Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/06/09 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 14/06/09 12:31 - 9043 commenti

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Ispirandosi ad un fatto di cronaca allora molto noto, De Santis gira un film corale che risulta riuscito, coinvolgente e compatto nonostante segua svariate storie. La sceneggiatura (scritta a più mani tra cui quelle del regista e di Zavattini) trae spunto dalla tragedia per dar vita ad un'analisi interessante ed efficace, sia da un punto di vista giornalistico che sociologico, dell'Italia del tempo. Ottima la prova di tutto il cast. Poco conosciuto e proprio per questo motivo meritevole di essere riscoperto.

Homesick 21/06/09 17:08 - 5737 commenti

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La ricostruzione di un triste fatto di cronaca consente di presentare uno spaccato della vita sociale dell’Italia agli inizia degli anni Cinquanta: la donna che cerca di emanciparsi e di conquistare tra mille difficoltà la propria indipendenza economica e l’invadenza dei media, pronti a speculare sulle disgrazie altrui. Un neorealismo scrupoloso che incastra mirabilmente i piani micro e macro attraverso un eterogeneo coro di voci femminili e maschili, rappresentative di altrettante figure umane.

Brainiac 22/06/09 23:22 - 1083 commenti

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Eoni prima di Altman De Santis girò un film che, pur rispettando quasi fedelmente le unità di spazio (un palazzo) e tempo (una giornata) della tragedia classica, ritraeva simultaneamente alcune storie delle donne coinvolte nel crollo di largo Circense. Lustri prima di Peerce (autore del notevole New york ore 3, ambientato tutto in un vagone del metrò) sondò la psicologia delle masse con acume (i duetti di qualunquismo e sapienza popolare fra i cittadini), umorismo e lungimiranza (la ricerca mediatica del capro espiatorio). Finale consolatorio ed amaro: Cult!
MEMORABILE: "Commissario, la gente vuole sapere con chi deve prendersela"; L'ultima battuta, che non posso rivelare perché dà un senso a tutta la storia.

Capannelle 13/07/09 10:09 - 4411 commenti

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I contenuti sono presi fedelmente dalla cronaca ma gli sceneggiatori riescono ugualmente a comporre un quadro molto umano e toccante, senza cadere nel patetico o nei tipici quadretti ricattatori del filone neorealista. Ci sono un pizzico di ironia e tanti spunti di riflessione su una società ancora piena di ferite. Bello, particolare e per me migliore di altri film del periodo diventati più famosi.

Il Dandi 20/04/10 11:33 - 1917 commenti

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Sceneggiatura di ferro (scritta in sette tra cui Zavattini, Petri e Corrado Alvaro) per uno dei migliori istant-movie di sempre: tragedia corale con punto di vista tutto al femminile (i pur ottimi Stoppa, Vallone, Girotti, restano sempre delle appendici -padri o mariti- delle protagoniste). Tutta la prima parte, con la preparazione al crollo, è assolutamente magistrale. Nella seconda forse il rigore del neorealismo cede un po' il passo al melodramma, ma rimanendo compatto e mai retorico, toccante e mai patetico. Bellissimo, commovente.
MEMORABILE: "Mica queste hanno tutte bisogno di lavorare, qualcuna lo fa per le scarpe..." "Perché, solo lei deve camminare con le scarpe?"

Lucius 12/09/10 11:56 - 3015 commenti

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Eroi sconosciuti senza macchia né lode, eroi nel sopravvivere giorno dopo giorno in una nazione uscita dalla guerra e costretti a fare i conti con la fame e con la ricerca di lavoro in una nazione in ginocchio. Le protagoniste della pellicola, figlie dell'Italia post-bellica, rischiano la vita nel crollo di un palazzo nella vana speranza di ottenere un posto di lavoto. Ottima la sceneggiatura, regia di altissimo livello per una fedele ricostruzione di una triste vicenda di cronaca realmente accaduta.

