Qui non è il paradiso - Film (2000)

Qui non è il paradiso
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2000
Genere: drammatico (colore)
Note: Ispirato alla vicenda del furto al furgone blindato delle poste di Torino del 26 giugno 1996 al quale si rifarà nel 2019 anche il film "Gli uomini d'oro".

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nel raccontare il colpo al furgone blindato delle poste di Torino commesso il 26 giugno 1996, Gianluca Tavarelli anticipa i fatti di qualche mese ma sorprende soprattutto per la capacità con cui gestisce i frequenti sbalzi temporali che in definitiva caratterizzano più di ogni altra cosa il film. Ammirevole è infatti l'attenzione riposta in fase di sceneggiatura dal regista e da Leonardo Fasoli: evidente la cura con cui è stata trattata per riuscire a portare in scena la vicenda mantenendo un rigore stilistico che permettesse di non far perdere il filo anche raccontando a frammenti. Al centro sta Renato Sapienza (Gifuni) con i suoi atteggiamenti da playboy sognatore (e...Leggi tutto poeta), insofferente per una vita da passare alla guida di un furgone portavalori quando molto meglio sarebbe nella sua testa stare al sole della Costarica senza far nulla; l'obiettivo non a caso è proprio quello e nell'operazione il protagonista riesce a coinvolgere il collega Walter (Binasco): sfruttando la bassa statura questi dovrà nascondersi nella cassaforte del furgone e durante il viaggio da una sede all'altra sostituire le banconote contenute nei sacchi (ritirati di volta in volta) con della carta straccia. Naturalmente non è un colpo da realizzare in due; ci vuole chi procura i documenti per espatriare, chi accetti di stare al gioco (Pappalardo) e magari pure un barista conoscente di quest'ultimo (Conti). Un piano studiato nei dettagli e con del genio, indubbiamente. D'altra parte a Renato il cervello non difetta, nonostante fatichi a non pensare alle donne. E abile è Tavarelli nel descriverne le sfaccettature del carattere, forse non rese al meglio da un Gifuni che comunque azzecca lo spirito del personaggio. E' nella recitazione che forse si individuano le uniche vere pecche di un lavoro condotto con gran perizia, capace di incuriosire per gli sviluppi e procedere spedito grazie a una regia che bada all'essenziale senza perdersi in inutili manierismi. Gli unici a dare un apporto decisamente valido nel cast sono Antonio Catania, che aggiunge al suo commissario un'umanità e una praticità figlie di capacità recitative confermate da tempo, e un truce Adriano Pappalardo, assolutamente impeccabile nel ruolo del collega senza grilli per la testa che non sembra aver bisogno di nulla essendo già proprietario di una ventina di case nella zona: è un peccato che resti in secondo piano (ci penserà il “remake” del 2019 a promuovere il personaggio facendolo interpretare da un ottimo De Luigi). Si parte dalla realizzazione del colpo, si prosegue con le prime indagini, si torna indietro a un anno prima cioè al momento in cui nasce nella testa di Renato l'idea di compiere il furto al furgone quindi ci si rituffa nelle indagini continuando poi nel percorso che alterna i flashback al “presente”. Nel farlo Tavarelli compie un eccellente lavoro di “resincronizzazione” che riesce a ricostruire ogni fase saliente della vicenda individuandone gli snodi chiave. Si capisce da molti dialoghi che nulla è lasciato al caso e che certe finezze nella scrittura (non trascendentale ma efficace) legate alla musica, al calcio, a certe innocue volgarità (il collutorio) rendono vivace il tutto. Il remake – che riprenderà la medesima struttura a segmenti spezzati e cronologicamente rimescolati - acquisterà punti grazie a un ottimo cast perdendoci però in genuinità, precisione e qualità della sceneggiatura.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/09/08 DAL BENEMERITO SUNCHASER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/01/20
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Giùan 16/11/11 13:29 - 4559 commenti

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Pellicola non omologata né omologabile quella di Tavarelli, i cui modesti riscontri (nel nostrano panorama conformista di critica e pubblico) ha finito per relegar il regista nella riserva dei paratelevisivi. Prezioso nell'utilizzo della grammatica della mdp (splendide panoramiche), intrigante nella struttura temporale (a mosaico), inedito nella mescolanza di "genere" (sorta di thriller sentimentale), è un'opera in cui Tavarelli sostanzia la nostalgia dei suoi primi due film con una materia viva e pulsante. Non si fugge dalla povera realtà con miseri sogni...
MEMORABILE: La fantasticante visionarietà di Gifuni al cospetto delle facce dure e scavate del duo Pappalardo-Conti; Il commissario di Catania.

