Insolita produzione inglese targata Hammer, che impone a Christopher Lee un diverso ruolo dal classico villain e/o vampiro che l'ha reso celebre. E' ispirato alla reale biografia del monaco russo Grigorij Efimovic Novych (detto, appunto, Rasputin). Il registro del film affronta svariati temi passando dal dramma al thriller senza mancare (ovviamente) di derivazioni horror. Ottima la performance di Lee, dignitosa la regia e curate le ricostruzioni di ambienti e scenari ottocenteschi.
Anomalo horror di produzione Hammer che narra le vicende dell'ambiguo mistico russo Rasputin. A vestire i panni del monaco c'è un Christopher Lee in discreta forma. Il film scorre via nella sua piattezza, il che è un vero peccato in quanto dalla figura di un personaggio del genere sarebbe potuto venir fuori un gran film.
Solo Christopher Lee poteva risultare credibile (o quantomeno non ridicolo) nei panni sudici di Rasputin, e con quel look pre-Bin Laden: ma tant'è (ottimo anche il doppiaggio di Renato Turi). Singolare nel suo precorrere il successo di altri barboni in altri salotti - evidentemente un ricorso storico - ma senza altri particolari meriti.
Girato quasi tutto in interni che poco caratterizzano l'ambientazione russa, è un film prodotto dalla Hammer scarsamente riuscito. La storia, gli attori e il personaggio di Rasputin (Christopher Lee) ci sono, ma le scenografie (alcune sono le stesse di Dracula principe delle tenebre) funzionano poco per la biografia del monaco folle nella sconfinata Russia: di neve se ne vede poca, per non parlare delle tipiche architetture e monasteri russi.
Modesto tentativo hammeriano di rivisitare le gesta del carnalissimo monaco ortodosso Rasputin. Ora, dalla casa di produzione britannica non ci si aspettava certo un'attenta ricostruzione storica, ma a tutto c'è un limite; più che nella Russia del 1917 sembra di stare nel Kent del 1940: dai vestiti alle architetture è tutto grossolanamente sbagliato. E questo toglie inevitabilmente fascino alla pellicola, che difetta anche sul piano della tensione e scivola via piatta. E non bastano le vestagliette sgargianti di Lee per salvare il tutto.
Don Sharp HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneZender • 26/10/08 10:47 Capo scrivano - 47726 interventi
Allora puoi sempre recuperare il classicissimo dei Boney M. intanto, Gugly: "Ra-ra-rasputin, lover of the russian queen..."
Zender in discussione generale ebbe a citare:"Ra-ra-rasputin, lover of the russian queen..." Ma era vero? Stando a quanto asseriscono gli storiografi no: la zarina Alessandra, tedesca di nascita e nipote della Regina Vittoria, era appassionatamente innamorata del marito Nicola II di Russia e dovette lottare non poco per unirsi a lui in matrimonio; detto questo, vi è da dire che tutte le fonti sono unanimi nel riconoscere alla zarina un carattere difficile, talvolta dispotico, in eterna lotta con i (presunti) nemici ma fedele fino allo strenuo con coloro che reputava amici.
Per quanto riguarda Rasputin, non bisogna dimenticare che quest'ultimo sembrava l'unico in grado di guarire il principino ereditario Alessio dalle gravissime crisi in cui lo precipitava l'emofilia da cui era affetto...se aggiungiamo che la zarina si sentiva responsabile della malattia del figlio di cui era portatrice sana (propagata in famiglia proprio dalla capostipite Regina Vittoria), forse riusciamo a capire la vicinanza voluta con il monaco siberiano.
Anche la famosa casa di produzione inglese Hammer si "americanizzò"con una trovata in stile Castle-Corman.Ai ragazzi che assistevano allo spettacolo veniva fatta indossare una barba blu,mentre alle ragazze una barba rossa.Classico espediente da drive-in che portò i suoi frutti.
Nonostante da qualche parte si legga che sono stati girati insieme, le riprese di Dracula principe delle tenebreterminarono il 4 giugno del 1965, mentre le riprese di Rasputin - Il monaco folle iniziarono 4 giorni dopo e si conclusero il 20 luglio dello stesso anno. I film uscirono entrambi nel 1966.
Gli interni del precedente film vengono riarredati per ospitare quelli di questo.