Joe D'Amato (pseudonimo internazionale del nostro Aristide Massaccesi) girò ai Caraibi una serie di film, tutti con la stessa ambientazione e identico cast, che oltre all'inseparabile George Eastman (alias Luigi Montefiori) e tre disinvolte ragazze, proponevano al centro dell'azione lo stallone baffuto (stile Magnum P.I.) Mark Shannon, pronto ad esibirsi in scene hard senza le quali trame e intrecci così ridicoli non avrebbero alcun senso (ciononostante, essendo tali scene slegate al contesto e girate separatamente, sono state eliminate in molte edizioni video). Insomma, pellicole girate con quattro soldi per poter sfruttare al meglio le suggestive...Leggi tutto ambientazioni esotiche e il fisico notevole dell'immancabile giovincella nera magrissima, degna risposta alla più casta Laura Gemser, mai apparsa in scene che andassero al di là del soft-core. Tuttavia, a differenza per esempio del suo gemello HARD SENSATION, il film ha dalla sua idea un’curiosa, capace di fondere originalmente l’horror splatter (per quel poco che si vede) con il cinema hard-core. La storia infatti racconta di un gruppo di scienziati a prevalenza femminile (l’equipe meno credibile nella storia del cinema) che si reca su un'isola deserta cui è toccato il sinistro destino di subire test nucleari. L'unico sopravvissuto è un gigante di colore, ricoperto di pustole e con un asciugamano in testa, che appena vede il gruppo di scienziati trombare a destra e a manca si eccita ed entra in azione di persona. Le dimensioni del suo pene, però, portano ahinoi le ragazze violentate a morire dissanguate. Come salvarsi? In tutto il film ci sono un paio di buoni effetti splatter e nessuna suspense, dialoghi da mani nei capelli e sceneggiatura da pianto. Eppure qualche buona atmosfera c'è, in mezzo a tanta carne. Tutti nudi tranne il serio Eastman.
Sulla falsariga di Antropophagus (e sul medesimo set) Massaccesi gira la versione spinta di quello passato alla storia del cinema come primo esemplare di porno-horror. Genere che dovrebbe essere particolarmente gradito (eros e thanatos: una commistione perfetta) ma che non sortisce una particolare serie di pellicole rimanendo anzi confinato in pochi esemplari.
Questo esempio, pur se valorizzato da una "popolarità" acquisita, è assai scadente, anche quando mette in campo la bellezza di Dirce Funari (in azione solo con falli di gomma).
Pessimo film del compianto Aristide Massaccesi. A parte la storia poco coinvolgente e male interpretata, le scene hard inserite nella pellicola risultano sgradevoli persino agli attori stessi. Le sequenze del "mostro" sulla spiaggia sono un qualcosa di inguardabile. Assolutamente da evitare.
Questa volta il tradizionale eclettismo di Joe D'Amato nel mescolare erotismo, thriller, horror ed esotismo cede il posto all'hard, che domina incontrastato un film dalla trama esilissima, seppur con non pochi richiami ad Antropophagus. Solo per pornofili.
Non così malvagio come sento dire spesso... La parte non hard è discreta, come tante altre volte nei film di Joe D'Amato la confezione vale più del contenuto. Certo oggi lascia quantomeno perplessi vedere con quanta cura venissero realizzate quelle che alla fin fine erano solo le parti di raccordo tra un amplesso ed il successivo. Tristemente note le scene con Annj Goren, che si esibisce in un numero a tre con due comparse scritturate in loco: forse una delle scene più tristi mai viste personalmente.
Pessimo film pornografico mascherato, malissimo, da film horror-erotico.
La formula è la stessa del precedente "Le notti erotiche dei morti viventi" ma qui i risultati sono ancora peggiori: tensione narrativa inesistente a causa di una trama assolutamente assente attenta solo a rifilarci un amplesso dietro l'altro, soliti, scialbi, paesaggi da cartolina e ancora una volta tantissima noia che regna suprema e incontrastata. Insomma evitatelo come la peste.
