La storia la fanno le tre ragazze: Eleonora Pedron, Francesca Cavallin e Benedetta Valanzana. Ognuna con il proprio carattere, ognuna ansiosa di lasciare il campeggio dove vacanzeggiano annoiate per raggiungere la vicina Costa Smeralda. In caccia di vip ma nemmeno troppo, perché la sceneggiatura di Gino Capone e Jerry Calà non punta dichiaratamente al trash tentando invece di raccontare senza eccessive esagerazioni la vita di tre ragazze di oggi. Che sognano le feste, il bel mondo, il divertimento e che quando incontrano l'uomo dei sogni (il Giorgio Alfieri del reality "Campioni" per esempio) riescono comunque a mantenere almeno un po' i piedi per terra. A interrompere...Leggi tutto saltuariamente le loro avventure ecco invece il Jerry Calà anche attore (nella parte di se stesso), che deve portare un ospite russo in barca (il cui capitano è un redivivo Guido Nicheli) e che nel frattempo incontra una prosperosa ragazza indiana la quale pare seguirlo. Musica, una puntata al Billionaire degli amici Briatore e Smaila (entrambi regolarmente presenti con un paio di veloci battute), la Costa Smeralda di notte tra feste e discoteche; il tutto abbastanza ben dosato da una regia (di Calà) vispa quanto basta per tenere desta l'attenzione. Un film fresco, se non altro, recitato con una certa spontaneità, meno centrato sui vip di quanto non si creda. Le parti con Jerry inizialmente non convincono (Calà continua a essere il peggior regista di se stesso), ma appena subentra Nicheli i due duettano da vecchi amici e, benché invecchiati e più stanchi, hanno modo di rinverdire uno stile indimenticato. E’ raro vedere un Nicheli così presente, in un film....
Meno peggio di quello che può sembrare, sebbene definire Calà un regista pare sempre eccessivo. Ha comunque il merito di divertire e di fondare l'azione su tre giovani protagoniste piuttosto che su un Calà decotto. Ormai cinema e televisione convivono (almeno secondo il Jerry pensiero), ma più che cinema bisognerebbe dire tv movie, visto che un film del genere sarebbe funzionato meglio direttamente in televisione. Il messaggio comunque è positivo: attenti ai falsi miti. Nicheli si rivede con piacere.
Autoreferenziale e cafone come si conviene, il film di Calà, sebbene la sceneggiatura di Capone sia a tratti "abissale", potrebbe rimanere una credibile testimonianza del peggio (?) dei nostri anni (a parte l'assenza di polvere bianca). E un inno a Soru. C'è tutta la beceraggine della Mora crew - re Lele presente! - e c'è Briatore che batte le manine. Se Nicheli è un monumento, Calà fa malinconica simpatia e le tre ragazze (la più bella è la Valanzano) non recitano ma almeno reggono la mdp meglio dei colleghi maschi, pur non svestendosi mai.
Rivoltante. Parola mia che in alcune scene (non poche) mi contorcevo sul divano dal disgusto. Quindi, per quel misterioso paradosso cinematografico, un oggetto di culto. Vedere Smaila che incita Mora & co. ad alzare le mani al ritmo di "Sapore di mare" fa venir voglia di maledire gli anni '60, ma tant'è. Domanda al lettore: ma solo io non conosco nessuno che si avvicini anche lontanamente al giovane medio ritratto in queste commedie generazionali? Calà, il mondo non si ferma al Billionaire!
MEMORABILE: Briatore non compare mai con un mojito in mano: inverosimile.
Nelle intenzioni di Jerry Calà questo film voleva essere un omaggio alla sua amata Costa Smeralda. Purtroppo il risultato è un ritratto grottesco e "truzzissimo" della Sardegna vippaiola che non può non irritare ogni comune mortale al di là dello schermo. Peccato perché il Calà attore, sebbene stanco e un po' invecchiato, riesce ancora a strappare qualche risata con la complicità del sempre ottimo (e compianto) Guido Nicheli.
Parlare male di questo film è come sparare sulla Croce Rossa: è un'infarcitura di luoghi comuni e situazioni scontate; inoltre il divertimento latita su tutta la linea, con battute scadenti e già sentite. Vengono riciclati interi cast di reality televisivi per una comparsata e via (a volte per più tempo) e tra l'altro tali reality son pure citati a tutto spiano. Le situazioni sexy che dovrebbero innalzare un po' l'interesse per la pellicola sono scandalosamente noiose e non si vede manco 'na chiappa. Evitate, per favore.
