Concepito come primo vero horror in 3D (evidentemente si parla di nuovo 3D, altrimenti bisognerebbe fare i conti con il terzo capitolo di Venerdì 13, per esempio), San Valentino di sangue 3D è il remake di uno slasher classicissimo in America (molto meno da noi, dov’è uscito cut), IL GIORNO DI SAN VALENTINO. Poco sensato prescindere dalla visione con occhialini, visto che buona parte del fascino visivo deriva appunto da un ottimo sfruttamento della suddetta tecnica: dalle scene in miniera alle picconate contro la telecamera, dalle mandibole insanguinate che schizzano...Leggi tutto verso di noi agli occhi enucleati che ci finiscono in faccia è un tripudio di ferocissimo splatter tridimensionale che, inutile sottolinearlo, colpisce e diverte. Anche perché non sono solo poche sequenze come capitava un tempo, oggi è l’intero film a vivere in 3D, ed è evidente come la regia sia stata molto attenta a sfruttare l’innovazione con intelligenza. Ma anche volendolo considerare in versione “piatta” il film di Patrick Lussier non delude le attese (a patto che esse siano commisurate alle aspettative che si possono avere per uno slasher senza troppe pretese): gli attori recitano senza demeritare (e sono quasi tutti ben doppiati), la trama, per quanto esile, offre un finale che lascia in parte spiazzati e si sviluppa con una linearità che non dispiace, la presenza del redivivo Tom Atkins (lo sceriffo) arricchisce il cast e quanto allo splatter non c’è proprio da lamentarsi: picconate selvagge riprese con dovizia di particolari, ventri squarciati, mascelle fracassate, teste bucherellate... L’arrivo di Atkins all’ospedale dove il minatore si è appena scatenato, visto in tre dimensioni lascia davvero il segno: pare un quadro di sangue di una ricchezza scenografica incredibile. Il minatore folle, lo si capisce quindi da subito, non si ferma davanti a nulla e il pubblico non potrà non apprezzare l’orgia sanguinaria e fantasiosa che da sempre contraddistingue i migliori film del genere. Nessun virtuosismo particolare, ma una regia solida e un ritmo svelto favorito dalle esperienze passate di Lussier in sala montaggio. MY BLOODY VALENTINE 3D procede spedito, intriga, convince. Obiettivamente, se non ci si chiama Carpenter o Hooper, non è che si può chiedere molto di più. Non mancano nemmeno le scene di nudo (integrale) che tempo fa erano parte integrante delle saghe alla VENERDI’ 13. Buon recupero di un filone che, soprattutto in America, può probabilmente ancora contare su migliaia e migliaia di fans delusi dalle ultime sortite di Jason, Michael e Freddy. Puntare sul 3D è un buon sistema per rinnovare una formula innegabilmente stantia, e il voto alto si riferisce ovviamente alla versione tridimensionale, da godersi fino alla fine dei titoli di coda.
Anche vista non in 3D questa pellicola non è male. Violenza e splatter procedono spedite a braccetto, lasciando però indietro tensione e suspence (a parte un paio di scene). Le splatterate sono di buona fattura (picconate in testa, nel mento, sulla nuca, palate in bocca e smembramenti-vedi l'ospedale) e gli attori se la cavicchiano. Per il finale si poteva fare qualcosa di piu, ma resta comunque un onesto horror e un'occhiata la merita di certo, se non altro per la violenza.
MEMORABILE: Il minatore al collega: "A te serve una squadra di soccorso pure per trovarti il culo quando vai in bagno"; 5 dico 5 minuti consecutivi di donna nuda!
Va di moda definire "allegra baracconata" o "divertente giocattolone" quei film che non hanno il minimo spessore ma grandi effetti. Bene, se cercate uno svago tecnologico non si può dire che "San Valentino di sangue" deluda le attese, anche se a volte l'incredibile profondità di campo fa distogliere piuttosto che "entrare" nella storia. Detto questo, una noia è una noia, in 2, 3D o nell'"Odorama" di Groening. Una loffia sequenza di teste, mandibole e tempie picconate. Preferirei rivedermi il Venerdì 13 di Nispel su un 14 pollici che questo estenuante "giocattolone".
