Thriller inglese vecchio stampo, con la villa abitata dai fantasmi e la vittima designata che, nella speranza di trovarvi un tesoro nascosto come svelato dal proprietario sul letto di morte, finisce presto preda di raptus di follia. E' Robert Hardy, attore non troppo noto del cinema britannico, a impersonare il protagonista il quale, identificandosi sempre più con l'ex proprietario, ne rivive in una sorta di transfer il passato (oscuro, naturalmente). Siamo in presenza di un thriller psicologico quindi, non propriamente di una ghost-story. In pratica un costante gioco di rimbalzi tra passato e presente, con Hardy che si sdoppia ricoprendo anche il ruolo del proprietario della villa impazzito...Leggi tutto in seguito alla morte della moglie e dei suoi due figli. Le altre star in cartellone fanno da contorno: Christopher Lee è lo psichiatra, Joan Collins la paziente del defunto, Herbert Lom l'avvocato. Non sono loro a fare il film, nonostante precedano Hardy nei titoli di testa; sono tutti parte di un prevedibile complotto atto a scoprire dove siano nascosti i soldi che si sapeva il proprietario possedesse. Girato senza molta fantasia ma discreto mestiere da Don Sharp, DARK PLACES non offre granché: tensione poca, sangue ancor meno (c'è solo un rozzo colpo di scure in pieno petto, ma troppo telefonato e povero nella realizzazione), dialoghi mediocri, musiche anonime. Siamo lontani da classici come SUSPENSE e la fotografia dozzinale non aiuta certo a creare la giusta atmosfera. Il meccanismo attraverso il quale si sviluppa la storia è sempre lo stesso: il transfert improvviso funziona la prima volta, poi stanca. Superfluo.
Notevole. Il regista Sharp buon mestierante dirige un horror che riesce ad essere più di una ghost-story. Ottimo cast (sottotono in certi momenti Hardy, grandioso in altri): la zoccolesca Joan Collins, il cupo Lee e Lom avvocato, la Birkin nei flashback. Finale abbastanza inquietante, buone atmosfere, ottimo crescendo. Ben realizzati i flashback. Notevole, lo ribadisco, consigliato e molto originale.
Un’eredita, una casa infestata, un malloppo conteso. Chi si godrà i soldi? Fiacco thriller firmato dall'esperto Don Sharp che stavolta confeziona una ghost-story con poca tensione e tanto di deja-vù. Confezione dignitosa ma nulla più, abbastanza ricco ma sprecato il cast. Meglio passare oltre.
Più che discreto quest'horror inglese, che si staglia dal novero dei film girati nella torbida Albione (spesso soporiferi) per la storia intrigante, il singolare cast (Lee senza il mantello, l'abile Hardy, la provocante Collins, la Birkin!) ed alcune sequenze notevoli (il ralenti del definitivo crollo nervoso del protagonista). Non in tutto e per tutto invecchiato benissimo, ci si fanno delle grasse risate quando la Collins si ostina ad apostrofare Hardy, pingue ed attempato, come "bel giovane", ma il film è tosto ed anticipa qualche situazione di Shining.
Horror, ghost-story, thriller familiare a sfondo psicologico: mette insieme questi ingredienti, oltre alla solita professionalità del cinema nero inglese e ne sortirà fuori questo bel filmetto. I protagonisti sono grandi attori (Lee, Hardy e Collins) e il gioco della psicologia retroattiva gioca un buon ruolo per i collegamenti tra passato e presente.
Albionica combinazione di psico-thriller e fantasmi (infantili e perfidissimi), servita da un onesto artigiano del ramo e con un cast di pluri-decorati veterani. Non è malaccio, ma girano pochi pounds, lo sviluppo è prevedibile minuto per minuto, e l'andamento è un po' troppo flemmatico. La Birkin si vede poco, di Joan Collins non si vede abbastanza.