Difficile giudicare una simile pellicola. Sembrerebbe un inno al vuoto assoluto e alle sgallettate sculettanti dalla mutanda calante. Ma la cosa però che salta all'occhio è che Calà, sguazzando veramente in tale ambiente, si limita a descrivere le varie storielle inconsistenti, a proporci il classico riccone russo prepotente e idiota, senza però sbilanciarsi in giudizi, anche perchè Briatore e Smaila lo estrometterebbero dal gioco. Manca il coraggio di affondare i colpi, giustificando il tutto con l'ambiente, che esige un certo target di microcefali facoltosi. Saran mica tutti così...
MEMORABILE: Una ragazza: "Ma Dio, perchè hai creato gli uomini?". E un tizio: "Perchè i vibratori non hanno il conto in banca"; Nicheli, azzeccato come comandante
Non so perché ho visto questo film o forse sì: a causa di un amico (siamo comunque rimasti amici). Trovare qualcosa di sopportabile è impresa ardua. Se le due seguenti battute non vi fanno ridere vi consiglio di non guardarlo: 1) "Pecorinskj!" dice Nicheli rivolto a dei ricchi russi cafoni, 2) "Federica, la mano amica", dice Calà in un'altra circostanza. Questo è il meglio che ho tratto dal film. Giudicate voi. Ho persino scritto troppo per quel che mi riguarda. Scellerato.
Un film che perpetua la comicità priva di sale. La location sfruttata ormai da anni a senso unico, il jet set che subisce un'evoluzione adeguata ai tempi e Jerry Calà che fondamentalmente non si evolve con eguale velocità. Tutto questo dà come somma algebrica zero. La forzatura di alcune scene, la rincorsa continua e insofferente verso il vip, rendono questo film noioso e a tratti antipatico. Benedetta Valanzano ha mostrato i suoi artigli anche in altre tipologie di spettacolo. La Costa Smeralda è sempre e comunque impeccabile.
Stimo Calà da sempre ma in questo filmetto faccio difficoltà ad osannarlo. Le tre protagoniste sono indecenti (per carità, anche carucce eh, ma il recitare è tutt'altra cosa!) per tutta la durata della pellicola e la storiella è un concentrato di idiozie assortite. Qualche volta si sorride, soprattutto grazie al duo Calà-Nicheli, ma nel complesso raccomando la visione solamente ai fans incalliti o a qualche aspirante velina...
Calà voleva fare un omaggio alla Costa Smeralda, ne è venuto fuori un atto d’accusa. L’isola che d’estate si popola della peggior melma televisiva (quasi tutti i protagonisti provengono da reality o pseudo tali) rappresenta l’immagine del nostro Paese ad immagine e somiglianze delle Tv di Berlusconi. Le tre ragazze, sebbene anche io non ne conosca di tal genere, sicuramente esistono, altrimenti non si spiega il successo delle trasmissioni da cui proviene gran parte del cast del film. Calà non funziona, ma alcuni duetti con Nicheli rappresentano gli unici momenti comici e di vera recitazione del film.
Una disgustosa pellicola di un Calà più scoppiato dei botti di Capodanno in quel di Napoli. Un film che ammicca alla deriva maialesca fra ragazzine agili a tutto disposte e tronisti brasati, ma che non ha le palle di affondare il colpo. Jerry, Jerry, ma dove sono finiti Vacanze di Natale e Il ragazzo del Pony Express? Lo riguarderei solo se l'alternativa fosse la visione di Tre Metri sopra il Cielo. Stomachevole!
MEMORABILE: In questo regno dello squallore rendo tributo all'eterno Dogui!
Brutto ritorno al cinema di Jerry Calà dopo ben 7 anni di assenza. Purtroppo lui si ritaglia un ruolo abbastanza piccolo nella parte di sè stesso e quindi si ride poco. Si concentra su storie che dovrebbero rappresentare il mondo giovanile ma che sono solo banali e zeppe di luoghi comuni. Si salva la simpatica canzoncina in colonna sonora e qualche duetto con Guido Nicheli e con Umberto Smaila.