Meglio un film porno. Almeno in quel caso si sa cosa si sta per vedere.
Escursione di D'Amato nell'hard (che nei '90 diventerà la sua unica fonte di sostentamento economico) con contorno di horror. Il mix è poco riuscito e sebbene ci siano un paio di scene splatter appena discrete, il resto del film è un classico porno "d'epoca", tra l'altro abbastanza squallido e noioso. Per qualche motivo anche questo film di D'Amato mantiene un'atmosfera quasi fastidiosa e sporca, che rende la visione tutt'altro che piacevole. Tristemente curiose le sequenze con protagonista la Goren, visibilmente disgustata. Trash.
Simpatico ma bruttissimo pornazzo con una risibile storia horror/avventurosa. Molte le scene hard ma la parte horror, tra effetti ridicoli e varie cadute nel trash, è decisamente tirata via e ricopre solo la mezz'ora finale. Joe D'Amato comunque, pur dirigendo in maniera svogliata e frettolosa, garantisce al film un livello minimo, ma l'orrenda fotografia non aiuta. Piacevoli musiche di Fidenco, anche se ripetute allo sfinimento.
Fallimentare tentativo di mischiare hard e horror. Un paio di guizzi splatter non innalzano di certo il gradimento per una pellicola la cui sceneggiatura è talmente povera che, in fondo, pare piuttosto chiaro che lo scopo principale fosse quello di girare un porno, seppur maldestramente mascherato d'altro. A voler infierire nemmeno come porno funziona e le scene di sesso sono di uno squallore e di una tristezza impietose.
Se Le notti erotiche dei morti viventi aveva pur restando nei limiti dell'hard qualche tocco di orrore, qui siamo nell'hard hard. Il cast è identico al precedente film, la trama mi ha ricordato Virus e Incubo sulla contaminata solo che qui i contaminati sviluppano strane voglie. Ridicole alcune scene pornografiche, tutta da ridere quella dell'assalto alla Funari.
Se si escludono le parti porno tout-court (che sono tante e noiose) questa pellicola non è poi lontana per qualità e realizzazione da tanti film di genere italiani coevi dove povertà di mezzi, trame improbabili e recitazione approssimativa imperversavano. Qui il livello di trash è altissimo. Marco Giusti nel suo "Dizionario Dei Film Italiani Stracult" afferma che gran parte delle scene sono state girate da Bruno Mattei (uno che in fatto di trash la sapeva lunga). Dialoghi da delirio. Visto da una prospettiva storica può anche essere apprezzato.
Squallido pornazzo travestito da horror. D'amato si autocita (la scena nella caverna con ritrovamento del diario cita Antropophagus), ma lo squallore è ovunque, tra tristissime e pessime scene hard di ogni tipo e recitazioni pari allo zero (anche il povero Eastman fa una magra figura). Imbarazzante il contaminato dal fallo gigante. Pessimo!
MEMORABILE: L'espressione della Goren mentre fa l'amore con i 2 neri, scena che merita di entrare negli annali del trash!
Film che sembra svogliato, girato come al solito con mestiere da Massaccesi, ma che dimostra molte lacune a livello tecnico. A parte l'oscena recitazione della Goren, che infrange la prima regola del porno (non guardare in macchina), l'aria schifata nell'accoppiamento con i due uomini di colore è decisamente inaccettabile. Questo teatrino degli orrori continua con riprese esterne traballanti, falli finti e atttori poco ispirati. L'unico vero piacere, estetico, è costituito dalla bellezza delle attrici. Io, di horror non ci ho visto che D'Amato...