Saintgifts 19/09/10 15:50 - 4098 commenti

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De Santis offre molto più spazio al dopo tragedia, giustamente, per raccontare attraverso le protagoniste, di tutti i livelli sociali, un'Italia con problemi, forse giustificati allora, ma che sembra trascinarsi ancora a tutt'oggi. La prima parte è senz'altro migliore registicamente anche perché forse più facile, dove le donne, protagoniste assolute, rivelano tutta la loro caparbietà e risolutezza. Il crollo della scala e i primi soccorsi sono la perfezione cinematografica. Qualche forzatura verso il melò in alcune interpretazioni, sopportabili.

Giacomovie 22/05/11 13:37 - 1398 commenti

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Tratto da un reale episodio di cronaca. La rassegna stampa iniziale svela il finale, ma ciò non toglie interesse ad un film realista in cui si specchia la difficile realtà sociale degli anni 50. Qualche manierismo di troppo, ma le sequenze della tragedia sono state girate con realistica efficacia.

Stefania 6/08/11 03:51 - 1599 commenti

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Diverse ma simili, queste ragazze, avversarie per la conquista di un impiego, sorelle nella tragedia. I cronisti urlano, i testimoni commentano, la polizia interroga, ma le ragazze sono già pronte a ricominciare, ciascuna con una piccola speranza: un nuovo o un vecchio amore, un paese dove tornare, un figlio da far nascere, qualche numero da giocare al lotto... Il coincidere dell'inquadratura iniziale con quella finale racconta l'inesauribile capacità delle donne di ricrearsi la vita, umili e ostinate nella quotidiana battaglia per guadagnarsi da sole il loro pane fresco, le loro scarpe nuove.
MEMORABILE: La scaramucce tra le aspiranti al posto prima di entrare nella palazzina. Lo scambio di battute sulle scarpe.

Mdmaster 15/08/11 12:09 - 802 commenti

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Poco conosciuta chicca neorealistica di De Santis, che sfrutta il fatto di cronaca del momento ma in maniera educata, senza sensazionalismo. Oltretutto si avvale di un bel cast femminile, che riesce a ben rispecchiare la società italiana dell'epoca (e, direi, pure di oggi) senza scadere nello stereotipo. La parte iniziale è, comunque, la migliore, con un affresco corale gestito ottimamente dal regista, con riprese azzeccate e non claustrofobiche; poi cala decisamente nel tentativo di chiudere la catastrofe. Da riscoprire.
MEMORABILE: Il pentimento della Simona; stoppa tenta inutilmente di battersi per l'impiegato pubblico.

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Galbo 1/05/13 19:05 - 12392 commenti

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Un bel film di Giuseppe De Santis, ispirato ad un fatto di cronaca rielaborato narrativamente dai suoi autori. L'opera ha valenza decisamente sociologica effettuando un riuscito ritratto della condizione femminile (o sarebbe meglio dire delle condizioni femminili) dell'epoca. Una regia molto incisiva e una sceneggiatura che caratterizza bene i personaggi. Buona la prova del cast.

Graf 11/10/13 02:53 - 708 commenti

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Forse il migliore film girato da De Santis lontano dai turgori melodrammatici di alcuni film precedenti. Il realismo spiccio e asciutto di un tragico fatto di cronaca del '51 è l’occasione per un’analisi che da sociale si innalza ad approfondito studio psicologico del piccolo e modesto mondo femminile dell’Italia del dopoguerra. Sogni, aspirazioni, ambizioni ma anche la tenacia e la concretezza tutta da donna di conquistare un sicuro e tranquillo posto di lavoro. Una sinfonia di personaggi e di fatti armoniosamente orchestrata dal regista di Fondi.
MEMORABILE: Il dolce ma volitivo volto di Maria Grazia Francia (un'attrice fiorentina che ammiro molto), qui nel ruolo di Cornelia Riva.

Enzus79 31/05/14 14:35 - 2895 commenti

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Ispirato da un fatto realmente accaduto a Roma nel 1951. Giuseppe De Santis (con l'aiuto regia di Elio Petri) ne fa emergere una storia abbastanza drammatica (la realtà ne richiederebbe molto di più) e coinvolgente, in alcuni tratti. Bravi gli interpreti.