L'ultimo film in cui reciterà il "cummenda", al secolo Guido Nicheli, uno dei più grandi caratteristi italiani ahimè passati in sordina. Con il suo personaggio ha caratterizzato un'epoca, quella dell'Italia degli 80, arricchita ma irrimediabilmente cafona. Solo i duetti con Calà salvano il film dal nulla cosmico, film vuoto come il mondo che vuole rappresentare, quello degli pseudo-vip e della "bella vita". Un Calà stanco monta la sua operetta come una "esterna" alla uomini e donne. Da vedere solo per ascoltare l'ultimo "taaac!" del grande Guido.
Forse uno dei film (?) più brutti che mi sia capitato di vedere nella mia vita, la rappresentazione cinematografia delle teorie millenarie sull'esistenza e sulla riproducibilità del vuoto pneumatico. L'arrivo di Briatore mi ha dato il colpo di grazia, lasciandomi tramortito sul divano. Oltretutto mi è dispiacuto vedere Calà così bollito, visto che ai bei tempi Jerry faceva fare delle belle risate.
Veramente triste. Ho sempre stimato Jerry Calà, ma qui tocca davvero il fondo: costretto a interpretare se stesso (ma spero che non sia davvero così) sullo sfondo della Costa Smeralda (il buen retiro del gotha mondano italiano). All'inizio sembra voglia farne una parodia (le tre sgallettate che si intrufolano nei localetti "in"), poi prevale il sospetto che quello di Jerry sia una specie di tributo al vuoto pneumatico, a quell'universo parallelo di arricchiti e presunti vip. Senza trama, senza nemmeno una ragione di esistere, semplicemente nullo.
MEMORABILE: La comparsata di Giorgio Alfieri, concorrente del reality "Campioni" (regolarmente sbeffeggiato in tv dalla Gialappas!).
A dieci anni dal film-analisi sulle discoteche Ragazzi della notte, Calà ribadisce gli stessi concetti espressi, ma ambientando il film nella volgare Costa Smeralda. Mi spingo ad affermare che sostanzialmente Jerry ha descritto una realtà di ricchi viziati massacrati dalla noia, di serate a cantare canzoni anni '60 con l'amico Smaila e di ragazze di bell'aspetto (non propriamente suore) che tentano (giustamente) di farsi mantenere e di godersi la bella vita, almeno per l'estate. È la realtà di alcuni italiani mediocri.
Ormai ci crede solo Calà in prodotti del genere, perché cercare di dipingere una generazione con questa sceneggiatura è davvero un insulto. Superficiale e frivolo, "Vita Smeralda" dopo qualche giorno è già obliato. Le battute non fanno ridere proprio nessuno. Mi sono chiesto più volte "ma prima di farlo uscire, un film così, non lo riguardano?". Letteralmente imbarazzante. Evitabile.
Tentativo fallimentare di portare in commedia il vacuo microcosmo vacanziero della Costa Smeralda dell'epoca. Calà è migliorato nella regia, non nella recitazione piuttosto sottotono; ritmo blando e sceneggiatura imbarazzante farcita di un umorismo anni ottanta vecchio e probabilmente scontato anche per l'epoca. Dignitose le protagoniste femminili, peccato che debbano recitare i classici daloghi in puro stile “giovane” di matrice Calà. Resistere alla noia dell'ultima mezz'ora è una sfida titanica. Ultimo film di un invecchiato Nicheli. Una ciofeca.
MEMORABILE: La scena patetica di Smaila cantante con canzone anni sessanta; i camei di "vip" dell'epoca oggi perfetti sconosciuti; "Pecorinosky".
"In estate accade tutto più velocemente": perla di saggezza reiterata come un mantra: è il senso del film, celebrazione dell'effimero nell'accezione più banale: usa-getta. Tutto è intercambiabile, rimpiazzabile e sostituibile, perché ogni persona, ogni oggetto, ogni pensiero, ogni discorso è uguale all'altro. Il fast-forward impedisce di focalizzare le emozioni, poco gestibili anche se epidermiche. Ma, a parte questo, si ride? No: anche le battute sono uguali a quelle già ascoltate in innumerevoli telefilm, show e spot televisivi. Fast-forward al prossimo film...
