Gli uomini d'oro - Film (2019)

Gli uomini d'oro
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2019
Genere: gangster/noir (colore)
Note: Alla stessa reale vicenda del furto al furgone blindato delle poste di Torino del 26 giugno 1996 si ispira anche il precedente "Qui non è il Paradiso" (2000).
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Abbiamo anche noi la nostra "rapina" alle poste. Non sarà un assalto al treno, non sarà celebre come quella inglese del 1963 ma intanto ha già fruttato due film. Dopo QUI NON E' IL PARADISO, infatti, tocca a Vincenzo Alfieri dirigere una seconda rilettura del furto al furgone blindato delle poste nella Torino di metà Anni Novanta (anticipando i fatti di quasi tre mesi, visto che nel film il giorno del colpo è quello di Juve-Nantes del 3 aprile 1996 e non il 26 giugno come nella realtà). Lo fa scegliendo una struttura particolarmente elaborata che procede avanti e indietro nel tempo raccontando la vicenda pezzo per pezzo e dividendola...Leggi tutto in tre segmenti quanti sono i protagonisti, ognuno dei quali ne vive una parte: Luigi “il playboy” (Morelli), Alvise “il cacciatore” (De Luigi) e “il Lupo” (Leo). Ci sarebbe anche un quarto "uomo d'oro", Luciano (Bodini), sfegatato juventino del Sud che però si limita a un ruolo di accompagnamento legato all'avventura di Luigi. Dietro, per tutti, il desiderio di affrancarsi dall'esistenza mediocre alla quale una vita grama pare averli condannati. Come sempre nei casi (sempre più frequenti) in cui la narrazione viene frammentata in infiniti rivoli che si allontanano e riavvicinano incrociandosi, non è facile raccapezzarsi. E' richiesta una certa attenzione fin dal momento in cui vengono illustrate le modalità con le quali il furto dovrà essere effettuato: Luciano, il più basso dei quattro, dovrà nascondersi nella cassaforte del furgone guidato da Luigi e Alvise per sostituire le banconote contenute nei sacchi prelevati di volta in volta durante le varie tappe del percorso. L'esecuzione del piano non è tuttavia così centrale come si potrebbe credere, perché è invece ciò che lo precede e lo segue a fare la storia, grazie anche a una bella cura nella caratterizzazione dei personaggi. Tra questi spicca nettamente l'Alvise di De Luigi, di gran lunga il meno scontato sia in sceneggiatura che nella resa da parte dell'attore: lontano dall'ironica bonomia che siamo abituati a riconoscergli, De Luigi carica di alta tensione nervosa il suo Alvise senza mai eccedere, collassando di tanto in tanto (e ha due bypass!) quando non riesce a dominare un difficile self-control. Più stereotipate le figure del pugile rozzo (Leo) che s'accompagna a una fisicatissima dancer bizzosa (Garriga) e del napoletano Luigi, che sogna la Costa Rica e per primo decide di studiare il furto quando capisce che il governo Dini ha posticipato di dieci anni l'età pensionabile proprio quando lui si stava già preparando a salutare tutti. Tognazzi nel ruolo del sarto/strozzino fa da elemento comune ai diversi segmenti con un personaggio forse un po' troppo macchiettistico ma in linea con il clima da noir moderno in cui Alfieri immerge il film, gravato da una fotografia verdastra che scolorisce le luci (la si intuisce persino dalla locandina)! Pregevole il lavoro in regia, che si prende i tempi dilatati dei vecchi polar ricamando molto sulle immagini senza mai lasciare un'inquadratura al caso. Non tutto sembra tornare alla perfezione e qualcosa rischia di perdersi inevitabilmente per strada (per reggere al meglio una struttura tanto articolata sarebbe stata necessaria una chiarezza esemplare), ma è evidente quanto si sia operato su montaggio e sceneggiatura per dosare i colpi di scena e piazzarli al momento giusto. Un buon lavoro d'insieme, appoggiato da una valida recitazione, una colonna sonora perfettamente ritmata (con l'inserimento di qualche classico del tempo come "Lullaby" dei Cure, "Rhythm Is A Dancer" degli Snap, "Alive & Kicking" dei Simple Minds) e da una ricercatezza scenografica non comune, per quanto la ricostruzione storica si avverta poco. Esclusa qualche freddura siamo comunque nel drammatico vero, con agganci al calcio (la storia comincia il 3 dicembre 1995 con il derby Juve-Torino chiusosi sul 5-0 che si pone come pietra d'angolo da cui far ripartire ogni volta daccapo il racconto) e a un tifo che appaiono talvolta, anche per la loro insistenza, pretestuosi e fasulli danneggiando parzialmente quell'autenticità per il resto invece molto ben resa. Notevoli alcune figure ai margini come la moglie (Laude) di Alvise o scene come quella dell'interrogatorio con la polizia, meno azzeccate certe forzature nell'incontro tra Luigi e Anna (Gioli). Nel complesso, comunque, un noir cupo dall'eccellente atmosfera, non sempre vivace ma piacevole da seguire nel suo andirivieni temporale in cui alcuni momenti chiave vengono riproposti da diverse angolazioni.