Mediocre slasher ultraclassico, trama banalotta e svolgimento senza alcun motivo d'interesse, troppo statico e banale nell'incedere. Il villain è tutt'altro che indimenticabile e il resto della ciurma è la solita sequela di personaggi monodimensionali, davvero poco intriganti. A salvare l'operazione dal disastro più totale è la fruizione in 3D, accattivante soprattutto nelle scene di violenza. Violenza, peraltro, davvero contenuta rispetto agli standard settati dal torture porn. Robaccia.
Premesso che questi film mi lasciano tra l'indifferente e l'infastidito, la storia del minatore ammazzasette lascia il tempo che trova, gli attori sono tragicamente scarsi e il finale spiega troppo, sconfinando addirittura nel thriller psicanalitico. Passando al 3D, qui mi è sembrato più funzionale al film rispetto a Viaggio al centro della Terra, una presenza più costante anche se con meno scene ad effetto (oggetti sporgenti etc.). In definitiva, si è sempre "immersi" nelle scene. Il voto è una media tra 3D e film: **.
L'effetto nostalgia stavolta può funzionare: uno slasher classicissimo, l'effetto 3D (decisamente ben fatto e coinvolgente per buona parte del film), splatterate decisamente senza ritegno e ragazzini urlanti e/o sghignazzanti in sala: siamo negli anni '80? Ebbene no, tuttavia questo remake si avvicina all'atmosfera dei classici dell'epoca. La parte centrale perde un po' di ritmo e il finale non è il massimo, ma il film si lascia vedere, anche se temo che in assenza del 3D il risultato non sia poi tanto eclatante. Comunque un horror piacevole...
MEMORABILE: La morte di Tom Atkins, veramente trucida!
Blanda operazione commerciale, mi è sembrato tanto uno Scream "serio". Plot abusato e stracarico di clichè, regia piatta, soliti attoruncoli squittenti, si salva solamente una leggera venatura splatter non deprecabile. Questo 3-D non mi ha entusiasmato per nulla (d'altronde se il film è brutto, poco cambia...). In più la presa per i fondelli del finale aperto, tanto (troppo) in voga nei filmettini di largo consumo odierni. Ho pensato: il film è già una boiata, non mi fate vedere neanche una degna (o accettabile) conclusione? Vabbè. *1/2
Visto in 2D appare senza infamia e senza lode. Una nuova arma di distruzione, il piccone, che farebbe felice Cossiga e attori nella media ma Smith (lo sceriffo giovane) che fa il verso a Di Caprio fa ridere. Lussier è abbastanza competente e generoso quanto a slasher ma si concede poca ironia (segnalo solo la sequenza della fine di Irene). Regia e fotografia vanno bene ma rimane un bassissimo tasso di originalità: con i film 3D accade spesso e forse non è un caso.
Se vogliamo fargli le pulci, la soluzione finale non segue la deontologia del caso: d'altra parte, lo slasher non brilla certo per logica euclidea. L'effetto 3D, invece, è grandioso e fa esultare l'adolescente redivivo che ci portiamo dentro. Per l'occasione – afflusso cospicuo nelle sale – gli sceneggiatori approntano qualche dinamica relazionale verosimile articolando lo script orginale (smilzo e prototipico). Lussiers spinge sul pedale grindhouse, tra splatter succulento, stereoscopia screanzata e nudi full frontal: pop corn e Coca-Cola chiudono il cerchio.
MEMORABILE: La canna del fucile spianata contro gli spettatori; la punta del piccone... in sala!
Slasher con i fiocchi ma di quelli maturi che, sin da subito, rinuncia alla solita scombinata banda di teen-agers per cedere il posto, invece, ad un whodunit (debole, essendo immediatamente, tra due indiziati, ben individuabile il killer) realizzato in maniera impeccabile. Non è nemmeno un remake, sviluppato in maniera totalmente indipendente rispetto al capostipite. Il "minatore assassino", appare quando e dove meno te lo aspetti; gli effetti in 3D fanno il loro sporco (datasi la qualità di splatter presente) effetto; non manca un inseguimento, con tragico epilogo, alla donzella nuda e cruda.
MEMORABILE: La fine di Tom Atkins, de-mascellato a 3 dimensioni...
Filmaccio che ha la sua unica ragion d'essere nell'effetto circense del 3D. Per il resto la noia si accumula sulla noia: la storia è moscia e non appassiona, gli attori sono privi di qualsivoglia empatia, tutto è tirato mortalmente per le lunghe. Il regista Patrick Lussier è un anonimo mestierante, ex montatore per Wes Craven e si vede: l'unica cosa che sa fare è confezionare qualche inquadratura ad effetto capace di sfruttare al meglio il 3D (tipo la mannaia lanciata contro lo spettatore). Ma una cosa è Disneyland, un'altra è il cinema.