Monotono, irresoluto. I continui rimbalzi tra presente e passato sembrano ammettere l’incertezza tra il lasciarsi andare del tutto alla pista preternaturale della ghost-story (palesi i riferimenti a “Il giro di vite” di Henry James) oppure l’arrestarsi al sottile limes ove quella non si distingue dalle nebbie della follia. Non ancora diventato il “Ministro della Magia” Cornelius Fudge nella saga di Harry Potter, il televisivo Robert Hardy sgomita con il suo doppio ruolo, facendosi valere nei confronti di partners imponenti come Christopher Lee e un compitissimo Herbert Lom.
MEMORABILE: La riluttante stretta di mano di Lom dopo che le due valigie sono state caricate sull’auto della polizia…
La trama è quella di un thriller incentrato su un bel gruzzoletto che tutti cercano, lo svolgimento e l'atmosfera son da horror classico, sicuramente debitori del "Giro di vite" (il fatto di sangue del passato, i bimbi fantasma, la stanza dei giochi, la villa maledetta). Nonostante il ritmo non sia dei migliori e di spaventi e colpi di scena ce ne siano davvero pochi, è un film discreto, con un buon cast, molto british.
Discreto thriller anni '70 che strizza l'occhio all'horror in alcuni frangenti. Notevoli i flashback del protagonista Robert Hardy alle prese con i figli, la moglie pazza e l'amante (tutti uccisi) del vecchio proprietario della casa (forse) infestata. La ricerca di un grosso gruzzolo (200. 000 sterline) nascosto tra quelle mura scatenerà l'avidità di Joan Collins, Christopher Lee e Herbert Lom. Il finale è un po' telefonato ma, nel complesso, il film intriga anche grazie alla solita plumbea atmosfera inglese. Una visione la merita.
MEMORABILE: La picconata in pieno petto a Christopher Lee.
Soldi, maledetti soldi. I personaggi della vicenda ruotano attorno a uno storia maledetta: benestante che, per amore, vuole lasciare moglie e due bambini. L'uomo, in punto di morte, annuncia di aver nascosto dietro a una parete i suoi segreti. Ma dalle pareti della casa maledetta solo i fantasmi avranno la meglio. Buon horror psicologico sorretto da una graziosa sceneggiatura e una bella regia. Trasuda fascino decadente per la riuscita commistione tra eventi (tra)passati e attimi del presente, nei quali maledetti individui si muovono ignari.
Interessante horror paranormale, un po' prevedibile nello sviluppo ma con una buona costruzione fatta di flashback e andirvieni tra passato e presente. Mano mano che la tragedia avvenuta nel passato si costruisce, la vicenda si fa più coinvolgente, complice anche un ritmo lento ma ipnotico. Peccato per la scelta del protagonista, davvero inadeguato e poco incisivo. Molto meglio i ruoli di contorno in cui spiccano i veterani Lee e Lom.
Pensare che i primi minuti lasciavano sperare in un bel gotico moderno... e infatti in ogni scena in esterni l'atmosfera si taglia col coltello e l'intreccio di base (tra eredità e strane presenze) prometteva bene. Poi la sceneggiatura si concentra unicamente sul "bel giovane" (come, con grande slancio trash, la Collins definisce sovente il "maturo" protagonista) e sulle sue visioni, tediando lo spettatore nonostante un gran numero di elementi che ritroveremo al più lussuoso Overlook Hotel. Sprecata la Birkin, ottimo valore aggiunto Lee.
Più thriller psicologico che ghost story (nella solita casa infestata stavolta è nascosta anche una grossa somma di denaro su cui tutti vogliono mettere le mani), discretamente costruito a livello narrativo ma che rischia di risultare ripetitivo e un po' carente sul piano della tensione, che infatti esplode (si fa per dire...) solamente nell'ultimo quarto d'ora. Sharp dirige correttamente ma senza acuti, Robert Hardy è un protagonista piuttosto insipido; molto meglio (inevitabilmente, visti i nomi coinvolti) il cast di contorno.