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Zardoz35 11/10/20 09:19 - 290 commenti

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Il cinema italiano è vivo e lo dimostra questa pellicola che va ben oltre all'ispirazione a una rapina alle Poste che sconvolse la Torino degli anni Novanta. De Luigi è straordinario in un ruolo completamente diverso dai suoi canoni, Leo è cupo quanto basta, forse solo Morelli va un po' troppo fuori dalle righe. Per contro, risultano fastidiosi i continui flashback che riescono solo a disorientare lo spettatore, anche se aggiungono elementi. Buona la colonna sonora, comprendente alcune hit del periodo.
MEMORABILE: La rivalità Juve/Toro confutata dal fatto che tre dei protagonisti abbiano nome e cognome di calciatori bianconero/granata, Bodini, Meroni e Zago.

Markus 11/11/19 09:10 - 3680 commenti

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La vicenda ripercorre una rapina realmente accaduta a Torino negli Anni '90. Alfieri riprende quel fattaccio di cronaca per realizzare un noir di buona fattura, elaborato con un frenetico quanto funzionale montaggio fatto di flashback, replay e repentini ritorni alla storia. Il comporto attoriale appare appropriato e convincente, con il duo De Luigi (in un'ottima versione serio/rancorosa) e Morelli (ineccepibile). Leo e Tognazzi più nei canoni della loro nota professionalità. Un cinema italiano che sa sorprendere; di questi tempi una manna.

Digital 10/11/19 00:39 - 1257 commenti

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Peculiare heist-movie reso meno usuale dal montaggio frammentato, il che se da una parte lo rende più caotico (con il pericolo di perdersi qualcosa per strada), dall'altra cerca di sviscerare i vari personaggi coinvolti nella rapina. Nel cast chi si merita il plauso maggiore è De Luigi, una spanna sopra gli altri; Leo sembra un pesce fuor d’acqua, mentre Tognazzi se la cava discretamente come odioso aguzzino. Niente di particolarmente trascendentale, ma è sicuramente una boccata d’ossigeno nel desolato panorama cinematografico italiano.

Gabrius79 11/11/19 07:22 - 1420 commenti

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Bravo Vincenzo Alfieri alla sua seconda regia. Riesce a costruire un film dalle tinte noir con validi attori quali De Luigi (il migliore e in un ruolo totalmente diverso dal solito), Leo e Morelli e il contributo di tre ottime spalle quali Laude, Ragone e Tognazzi. La storia viene sviluppata in tre fasi particolari in quanto viste dall’ottica dei tre protagonisti. Va prestata una certa attenzione per non perdere il filo, ma Alfieri ha realizzato un montaggio rigoroso e preciso.