Cultissimo. Avvolto in un'atmosfera squallida e "sporca" che non può che far gioire gli amanti del cinema trash più oscuro e sotterraneo. D'Amato si dimostra ancora una volta abile artigiano del genere "bis", ma con uno stile e un tocco personale del tutto riconoscibili, che gli conferiscono la qualifica di "autore" al di là di ogni ipocrisia snobistica. La parte horror è spassosa e delirante, quella porno deliziosamente "retrò" (pur nel suo degrado), le musiche di Fidenco esotiche e godibili. Vera chicca. Decisamente, non per cinefili d'essai.
MEMORABILE: Le scene in cui il mostro sventra con il suo fallo gigante le belle vittime. E la mitica scena a tre di Annj Goren, girata in modo cupo e poveristico.
Il buon Aristide più che un film fa un vero e proprio pornazzo con tutti i crismi. Vero c’è l’abbozzo di una trama, c’è un po’ di sangue (pur fortemente e volutamente, spero, effetto conserva di pomodoro), ma questo film non ha niente per non poterlo ricondurre all’hard core. Fin dalla prima scena si intuisce quale sarà il leit motiv e stancamente s’inizia la visione. Carine le ragazze, esattamente nei canoni del tempo, così come il baffone che cattura. Un bel trashone d'annata!
MEMORABILE: La fellatio finale, sulla barca, come ad esorcizzare la morte scampata.
Pseudo horror e vero pornazzo di D’Amato, con amplessi ripetuti e per tutti i gusti, quasi sempre all’aperto e in riva al mare per sfruttare le location caraibiche. Le giovani scienziate appaiono molto “coinvolte” nella spedizione di ricerca. La storia del gigante mutato e superdotato è poco più che una appendice insignificante. Complessiva povertà di mezzi, di idee e anche di risorse umane.
Cult-trash da paura. Aveva ragione Massaccessi a dire che con il porno non si sapeva ancora che direzione prendere... e infatti nel film in questione le scene hard sono girate malissimo, al limite del comico, mentre troppo tardi arriva il mostro dal pene massacratore che smuove un po' la situazione sul versante splatter. Una sorta di porno con una trama e un'ambientazione "ricercata", cosa nella quale molti registi e produttori d'oltreoceano si stanno tutt'oggi cimentando, anche con cospicui investimenti. Praticamente un precursore...
Folle! Sfruttando location e attori di un altro film, mastro Joe scrive in fretta e furia una specie di nuova sceneggiatura (pare che con il budget di uno ne abbia fatto due in pratica), regalandoci una meravigliosa perla del trash. Trama scadente e incredibile, che sembra uscita dai vecchi fumetti "Squalo". Ma l'apice è raggiunto con il "mostro", un attore di colore ben piazzato che violenta le sue vittime a sangue, addirittura soffocandone una a morte con una fellatio! Fantasia e divertimento involontario.
MEMORABILE: George Eastman che ogni 20 minuti si dà al sesso "casuale".
Hard massaccesiano del periodo caraibico travestito da horror-zombesco e ricordato soprattutto per le impacciatissime e per nulla stimolanti sequenze hard (tristemente famosa per il suo squallore quella fra una schifatissima Goren e due stalloni locali). La trama, come di regola in questo genere di pellicole, è priva di qualunque interesse e ha una pura funzione di raccordo fra una noiosissima scena di sesso e l'altra. Se come porno autore Massaccesi si stava ancora facendo le ossa, altrettanto dicasi per Cersosimo come porno attore.
MEMORABILE: Le inquadrature in soggettiva del "mostro" che spia il gruppo dei visitatori emettendo indefinibili grugniti.
Horror hard di D'Amato del periodo caraibico, con medesimi set e cast de Le notti erotiche dei morti viventi. Se quello era un horror contaminato dal porno, qui siamo nella posizione opposta. Le scene di sesso vanno dal buono allo squallido e spesso vengono inserite nel plot nella maniera più idiota possibile, finendo inevitabilmente nel ridicolo involontario. La componente horror è banale, con il sub-plot del mostro superdotato, ma poteva essere peggio. Molto belle le musiche di Nico Fidenco. Dura uno sproposito, ma almeno non annoia troppo.