Ho il dubbio che i due fratellini di Supernatural si siano spartiti i due remake di noti slasher. Se il belloccio è finito nell'orrendo Venerdì 13, il più grande è fortunatamente approdato a questo dignitoso remake. Che poi remake non lo è neppure (a parte l'incipit) e questo in fin dei conti è un bene. Lo script rispetta tutti i crismi del genere mettendo a punto un film divertente. Unico neo gli effetti in 3D che lo declassano di molto, se visto sul piccolo schermo. Ad ogni modo un horror divertente, nache se tagliato con l'accetta (pardon, col piccone).
Un superstite di incidente in miniera va fuori di testa e prima di essere fermato compie una strage a picconate, peggio di Cossiga. Molti anni dopo ricominciano i morti causa piccone, sarà ancora lui, oppure no? Si cerca con meritevole sforzo di dare un'anima al 3D attraverso una trama più complessa della media dei film di genere. Tuttavia, malgrado alcuni begli effetti splatter e la scena di nudo più lunga mai vista (probabilmente da guinness) qualche incongruenza e qualche banalità di troppo rendono il film appena sufficiente. Voto: 2 picconate.
MEMORABILE: Forse la scena di nudo più lunga mai vista in un film horror.
È un tipico baloccone d'intrattenimento per ragazzi, ma anche un buon film. La raffinata confezione, per una volta, racchiude un film all'altezza, che si avvale di una regia abile e spigliata capace di rimarchevoli inquadrature e di un'eccezionale resa in 3D a tratti davvero sconvolgente. Certo, per gli appassionati di splatter è una vera pacchia: arti perforati, mandibole strappate e feroci picconate "a ddò cojo cojo". Ovviamente gli effetti speciali sono ottimi e anche gli attori (i soliti bellocci da copertina) convincono. Piacevole!
MEMORABILE: Attenti! Vi stanno puntando un fucile addosso!
Simpatico slasher che perde però parte del suo divertimento se visto in tv. È stato pensato, infatti, per il sistema 3d che deve essere molto efficace sul grande schermo (alcune scene sono state ideate proprio per esaltare quel sistema). Il genere ed i suoi topoi, in particolare le esplosioni splatter, vengono rispettati e non mancherà di divertire gli appassionati nonostante la soluzione dell'enigma non sia poi così incredibile (i possibili colpevoli possono essere davvero pochi). Finale aperto come da copione e possibile seguito.
Visto in 2D non mi è dispiaciuto affatto. Ci si rende conto che il film è stato sviluppato per gli effetti da 3D già nei titoli iniziali. L'ambientazione della miniera è suggestiva, gli attori se la cavano e il mistero rimane sino alla fine. Non siamo di fronte ad un capolavoro, ma senz'altro rimane uno slasher con i fiocchi.
Devo premettere che a causa di problemi alla vista, la visione con gli occhiali 3D mi risulta particolarmente compromessa. Ciò nonostante, l'ho visto sia in 3D che in 2D. Giudizio: signori miei, questo non è un film dell'orrore, ma "La miniera più pazza del mondo". Non farebbe né paura né orrore neanche a un bambino di 3 anni in crisi di astinenza dalla madre tanto è assurdo e prevedibile; la regia ricalca quella dei fratelli Zucker, solo che qui si vorrebbe fare sul serio e gli attori si prendono in giro da soli. Risultato: esilarante.
Slasher dagli spaventi più che prevedibili e dalla storia talmente misera da non valere la visione se non in 3D (ma dopo un poco anche quello diventa noioso), cast e recitazione sotto il livello di guardia, regia appena passabile. Insomma il recupero di un sottogenere horror anni '80 non è per niente riuscito, siamo lontani anni luce dai vari Venerdì 13 e Halloween. Il colpo di scena finale poi è da chiedere indietro i soldi del biglietto.
Slasher commerciale che applica i codici di Venerdì 13, a cominciare da una tragedia del passato – la strage in una miniera – e da un assassino indistruttibile come Jason che mena picconate tra schizzi di sangue, frattaglie e qualche fanciulla nuda (Betsy Rue) e strillante. Dunque una sterile operazione di routine che nel confronto finale gioca con l’ambiguità come in Scream e svela il disonesto trucco utilizzato per sviare lo spettatore dalla palese identità del killer. I fanatici dello splatter saranno entusiasti e per loro c’è un erigendo sequel: purtroppo.