Sunchaser 27/09/08 22:02 - 127 commenti

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Diretto da Gianluca Maria Tavarelli, molto attento ai sentimenti dei protagonisti, è un buon esempio, ma sfortunato al botteghino, di cinema italiano. Recitato in modo ammirevole, è un film che sotto la patina del giallo (che fine hanno fatto i due protagonisti) nasconde un'anima tenera e malinconica, evitando però i rischi del "piangersi addosso" tipici di troppo cinema nostrano degli ultimi anni. È anche la storia di un'amicizia.

Mco 25/05/09 23:40 - 2327 commenti

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Dedicato a chi pensa che il cinema di genere italiano sia morto o inutile: questo avrebbe dovuto esserci scritto alla fine del presente film, capace di trasportare chi guarda in una dimensione quasi poetica sino a sognare col protagonista. Ma ecco che al culmine del trasporto stesso compaiono ex abrupto gli sguardi truci di Pappalardo e Conti (straordinari!) che riportano il tutto alla triste realtà dei fatti. Gifuni eccellente in un cast altrettanto buono. Gran film!!!

Daniela 17/07/09 15:48 - 12660 commenti

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Particolare e meritevole di attenzione, soprattutto nel panorama modesto del cinema medio italiano, grazie ad un approccio poetico ed una costruzione del racconto ad incastro. Il protagonista, un postino che progetta una rapina per evadere da una esistenza grigia e malinconico, trova in Gifuni un interprete sensibile e sfumato. Bravo anche Catania nel ruolo di un commissario riflessivo e inaspettatamente solidale col principale sospettato. La faccia che resta più impressa è però quella da galera di Pappalardo. Da vedere.

Cotola 18/07/09 23:38 - 9043 commenti

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Buon film diretto da Tavarelli (che successivamente si dedicherà esclusivamente, non si sa perché, a prodotti tv) che si dimostra capace di illustrare la vita piatta e senza guizzi dei protagonisti (fatta eccezione, ovviamente, per la rapina) e lo fa attraverso uno stile che può sembrare opaco (se non piatto appunto) ma che è funzionale al narrato e grazie a scelte narrative non banalissime ed efficaci.

Alex1988 8/02/17 18:31 - 728 commenti

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Morandini, all'uscita, lo definì "troppo italiano per essere apprezzato", e aveva ragione! Tavarelli, traendo spunto da un fatto di cronaca, mette in scena una sceneggiatura debitrice sì di molti altri film del passato (Rapina a mano armata, Le iene...), ma riesce a tirarne fuori una commistione tutta personale e riuscita di generi (thriller, noir, sentimentale). La morale finale sembra essere... "Soltanto i furbi sopravvivono".

Guru 14/11/11 18:23 - 348 commenti

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Buon film e buona ricostruzione della vicenda, realmente accaduta in quel di Torino. Alcuni segmenti non mi hanno convinto ma nel complesso la buona recitazione ha premiato questo sforzo notevole. Non ci sono figure femminili di rilievo che accompagnano la vita del protagonista, i cui ideali sembrano essere fondamentalmente quello di non lavorare e di spassarsela in un mondo lontano da lì, di cui ha solo sentito parlare... Un apprezzamento al buon Pappalardo che veste dei panni insoliti ma regge la parte.

