Speak no evil - Non parlare con gli sconosciuti - Film (2024)

Remake dell'omonimo film del 2022, ma potremmo parlare più precisamente di reboot, date alcune differenze sostanziali. A parte l'amena ambientazione introduttiva della vacanza in Toscana, per il resto il film prosegue in maniera molto fedele all'originale; la vera differenza arriva nell'ultima mezz'ora, movimentata e più vicina agli stilemi del thriller americano; e nel finale edulcorato, più consono ai gusti d'oltreoceano, più commerciale e sicuramente distante dalla fredda e spietata conclusione dell'originale nordeuropeo. Tuttavia godibile (efficace la performance di McAvoy).

Remake che segue pedissequamente l'originale nordeuropeo per gran parte della durata, riprendendone tutte le scene più significative; il trattamento americano entra in funzione nell'ultima mezz'ora, che vira il film verso lidi thriller/survival più canonici e cerca di dare delle motivazioni alla coppia di degenerati, culminando in un finale più rassicurante. Se da un lato è comprensibile, vista la criptica freddezza della chiusa originale, dall'altro si perdono la sensazione di disagio profonda e il cinismo disturbante che avevano reso speciale il prototipo; resta comunque valido.

Il contrasto tra le due famiglie, quella rappresentativa della agiata middle class e quella che dietro alla bizzarria anticonvenzionale cela i germi della pazzia psicotica, è ben descritto dalla sceneggiatura, pur essendo talvolta didascalica. L'iniziale fiducia che la prima famigllia concede alla seconda, forse nel tentativo di curare le proprie di insicurezze, cede gradualmente il passo di fronte ai comportamenti poco ortodossi che McAvoy impersona con efficacia. La lotta finale è meno credibile, ricca di passaggi estremi o paradossali. Valido il rapporto tra i due ragazzi.

Dall'Olanda si migra in Inghilterra, con bei paesaggi e location che il regista (lo stesso di The woman in black) valorizza bene. Chiaramente la storia emula per lunghi tratti il modello di partenza, ma in certi elementi se ne distanzia e se questo fa sì che lo spettatore possa sorprendersi dell'evoluzione dei fatti (non si tratta di una mera copia); d'altro canto risulta penalizzante l'aver perso il nero e sconfortante epilogo originale in favore di uno più crudo ma meno potente. Resta un'opera apprezzabile. Felice la scelta di McAvoy, già in passato bravo in ruoli camaleontici.