MEMORABILE: La famosa fellatio fatale; La morte dell'erotismo durante la scena a tre della Goren; Il finale sulla barca con cameo non voluto di un tecnico.
Quando una signora in bikini, dalla sdraio a bordo piscina, si dichiara "fisica nucleare" (a meno che non sia un calembour) già si intuisce molto del film. Il seguito è un proto-hard, avvilente come tutta la pornografia, coi suoi meccanismi meccanici e gratuiti. D'Amato, però, deraglia dai binari della semplice bruttura per dilagare nelle praterie del ridicolo tentando di legare narrativamente le copule con un canovaccio horror. Nemmeno la fattura grossolana e naïf dona un po' di simpatia all'operazione.
Tralasciando le innumerevoli discussioni postume di carattere esegetico sembra, al netto delle scene hard (nemmeno così squallide), uno dei tanti film di genere girati in quel periodo con quattro soldi e tonnellate di coraggio. La trama, seppur esile, ha un suo senso mentre la resa filmica, sebbene modestissima, non è inferiore a molti prodotti coevi, realizzati per solleticare le emozioni facili del pubblico dei cinema di seconda visione. Ha ormai solo un valore documentario, buono per cinefili e appassionati.
Del periodo esotico-erotico di D'Amato, un filone di interessanti pellicole a bassissimo costo impregnate di decadente e a tratti disperato nichilismo, questo è il più esplicitamente pornografico e, non casualmente, il meno interessante, sia nello spunto narrativo (oggettivamente ridicolo) che nella realizzazione (sciattissima ma, d'altro canto, tolta la polpa hard al film non rimane quasi più altro). Votazione minima perché anche i movimenti pelvici sono invero estenuanti. Consigliato solo ai fan irriducibili del regista.
La ricerca del perfetto equilibrio tra componente hard e spunto horror è degna del proverbio "fare di necessità virtù". Un pessimo lavoro di montaggio, semplicemente, raccorda più sequenze spinte all'interno del quadro caraibico (Le notti erotiche dei morti viventi); e il materiale in eccesso lo si ricicla per pellicole dal soggetto analogo, ovvero questa. Recitazione e fotografia ai minimi termini; simpatico qualche dialogo.
MEMORABILE: La Goren visibilmente disinteressata nel triplice amplesso; La fisica nucleare a bordo piscina; Il soffocone del mutante.
Gli accoppiamenti sono di una carnalità mai volgare e fuori dal comune, lontani anni luce dalla noiosa ripetitività di sequenze standardizzate tipiche della maggior parte dei film hard. E' la sceneggiatura, sempliciotta, a lasciar molto a desiderare. Quindi concentratevi sul pathos degli attori alle prese coi piaceri della carne e lasciatevi alle spalle ogni aspettativa cinefila. Un esotico sessuale pregno di umori corporali, nel più completo abbandono dei sensi.
D'Amato tenta la commistione tra porno e horror e l'idea sarebbe anche buona, peccato non riesca assolutamente a bilanciare i due aspetti prediligendo decisamente il primo genere. Certo, l'ottima fotografia e le belle ambientazioni si fanno notare, ma alcuni degli attori sono impacciati e, porno a parte, il film è abbastanza noioso. Appropriata la colonna sonora di Nico Fidenco. Rimane l'importanza storica nel contesto dell'hard all'italiana, ma poco altro.
MEMORABILE: La morte via fellatio.
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Renato ebbe a dire: Io spero che la Goren/Napolitano fosse fatta, prima di affrontare la sua scena coi due mandingos...scena assai dura in tutti sensi direi, permettetemi la battuta .............
Enricottta ebbe a dire: Ora non c'è per me, cosa più squallida di scopare una donna alterata da sostanze varie.Guardare un film riconoscendolo, mi smonta l' eccitazione. Beh, ma questi primissimi porno d'antan non si dovrebbero guardare al mero scopo di eccitarsi, ma più che altro in un'ottica di recupero e analisi storico-estetico-cinematografici...