Daniela 16/02/20 21:15 - 12606 commenti

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La rapina, una delle più clamorose della storia criminale italiana non tanto per l'importo quanto per le modalità di esecuzione e l'epilogo degno di un noir, era stata già il soggetto di un bel film di pochi anni fa. Le scelte di cast facevano pensare ad una riproposizione in chiave di commedia, magari con spunti grotteschi, invece i toni sono cupi, il montaggio frenetico, l'articolazione in diversi punti di vista converge inesorabilmente verso il finale beffardo e crudele. Buona prova del cast in cui spicca De Luigi, ottimo in un ruolo torvo molto diverso da quelli abituali.
MEMORABILE: La sequenza della spartizione e quel che segue

Rambo90 15/02/20 22:51 - 7661 commenti

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Una bella sorpresa. Alfieri riesce a confezionare un film su un tema attualmente abusato dal nostro cinema (la rapina improvvisata) ma declinandolo in modo diverso dalla commedia. Si respira un'aria da noir, con confezione più esterofila che locale e un cast centrato in cui tutti stupiscono. De Luigi in particolare è misurato e convincente, mentre Morelli e Leo confermano la loro predisposizione a qualsiasi ruolo. Coinvolgente, con un finale un po' repentino ma davvero buono.

Galbo 21/02/20 19:01 - 12372 commenti

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Vincenzo Alfieri dirige un bel noir italiano ispirato ad una storia vera e raccontato attraverso una serie di andirivieni temporali (con capitoli dedicati ai singoli personaggi) illustrati grazie ad un ottimo montaggio (dello stesso regista). Colpisce l’eleganza della regia, il buon ritmo e l’ottima prova degli attori, a partire da un insolito e convincente Fabio De Luigi nel ruolo di un uomo cupo e depresso ideatore delle modalità del colpo e dell’usuraio Tognazzi.

Redeyes 10/04/20 08:36 - 2442 commenti

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Alfieri, dopo un esordio gradevole, spiazza tutti con questo italico noir decisamente ben girato. La suddivisione in capitoli aiuta il regista nel dare la giusta didascalia agli eventi e la profondità ai personaggi, fra i quali spicca un eccellente De Luigi; senza perdere, tuttavia, in dinamismo. Il trait d'union ma anche punto di rottura è la rivalità Juve-Toro, che silenziosamente s'insinua fra i personaggi fino a infrangere i sogni di tutti i protagonisti. L'intreccio non è degno di un giallo classico ma non delude.

Nando 28/05/20 01:18 - 3806 commenti

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Ispirata a una storia vera, la pellicola mostra gli eventi valutando le sfaccettature dei tre protagonisti principali, con tre visioni diverse ma similari per giungere al finale che regala una sorpresa forse fiabesca. Morelli è simpatico ma troppo macchiettistico, De Luigi dignitoso, Leo sottotono con una parlata talvolta incomprensibile, inutile Tognazzi spesso ridotto a ruoli da cravattaro o ruffiano. Nel complesso un buon film.

Puppigallo 26/05/20 18:26 - 5251 commenti

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Pellicola che, pur lasciandosi guardare (anche se il saltapicchiare avanti e indietro può risultare un po’ fastidioso), non convince, sembrando troppo forzatamente moderna nella costruzione e poco aiutata, tra l'altro, dalle interpretazioni dei due protagonisti (un De Luigi che enfatizza eccessivamente il suo personaggio e un Morelli che fa altrettanto). Gianmarco Tognazzi invece, è semplicemente una macchietta. Peccato, perché il fatto (realmente accaduto) offriva molti spunti, che una regia migliore unita ad attori più equilibrati avrebbe sicuramente valorizzato.
MEMORABILE: La figura del pugile, il Lupo (quella meglio caratterizzata); La fuga notturna disperata nel bosco.