MEMORABILE: Le spiritosaggini della Del Santo: "si dice che gli uomini vanno e vengono... con me prima vengono, poi vanno!"
Da guardare solo per il Dogui, Guido Nicheli, alla sua ultima apparizione: però è necessario saltare velocemente tutte le altre scene dove non presente il Cumenda. Film imbarazzante sia per la bassissima comicità sia per il modo con cui vuole rappresentare una generazione intera, banalizzando e generalizzando all'inverosimile. A.A.A. Jerry Calà di Yuppies cercasi.
MEMORABILE: il Dogui che prepara l'happy hour "di categoria!"
Tre squinzie ma non troppo mollano i morosi al campeggio e si buttano a corpo vivo (è il caso di dirlo) nel vippame di serie C di Portocervo (uno dei "vip" è nientemeno un giocatore del tragicomico reality calcistico Campioni), non disdegnando peraltro un pernotto d'emergenza in un bilocale di coatti, pagato in natura. Zero assoluto, con una moralina piccoloborghese reazionaria strepitosa (alla fine le povere restano coi poveri, al massimo una rimorchia il broker fallito) e la sensazione che solo l'Armageddon possa fare giustizia di questo scempio.
Non si capisce bene cosa volesse fare Calà: glorificazione della bella vita in Costa Smeralda, screditamento dei vip e delle pulzelle che li seguono con la speranza di "svoltare", ritratto generazionale, film vacanziero? In ogni caso fallisce su ogni fronte e pur risparmiandoci la demenzialità del successivo Operazione vacanze, dipinge un'umanità deplorevole, che intristisce profondamente. La spensieratezza degli '80 sembra svanita dietro a luoghi comuni e moraline di facciata e alla fine si salva l'unico "puro" rimasto, il simpatico Nicheli.
MEMORABILE: L'ultima apparizione di Nicheli e del suo "See you later!".
Se era una satira è mal riuscita. Se voleva fare un film attuale è andata peggio. Non è divertente e le tre ragazze sono davvero antipatiche, per tacere delle apparizioni dei cosiddetti "vip". Calà tenta di inserirsi nel film ma i tentativi sono veramente pietosi. Se gli altri vedono il film come lo vedo io, penso che gli incassi saranno stati molto bassi.
Pare che questo film debba rappresentare un ritratto della superficialità dell'élite della Costa Smeralda (appare anche Briatore!), ma se osserviamo questa commedia per quello che è, troveremo un film scalcinato formato da due classici episodi incrociati con tanto di fastidiosa dissolvenza di passaggio. In uno troviamo tre ragazze in cerca di uomini: poca commedia, tanta voglia di parlare dei giovani in maniera sbagliata cadendo nel trash. Le parti con Calà sono tremende e fanno leva su giochi di parole abusati. Ottimo recupero del Dogui!
Una sceneggiatura priva di idee e quelle poche che ci sono sembrano aria fritta e stantia. Tanti nomi televisivi e non nel cast, ma nessuno riesce a prevalere su qualcun altro. Jerry Calà ha un piccolo spazio nel film ma niente di che. Peccato anche per Guido Nicheli, sprecatissimo.
Un film di Jerry Calà discreto, senza una trama ben definita ma con una perfetta resa della vita dei "vip" in Sardegna durante le vacanze estive. A questo aspirano le tre ragazze protagoniste e, in un primo momento, si ritrovano spaesate, poi... Nulla di eccelso, ma Calà quando si vede fa ancora ridere e Nicheli come capitano dello yacth è azzeccatissimo. Un film con un suo perché...
Drammatica, ennesima riproposizione di un filone già visto ed esplorato. Calà alla deriva galleggia appoggiandosi al luogo comune del grasso ricco russo post comunista e a una serie di sgallettate a ciapèt al vento che fan pari nella recitazione alla rediviva toy-boy addicted Del Santo. Si fa fatica a trovarci un senso, a sorridere e si riflette più sul vuoto della pellicola che sul niente del mondo che rappresenta. Povero Jerry...
La battuta finale certifica la piena adesione di Calà al milieu che non vuole giudicare, ma descrivere. Quindi nessun tentativo di aggiornare al ventunesimo secolo la satira sulla Costa Smeralda (cfr. Renzo Barbieri, Quelli del Mao-set, 1971) ma un filmetto scialbo anche se orrorifico nella rappresentazione di un mondo che, pure, a molti piace. Peccato che s'illumini solo quando è in scena il DoGui, per il resto, avrebbe detto il medesimo, enneciesse. Non ci siamo.