MEMORABILE: I primi minuti nella clinica e i 15' finali.
Horror di stampo classico con cast di tutto rispetto e ambientazione suggestiva. Confezione da ghost story che racchiude un piccolo giallo fatto di aviditá, tradimenti e delitti. Non siamo certo di fronte a un capolavoro, ma alcuni momenti sono riusciti e la presenza di Lee aiuta sicuramente a elevare un prodotto modesto ma dignitoso.
Al centro della storia un vecchio e abbandonato maniero che sembra custodire un terribile segreto. Attorno ruotano attori scafati del calibro di Christopher Lee e della sensuale Joan Collins, al solito qui nella parte della provocante, truffaldina mangia-uomini. Il tutto si lascia guardare, nella consolazione che si è visto certamente di peggio.
MEMORABILE: Gli ammiccamenti di Joan Collins che lasciano poco al dubbio interpretativo...
Un'eredità e l'avidità dei pretendenti, il passato che si insinua nel presente prendendone il posto: la solita zuppa, insomma, mai redenta da inusuali angolazioni di idee e regia. Il ritmo è sottotono e il buon cast, che gira al minimo sindacale, va sprecato così come le (alte) citazioni letterarie da James. Il finale, se non fosse così stancamente prevedibile, sarebbe persino decente.
Il film di Sharp si distingue per una ricercatezza incline al gusto decadente, la sua casa (come i suoi abitanti) è infatti splendidamente démodé, di un patinato che ricorda certi quadri preraffaelliti. Il montaggio alternato tra presente e passato è stimolante, così come lo sono i volti di tutti i protagonisti. La sensuale Collins, il lapidario Lee e la sofisticata Birkin.
Davvero buono questo horror d'atmosfera. Don Sharp è abile a "fondere" i due piani temporali in cui si svolge la storia e riesce a creare la giusta tensione che sale durante lo svolgimento della vicenda. Interessante anche il fatto che per molto tempo non si capisca bene se si ha a che fare con fenomeni paranormali o se si è al cospetto di una ben congegnata macchinazione. Buoni gli attori, con il protagonista Hardy in forma strepitosa e la Collins che recita il suo ruolo di sempre.
Spossante gotico che parte bene ma poi si sgonfia strada facendo. La prima mezz'ora è buona, con l'alone di mistero e le presenze (il quadro fa venire i brividi), ma Hardy come attore non è certo al livello di Lom e Lee e tutto si sfilaccia nelle visioni e nelle avance della Collins. Si salvano la scena dell'abbattimento del muro e quella dell'uccisione della Birkin (sebbene fuori campo). Evitabilissimo.
Un buon horror paranormale, conottime atmosfere e inquietanti location, impreziosite da belle scenografie e da una regia decisa ed esperta. Gli ingredienti della pellicola più o meno sono i consueti, ma se mescolati bene possono ancora dare delle emozioni, e questo film lo dimostra. L'andatura a flashback è efficace, anche se ad un certo punto viene forse abusata perdendo quindi un po' di sorpresa. Qualche citazione letteraria qua e là migliora ulteriormente un risultato che non è un capolavoro ma si eleva rispetto all media. Perfetto il cast. Consigliato.
Dietro la sonnolenta e citazionista regia di Don Sharp si nascondono due film: uno è un banale ma perfido thriller pecuniario, l’altro una morbosissima, malinconia ghost-story. L'accumulo di temi è comunque tenuto a bada da un cast perfetto oltremisura: Collins, Birkin e Marsh (tutte splendide) gareggiano tra passato e presente; Lee e Hardy diversamente alienati. Notevole l’apparato scenografico.