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Nicola81 28/05/20 22:14 - 2831 commenti

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Visti i nomi coinvolti, era difficile aspettarsi un film dai toni così cupi. Interessante il racconto della vicenda da tre angolazioni differenti, in cui ogni volta viene aggiunto un nuovo tassello e curioso il ruolo determinante rivestito dalla rivalità calcistica Juventus/Torino, ma l'epilogo è troppo frettoloso e la prova del cast altalenante: Morelli (che piaccia o meno) è sempre lui, De Luigi cattivo e rancoroso è una rivelazione, ma Leo è spaesato e Tognazzi sfiora la macchietta. Non male, ma poteva essere migliore.

Piero68 4/06/20 08:47 - 2955 commenti

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Come spesso capita sono gli attori comici a dare le prove migliori nei film drammatici. Anche in questo caso la storia si ripete e alla fine l'unico personaggio vero e convincente risulta De Luigi. Tutto ciò che gira intorno è quasi fuffa, nonostante una discreta regia e una fotografia cupa ma convincente. La sceneggiatura non brilla e alcuni personaggi sono troppo sopra le righe, come Morelli. Leo non va oltre al compitino. Nel complesso un noir vedibile ci si mi aspettava molto di più. Finale non troppo chiaro.

Zoltan 5/07/20 11:53 - 201 commenti

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Dopo aver fatto le prove generali con I peggiori, Vincenzo Alfieri alza il tiro, migliora la scrittura e sfrutta un casting molto più ambizioso per proporre un secondo lavoro che, per quanto imperfetto nella sua globalità, finisce per forza di cose per spiccare nel grigio panorama del cinema italiano. Su tutti spicca Fabio De Luigi, che regala qui una prova straordinariamente intensa e drammatica, ma tutto il cast dimostra di saper affrontare più che bene uno stile e un linguaggio diverso dal tipico cinema italiano attuale. Non tutto fila liscio, ma resta un film apprezzabile.

Dzekobsc16 7/07/20 11:40 - 46 commenti

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Seconda trasposizione cinematografica di uno dei fatti di cronaca più misteriosi e cruenti della nostra storia recente. Il bravo Vincenzo Alfieri sceglie toni diversi rispetto a quelli di Tavarelli proponendo un affresco della vicenda in pieno stile anni '90, con musiche del periodo e pure la rivalità calcistica Juve-Toro, che assume nella storia un ruolo sorprendente. Ottimo in un ruolo a lui inconsueto De Luigi, nevrotico cardiopatico torinista; buone le prove del sempre spassoso Morelli e di un cupo Leo, un po' troppo macchietta Tognazzi. Promosso.
MEMORABILE: La colonna sonora del periodo; La sofferenza di De Luigi nel vedere il suo Torino umiliato 5-0 dalla Juventus.

Ultimo 13/07/20 17:03 - 1652 commenti

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Un buon noir moderno che prende ispirazione dalla rapina alle poste di Torino di metà anni Novanta. Il film è ben strutturato, nonostante diversi sbalzi temporali che potrebbero far perdere il filo. Il merito è sopratutto di un cast ispirato (su tutti Morelli e De Luigi) e di una regia attenta ai dettagli. Interessante il collegamento con famose partite di calcio della Juventus annata '95/'96. Non un capolavoro, ma un film riuscito che lascerà il segno.
MEMORABILE: Le urla di De Luigi contro Morelli sul furgone blindato.

Cotola 18/08/20 13:22 - 8998 commenti

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Buon film che racconta, con ovvie e meno ovvie licenze rispetto alla realtà, l'allora celebre rapina alle poste torinesi che aveva già ispirato un'altra pellicola. Qui il tono è diverso: più noir e veloce e meno riflessivo. E il film scorre via senza intoppi grazie ad una sceneggiatura che narra le vicende da vari punti di vista e soprattutto ad un montaggio sapiente che non fa mai andare in stallo le immagini che scorrono sullo schermo. Discreto il cast con qualche evitabile eccesso sopra le righe e con un De Luigi in chiave drammatica che lascia un po' perplessi, ma non troppo.