Un film nato per non farsi ricordare. Jerry Calà non "buca" come regista e non convince come attore, la storia è a dir poco scialba. Vita vissuta in Costa Smeralda con ragazzette facili e imprenditori viziosi, cafoni... fossero almeno simpatici! Una noia mortale. Racconto assai sbiadito senza pennellate di colore. Unica nota positiva Nicheli.
Film svogliato che segna il ritorno in scena di un Calà abbastanza arrugginito le cui battute ormai non sanno più di nulla; i tempi d'oro sono ormai andati e ci si limita a descrivere una società che sguazza nel nulla. La simpatica presenza di Nicheli non risolleva le sorti di una "commediaccia" di bassa lega. Da evitare.
Il buon vecchio Jerry è riuscito pienamente a evidenziare il degrado di una certa società opportunista e superficiale, ormai sempre più avvezza a vivere priva di valori; è l'elogio della "povertà morale" giovanile, in cui spiccano soltanto aspetto esteriore, la voglia di apparire e il desiderio di arricchirsi facilmente. Tutto è in pieno stile Grande Fratello & company. Non è più il Jerry dei bei tempi, ma tra lui e il resto di un cast di non attori (ad eccezione di pochissimi), resta un abisso. Nulla di che, soltanto per i fan di Calà.
Ah caro Jerry che disastro! Parata di volti (molto poco) noti della tv gettati a casaccio sulle spiagge della Sardegna. Una storiella di passioncelle estive mal scritta e peggio recitata. Veramente un inno trash con personaggi monodimensionali che interessano meno di zero lo spettatore. Dispiace trovarci tra gli altri Guido Nicheli, qui al canto del cigno. Calà ha fatto molto meglio con Chicken Park come regista, ed è tutto dire...
Tre ragazze abbandonano il camping alla ricerca di vita mondana. Calà si circonda dei suoi amici (Smaila, Parodi) e gira uno spottone per l'estate sarda dei vip. I nomi noti sono però figli della loro epoca: tronisti, letterine e seguaci di Briatore. Il clima è basato sul sesso da una botta e via condito da cafonaggini russe. Recitazione ai minimi nel reparto maschile dove pure Nicheli sembra uscito dalla preistoria e stuolo di ragazze carine per l'occhio di chi guarda.
MEMORABILE: La canzone russa sul palco; L'ultimo dialogo sull'eccitazione da far rimpiangere i B movie.
Nove anni lontano dal cinema si fanno sentire, soprattutto se ti chiami Jerry Calà e il tuo repertorio non è che si sia rinnovato nel tempo. Ma il problema non è l'età che avanza: nei successivi Torno a vivere da solo e Operazione Vacanze il Nostro appare decisamente più in forma; al contrario, in questa apparizione in terra sarda, esclusi i dialoghi con il sempiterno Dogui qui alla sua ultima prova prima della morte, Calà delude pesantemente e appare giù di giri. Regia, sceneggiatura e recitazione altamente deludenti.
MEMORABILE: "Il cosacco si è esaltato" e in generale tutte le volte che parla il Dogui.
La solita sfilata di vip e starlette tenuta assieme da vicende scontatissime scandite da dialoghi di una banalità sconcertante. Per qualcuno tutto questo potrà essere sufficiente per fare un film, ma pur con l'attenuante delle poche ambizioni e del basso profilo c'erano modi migliori per utilizzare quei preziosi metri di pellicola. Probabilmente la cosa peggiore è il tentativo di rendere il tutto sentimentally correct facendo vincere in modo assolutamente poco credibile i buoni sentimenti. Terribile sotto qualsiasi punto di vista!
Pessima pellicola di Calà che narra i lussi e le feste della Sardegna viste con gli occhi di tre semplici ragazze giunte in loco con i rispettivi fidanzati. Situazioni stereotipate e melense con la presenza di volti noti che interpretano se stessi. Recitazione da soap opera anni 80 con l'intermezzo di un fantomatico quanto improbabile manager russo. Anche Nicheli purtroppo non incide.