Il Gobbo 10/02/18 15:09 - 3015 commenti

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Vecchie e nuove leve della settima arte nazionale alle prese con un tentativo di cinema-verità in pieno mood neorealistico. Parte molto bene, con grande attenzione ai dettagli, raggiunge fatalmente il climax col fattaccio, poi purtroppo si sfarina mostrando un fiato un po'corto sulla distanza dell'ora e mezza e rotti. Peccato. Degno di nota il tema di Nascimbene sui titoli, con le macchine da scrivere "suonate" come strumenti, una novità per l'epoca

Rufus68 26/09/18 23:07 - 3842 commenti

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L'aderenza al vero marchia a fuoco il film sino ad appesantirne, per demerito di facili soluzioni drammaturgiche, alcune parti (il poliziotto, lo schematismo tra alta borghesia e popolo minuto). Una scelta allora comprensibile politicamente e oggi relativamente datata. Ciò che, invece, sorprende è che tale neorealismo venga declinato con naturalezza da uno stuolo di star d'eccezionale spessore attoriale e figurativo: Vallone e Girotti, da una parte, le magnifiche ragazze (nessuna esclusa) dall'altra: uno sorta di radiosa Hollywood socialista.

Pigro 10/11/19 09:59 - 9666 commenti

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Un fatto vero di cronaca (il crollo di una scala che travolge centinaia di dattilografe in cerca di lavoro) si trasforma nella lucida raffigurazione della società italiana del dopoguerra, dove la subalternità femminile e la disoccupazione costituiscono due problemi centrali, tutt’altro che risolti a distanza di anni. Buona sceneggiatura, ottima ricostruzione, notevoli riprese, ma soprattutto eccellente tensione sociale-politica che si concretizza in ritratti singoli esemplari e di grande efficacia. Superlativo il dolente finale circolare.

Rocchiola 10/03/21 08:47 - 966 commenti

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Da un fatto di cronaca di forte presa sociale, un racconto corale al femminile ambientato nell’Italia dei primi anni 50, ancora ferita dalla guerra e dominata dalla povertà. Gli ultimi scampoli del neorealismo si uniscono ai toni della futura commedia all’italiana in un film molto amato dalla critica ma non esente da una certa dose di retorica. Gustosa l’iniziale caratterizzazione dei vari personaggi ed abbastanza realistica la resa del crollo, poi dopo l'incidente prevalgono toni più melodrammatici che fanno sentire il peso degli anni. Innovativo il tema musicale dattilografato.
MEMORABILE: La canzone improvvisata sulle scale; La nuova serva all'ex-collega sostituita “Ancora una cosa: se magna?” Se magna, se magna...”; L'impiegato Stoppa.

Myvincent 2/05/22 07:18 - 3741 commenti

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Alle 11 di un giorno piovoso a Roma crolla la scala di un palazzo dove si erano affollate centinaia di donne per un posto di dattilografa. Crollano anche le speranze di tante storie, ma dalle macerie ne sembrano nascere altre, in un racconto circolare. L’Italia del dopoguerra prova a togliersi la polvere di dosso e si arrangia come può. Un film sulla condizione femminile di sempre e sulle povertà (e qualche ricchezza) morali del genere umano. Il tutto raccontato con mano ferma e realista, arricchito da un cast mai così ricco.