Capannelle 13/09/20 13:19 - 4394 commenti

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Bel film con il giusto mix di energia e di frustrazioni personali che spesso confliggono ma aiutano a delineare dei personaggi azzeccati. Alfieri dirige con personalità e tecnica, possiamo solo imputargli di esagerare con i toni nazional-popolari come quel continuo richiamo alla rivalità calcistica o alle bizze napoletaneggianti del Morelli. E nel complesso la rivisitazione dell'episodio reale convince, pur con l'inserimento di persone inventate (l'usuraio elegante), la caratterizzazione spinta di altre e scene discotecare che sembrano più avanti rispetto agli anni della rapina.

Graf 27/02/21 12:32 - 708 commenti

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Originale e assai raffinato film di rapine, questo firmato da Vincenzo Alfieri, attivo anche nel soggetto e nel montaggio. Alterando deliberatamente i tempi narrativi attraverso la tecnica narratologica dell’analessi sincronica, il regista cattura l’attenzione dello spettatore introducendo, ogni volta che la storia ritorna al punto di partenza, nuovi dettagli e nuove informazioni sui fatti della rapina che correggono il punto di vista di chi guarda. Atmosfera dolente, personaggi segnati dalla vita e dal destino, recitazione viva ed istintiva, regia che, però, non lascia un suo segno.

Jandileida 8/04/21 18:03 - 1558 commenti

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Alfieri scompone, viene da dire coraggiosamente, in tre capitoli l'ormai mitologica rapina al blindato delle poste avvenuta nell'ormai lontano 1996 nella ormai ripulita Torino. Ed è proprio in questa città, ben resa, all'epoca al confine tra industrioso ma un po' sporco passato e sgrassato balzo verso il futuro, che si muovono i quattro protagonisti del film. Il ritmo non manca, nonostante i continui sbalzi temporali, come non mancano scelte registiche magari non proprio originali ma quantomeno audaci. Morelli stropicciato il giusto, De Luigi sorprende, Leo un po' fuori posto.

Giùan 8/05/21 07:55 - 4528 commenti

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Se il film di Tavarelli (tra i più misconosciuti d'inizio millennio) affondava nelle realistiche profondità d'un vago thriller sentimentale con peculiari picchi di frustrazione malinconica, Alfieri riprende il gobbo colpo alle poste di Torino sul versante cronachistico, irrorandolo prepotentemente (talora pretestuosamente) di grottesco acido. Qualcosa nell'operazione infastidisce (la forzata "vocazione" alla commedia, da I soliti ignoti a Sibilia passando per Ritchie) e il ritmo non cela debolezze e momenti laschi (la resa dei conti, il vacuo personaggio di Leo). De Luigi di "cuore".
MEMORABILE: Lo straordinario sarto strozzino di Gianmarco Tognazzi che salva cavoli e personaggio.

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Manfrin 13/11/23 12:04 - 391 commenti

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Notevole noir tratto da una vicenda realmente accaduta, tecnicamente ben diretto, che raffigura uno spaccato dell'ambizione di un manipolo di disperati sognatori a caccia di una ricchezza, forse più astratta che reale, per poter fuggire dal tran tran quotidiano. Su tutti un notevole De Luigi, timido e succube in casa ma capace di carattere e personalità quando la questione si fa spinosa.
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  • Discussione Ruber • 29/12/19 08:42
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    Markus tu che l’hai visto in sala, ritieni questa versione migliore di quella di Tavarelli ?
  • Discussione Markus • 30/12/19 11:13
    Scrivano - 4775 interventi
    Ruber ebbe a dire:
    Markus tu che l’hai visto in sala, ritieni questa versione migliore di quella di Tavarelli ?