Sempre affascinante l'ambientazione in una vecchia magione inglese, specie se c'è sentore di fantasmi, ma il film si dilunga troppo nella situazione di partenza e solo nel buon finale si ha un vero coinvolgimento. La trama ha infatti un ottimo spunto, però la parte centrale risulta ripetitiva e stancante. Bel cast di attori britannici, tra cui Christopher Lee e Joan Collins, i quali riescono credibili nel ruolo di fratello e sorella. Robert Hardy invece funziona di più negli antefatti del passato.
L’impiegato di una clinica psichiatrica riceve da un pazzo morente la custodia (o la proprietà?) di una casa di campagna che cela al suo interno 210.000 sterline. Bypassando le stramberie legali relative alla proprietà e le strategie tra il criptico e il maldestro di chi vuole appropriarsi del malloppo, tentiamo di concentrarci sul povero erede in bilico tra la possessione dalla casa stregata e un più prosaico gaslighting orchestrato alle sue spalle. Ritmi lenti, rigidità british e toni cupi, ma riemerge ovunque la sopracitata sensazione di confusa imprecisione.
MEMORABILE: I due fratelli Ian e Sarah: “Sei solo una piccola sudicia sgualdrina”, “Poverino, ti piacerebbe che io non fossi tua sorella, vero?”.
Il giallo all'inglese si tinge di paranormale e incontra l'horror ma lo fa in stato confusionale e il risultato è piuttosto deludente. A fronte di un soggetto rispettabile la regia non tiene il passo e la messa in scena risulta confusa, lenta e noiosa; forse con qualche mezzo in più si poteva far meglio ma non lo sapremo mai. Nel cast si salvano Hardy, un Lee passabile ma sprecato; assolutamente trascurabili gli altri. Le ambientazioni sono le solite in questo tipo di film mentre fotografia e musiche, neanche a dirlo, scadenti. Nemmeno il finale riesce nel suo intento, dozzinale.
Thriller soprannaturale a base di case infestate che custodiscono terribili segreti, oltre a un tesoro nascosto che fa gola a molti ma che nessuno si potrà godere. Sharp e gli sceneggiatori non inventano nulla che non si sia già visto ma riuscirebbero a condurre in porto il film senza infamia e senza lode se non cadessero vistosamente sulla scelta del protagonista, un Robert Hardy incapace di dare la minima credibilità al suo personaggio. La presenza di un Lee in buona forma e di una sensuale Joan Collins non riesce più di tanto a risollevare la baracca. Particina per Jane Birkin.
MEMORABILE: L'avvocato che invita il protagonista a stare in guardia dalla Collins.
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Ottima uscita! Esisteva la vecchia vhs della Golden Video
Io ho una registrazione notturna da Canale 5 di parecchio tempo fà.
Ma mi sa cut, perchè aveva il divieto ai 18
Lo visto la notte dei tempi (ricordo le atmosfere molto "fulciane" e ben poco altro, sinceramente), però non ricordo bruschi tagli di sorta...Cosa che invece notai in Una notte per morire (dello zio Silvio), sempre trasmesso da Canale 5 in quel periodo e anche quello vietato ai 18.
Qualità del dvd Mosaico piuttosto altalenante.
Il master è ricavato da 2 fonti diverse: una vecchia copia positiva italiana e una versione vhs.
Le parti migliori sono quelle relative alla vecchia copia positiva italiana, in particolare i titoli di testa e gli ultimi 10 minuti. Anche se ci sono graffi, giunte e spuntinature di una pellicola "vissuta" l'immagine è più definita e brillante rispetto ai rimanenti 3/4 del film.
Formato video 1,33.1 fullscreen.
Mco ebbe a dire: Perdona il disturbo Buio, potresTi indicarmi la durata della copia da tv in Tuo possesso? Grazie mille...