L'unica raison d'être di questo remake pare quella di infilare una serie di effetti visivi in 3D, ed ecco una sfilata di crani e sterni picconati nelle circostanze più improbabili da un serial killer particolarmente goffo e anonimo. Lo svolgimento televisivo e la sostanziale ripetitività delle uccisioni smorzano buona parte della tensione. Ci si potrebbe anche passare sopra, non fosse per il finale di rara idiozia, che fa venir voglia di prendere tuta e piccone per far visita a quei debosciati dei realizzatori.
Ineccepibile remake di un film che in Italia è poco noto. Uno slasher divertente fatto con tutti i ritrovati della tecnica cinematografica di oggi (a cominciare dal 3D) ed effetti speciali notevoli. Ci sono molte scene girate ottimamente, come quella della ragazza bionda nel motel con relativa scena di sesso, omicidi ben fatti e splatter al punto giusto (senza essere disturbanti). La trama è tipica del genere ma meno monotona che in film come Venerdi 13 e si fa seguire. Film molto commerciale ma ben girato.
MEMORABILE: Ho lavorato per 72 ore di fila, dove trovavo il tempo di fare lo psicopatico?
Lo slasher è un sottogenere che non evolve, ma varia gli elementi combinatori. In uno slancio d'originalità, qui i creativi sostituiscono il mitico coltellaccio da cucina con un piccone, facendoci ruotare attorno un'origine sinistra: ecco quindi il minatore assassino. Peccato che il piccone sia un'arma piuttosto ingombrante e Lussier cerchi di convincerci che dall'interno di un veicolo si possa sfondare il cranio di un uomo all'esterno. L'impresa è in salita e il film non ci salva dagli stereotipi.
Difficilmente giudicabile vedendolo in formato "tradizionale" e non nel nativo 3D, San Valentino di sangue è un discreto horror il cui pregio fondamentale è l'ambientazione. Il contesto "minerario" dona alla vicenda un senso di opprimente claustrofobia decisamente congeniale al genere. Certo, si abbonda nei clichè del genere ma in fondo si tratta di un film godibile e non è certo con opere del genere che ci aspettiamo grandi novità stilistiche e narrative.
Tale, voglio sperarlo, immagino sia la differenza fra il 3d ed il classico, che quasi servirebbero due voti scissi. Nella mia versione, povera, la pellicola non solo non decolla, ma anzi annoia e non dà segni di vita alcuna. La provenienza televisiva degli attori si manifesta a più riprese, ma la colpa credo stia proprio nel tentativo di sfruttare quasi unicamente l'immagine a scapito della sceneggiatura. Perchè non farlo solo 3d allora? Se lo si guarda a casa, senza occhialini, è veramente pietoso!
Mi aspettavo un filmetto da teenager, invece mi sono dovuto ricredere. Non ho goduto delle immagini in 3D che sicuramente avrebbero reso ancora più realistiche le numerose scena splatter presenti, ma mi sono divertito. Decisamente positiva è l'ambientazione nella miniera e il minatore che la abita, con quel pizzico di originalità che non guasta mai. C'è anche l'immancabile scena di nudo al motel. Insomma, ho trovato buoni ingredienti, anche se di remake si tratta.
La direzione del film è incentrata prettamente sull'azione (fin troppa) e sugli omicidi, che risultano efferati e realistici; per il resto non si segnalano particolari guizzi registici, ma la pellicola risulta compatta e con una messa in scena funzionale, grazie anche a una certa originalità del soggetto che, se da un lato riprende gli stilemmi del cinema horror reimpastandoli (nel film è presente anche una citazione a Shining), dall'altro ci presenta un inedito e originale serial killer.
Come slasher resta abbastanza nei canoni, concedendo molto sangue e violenza gratuita tipica del genere mista a una logica spesso ignorata e fin qui ci siamo; quando però si va a guardare oltre si nota un voler sorprendere lo spettatore più di una volta, specie riguardo l'identità del folle assassino, identità che in realtà non è per nulla difficile da capire, misto a un'antipatia verso praticamente tutti i protagonisti che non fa bene al film. Da vedere solo per il 3D.