Tutto il concentrato di quanto è più odioso nell'Italia vacanziera e prigioniera di falsi miti raccontato in modo compiaciuto e sciatto da Jerry Calà, che avrebbe anche delle capacità ma che riesce a sciuparle. Qui ci sono anche Briatore e Lele Mora, in un inno ai soldi facili, ai corpi scolpiti dai chirurghi e al fascino degli yacht che se non fosse irritante sarebbe quasi patetico.
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DiscussioneColumbo • 1/05/11 20:00 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Il titolo mi sembra alquanto imbarazzante, come il cast d'altro canto. Caro Bluto, anch'io dico: "non vedo l'ora!". Uscirà al cinema? Bah...
L'ultimo film "Ritorno a vivere da solo", però, aveva (rispetto a "Vita smeralda") una dignità. Questo lo riconosco, a Jerry.
DiscussioneGuru • 1/05/11 20:13 Servizio caffè - 460 interventi
Markus ebbe a dire: Hai visto Guru? Altro filmone "sardo" visto. Scommetto che il mitico "pecorinoskj" ti ha fatto sorridere, si fa per dire! ahahah ...non ricordavo questa battuta, ma dopotutto è pertinente al contesto Ah Ah Ah :)))))
Ciao carissimo a presto...
Non oso immaginare che boiata pazzesca può essere questo Pipì Room!Se esce al cinema,la visione è obbligatoria.Tornando a Vita Smeralda avevo le mani nei capelli,ho chiesto pure a Markus di prestarmi le sue perchè le mie non erano abbastanza..Noiso ed inutile.Il dramma è che per lui davvero la Costa Smeralda è così ed i giovano d'oggi sono così..INDECENTE.Ha ragione Markus,questo film non merita neanche il contorno del pallino!
DiscussioneZender • 2/05/11 16:09 Capo scrivano - 48357 interventi
Ahah, ma Didda, mica tutti i giovani di oggi son virtuosi come te. Sono tra quelli che ritiene sbagliatissimo definire i giovani d'oggi semplicemente "scemi & vuoti" come fanno in tanti, ma non potrai mica negare che esistano giovani ragazze come quelle descritte da Calà. E se vai lì ti assicuro che te ne accorgi. Se per Calà una certa vita della Costa Smeralda è così è perché.... ahinoi... E', così. Non credo che Calà volesse fare un discorso universale e generale, si è limitato a raccontare ciò che conosce, non ci vedo niente di male...
DiscussioneGeppo • 2/05/11 17:10 Call center Davinotti - 4335 interventi
Ricordo che quando vidi per la prima volta "Vita smeralda" speravo di rivedere uno di quei film vacanzieri tipo "Ferragosto OK", non mi aspettavo un grande film, che sia chiaro, ma almeno 90 minuti di spensieratezza. Poi invece fu una profonda delusione. Peccato perchè il cast, sopratutto Guido Nicheli, prometteva bene.
DiscussioneRaremirko • 15/11/13 22:54 Call center Davinotti - 3863 interventi
Pipì room è passato ieri notte su Raimovie, ma ero distrutto, non l'ho visto.
Magari ripassa stasera, medesimo canale.
DiscussioneRaremirko • 15/11/13 22:58 Call center Davinotti - 3863 interventi
Cmq abbastanza d'accordo con la sobria recensione del Davinotti; mi aspettavo addirittura di peggio e, se non altro, non mi è venuto voglia di fare altro nel corso della visione.
Certi momenti sono poco sopportabili, ma 90 minuti scorrono senza traumi.
La sufficienza però è lontana.
DiscussioneGugly • 16/11/13 08:57 Archivista in seconda - 4713 interventi
Blutarsky ebbe a dire: brutto film, privo di ritmo, neanche una battuta azzeccata, senza l'ingenuità e la comicità involontaria di "un ragazzi della notte" con cui ha qualche elemento in comune...veramente pessimo.
oggi ho scoperto che Jerry Calà è vivo (cinematograficamente parlando) e lotta con noi!!
Gugly ebbe a dire: Blutarsky ebbe a dire: brutto film, privo di ritmo, neanche una battuta azzeccata, senza l'ingenuità e la comicità involontaria di "un ragazzi della notte" con cui ha qualche elemento in comune...veramente pessimo.
oggi ho scoperto che Jerry Calà è vivo (cinematograficamente parlando) e lotta con noi!!