Rassegna estiva:
Indipendentia-Il lato oscuro del cinema italianoNaif da fare quasi tenerezza, ma pervaso dalla passione oscura di Fabio Salerno, che contro tutto e tutti (e in tempi non sospetti) realizza il suo sogno/incubo "
barkeriano" (la piccola piramide che apre il vano per l'altra dimensione) nel tinello di casa, omaggiando e tributando in primis il cinema d'Argento (
Suspiria passa sintonizzato su Italia 1 e Salerno ne amplifica i cromatismi, facendo poi impiccare Cristina nel vano dell'ascensore,
Inferno arriva nel finale, pessimista, nel palazzo che va a fuoco. E sui titoli di coda non può fare a meno di metterci l'iconica scritta argentiana "Avete visto Notte profonda"), tappezzando lo squallido e angusto appartamentino di Paolo con i manifesti più disparati (c'è anche quello di
Airport 80 in mezzo ai classiconi del terrore e Salerno ci mette pure quello del suo cortometraggio
Arpie), con alcuni albi di Dylan Dog sparsi quà e là, aumentando la claustrofobia della paura tanto cara a Lamberto Bava (con il televisore alla
Dèmoni 2).
Sorvolando su una musica fin troppo invasiva e eccessiva (che in alcuni frangenti copre pure i dialoghi tra Paolo e Cristina), una recitazione agghiacciante e la miseria del budget, l'opera prima, dopo una serie di cortometraggi, di un autore tormentato, appassionato e in preda ai demoni della depressione (che ne decreteranno il suicidio nel 1993), vive di buffi e ingenui sfx in stop-motion a là Armando Valcauda (il soffitto parlante, il draghetto di cartapesta che esce dalla tv, i cavi che si attorcigliano sul braccio, la lampadina che pulsa, il pupazzetto di cera affettato col coltello, il volto di Paolo che si squaglia) e qualche timido tocco gore
elmeriano (la mano squarciata dal taglierino), per una storiella tanto tenera nella sua semplicità elementare ma che riesce a creare una certa atmosfera para lovecraftiana e anche qualche sprazzo visivo intuitivo suggestivo (seppur mutuato ancora da Argento) come Cristina che si affaccia dalla finestra del palazzone vista dal di fuori.
Salerno, poi, ritrae , nei pochi esterni, una Milano impersonale e gelida, dove , nel viaggio in auto di Cristina nelle notti umide e piovose, tra le fioche luci dei lampioni e delle insegne pubblicitarie, si respira certo cinema di "guerrila" alla Amos Poe.
Poi, certo, farne le pulci sarebbe un pò come sparare sulla croce rossa, ma quel che conta e la dolce ossessione salerniana che assimila il più possibile tutto l'amore per la settima arte (Salerno fa praticamente tutto da sè: dirige, scrive, monta, fotografa e crea i simpatici, quanto teneri, effetti speciali).
Ridendo e scherzando, però, una delle protagoniste del film (Francesca Bartellini, che interpreta la dottoressa del pronto soccorso dove si reca Paolo per farsi curare i tagli notturni) ha avuto un piccolo ruolo in
Ritratto di signora di Jane Campion.