Minatore fa strage di colleghi e giovinetti prima di scomparire. Dopo dieci anni ritorna e riprende la mattanza, ma c'è chi giura di averlo accoppato a suo tempo... Slasher che punta molto sull'effetto contundente del 3d, ovviamente vanificato dalla visione casalinga: quel che rimane è piuttosto ordinario, anche se di discreta confezione. Giova l'ambientazione cunicolare di alcune sequenze, come pure il look del killer mascherato. Per contro il colpo di scena finale è tutt'altro che imprevedibile ed il cast principale poco brilla. Così così.
MEMORABILE: La lunga sequenza con la bionda: nudo integrale piuttosto gratuito ma probabilmente non sgradito agli spettatori maschietti
Ci sono un biondo e un moro, amanti rivali fino all'ultima lama e poi un terrore strisciante che proviene dai meandri di una miniera ancora in attività. Da qualunque punto si veda, trattasi di un moderno horror dove il ritmo senza tregua va a discapito di una seppur minima pausa riflessiva. Tempi di oggi, frenetici e nevrotici, dove le picconate mortali non si contano nemmeno. Sì, la sceneggiatura ha cura di provocare un finale interrogativo, ma non basta.
Sfogliamo il taccuino: nella colonna delle cose buone ci sono Tom Atkins, la gran quantità di splatter e l’onestà di dichiararsi un mero veicolo per la moda del treddì. In quella delle cose cattive, apriti cielo: sottotesto sentimentale flaccido, la scritta “ten years later” quando gli attori non hanno neanche una ruga in più, la fotografia patinata e lucida che disinfetta il sudiciume operaio che aveva reso l’originale uno slasher con i fiocchi. Chiudiamo il bloc-notes e riponiamo il DVD nello scaffale, forse non lo riprenderemo più.
Fattaccio in miniera anni prima a San Valentino, il minatore folle ritorna per ben due volte a distanza di tempo la stessa data a strappar cuori (!), ma sarà lui o un emulo? Slasher con maniaco minatore con maschera antigas e piccone (ricorda il montanaro con la picozza di Cold prey), confezione standard (da piccolo schermo), con SFX in pessima CGI da videogame (inaccettabili per l'anno) e altri analogici. Molto efferato e brutale, la sceneggiatura per gran parte della durata è piuttosto routinaria ma nell'ultima parte si tinge di giallo (l'identità del pazzo) e acquista dinamismo.
Ok, regia e personaggi spesso non travalicano la pura modalità televisiva, ma lo splatter è indubbiamente generoso, la miniera un “nonluogo” atavico e almeno un paio di momenti centrano il bersaglio: la lunga sequenza in motel e il primo ritrovamento dei cadaveri. Totemico l’andirivieni persecutorio del killer, incessante il ritmo. Finale aperto ma nessun sequel.
Remake di un onesto slasher canadese degli anni '80, all'epoca massacrato dalla censura, che rimaneggia il materiale di partenza in direzione exploitativa e delittuosamente virtuosistica. Se da un lato le banalità dello script, i personaggi poco amabili e le trascuratezze logiche abbondano, dall'altro la generosità dello splatter, la corretta gestione della suspense e la superficiale gratuità di certi dettagli (il nudo integrale, la gravidanza adulterina appena menzionata) compensano i difetti strutturali. Epilogo un po' diverso dall'originale, ma assai intuibile. Nel complesso okay.
MEMORABILE: Il massacro all'ospedale; La ragazza nuda riparata dietro la rete del letto; L'occhio infilzato à la Zombi 2; La mandibola lanciata sugli spettatori.
Anche in versione 2-D non è assolutamente “piatto”, anzi. Poderoso prodotto “terror” nel quale non mancano lo splatter/gore e pure qualche nota di sesso che si “armonizza” bene col genere. Il piccone pesta duro, seguendo un buon ritmo che trascina l’azione senza lasciare troppo spazio ai convenevoli. Ottimo valore aggiunto, la tensione dei rapporti interpersonali (lui/lei/l’altro) e l’elemento "giallo" che fino all’ultimo manterrà la tensione nella vicenda. Adeguato per gli specialisti e anche per gli amanti del "mainstream" (ma solo quelli con qualche esperienza nel genere).
MEMORABILE: Lei corre nuda nel parcheggio, con la pistola in mano; L'assalto al motel; Il finale.