Galbo 7/03/13 18:53 - 12392 commenti

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Thriller con venature noir diretto da Tavarelli e incentrato su una rapina ad un furgone postale. Il racconto è adeguatamente strutturato, con un buon lavoro sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi e una regia che mostra una certa personalità. Efficace la contrapposizione tra i due personaggi principali, il rapinatore e il poliziotto a cui gli interpreti (Catania e Gifuni) conferiscono le giuste sfumature. Tutto il cast si esprime comunque su buoni livelli. Da riscoprire.

Decimamusa 30/11/16 12:24 - 102 commenti

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Ingredienti del poliziesco (peraltro sobri e realistici) in un film che fa della sottile descrizione di un ambiente e delle psicologie che vi si agitano la sua nota caratterizzante. Frustrazione, sogni velleitari, bieco cinismo scandiscono una vicenda impregnata di tristezza, in cui appaiono tutti come perdenti. Pregevole Gifuni (uno degli interpreti più sensibili e preparati della sua generazione) che dà spessore, con la sua frivolezza pensosa, al personaggio ma tutti gli attori sono in tono, come si conviene a un film di notevole qualità.

Kinodrop 6/01/17 21:00 - 2947 commenti

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Una rapina al portavalori postale architettata con meticolosa preparazione e messa a segno da un gruppetto di impiegati. Un noir atipico, in cui sentimenti e speranze si scontrano con la cruda necessità delle azioni e narrato con maestria su diversi piani temporali. Efficace la sceneggiatura che ha saputo far rivivere un fatto realmente accaduto, grazie anche a una regia originale e a un cast di abili interpreti e comprimari, (da Gifuni e Catania, al "grugno" di Pappalardo). Un inaspettato segno di vivacità nel cinema italiano di quegli anni.

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Paulaster 4/03/20 10:09 - 4415 commenti

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Un furgone portavalori viene svaligiato da dipendenti delle Poste. Trama a flashback per descrivere la gestazione del colpo della vita. Sullo sfondo la società è vista come vuota e meritevole di fuga e Gifuni incarna bene lo spirito disagiato degli anni 90. Non sempre all'altezza il comparto attoriale di contorno, a causa del quale restano penalizzati il finale e la stucchevole storiella d’amore. Equiparando il film a un prodotto televisivo è dignitoso e sopra la media.
MEMORABILE: Gli interrogatori morbidi del commissario; La busta paga nella fascetta; L’esultanza per il colpo riuscito.

Rambo90 5/07/20 15:25 - 7696 commenti

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Con un taglio più realistico rispetto al successivo film di Alfieri, questa pellicola riesce a raccontare molto bene soprattutto l'aspirazione di Sapienza a voler lasciare una traccia di sé (come spiegherà la sua fidanzata) e le sue aspirazioni. Tavarelli dirige senza fronzoli, ben giocando con i salti temporali e facendosi aiutare nei momenti salienti dalle belle musiche di Bosso (fantastica la traccia sul colpo). Cast ben assortito con un ottimo Gifuni, un Catania misurato e la coppia Pappalardo/Conti perfettamente truce (e meno caricaturale della controparte moderna Leo/De Luigi).

Puppigallo 13/03/21 19:28 - 5273 commenti

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Quello che si dice un buon film; e nonostante il ritmo praticamente nullo di una vicenda che si svolge nella piatta Pianura Padana (non per niente il protagonista sottolinea negativamente che sia tutta pianura a perdita d'occhio). Ma qui sono gli attori a convincere, specialmente il protagonista, il commissario e il suo collega, che un po' invidia coloro che stanno cercando. La storiaccia è resa piuttosto bene, grazie alla visione di libertà, oltre il piatto orizzonte, del poeta-postino-braccagonnelle, che si contrappone al grigiore della vite legate a un lavoro opprimente.
MEMORABILE: La sveglia col coltello conficcato; "Secondo me, tu sei il poeta del non fare un c...."; "Lo sapevo, che alla fine il posto fisso mi avrebbe ucciso".