A mio avviso, la cosa che più eccita (in ogni senso, anche culturale) è proprio il calarsi nell'atmosfera dell'epoca in cui furono girati, ed immaginare il fremito di novità che attraversava le menti degli interpreti e dei registi nostrani mentre si apprestavano (con pochi soldi e moltissimo coraggio) a "varcare la soglia" che separava il cinema italiano conformista da quello rivoluzionario e libertario.
E' questa, a mio parere, la vera potenza ed il vero motivo d'interesse di questo ed altri film similari: il loro valore pionieristico, la loro aura retrò che (se si è in grado di catturarla ancora) può riuscire persino a commuovere.
Specie se si pensa a com'è finito, in seguito, il cinema (sia porno, che non).
Nickdamato ebbe a dire: Undying ebbe a dire: Ora non c'è per me, cosa più squallida di scopare una donna alterata da sostanze varie.Guardare un film riconoscendolo, mi smonta l' eccitazione. Beh, ma questi primissimi porno d'antan non si dovrebbero guardare al mero scopo di eccitarsi, ma più che altro in un'ottica di recupero e analisi storico-estetico-cinematografici...
A mio avviso, la cosa che più eccita (in ogni senso, anche culturale) è proprio il calarsi nell'atmosfera dell'epoca in cui furono girati, ed immaginare il fremito di novità che attraversava le menti degli interpreti e dei registi nostrani mentre si apprestavano (con pochi soldi e moltissimo coraggio) a "varcare la soglia" che separava il cinema italiano conformista da quello rivoluzionario e libertario.
E' questa, a mio parere, la vera potenza ed il vero motivo d'interesse di questo ed altri film similari: il loro valore pionieristico, la loro aura retrò che (se si è in grado di catturarla ancora) può riuscire persino a commuovere.
Specie se si pensa a com'è finito, in seguito, il cinema (sia porno, che non).
Scusa Nickdamato: ma hai quotato una frase di Enricotta e l'hai attribuita a me ;)
Per il resto se parliamo di recuperare film che, nel bene o nel male, hanno segnato un'epoca non posso che essere d'accordo, come lo è lo stesso Zender: infatti questo è uno dei pochi porno inseriti nel database davinottico proprio per l'importanza che il titolo ricopre nella "storia della cinematografia italiana".
DiscussioneZender • 15/02/10 19:01 Capo scrivano - 48842 interventi
No, Nickdamato non c'entra, Undying: fui io a sbagliare l'attrbuzione (lui non aveva scritto nulla e non si capiva dove avesse preso la frase). Mi preparo per il boia pure io, domattina. Ci si vede al sorger del sole...
Undying ebbe a dire: Pare che la bolognese Annj Goren (all'anagrafe Annamaria Napoletano) fosse parecchio intima con Eva Robin's (all'anagrafe Roberto Coatti). Questa non la sapevo! Ma del resto, le due "amiche" avevano anche "recitato" insieme: chi non ricorda, o non ha mai visto, la mitica scena hardcore della fellatio di Annj Goren ad una Eva Robin's in piena erezione (seppur si dice che, per le riprese in dettaglio, Eva/Roberto fosse, in realtà, controfigurata/o da un uomo tout-court) nella versione integrale dello stracult Eva Man - Due sessi in uno, diretto da Antonio D'Agostino nel 1980?
Chiunque sia, cosa si è perso! ;-)
Zender ebbe a dire: No, Nickdamato non c'entra, Undying: fui io a sbagliare l'attrbuzione (lui non aveva scritto nulla e non si capiva dove avesse preso la frase). Mi preparo per il boia pure io, domattina. Ci si vede al sorger del sole...
Altro che sorger del sole: sarà una plumbea e fredda mattina invernale, con Legnani intento a gettare in pasto agli avvoltoi quel che resta di due filmaniaci...