Allora, Mco, la mia registrazione da Canale 5 (che feci nell'estate del 1999, per il ciclo "Ultimo spettacolo") dura esattamente 1h, 26m e 03s
Come scrivevo sopra non ho notato bruschi tagli di sorta (sia nelle immagini che nella colonna sonora)
Essendo vietato ai minori di 18 anni può darsi che qualche microtaglio ci sia (io non me ne sono accorto sinceramente), magari di qualche secondo che non và a influire sulla durata effettiva
Come può darsi sia passato uncut (non sarebbe il primo caso di un vm 18 che passava integrale sotto l'impero della legge Mammì)
Purtoppo ho solo questa registrazione e non posso fare raffronti su ipotetici tagli
Comunque adoro questo gioiellino, con quell'atmosfera uggiosa e decadente quasi fulciana.
Anzitutto, grazie di cuore per il Tuo pronto riscontro.
La mia copia, da VHS, dura circa 87 minuti, titoli di coda inclusi.
Pertanto hai un gioiello d'epoca tra le mani, quasi sicuramente uncut (anche perché di tagliare non ve n'era poi chissà quale motivo).
Amo molto questo film, quella sottile demarcazione realtà - follia mi ha sempre affascinato, quasi quanto la Collins che si toglie gli stivali prima di raggiungere Hardy a letto.
Grazie ancora, dopo tanti anni, provo sempre una grande gioia nel discorrere di vecchi film com Te.
A presto!!!
Buio, non sapevo assolutamente che il film fosse uscito col divieto ai minori di 18 anni.
Ho controllato sul sito di Italia taglia ed in effetti nel '74 ottenne il permesso con V.M.18, poi revisionato nel 1990 a "per tutti" a seguito di qualche taglio (non specificato). Se la tua registrazione è posteriore al luglio 1990 è cut (probabilmente poca roba), altrimenti potrebbe essere integrale.
Io il film lo vidi in tv negli anni '80 e francamente non ricordo che potesse contenere elementi che lo rendessero V.M.18.
Caesars ebbe a dire: Buio, non sapevo assolutamente che il film fosse uscito col divieto ai minori di 18 anni.
Ho controllato sul sito di Italia taglia ed in effetti nel '74 ottenne il permesso con V.M.18, poi revisionato nel 1990 a "per tutti" a seguito di qualche taglio (non specificato). Se la tua registrazione è posteriore al luglio 1990 è cut (probabilmente poca roba), altrimenti potrebbe essere integrale.
Io il film lo vidi in tv negli anni '80 e francamente non ricordo che potesse contenere elementi che lo rendessero V.M.18.
Esatto Caesars, di scene così truci non ce ne sono. Come ho scritto sopra, le durate corrispondono e, se non è cut anche la vulgata vhs , credo che sia stato mandato integro.
I microtagli potrebbero interessare, nel caso, la parte finale, con l'isteria assassina riversata su moglie e figli.
Caesars ebbe a dire: Buio, non sapevo assolutamente che il film fosse uscito col divieto ai minori di 18 anni.
Ho controllato sul sito di Italia taglia ed in effetti nel '74 ottenne il permesso con V.M.18, poi revisionato nel 1990 a "per tutti" a seguito di qualche taglio (non specificato). Se la tua registrazione è posteriore al luglio 1990 è cut (probabilmente poca roba), altrimenti potrebbe essere integrale.
Io il film lo vidi in tv negli anni '80 e francamente non ricordo che potesse contenere elementi che lo rendessero V.M.18.
La mia registrazione televisiva risale al 1999 ( quindi già in piena derubricazione a ' film per tutti")
Effettivamente ( a parte l'atmosfera rancida fulciana) è un film che non presenta scene truci o morbosamente sessuali
Credo anch' io che sia stato trasmesso senza tagli, e sia la stessa versione che circola in VHS e nel DVD Mosaico
Trasposizione in dvd della Mosaico Media davvero ignobile. A livello delle peggiori VHS. Per chi fosse comunque particolarmente interessato a possedere il dvd di questo film, segnalo che è ancora disponibile a poco prezzo (meno di 5€) sia su Amazon che su dvdstore (e immagino anche su altri negozi on line)