Gugly 17/04/23 23:25 - 1187 commenti

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Noir ripreso da una storia la cui ossatura è costituita dagli incastri temporali delle fasi della rapina, un avanti e indietro nel tempo che vivacizza un racconto piano nel quale si esaltano le azioni dei personaggi, ovvero Gifuni piccolo guascone in fuga da una vita grigia che trascina l'amico Binasco e Pappalardo truce esecutore di poche parole; a completare il quadro il commissario disincantato di Catania; chi si aspetta un noir tutto azione rimarrà deluso, contano le psicologie; plot twist finale che sembra omaggiare un altro criminale amante di paradisi lontani.

Rocchiola 10/04/24 08:31 - 965 commenti

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Il furto al portavalori postale di Torino del 1996 ha segnato la cronaca del nostro paese per diversi anni e ancora oggi se ne parla. Il film ricostruisce il caso seguendo abbastanza fedelmente gli aspetti noti della vicenda. Il regista adotta un tono noir piuttosto realistico soprattutto nella descrizione di un’Italietta piccolo-borghese insoddisfatta che sogna un'illusoria via d'uscita. Gli sbalzi temporali penalizzano un po' il ritmo e alcuni aspetti non vengono approfonditi, ma nel complesso si tratta di un buon prodotto di genere insolito per il nostro cinema dell’epoca.
MEMORABILE: La sequenza del furto; L'incontro finale nella roulotte; Le considerazioni piuttosto volgari che ogni tanto tira fuori Walter Taranto.
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  • Curiosità Kanon • 2/09/11 21:55
    Fotocopista - 835 interventi
    - Il film è ispirato alla vera storia dei due impiegati postali Giuliano Guerzoni ed Enrico Ughini che il 26 Giugno del '96 compirono questo notevole furto.

    Di loro si occupò anche Carlo Lucarelli, dedicando loro una puntata di "Blu notte" intitolata "Il caso degli uomini d'oro".
  • Discussione Ruber • 12/07/19 03:59
    Formatore stagisti - 9246 interventi
    Dal 7 novembre nelle sale, il remake
    “Gli uomini d’oro”, con Morelli, De Luigi, Leo e G. Tognazzi. Come si sa il film è basato sulla rocambolesca rapina alle poste di Torino del 1996.
  • Discussione Kaciaro • 21/11/19 20:25
    Galoppino - 506 interventi
    Gifuni stellare protagonista malinconico e sognatore film con molti cali di tensione ma non male mitica la perculata sulla musica di Zarrillo....
  • Curiosità Fedemelis • 13/02/20 14:52
    Fotocopista - 2137 interventi
    Nel pacco dei fumetti che Renato Sapienza (Gifuni) prepara per essere ritagliati e fatti passare come mazzette di denaro troviamo alcuni fumetti "fuori tempo", cioè pubblicati dopo il 1996, anno nel quale avviene la rapina ed è ambiento il film. Sono questi tre (gli altri li ho controllati tutti grazie a questo sito e vanno giustamente dal 1976, n.1098, al 1988, n.1689):

    A: n. 2176 del 12/08/1997
    B: n. 2211 del 14/04/1998
    C: n. 2174 del 29/07/1997





    Ecco le tre copertine che non avrebbero potuto esserci nel 1996:



    Il numero 2215 uscito il 19/01/1999 (quindi "fuori tempo") appare invece all'interno delle mazzette aperte dai colleghi dell'ufficio postale:

  • Curiosità Zender • 24/02/20 18:21
    Capo scrivano - 47770 interventi
    Quello che nel film torna e quello che non torna, rispetto a quanto realmente accadde nella realtà, nel RELATIVO SPECIALE IN TEMA, che riporta l'intera storia fino a oggi.
  • Homevideo Rocchiola • 10/04/24 08:34
    Call center Davinotti - 1254 interventi
    Ancora disponibile il vecchio DVD della Cecchi Gori soffre un pò il peso degli anni. Le immagini sono passabili, discretamente pulite pur con qualche spuntinatura, ma non molto incisive sotto il profilo della definizione che direi è piuttosto blanda. L'audio è buono. Insomma non essendoci di meglio sul mercato e considerando che prima o poi andrà fuori catalogo, è consigliabile l'acquisto.