Paulaster 13/10/22 09:49 - 4417 commenti

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Nell'attesa di un colloquio per dattilografe crolla una scalinata. Un fatto vero riproposto ampliandone gli aspetti sociologici. Girate in modo eccellente le concitate fasi iniziali, come il dramma della distruzione. Il seguito in ospedale serve per dare coralità femminile alle varie storie dietro all'esigenza di trovare un posto di lavoro. La Del Poggio si fa notare di più, anche se ognuna dà il proprio personale apporto alla vicenda. La ricerca di un capro espiatorio approfondisce ulteriormente l’analisi, insieme al ruolo dei media e al rimpallo delle responsabilità.
MEMORABILE: La dattilografa "mitragliatrice"; La caduta delle macerie; La retta giornaliera dell’ospedale; Il vuoto lasciato dal crollo.
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  • Discussione Zender • 10/05/11 19:15
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Pazzesco, non conoscevo la storia... Stranissimo davvero che nessuno abbia mai pensato di apporre almeno una traga commemorativa...
  • Curiosità Zelig46 • 2/11/12 19:20
    Galoppino - 94 interventi
    Probabilmente qualcuno lo saprà, ma questo film non è l'unico resoconto dei fatti. Nello stesso anno fu girato lo stesso soggetto ma da un punto di vista diverso: si chiama "Tre storie proibite". Qui viene raccontato benissimo.
  • Discussione Mauro • 26/09/14 10:49
    Disoccupato - 11980 interventi
    Attenzione a questo spezzone del film. Al minuto 20 entra in scena un giornalista che viene chiamato Ferretti. Si tratta di un cameo del celebre giornalista Mario Ferretti? Dalle foto d'epoca mi pare che sia proprio lui

    https://www.youtube.com/watch?v=dQAHES4T8Dg
  • Discussione Orsobalzo • 26/09/14 19:51
    Pulizia ai piani - 1101 interventi
    Sì, Mauro, è lui..
    Vita avventurosa la sua..
    Al Giro del 49 pronunciò la celebre frase:
    « Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi »
    Bellissima nella sua semplicità.
  • Discussione Mauro • 26/09/14 20:33
    Disoccupato - 11980 interventi
    Orsobalzo ebbe a dire:
    Sì, Mauro, è lui..
    Vita avventurosa la sua..
    Al Giro del 49 pronunciò la celebre frase:
    « Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi »
    Bellissima nella sua semplicità.


    Da appassionato di ciclismo questa la sapevo
  • Discussione B. Legnani • 27/09/14 10:25
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Mauro ebbe a dire:
    Attenzione a questo spezzone del film. Al minuto 20 entra in scena un giornalista che viene chiamato Ferretti. Si tratta di un cameo del celebre giornalista Mario Ferretti? Dalle foto d'epoca mi pare che sia proprio lui

    https://www.youtube.com/watch?v=dQAHES4T8Dg


    Il link dura 15'...
  • Discussione Mauro • 27/09/14 10:49
    Disoccupato - 11980 interventi
    scusa, intendevo 20 secondi... cmq ho già risolto, è proprio lui
  • Discussione B. Legnani • 27/09/14 11:27
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Mauro ebbe a dire:
    scusa, intendevo 20 secondi... cmq ho già risolto, è proprio lui

    Visto. Il figlio Claudio gli assomiglia molto, fra l'altro.

    Ricordo un'intervista, su OGGI o su GENTE, secoli fa, a Doris Duranti, che parlava anche di Ferretti e che diceva che faceva il giornalista nell'America Latina.
    La Duranti - è cosa più che notoria, ma Zender può levare queste ultime righe - ebbe vicenda d'amore con Pavolini, fucilato a Dongo (nel 1945, ovviamente).
  • Homevideo Rocchiola • 10/03/21 08:52
    Call center Davinotti - 1254 interventi
    Il DVD 01 distribution - Rai è stato una cocente delusione. Malgrado la copertina reciti "Restauro digitale a cura della Cineteca di Bologna" il video si presenta pieno di spuntinamenti e graffiature e con un bianco-nero piuttosto slavato e poco contrastato. Il formato è quello giusto 1.33 adattato per i televisori in 16:9, quindi per fortuna non bisogna fare aggiustamenti con lo zoom, ma per una pellicola restaurata tutti questi segni d'usura sono inaccettabili. La definizione è appena sufficiente e nel complesso a vederlo così non parrebbe nemmeno restaurato. Audio di discreta potenza e chiarezza.
    Ultima modifica: 10/03/21 10:47 da Zender