Slasher movie in perfetto anni 80 style (non per nulla è un remake) con tutti gli stilemi classici del genere. Storia povera, tanto sangue, body count alto, una scena di nudo abbastanza spinta per la media degli horror mainstream, twist finale dilatato (con tanto di flashback esplicativo) un po' blando ma controfinale in perfetto stile anni 80. Lussier si mantiene molto fedele al genere, non innova nulla e non si prende rischi. Non convince più di tanto il cast ma brilla Atkins. Non esalante ma non annoia.
MEMORABILE: Il killer che si fa scoprire facendo tre errori in un solo dialogo.
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DiscussioneZender • 19/06/09 10:01 Capo scrivano - 48365 interventi
Concordo in pieno, Undying! Una gran bella sorpresa (per quanto mi riguarda). E poi il 3D, come già ampiamente ribadito, è stato sfruttato alla grande!
Attenzione: oltre all'edizione disco singolo, con la differenza di 5 € (a circa 20) è possibile reperire quella a due dischi, sempre Medusa, comprensiva di ben 4 paia di occhialini per la visione in 3D e dei seguenti extra:
Commento audio del regista
Dentro San Valentino di Sangue
Sesso sangue e urla
Scene tagliate
Lo sceriffo
Finale alternativo
AV Magazine Tools per ottenere il massimo dalla visione tridimensionale
Il film è offerto sia in 2 che in 3 D nel formato anamorfico 1.78:1 con audio 5.1 DTS
Vorrei fare una provocazione, in tempi di non piena diffusione del 3d casalingo, per una pellicola del genere, varrebbe forse la pena di dare un giudizio quasi scisso fra 3d e classico. Il primo potrà esser bellissimo, ma per chi, poverello, come me, non lo vede con la nuova tecnologia, siamo vicini al risibile.
Se anche col sistema classico di visualizzazione se ne apprezza la visione, si deve comunque sapere che la sua forza sta nella nuova tecnologia. Qualcuno la pensa come me?
DiscussioneZender • 21/04/12 12:47 Capo scrivano - 48365 interventi
Se parli del film a me non parve così risibile, 3D a parte. Un horror vecchio stampo solido e ben diretto. Di solito comunque nei commenti a flm in 3d chi li ha visti in 3D lo specifica e uno può capirlo.
Il 3D dà un grandissimo quid in più al film. Anzi, ne è praticamente l'anima. Moltissime sono le inquadrature fatte proprio in virtù di esso, basti pensare alla scena dove un uomo punta il fucile alla mdp (e quindi allo spettatore) o quando viene sparato un proiettile al ralenti verso la telecamera. Visti con gli appositi occhialetti fanno il loro forte effetto. Anzi, direi che finora questo è il film dal 3D più stupefacente che abbia mai visto, appunto perchè nelle scene impressionanti è studiato proprio per rendere al massimo nella tridimensionalità. Non per niente si chiama proprio San Valentino di Sangue 3-D.
Sì, il 3D aggiungeva molto al divertimento e agli spauracchi: alcune picconate in sala erano spettacolari :) Ma credo che il film rimanga uno slasher dignitoso aldilà della stereoscopia: nulla di epocale, sia chiaro, ma lo ricordo scritto con maggior cura di tanti altri film analoghi. Dovrei comuqnue rievederlo in tv per valutare quanto perde nella resa atmosferica (che al cinema giocava un ruolo di primo piano).
Come ben si sà detesto il 3d che è diventata una moda alquanto inflazionata. In dvd ho il remake, appunto, che devo ancora vedere. Ho pure l'originale di zio George, che però, ahimè, è cutissimo :( nel dvd Paramount.
Sì, la versione italiana del film è stata macellata dai tagli: il remake in compenso splatta di brutto. Sul 3D, dipende: se viene utilizzato ad arte a me non dispiace affatto. Il problema è l'abuso che se ne fa - spesso posticcio - a fini meramente commerciali. In questo caso però il film nasce per la stereoscopia, quindi, a rigore, andrebbe fruito in quella modalità... Il problema è che non esiste ancora un'attrezzatura homevideo adeguata, e che in ogni caso i film che andrebbero veramente visti in 3D sono una quantità irrisoria...
DiscussioneZender • 21/04/12 18:57 Capo scrivano - 48365 interventi
Vero Rebis, ma questo è uno di quelli, come diceva giustamente Funesto.