    Non ho visto la versione di Tavarelli, infatti devo prima o poi colmare. Questo film non mi è affatto dispiaciuto.
  • Discussione Graf • 30/12/19 23:00
    Fotocopista - 908 interventi
    Io ho visto la versione di Tavarelli al cinema ma non sono riuscito a vedere il film di Alfieri in sala...L'hanno smontato troppo presto per colpa di un incasso esiguo.
    La versione di Tavarelli è bellissima e poetica e la trama noir è inserita in una dimensione onirica e malinconica. Una cifra mai vista in un film di rapina di produzone italiana.
    Sembra che la versione di Alfieri punti più sulla struttura narrativa e sull' avanti ed indietro temporale della trama. E' da vedere sicuramente, naturalmente quando uscirà in DVD.
    Sono curioso di valutarne somiglianze e differenze...
    Ultima modifica: 31/12/19 21:47 da Graf
  • Discussione Zender • 31/12/19 08:32
    Capo scrivano - 47698 interventi
    La versione di Tavarelli è scritta davvero molto bene e porta l'attenzione sulla coppia playboy/amico in cassaforte (Gifuni/Binasco) riuscendo a gestire magnificamente l'andirivieni temporale, quella di Alfieri è recitata meglio ma scritta non con la stessa sapienza, riprendendo comunque in pieno la struttura framnmentata a flashback incrociati. L'attenzione nel remake si sposta sull'altra coppia, quella del barista e dello "scambista" (passando da Pappalardo/Conti, nell'originale figure marginali, a De Luigi/Leo), pur senza dimenticare ovviamente l'organizzatore primo ovvero Gifuni nell'originale e Morelli nel remake. Entrambi film riusciti, a mio parere, ma il primo ha una sua efficacia e semplicità, il secondo un'eleganza formale più da "film coi soldi".
  • Discussione Ruber • 31/12/19 14:17
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    Grazie per tutti i commenti e i pareri. cercherò di vedere entrambe le versioni, ma credo troverò difficoltà con quella di Tavarelli nel reperirla (e mai scita in dvd? si trova in streaming?).
  • Discussione Zender • 31/12/19 17:24
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Si trova facilmente in dvd a meno di 10 euro.
  • Discussione Ruber • 31/12/19 18:20
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Si trova facilmente in dvd a meno di 10 euro.

    Grazie Zender, ok perfetto molto bene!
  • Discussione Graf • 31/12/19 21:43
    Fotocopista - 908 interventi
    Ho il dvd del film di Tavarelli ma non ricordo dove l'ho messo... Comunque, un grande e semisconosciuto film italiano da vedere assolutamente e da rivalutare.
    Ultima modifica: 31/12/19 22:49 da Graf
  • Curiosità Fedemelis • 20/02/20 11:52
    Fotocopista - 2137 interventi
    I ritagli di giornale utilizzati per replicare le mazzette dei soldi non sono nel film tutti diversi. Come si usa sempre più spesso oggi, ricorrendo alla CGI, alcune sono state replicate digitalmente alterandone i colori o ribaltandole. Nel fotogramma qui sotto a lettera uguale corrisponde mazzetta-clone uguale (elastico compreso):



    Le riviste utilizzate per le mazzette sono parti del settimanale "Intrepido" e dei fumetti allegati "Billy Bis" e "Rocky rider", inserti della rivista ed entrambi correttamente usciti prima del 1996.



    La schedina n.36 (con i consigli sulla giocata della redazione) che si vede nel fotogramma, è relativa alla 28° giornata di serie A '73/'74 del 5 maggio 1974:



    Qui sotto un ingrandimento:

  • Curiosità Zender • 24/02/20 18:22
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Quello che nel film torna e quello che non torna, rispetto a quanto realmente accadde nella realtà, nel RELATIVO SPECIALE IN TEMA, che riporta l'intera storia fino a oggi.