzia), disintossicatosi dall'alcol (o dal succhiarsi il pollice), propone al suo produttore in crisi un silent movie dopo cinquant'anni di film parlati. La cosa può funzionare a patto che Funn riesca a reclutare diverse star di prima grandezza. La ricerca di queste star viene fatta con il solo aiuto di qualche didascalia, come nella migliore tradizione del muto. Non solo l'idea di Brooks è vincente, ma anche il modo in cui la realizza, con una serie ininterrotta di esilaranti e anche nuove gag. Regia e interpretazioni ottime.
Regista con trascorsi da bevitore vuol girare un film muto. Azzardo anacronistico per Brooks, che propone in chiave moderna un mix tra lo slapstick (datato come proposto) e il demenziale (più divertente). Per stimolare la visione si affida anche a qualche comparsata famosa (simpatica la Bancroft), anche se la migliore è la Peters. Il trio di protagonisti è una scelta azzeccata come assortimento. Il nome del film italiano stavolta è calzante in quanto alcune scopiazzature da Keaton o Chaplin fanno notare la differenza di levatura.
MEMORABILE: Sotto la doccia; A pranzo con l’armatura; I tre Flamencos; La mossa che ribalta i tavoli.
Coraggioso (e forse azzardato) tributo al cinema slapstick muto, con un Brooks ultra-trasformista posseduto dai fantasmi di Chaplin/Keaton/Lloyd. Più ambizioso di quel che sembra, visto che la comica muta era pensata per esaurirsi in cortometraggi molto "fisici", e diventa rischioso proporla in un lungometraggio in cui una trama anche elementare richiede l'uso ridondante delle didascalie, che alla lunga stancano. Tuttavia lo stile metacinematografico adottato (ovvero il cinema che parla a se stesso) conferisce all'opera un aura di originalità (superata 25 anni dopo, con The artist).
MEMORABILE: La paradossale gag della parola fatta pronunciare da Marcel Marceau, l'ultimo attore da cui la si aspetterebbe, essendo un mimo.
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E' morto il buon caratterista Dom DeLuise.
Ottimo comico americano,fu interprete in parecchi film di Mel Brooks,in pellicole come Mezzogiorno E Mezzo Di Fuoco,l'italico Il Silenzio Dei Prosciutti.
Un vero peccato.
Aveva 75 anni.
Grande perdita...io lo ricordo anche nel ruolo del pazzo compare di Burt Reynolds, Capitan Chaos ne "la corsa più pazza del mondo" un film che ho amato molto da bambino.
DiscussioneZender • 6/05/09 18:02 Capo scrivano - 47206 interventi
Blutarsky ebbe a dire: Grande perdita...io lo ricordo anche nel ruolo del pazzo compare di Burt Reynolds, Capitan Chaos ne "la corsa più pazza del mondo" un film che ho amato molto da bambino. vero, vero, come ho fatto a dimenticarlo? Capitan Chaos, che eroe! Da piccolo impazzivo per lui!
Volevo anche io rendere omaggio a Dom De Louise.Mi piace ricordare la sua performance nel Tassinaro a New York dove è più in forma lui rispetto al grande Sordi.