Raimondo Vianello è sempre stato accreditato di un umorismo soft, all'inglese, quindi chi meglio di lui per interpretare in una commedia un ufficiale britannico catturato da un sommergibile italiano durante la Seconda Guerra Mondiale? Appena imbarcato come prigioniero (gli hanno affondato la nave) si appellerà a tutte le norme del trattato di Ginevra facendo imbestialire il comandante Tino Buazzelli, sanguigno ma di buon cuore. È il rapporto tra i due, prolungato per metà film sul filo del insulto, a dare il senso comico al film di Mario Amendola (e al titolo) che purtroppo, dopo una prima parte brillante e simpatica, si perde completamente facendo entrare in scena la bomba sexy Margaret Lee. Da...Leggi tutto quando il sommergibile fa sosta ad Azila lasciando scendere l'equipaggio che ne approfitta per andare al tabarin, il film cala terribilmente lasciando spazio agli strip e alle frasi conturbanti della Lee (che s’approfitterà dell'ingenuità del marinaio Ferruccio Amendola), a una lunga rissa tra i tavolini e a gag decisamente meno riuscite di quelle viste fin lì. Anche la coppia di cuochi composta da Franco e Ciccio, che nel primo tempo si era ritagliata qualche scenetta simpatica interrogandosi sui tanti perché della guerra, tende a scomparire quasi del tutto. Vianello e Buazzelli non incidono più e si procede stancamente verso un finale senza gloria. Peccato, perché l'incontro-scontro tra i due comandanti in acqua salata era un’azzeccata ripresa di un classico della nostra complicità (cui Totò, per fare un esempio, aveva spesso attinto) e una sceneggiatura garbata e spiritosa stava cominciando a sfruttarlo bene.
Amendola dirige questa commedia con ottimi interpreti che parte con un discreto primo tempo in cui assistiamo alla divergenza Vianello/Buazzelli che riesce a intrattenere grazie alla bravura dei due. Intanto appaiono fugacemente Franco e Ciccio che parlano di guerra e cacciano un gatto che ritornerà a suo malgrado nel finale. Poi da discreta commedia si passa a un registro sentimentale che annoia, nonostante ci sia Margaret Lee cantante nei tabarin (si sente anche una canzone di Fidenco live). Molto discontinuo!
Commedia balneare tipica di inizio anni Sessanta che mescola storie marinaresche di militari pasticcioni e spogliarelli che vedono in primo piano una Margaret Lee davvero in stato di grazia. La parte comica si regge invece soprattutto su Raimondo Vianello nei panni british a lui congeniali. Non è certo un capolavoro, ma si vede con piacere anche come testimonianza di un modo di vivere che fu.
Fa un po' strano vedere Raimondo Vianello, chi militò nella RSI, fare l'ufficiale inglese che battezza "Duce" il suo cane, ma il suo aplomb si sposa benino col ruolo, così come funziona Buazzelli. Pure il film funziona, ma solo fino a metà, perché con l'arrivo del sottomarino nell'immaginaria città di Azila (una sorta di Tangeri in sedicesimo) esso crolla. Sparisce l'umorismo, mentre arriva Margaret Lee, agente segreto inglese che (a prima vista!) s'innamora assurdamente dell'ufficiale italiano interpretato da Farnese. Consola una raffica di amate facce: molti uomini e Marina Morgan.
Mario Amendola HA DIRETTO ANCHE...
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Stavamo girando e c'era una pausa. Io e Franco siamo seduti a chiacchierare, provavamo delle battute per le nostre parti. A un certo punto sentiamo dire: buona, buona così, poi per il suono ci arrangiamo in doppiaggio. Era il regista, Mario Amendola. Mentre parlavamo, l'operatore ci era venuto appresso con la macchina da presa e aveva girato".
Fonte: Ciccio Ingrassia in Marco Giusti, tutti i film di Franco e Ciccio, pag 122, edizioni Bloodbuster